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Fornoni: l’edilizia riparte dalle (nostre) macchine

Gru - Fornoni

La crisi del 2008 si è riversata a cascata sull’edilizia e su tutti i suoi attori. Tra questi Marco Fornoni, titolare della Fornoni, rivendita di macchine per l’edilizia che si è ritrovata nelle sabbie mobili della stagnazione, rischiando di andare a fondo. Ecco che cosa ha passato e come ne è uscita. E ora? “E ora ripartiamo”.

Marco Fornoni
Marco Fornoni

Domanda. Quando è nata la Fornoni?

Risposta. L’azienda è stata fondata nel 1962. Mio padre Giancarlo, che già lavorava nel settore dell’edilizia, decise di mettersi in proprio, creando la sua piccola azienda. Per i primi anni la portò avanti da solo, poi arrivarono i primi agenti.

D. E poi arrivò lei.

R. Io, dopo aver studiato elettronica e meccanica, ho aperto l’officina di assistenza: erano appena arrivati gli anni Ottanta. Abbiamo iniziato subito con il noleggio, che si è sviluppato bene, dando nuova linfa all’azienda. Poi è arrivato il fatidico 2008.

Fornoni
Fornoni

D. Quanto avete subito la crisi?

R. Ci ha devastati, senza mezzi termini. Eravamo un’azienda in piena espansione e ci siamo trovati a dover fronteggiare un verticale crollo delle vendite e un drastico aumento degli insoluti (compresi alcuni fallimenti).

D. Quantificando?

R. In sei mesi il nostro fatturato si è dimezzato (da 8 a 4 milioni di euro) e purtroppo abbiamo dovuto ridurre l’organico per far fronte a impegni importanti con i leasing delle macchine. Da 33 dipendenti interni – senza contare le squadre esterne di montatori e artigiani – ci siamo ridotti oggi a una decina. E il fatturato odierno è sotto i 2 milioni di euro.

Ponteggio, Fornoni
Ponteggio, Fornoni

D. Com’era composto il fatturato pre-2008 e com’è costituito invece quello attuale?

R. Le voci si sono completamente ribaltate: pre-crisi 10% noleggio, 20% assistenza e 70% vendita. Oggi è il contrario: 10% assistenza e 10% vendita e 80% noleggio.

D. Entriamo nel merito del noleggio. Quali sono le richieste predominanti?

R. Prima eravamo forti su gru, ponteggi, casseforme ed escavatori. Ora va il piccolo-movimento terra.

Fornoni, ponte
Fornoni, ponte

D. Quali sono state le armi usate per far fronte a tutte le difficoltà?

R. Innanzitutto, grazie al buon nome della Fornoni sul mercato, gli istituti di credito non hanno infierito, anzi: ci hanno aiutato accettando pagamenti molto dilazionati. Io, dalla mia, mi sono rimboccato le maniche e ho restituito tutto all’azienda, dopo che questa per anni mi aveva dato molto. Poi, come detto, il taglio dei costi è stato inevitabile. Insomma, abbiamo grattato tutto il possibile sul fondo del barile pur di rimanere in piedi. E adesso ripartiamo, ridimensionati, ma ripartiamo!

D. Ora come va il mercato?

R. Premetto che di previsioni non ne faccio più neanche una. Detto questo, fino all’anno scorso ci siamo dovuti difendere, arrangiandoci in ogni modo. Adesso, per la prima volta, qualcosa si sta muovendo e voglio essere ottimista, ma rimango guardingo, perché la ripresa è ben lontana. Vero è che abbiamo notato un incremento dei lavori di ristrutturazione nel pubblico (scuole, musei, chiese, enti) a livello di adeguamento alle norme sismiche.

Fornoni, ristrutturazione chiesa
Fornoni, ristrutturazione di una chiesa

D. E invece il privato?

R. Al momento, poca roba. Salta fuori qualche lavoro di bonifica da eternit e di ristrutturazione per tutti quelli che hanno tirato lungo fino a farsi piovere dal tetto.

D. Facciamo un confronto tra la Fornoni del passato e quella del presente: quanto e cosa è cambiato in questi anni?

R. Tante cose, a partire da una gestione più puntigliosa e attenta. Mi spiego: vista l’esperienza di affidare a terzi il controllo della gestione ed essermi più che scottato, oggi la gestione la curiamo noi direttamente e internamente. Ecco, più oculatezza: non si fanno investimenti senza aver la certezza di tutte le coperture del caso. Poi abbiamo in cantiere una serie di progetti e proposte ai clienti per permettere loro di affrontare meglio le rigidità del mercato. Ma più di così non mi sbottono.

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D. Sbottoniamoci sulle sue passioni, distraiamoci.

R. Sono appassionato d’arte e di musica: da poco ho scoperto la classica ed è stata una rivelazione. Poi ho un hobby importante che è quello della motocicletta da enduro: seguo mio figlio Umberto sui campi da motocross e poi viaggio molto.

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Minerva 01 Seregno

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L’eco-sostenibilità è di casa nei 25 metri quadri di Biosphera 2.0

Biosphera 2.0, Milano

Un’abitazione perfettamente funzionante, energeticamente autonoma ed eco-sostenibile in appena 25 metri quadri? È possibile e si chiama Biosphera 2.0, la casa dell’energy revolution di Rockwool.

Biosphera 2.0, Milano
Biosphera 2.0, Milano

Si tratta di un modulo abitativo a consumo zero di energia e a misura d’uomo: è infatti suddiviso in zona giorno, zona notte e bagno (come qualsiasi casa!) e di una centrale termica che soddisfa tutto il fabbisogno energetico della struttura, senza doversi attaccare a rete esterne di energia. E non mancano i comfort: illuminazione a led, cucina a induzione, elettrodomestici, riscaldamento e raffreddamento (la temperatura rimane compresa tra i 21° in inverno e i 25° in estate), oltre a sistemi di isolamento termico ed acustico all’avanguardia ed estremamente performanti.

Biosphera 2.0, zona giorno
Biosphera 2.0, zona giorno

Il progetto (a livello scientifico e tecnologico unico al mondo) è stato lanciato a Courmayeur a marzo e dopo una seconda tappa ad Aosta, il gioiellino firmato Rockwool è approdato sotto la Madonnina: dal 10 maggio al 30 giugno Biosphera 2.0 è ai Giardini Pubblici Indro Montanelli di Milano. Se vuoi scoprirla, hai tempo ancora due settimane! Il road show ha un senso ben preciso: sottoporre la casa ad un nuovo stress, immergendola questa volta in un contesto metropolitano (dopo le alture e le temperature di Courmayeur e Aosta). Dopo MIlano sarà la volta di Riccione (test importante per la struttura a livello di monitoraggio dell’efficienza energetica). Torino e Lugano. Nel corso del suo tour, la casa viene abitata per giorni da “volontari” che vogliono sperimentare la vita nella biosphera. E qui troviamo tutta la tensione alla biofilia: chi vive all’interno del modulo viene monitorato da un braccialetto che rileva costantemente al qualità delle vita delle persone all’interno dell’ambiente. Così, in 25 metri quadri, l’energy revolution di Biosphera 2.0 cambia l’abitare.

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La Sassonia studia la logistica 4.0

Traffico su un'autostrada in Sassonia
Traffico su un'autostrada in Sassonia

Tedeschi in campo contro il traffico. Il Land federale della Sassonia-Anhalt presenta progetti pionieristici per la logistica sostenibile alla fiera internazionale per la logistica e la mobilità Transport logistic China in corso a Shanghai. Le sfide per i sistemi orientati al futuro di gestione del traffico sono enormi. È necessaria una infrastruttura che limiti il traffico nelle grandi città, freni l’inquinamento ambientale. Inoltre, le mutate esigenze di mobilità causate dai cambiamenti demografici richiedono soluzioni innovative. Per questo in Sassonia-Anhalt, scienziati ed economisti stanno lavorando insieme per la ricerca e lo sviluppo di tecnologie per la gestione intelligente del traffico. In futuro, le opzioni di mobilità locali saranno collegate tra loro e in rete con i dati del traffico stradale via satellite. Ci saranno anche sistemi innovativi nel campo del car-to-infrastrutture e la gestione del traffico sostegno car-to-car comunicazione. Le vie di trasporto esistenti e mezzi possono essere utilizzati meglio in futuro, sia in termini di quantità di volume di traffico e soluzioni di trasporto a bassa emissione di Co2.

Traffico su un'autostrada in Sassonia
Traffico su un’autostrada in Sassonia

Un risultato che sarà possibile ottenere grazie ai sistemi come il Gps, Galileo e Glonass. Galileo in Sassonia-Anhalt è gestito dalla Otto-von-Guericke University di Magdeburgo, che sta sviluppando soluzioni applicative orientate per la mobilità del futuro e la logistica in collaborazione con l’Istituto Fraunhofer per lo sviluppo dell’infrastruttura digitale. La digitalizzazione della mobilità e la ricerca applicata aprirà un potenziale innovativo per la flessibilità, l’automazione e il networking. Un tram è già stato dotato di un sistema di registrazione dei dati di misurazione, con un ricevitore satellitare altamente preciso e sensori. Il sistema consente un modello di percorso 3D e ulteriori informazioni sui dintorni urbani, che serviranno a creare banche dati, che saranno poi recuperati attraverso diversi canali di comunicazione.

Rustici in ribasso, ma con eccezioni. Ecco dove

Rustico ristrutturato in Piemonte

Un rustico, una casa rurale da risistemare come seconda abitazione, è in calo. Ma ci sono delle eccezioni, sostiene Tecnocasa, network immobiliare che vende, appunto, case. In contro tendenza sono la zona delle Langhe, dichiarate  patrimonio dell’Unesco, Umbria, Puglia, e persino Lombardia. In Puglia la zona più ambita è quella dei trulli della Valle d’Itria, vicino a Locorotondo. Chi desidera acquistare il trullo si orienta su una tipologia di 4-5 coni (due camere da letto, soggiorno e angolo cottura) in condizioni abitabili e con circa 1000-1200 metri quadri a cui destinare non più di 100-110 mila euro. Chi cerca trulli già ristrutturati è disposto a spendere fino a 150-160 mila euro. In Piemonte, nelle Langhe, sono ricercatei rustici di oltre 200 metri quadri e con terreno di almeno 2-3 ettari. I prezzi possono partire da un minimo di 200 mila euro per soluzioni da ristrutturare in zone panoramiche per superare anche il milione. Non sono da sottovalutare i costi della ristrutturazione dal momento che occorre utilizzare materiali tipici per ottenere l’approvazione della commissione paesaggistica. In Lombardia va bene il mercato immobiliare nella zona della  Franciacorta, nel Bresciano, soprattutto per villette di testa, case indipendenti, piccoli rustici e porzioni di cascina indipendenti. I prezzi nella zona di Gussago e Cellatica vanno da un minimo di 300 euro al metro quadro per immobili completamente da ristrutturare (a volte da radere al suolo) a 2800-3000 per le soluzioni posizionate nelle zone più belle e panoramiche e per immobili con finiture di pregio.

In Umbria cresce la richiesta di casolari e rustici nell’area di Gualdo Tadino nel 2015. In particolare per quanto riguarda i casolari con terreno si registra una forte domanda da parte di stranieri che, grazie al ribasso dei prezzi degli ultimi anni e grazie a internet, acquistano casolari con terreno da trasformare in B&B oppure da utilizzare come casa vacanza. Si tratta di olandesi, inglesi, francesi, tedeschi e anche australiani in cerca di casolari da ristrutturare il cui valore è compreso tra 50 e 220 mila euro in base alle dimensioni dell’immobile e del terreno circostante. La domanda di casa di campagna interessa soprattutto le soluzioni da ristrutturare di circa 100 mq con circa un ettaro di terreno.

Rustico ristrutturato in Piemonte
Rustico ristrutturato in Piemonte

Rubin (Vanoncini spa): creiamo edilizia sostenibile

Vanoncini Spa, capannone-magazzino

“Creiamo edilizia sostenibile”. È questo il claim di Vanoncini Spa, costruttore e rivenditore di materiali per l’edilizia. Della doppia anima dell’azienda parla Valerio Rubin, direttore del settore marketing e comunicazione: la formazione interna e l’organizzazione aziendale i punti di forza, che hanno permesso di affrontare la crisi in atto.

Valerio Rubin
Valerio Rubin

Domanda. Partiamo dalla origini: ci racconta un po’ la storia della Vanoncini Spa?

Risposta. Siamo nati nel 1981 come azienda installatrice di sistemi costruttivi a secco (cartongesso e tutti i suoi derivati) all’interno di cantieri importanti su tutto il territorio italiano.  Tante le tappe fondamentali del nostro cammino: da Expo 1992 a Genova – dove abbiamo realizzato gli interni dei magazzini del cotone – fino al Bosco Verticale di Milano, passando per la sede del Corriera della Sera, il polo fieristico di Rho-Pero, il Pala Hockey di Torino e ancora, giusto per rimanere a Milano, la nuova zona di City Life.

D. Ma Vanoncini si sente più rivenditore o costruttore?

R. Tutte e due! Abbiamo una doppia anima, ben bilanciata.

D. Doppia anima e doppio mercato?

R. Oltre a essere costruttori, oggi abbiamo quattro magazzini che propongono al mercato tutte le componenti dei sistemi costruttivi a secco (profili, stucchi, lastre, viti) e tutti gli accessori e le attrezzature per costruire.

Vanoncini Spa, capannone-magazzino
Vanoncini Spa, capannone-magazzino

D. I magazzini dove sono dislocati?

R. A Mapello, dove abbiamo anche la nostra sede, poi Pantigliate (a sud di Milano), Rho e Carate Brianza.

D. E qual è il vostro target di riferimento?

R. Trentacinque anni di esperienza, tantissimi cantieri condotti con soddisfazione, ricerca&sviluppo in stretta collaborazione con le più prestigiose Università ci rendono oggi l’interlocutore ideale per tutti i target di riferimento. Chiunque sia interessato a una modalità costruttiva tecnologica e sostenibile trova in noi ciò che cerca.

D. Come impresa di costruzioni operate in tutta Italia?

R. Sì e non solo: ci capita spesso di fare puntate all’estero. Detto questo, buona parte del nostro fatturato è realizzato nel Nord Italia: Piemonte, Lombardia e Triveneto. Ma abbiamo realizzato anche cantieri a Roma, in Francia, in Svizzera, in Africa, in Kazakistan, Germania.

Vanoncini Spa, palazzina uffici
Vanoncini Spa, palazzina uffici

D. C’è differenza tra il committente italiano e quello straniero?

R. No, le esigenze italiane ed estere sono sostanzialmente le stesse: qualità, lavori ben fatti che rispettino i preventivi, precise tempistiche di cantiere e un eccellente livello di finitura.

D. Qual è il vostro tratto distintivo?

R. L’organizzazione dell’azienda, che ci permette di approcciare cantieri di grandi dimensioni con una forza strutturata per farlo. Ciò significa essere efficienti, garantire i tempi di consegna nel rispetto della qualità del lavoro finale.

D. Dal 2007 a oggi come è cambiata la vostra impresa?

R. È interessante analizzare come la congiuntura economica non abbia intaccato il nostro organico, che si è arricchito di nuove risorse. Una conoscenza approfondita del sistema a secco, inoltre, ci ha permesso di mantenere la nostra quota di mercato e, anzi, di implementarla.

Palazzina uffici, Vanoncini Spa
Palazzina uffici, Vanoncini Spa

D. Qual è il numero del personale in forza all’azienda?

R. Siamo circa 80 dipendenti dislocati tra sede e magazzini. Nei cantieri è presente una forza lavoro di oltre 200 persone gestite e coordinate dai nostri tecnici e maister.

D. Quanto tempo dedicate alla formazione interna?

R. Per noi è un pilastro, cui dedichiamo oltre un migliaio di ore all’anno. Abbiamo due appuntamenti fissi settimanali: uno commerciale e uno tecnico. Periodicamente sono pianificati incontri formativi che interessano tutti i settori aziendali; mi piace sottolineare anche che grande importanza viene data alla formazione specifica sulla sicurezza per i lavoratori.

D. Quali sono le vostre previsioni per il 2016?

R. Difficile dirlo, perché il mercato oscilla tra alti e bassi. Noi, dalla nostra, abbiamo un trend positivo e un buon portafoglio ordini che ci inducono a sperare in una chiusura d’anno soddisfacente.

Formazione professionale alla Vanoncini Spa
Formazione professionale alla Vanoncini Spa

D. Tra tutte le linee di prodotto che trattate quali vanno meglio e quali, invece, possono migliorare?

R. La gamma di prodotti in dote ai nostri magazzini è orientata a rendere più efficienti gli edifici, al loro comfort acustico, alla protezione passiva al fuoco e ai sistemi antisismici. Tutti questi prodotti riscuotono sempre grande interesse da parte del mercato.

D. Domanda da 1 milione di dollari: cosa si dovrebbe fare in Italia per sbloccare lo stallo dell’edilizia?

R. Anche da 100 milioni di dollari, direi. Sarebbe opportuno che fossero mantenuti gli incentivi fiscali e che fossero possibilmente prorogati, affinché tutti possano comprenderne il valore e servirsene. Troverei utili anche misure volte alla diminuzione del costo del lavoro e del cuneo fiscale.

Vanoncini Spa, magazzino
Vanoncini Spa, magazzino

D. Quali progetti avete sulla rampa di lancio o già in cantiere?

R. Al momento stiamo costruendo la nuova sede di Kasanova ad Arcore e siamo impegnati in vari lavori tra cui la realizzazione di tutti gli interni del nuovo quartier generale Lavazza di Torino e dell’Hotel Hilton di Como.

D. Dulcis in fundo, il sogno nel cassetto di Vanoncini?

R. Ci piacerebbe che in futuro tutti i protagonisti del settore edilizio fossero animati da un approccio etico volto alla sostenibilità e da una particolare attenzione alla tecnologia, la vera alleata oggi per chi desidera coniugare efficienza con il massimo comfort abitativo.

Per ingegneri e architetti matrimonio a Lecco

Nasce a Lecco il primo esempio italiano di collaborazione professionale tra ingegneri e architetti: il connubio tra progettisti e costruttori è possibile. Cosa è accaduto? Gli ordini degli architetti e degli Ingegnerie di Lecco e provincia hanno inaugurato la nuova sede congiunta degli ordini, così da suggellare l’accordo professionale stretto.

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Entriamo nel merito dell’intesa fra ingegneri e architetti. L’unione fa la forza e la coralità è più ficcante per far sentire la propria voce e le proprie istanze anche alla forze politiche territoriali e nazionali. Nella cornice dell’edificio progettato da Mario Botta, le due realtà – rappresentate dall’architetto Maria Elisabetta Ripamonti e dall’ingegnere Antonio Molinari – hanno sottolineato la necessità di un dialogo fra figure professionali diverse, diventato imprescindibile per un reciproco arricchimento di conoscenze in un contesto di lavoro quotidiano comune in cantiere e non solo. Infatti, una posizione condivisa a livello istituzionale ed economica porta anche nuove soluzioni per il territorio: insieme si riesce a incidere maggiormente sulla gestione della città con proposte di pianificazione e di utilizzo di aree dismesse.

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In concreto, si dà vita a una progettazione integrata in accordo anche con i costruttori consentendo di raggiungere quell’eccellenza oggi richiesta agli edifici contenendone i costi. Grazie al lavoro corale tra diverse figure volte a un obiettivo comune di sicurezza, comfort e qualità architettonica, infatti, si possono raggiungere livelli pregevoli senza eccessivi esborsi economici in un risparmio di tempo e denaro nelle varie fasi di progettazione e realizzazione. Che il sodalizio professionale abbia inizio.

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La casa del futuro? Un prefabbricato costruito in 48 ore (dai robot)

La casa del futuro, tra prefabbricato e robot

Il prefabbricato è il futuro del mercato immobiliare e dell’edilizia residenziale. Già, perché le case del futuro si costruiscono in fabbrica in meno di 48 ore grazie ai robot. A delineare le nuove frontiere abitative è Thomas Bock, professore della Tum University di Monaco di Baviera, riconosciuto a livello internazionale come pioniere nel mondo della ricerca e della robotica. Direttore di dipartimento e responsabile di numerosi progetti di robotizzazione nelle costruzioni, studia da anni le nuove tipologie costruttive completamente robotizzate, oltre ad aver  già realizzato robot e sistemi in ausilio agli anziani per consentire loro di vivere nella propria casa con un continuo monitoraggio da parte di centri di assistenza medica.

La robotica industriale (o meglio, la produzione di case a livello industriale) è il futuro del mercato dell’edilizia. In Giappone, già dal 1992, è stata inaugurato la produzione in serie delle abitazioni: la casa viene prodotta in serie, su una catena di montaggio, come fosse un semplice oggetto. A rendere possibile tale ciclo produttivo ci pensano i robot. Già oggi, in appena 45 ore ( meno di due giorni!) viene completato un prefabbricato.

La casa del futuro, tra prefabbricato e robot
La casa del futuro, tra prefabbricato e robot

Per di più tali prefabbricati vengono costruiti secondo uno procedimento estremamente razionale: qualora sorgesse un problema nella produzione, si ferma tutta la macchina produttiva, si risolve l’intoppo (che ha riguardato a cascata tutta la produzione) e dunque si procede fino al termine assicurando il risultato: in questo modo il livello di collaudo è estremo e tutti i prefabbricati sono sfornati perfettamente, dopo appunto verifiche molto rigide. Il sistema produttivo occidentale corre invece in modo diametralmente opposto: il controllo viene fatto solo alla fine.

Una casa di 50 metri quadri, prodotta come detto in 45 ore, sarà assemblata in meno di 4!  E ancora, queste case presentano un ulteriore grosse vantaggio: possono essere riportare in fabbrica e modificate (per non parlare del processo di demolizione facilitato). E il passo successivo sarà quello di customizzare il prodotto, ovvero adattarlo alle richieste del cliente.  In più, le sfide che ci presenta il futuro – per non dire presente – hanno un denominatore comune: la qualità delle abitazioni e dunque qualità della vita. In Giappone il 90/95% delle case è prefabbricata in legno è la qualità estetica non è certo la prima peculiarità di un prodotto in serie, quando invece il concetto di bellezza e la pietra sono dominanti in Occidente.

Ferrari: FCF è rock e riesce a vincere la crisi

FCF Edile - Gruppo Made

La crisi dell’edilizia è profonda, inutile nascondersi dietro un dito. Franco Ferrari, titolare della Ferrari Carlo & Figlio, rivendita di materiali fondata nel 1964 dal padre, ora socia di Gruppo Made, affronta le difficoltà a viso aperto: “Bisogna rimboccarsi le maniche, lavorare e lottare, sempre”.  Ed è più facile se spalleggiati. I suoi alleati? I figli, un sano realismo e la carica rock dei Rolling Stones e di Gianna Nannini.

Franco Ferrari
Franco Ferrari

Domanda. Partiamo dalle origini: quando è nata la Ferrari Carlo & Figlio?

Risposta. La fondò mio padre nel 1964. Nacque come una piccola azienda, poi col tempo ci siamo aggiornati e così siamo cresciuti, perché o si nuota o si va a fondo. Se una volta il magazzino edile era calce, cemento, forati e ferro, oggi questi prodotti li trattiamo molto meno, viste le richieste del mercato odierno.

D. Dopo aver raccolto il testimone da suo padre lo passerà ai suoi figli?

R. Certamente, la staffetta non si ferma! Già mi affiancano e gestiscono i diversi rami dell’azienda.

D. Prima ha accennato al mercato. Ecco, rispetto la passato, quali settori avete aggiunto e quali, invece, avete abbandonato?

R. Abbiamo aggiunto tanto (vernici, ferramenta, la show-room Livingmade, il noleggio) senza abbandonare niente.

FCF Edile - Gruppo Made
FCF Edile – Gruppo Made

D. Veniamo dunque ai comparti merceologici: la medaglia d’oro delle vendite e la maglia nera?

R. Vanno bene le finiture, come porte e finestre, facciate interne- esterne e pittura interna. Detto questo, non è stato certo facile trovare il giusto fornitore e anche posatori in grado di garantire una certa qualità negli interventi, per mantenere sempre alti i nostri standard qualitativi. Il fanalino di coda è il mercato tradizionale dell’edilizia che continua a perdere valore anno dopo anno.

D. Ci spieghi.

R. Le faccio un esempio che rende bene l’idea: dai 60mila quintali di cemento che trattavamo dieci anni fa, siamo ridotti a 16-17 mila quintali. Idem per il ferro: a livello di magazzino si vendeva con un ritmo di uno- due autotreni al mese, ora ne facciamo uno all’anno.

D. Voi siete una realtà di Limbiate, Monza e Brianza. Se la locomotiva si ferma anche qui…

R. Il mercato tradizionale è crollato, c’è poco altro da dire. Ecco, a Milano e provincia e in Lombardia tiene la ristrutturazione e noi ci siamo buttati su questo fronte. Ma alla fin fine, se non riparte l’edilizia, non si va da nessuna parte. A tal proposito vorrei precisare una cosa.

Ferrari Carlo&Figlio Srl
Ferrari Carlo&Figlio Srl

D. Prego.

R. Al di là dei proclami di Renzi e Padoan, il settore è fermo al palo. L’edilizia vera non riparte con l’Expo e le sue costruzioni: l’evento non ci ha portato alcun vantaggio come distribuzione edile. Non abbiamo venduto nemmeno un chiodo. Ancora una cosa…

D. A lei.

R. Chi ha lavorato per l’Expo se n’è pentito amaramente: conosco grossi fornitori di calcestruzzo che devono ancora prendere i soldi e chissà quando arriveranno.

D. Se dovesse dare una definizione della sua azienda e individuarne il punto di forza?

R. Siamo una media impresa che non corre sempre dietro al prezzo. Vorrei che la gente capisse prima che la qualità deve venire prima di tutto, anche a costo di spendere qualcosa in più. È anche vero che però, oggigiorno, si deve forse cedere un po’ sul costo. Ma come parte di Gruppo Made io posso vantare una Logistica efficiente, che mi permette di gestire al meglio la rotazione delle scorte e di non caricare eccessivamente il mio magazzino.

Ferrari FCF - Gruppo Made
Franco Ferrari, FCF Edile – Gruppo Made

D. Per tornare al mercato, in questo grigio panorama qual è il vostro trend di mercato?

R. Le dico quello che dicono tutti, dai politici a Carlo Sangalli (Presidente Confcommercio, ndr): stiamo tenendo. Rimaniamo a galla, ma restiamo immersi in un tracollo generale spaventoso. La crisi è davvero pesante e il confronto con i risultati di un decennio fa sono impietosi. Ma c’è anche un altro grande problema: il mercato è un bel po’ condizionato dai pagamenti e da politiche commerciali e finanziarie quantomeno dubbie. Mi domando, per esempio, come faccia un mio concorrente a vendere i miei stessi prodotti con prezzi più bassi anche del 40%. Poi scopro che questo concorrente ha fatto “buchi” per milioni di euro, e il fornitore continua a servirlo. Oggi la mia concorrenza è questa gente.

D. Non è molto ottimista.

R. Sono realista, purtroppo o per fortuna! Comunque bisogna sempre rimanere ottimisti, altrimenti chiudi domani mattina: bisogna sempre lottare, rimboccarsi le maniche e lavorare, lavorare e lavorare.

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Franco Ferrari – FCF Edile

D. Cambiamo musica e rilassiamoci un po’. Squadra del cuore?

R. Da buon milanese, Inter. Ecco, non che mi faccia troppo rilassare ultimamente!

D. La canzone alla quale è più legato?

R. Sinceramente non ne ho una preferita. Nel mio ufficio la radio è sempre accesa. Ho un’anima rock: sono più che legato ai Rolling Stones, mentre di musica italiana mi piace molto Gianna Nannini

D. Il libro?

R. I pilastri della terra di Ken Follett.

D. Ultimissima: hobby?

R. Vado ancora a San Siro a vedere l’Inter, augurandomi tempi migliori. Poi, beh, la Ferrari e Valentino Rossi li seguo con grande passione italiana.

I bilanci del settore edile – novembre 2015

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Architetti e Bim, partnership strategica Grahphisoft Italia-Str

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Intesa tra Grahphisoft Italia e Str per migliorare l’offerta agli architetti e designer in termini di Bim, Building Information Modeling. Le due aziende hanno inaugurato una partnership strategica per garantire ai professionisti del settore soluzioni Bim “best in class” e facili da utilizzare.

Grahphisoft è  il più importante sviluppatore di software relativo al Modello di informazioni di edificio, mentre Str (appartenente al Grppo TeamSystems) è brandleader (da oltre trent’anni) nel campo dei software gestionali per l’edilizia: il loro accordo di collaborazione garantirà soluzioni software chiavi in mano agli architetti, comprendenti tutti gli strumenti necessari per il loro lavoro quotidiano.Con questa alleanza le due realtà vogliono perseguire l’obiettivo di fare del Bim, nella sua veste di approccio di lavoro collaborativo e aperto, uno standard di lavoro quotidiano per gli studi di progettazione.

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Il commento di Ferenc Matyas, direttore generale di Grahphisoft Italia: “Il Bim rappresenta una sfida impegnativa, ma anche una grande opportunità per gli architetti. Come ogni novità, il Bim è accompagnato da timori e malintesi: il nostro obiettivo è dimostrare che l’adozione della filosofia di collaborazione aperta propria del Bim, in un contesto tecnologico regolato secondo gli standard internazionali, non solo non rappresenta un limite ma anzi è un ampliamento di orizzonte per i professionisti. Gli architetti potranno tornare ad occupare il posto che loro spetta nella cabina di regia del progetto, assumere un ruolo più importante, avere un maggiore peso nei processi decisionali, e accrescere così anche la redditività del loro lavoro”.

Gli ha fatto eco Nicola Baraldi, Direttore Marketing di Str: “Siamo felici ed entusiasti di questa collaborazione perché crediamo che il vero punto focale del BIM sia il concetto di collaborazione aperta, indipendentemente dai software utilizzati dal professionista. Sia noi che il nostro partner  condividiamo questa filosofia, e il nostro portafoglio prodotti si adatta perfettamente agli strumenti che gli architetti utilizzano quotidianamente. Il BIM è oggi una realtà, e soprattutto una grande opportunità da cogliere!”.

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Ferenc Matyas e Nicola Maraldi

La termoidraulica entra in rivendita: 5 aziende raccontano come hanno allargato il business

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Sono sempre più numerose le rivendite di materiali edili che allargano il business a impianti termoidraulici e di condizionamento della temperatura. L’obiettivo è poter rispondere a tutte le richieste dei clienti e porsi sempre più come interlocutori unici.

Reparti specifici per Mollica Marino

Ne è un esempio la Mollica Marino, con sede a Cecina, in provincia di Livorno, che ha un reparto specifico per gli impianti idrosanitari, riscaldamento, condizionamento, ventilazione, antincendio, gas e sistemi fumari: «Da noi si può trovare il necessario per tutti i tipi di impianti idraulici: ci rivolgiamo sia alle imprese che ai privati», conferma Tonino Di Giovanni, addetto reparto idraulico dell’azienda. In questo caso, solitamente, la vendita ha la meglio rispetto alla consulenza, che spesso è gestita direttamente dall’installatore o dal termotecnico che si occupa del progetto: «Ovviamente siamo disponibili ad aggiungere ogni informazione, ma di solito il cliente che acquista sa già che cosa ha bisogno e si rivolge a noi per essere aiutato nella scelta, dato che la gamma di prodotti e marchi è vasta. I principali marchi? Ariston, Italtherm, Cosmogas e Riello. Per quanto riguarda i sistemi nuovi possiamo contare sul supporto dei produttori, che ci tengono aggiornati sulle novità tecniche».

Zanutta: termoidraulica in ogni filiale 

Dai 400 ai 600 metri quadri di magazzino più le aree esterne: è lo spazio che la Zanutta riserva al settore della termoidraulica nelle sue 21 sedi operative, localizzate tra Friuli Venezia Giulia e Veneto. Da rivendita di prodotti agricoli, nei lontani anni Cinquanta, a ditta che si specializza nel settore edilizio e oggi propone tutte le tipologie di impianti «ricoprendo con essi circa il 20% del fatturato totale», aggiunge Gianluigi Tonon, responsabile della termoidraulica di tutti i punti vendita Zanutta. «Ci rivolgiamo agli installatori idraulici, alle imprese e qualche volta ai privati, anche se è più difficile che un privato acquisti un impianto perché per la posa è quasi sempre necessaria la presenza di un installatore. Di solito il cliente che deve realizzare un impianto si rivolge a noi per una consulenza e ha bisogno di informazioni di diverso genere, dal preventivo ai suggerimenti per la realizzazione del lavoro. L’assistenza post vendita dipende dal tipo di impianto e anche noi siamo a nostra volta supportati dai nostri fornitori», continua il manager. È difficile dire quale sia l’impianto maggiormente richiesto perché dipende dalla stagionalità e dal tipo di costruzioni che vengono realizzate nelle diverse zone: «Nel campo civile sono richiesti soprattutto l’impianto di riscaldamento e idrico. Abbiamo i marchi più importanti sul mercato, per esempio Daikin, Samsung, Geberit, Rotex, Airmec; la lista è lunga, per soddisfare qualunque esigenza».

De Mas: non solo idraulica

Sempre in territorio veneto, ma in questo caso focalizzata nella provincia di Belluno, opera la De Mas, con più punti vendita e oltre 70 anni di esperienza nell’impiantistica, l’idraulica e il riscaldamento. L’azienda fa parte del gruppo BigMat per quanto concerne l’edilizia e del gruppo Nest per la termoidraulica e l’arredo bagno. «Proponiamo tutti i tipi di impianti e circa il 50% dei nostri prodotti riguarda la parte idraulica. Il 60% del nostro fatturato dipende da idraulica e arredo bagno, il resto deriva dal materiale edile», precisa Andrea Da Boit, responsabile commerciale del reparto idraulico De Mas. Idraulici e imprese edili sono i principali destinatari di questo tipo di prodotti «e se hanno bisogno di consulenza possono rivolgersi al nostro tecnico. È un ingegnere interno che, a richiesta, si reca in cantiere a fare la valutazione. Per eventuali esigenze specifiche, inoltre, possiamo fare affidamento alle aziende fornitrici che in alcuni casi si rendono disponibili ad affiancarci per la consulenza», continua il responsabile. Su cento clienti si può stimare la presenza di circa 60 operatori professionali e 40 privati. «Gli utilizzatori finali sono numerosi, anche perché abbiamo le sale mostre, e spesso sono informati grazie al web. I marchi più richiesti sono Immergas, Cosmogas, Viega, Cordivari, Ideal Standard e Grohe», conferma il rappresentante di De Mas.

Edilizia e impianti per Hidrotermoedile

Prodotti di alta qualità anche per la Hidrotermoedile che, nel magazzino e nello showroom di Milano, offre sia materiali edili sia ceramiche, piastrelle, vernici, rubinetteria e tutto ciò che riguarda la termoidraulica: caldaie, climatizzatori, scaldabagno a gas ed elettrici, tubi e raccordi per impianti idrici, minuteria, impianti di riscaldamento e di raffrescamento a pavimento. «Siamo nati come rivendita di materiali edili, ma dopo poco abbiamo ampliato la gamma dell’offerta per rivolgerci a tutte le imprese e agli artigiani. La termoidraulica copre più o meno il 40% dei prodotti in rivendita con un fatturato che incide per il 30% sul totale», afferma Paolo Del Bianco, socio fondatore dell’azienda. Tra i marchi principali del comparto termoidraulico ci sono Vaillant, Ariston e Junkers. «Riceviamo supporto tecnico dalle aziende produttrici, ma solitamente i clienti arrivano sapendo già il tipo di prodotti di cui hanno bisogno per la realizzazione degli impianti», spiega Del Bianco.

Gruppo Edile: abbiamo anche l’e-commerce

A nordest di Milano, a Brugherio, invece, da quarant’anni la rivendita Gruppo Edile coniuga innovazione ed efficienza. E per l’idraulica propone sistemi radianti a pavimento e ventilatori con scambiatori di calore, caldo arredo, sanitari e rubinetteria. «Stiamo programmando l’introduzione di prodotti come i maceratori sanitari», è il commento di Valerio Giudice, titolare dell’azienda. «I prodotti per gli impianti termoidraulici occupano circa 10 metri quadri di esposizione e nel nostro showroom abbiamo anche un’ampia esposizione di sanitari e rubinetteria». Non manca neppure l’ingresso delle nuove tecnologie. «Alcuni prodotti sono venduti anche sul sito e-commerce», aggiunge Giudice, riferendosi al settore idraulico. «Per noi è un settore nuovo, soprattutto per quanto riguarda prodotti come i sistemi radianti a pavimento, ma prevediamo per quest’anno una crescita dell’1,5%. Sono prodotti che stanno avendo un ottimo riscontro online». Chi sono i clienti? «Piccoli artigiani che eseguono lavori di idraulica, privati e imprese. Di solito ci chiedono il giusto assortimento di prodotti e, nel caso dei pavimenti radianti, la realizzazione di un progetto, che riusciamo a fornire grazie alla consulenza dei nostri fornitori, i quali ci danno un supporto a 360 gradi, dall’inserimento dei prodotti alla formazione, fino al progetto e all’assistenza in cantiere. Tra i marchi principali abbiamo Redi, Nicoll, Jimten, Caleido, Duravit, Globo, Gessi e molti altri. Il trend del settore è in crescita e speriamo in una riduzione dei costi, garantita dal taglio di alcuni step», conclude il titolare. Anche Del Bianco prevede un aumento, mentre Da Boit e Tonon non pensano che il settore sia in crescita, ma confidano nella ristrutturazione e in un miglioramento verso aprile e maggio.

La panchina del futuro con carica batteria e wireless

Panchina Andromeda - Calzolari

È nata la panchina per ricaricarsi e connettersi. Si chiama Andromeda Connect ed è dotata di un carica batteria e di una rete wireless incorporata. L’innovazione firmata Calzolari è equipaggiata di un corpo centrale illuminante In versione fluorescente oppure a led), di una o più prese elettriche a tenuta stagna dotate di attacco Usb per la ricarica di dispositivi mobili e di presa tradizionale (per ricarica personal computer e altre apparecchiature elettroniche).

Panchina Andromeda - Calzolari
Panchina Andromeda – Calzolari

Inoltre è anche previsto un ripetitore wireless che consente di aumentare la copertura per tutte le reti Wlan.  Installando i ripetitori su più panchine è possibile creare una zona dotata di copertura completa di supporto al traffico wireless multimediale. Andromeda Connect è la scelta ideale per le città intelligenti pronti per vivere il futuro già oggi.

Panchina Andromeda Connect- Calzolari
Panchina Andromeda Connect- Calzolari

Chi compra un attico abita in Lombardia

Piani alti a Milano
Piani alti a Milano

Chi acquista un attico? Risposta: chi può permetterselo. Non stupisce, quindi, che nelle aree più ricche del Paese sia più diffuso l’acquisto di appartamenti all’ultimo piano. Lo conferma, se mai ce ne fosse bisogno, anche l’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa, che si è basato sui dati del mercato immobiliare nazionale del secondo semestre 2015. Secondo il network immobiliare, tra gli acquirenti di attici la fascia di età più attiva è quella compresa tra 35 e 44 anni, con il 37,3% delle compravendite. Questa tipologia è stata scelta in prevalenza da persone sposate (54,0%), mentre i single compongono il 46,0% del campione (categoria dei single che comprende celibi/nubili, separati, divorziati e vedovi). Per quanto riguarda la professione, ad acquistare attici sono stati soprattutto impiegati (49,2%), a seguire imprenditori, dirigenti e liberi professionisti (20,5%). La compravendita di questa soluzione immobiliare ha riguardato in particolare l’abitazione principale (83,2%), mentre si è trattato di un investimento nel 10,4% dei casi e di una casa vacanza nel 6,4% dei casi. Da segnalare, rispetto al secondo semestre del 2014, l’aumento delle percentuali di acquisti per investimento (+0,9%), mentre è in lieve calo la percentuale di compravendite per casa vacanza (-1,2%).

Tra le regioni più attive sul mercato degli attici da segnalare la Lombardia con il 20,6% delle compravendite totali ed il Lazio con il 15,9%. A seguire Piemonte e Puglia, ognuna delle quali comprende il 9,5% delle compravendite totali. Infine, è stata calcolata la percentuale di acquirenti che ha richiesto l’ausilio di un mutuo bancario per effettuare l’acquisto dell’attico: il risultato ha evidenziato che il 54,4% degli acquirenti si è rivolto a un istituto di credito, mentre il 45,6% ha comprato in contati. Rispetto ad un anno fa si registra una diminuzione della percentuale di coloro che hanno acquistato con il mutuo (-5,7%).

Piani alti a Milano
Piani alti a Milano

Efficienza energetica: l’Italia investe (ma non basta)

efficienza-energetica

L’Italia continua a investire nell’efficienza energetica – nel corso del 2014 sono stati messi infatti sul piatto 5,6 miliardi di euro (+10% rispetto 2014) – ma lo sforzo non è sufficiente per raggiungere gli obiettivi fissati per il 2020 dalla Strategia Energetica Nazionale. Il trend degli ultimi anni è certamente positivo nel 2012, per esempio, gli investimenti erano stati di 3,8 miliardi) e il settore residenziale fa da locomotiva degli investimenti (56%), seguito a ruota da quello industriale (32%), mentre terziario e uffici, inclusa la pubblica amministrazione, valgono meno del 14% del totale. Sono questi i dati dell’Energy Efficiency Report redatto dell’Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano.

L’approfondimento ha preso in analisi gli investimenti in efficientamento energetico del comparto industriale (in particolare i settori a maggior consumo di energia), dove  prevalgono soluzioni che intervengono sull’efficientamento del processo produttivo e sull’erogazione dei servizi generali, mentre nel residenziale e nel terziario quelle che impattano sull’involucro edilizio e sul riscaldamento/raffrescamento. È nel residenziale (12,2 milioni di edifici) che gli investimenti hanno toccato la punta massima, raggiungendo i 3 miliardi: nel 2015 si è registrato un vero e proprio boom di installazioni di pompe di calore, il cui volume d’affari è aumentato di oltre il 50%, arrivando a toccare 1,1 miliardi di euro. Anche gli interventi sull’illuminazione hanno fatto registrare una crescita significativa (450 milioni) grazie soprattutto al progressivo aumento di maturità della tecnologia Led.

Efficientamento energetico, gli investimenti in Italia
Efficientamento energetico, gli investimenti in Italia

Nel comparto industriale, che rappresenta oltre il 30% degli investimenti complessivi, le soluzioni di efficienza energetica più adottate sono stati  i sistemi di combustione efficienti, che hanno raggiunto i 387 milioni di euro, ben 197 dei quali nel settore metallurgico.

È ancora marginale il ruolo delle Esco, ovvero tutte quelle società che effettuano interventi finalizzati a migliorare l’efficienza energetica: hanno grandi  difficoltà a inserirsi nel settore della PA (dove la loro quota di mercato è di circa il 15%) e soprattutto in quello residenziale (appena l’1%).  Il grado di maturità del mercato italiano per quanto riguarda l’efficienza energetica è dunque piuttosto basso, nonostante il potenziale di crescita offerto dal bacino di utenze.

Analisi di Idealista: box batte appartamento

Affitti, boom dei box

Il rendimento da affitto di un box auto supera quello di un appartamento. I dati relativi ai rendimenti degli affitti dei principali immobili italiani parlano chiaro: boom dei box auto (+6,3%) e sorpasso sulla casa (+5,1%). Per quanto concerne gli ultimi 12 mesi, l’indagine realizzata dall’Ufficio Studi Idealista registra una crescita in tutti i settori del mercato, tranne i negozi, che sono in lieve flessione: -0,2%.

In linea di massima si può dire che investire in immobili è sempre più un affare redditizio (nonostante la sola eccezione del segmento commerciale). Per i proprietari di immobili vi sono dunque notizie confortanti, soprattutto per quelli che si sono visti aumentare sensibilmente il rendimento dei box (dal 3,9% del 2015 al 6,3% odierno), degli uffici (7,3%) e del residenziale (5,1%). E allargando lo sguardo, acquistare un immobile per metterlo a reddito frutta incassi di almeno tre volte maggiori a quelli garantiti dai Buoni del Tesoro a 10 anni (+1,4%). È bene precisare che il rendimento da affitto viene inteso al lordo di imposte (Imu, cedolare secca) e spese di gestione.

Affitti, boom dei box
Affitti, boom dei box

Residenziale. Tra le città capoluogo d’Italia, al primo posto troviamo Trapani (7,8%), seguita da due realtà piemontesi: Biella (7,5%) e Alessandria (7%). A livello di metropoli, Milano e Torino 5,4%  guidano il gruppo, seguite da Firenze (5,1%) che si attesta sulla media nazionale. Nella capitale Roma il rendimento da affitto si ferma al 5%, mentre Napoli fa segnare un 4,1%. Le cittàcon redditività più bassa? Caserta, Siena, Massa e Pesaro: qui l’indici è  pari al 3,6%.

Locali commerciali
.  I locali commerciali sono il prodotto con i maggiori tassi di rendimento nelle città italiane, anche se accusano un calo dello 0,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. In sostanza, non si registrano variazioni significative a livello generale, mentre a livello di mercati locali Milano (13,3%) diventa la regina del settore al dettaglio. Rendimenti da affitti a due cifre anche per Rimini (11,7%) e Lecce (11,4%). Le città con meno appeal per gli investitori sono inveveFoggia (6,9%), Ragusa (6,7%) e Caserta (6,4%).

Uffici. Piacenza (11,7%) e Bergamo (10,2%) rappresentano le città che garantiscono i maggiori ritorni per chi ha investito in uffici, la cui domanda in acquisto è decisamente più bassa che in passato. Sopra la media da segnalare anche Como (8,5%). Tra i grandi centri Milano sale al 7% e Roma al 6,7%. Sul fondo della graduatoria ecco Ferrara (5,1%) e Pesaro (4,3%).

Rendimento dei box. I box auto sono il prodotto che ha segnato il maggiore rimbalzo sul fronte dei rendimenti da affitti rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, attestandosi al 6,3%.  Complici i prezzi in picchiata, vola la redditività a Bergamo (8,3%) e Modena (8%). I box rendono più dell’abitazione anche a Milano (7,3%) e a Roma (6,2%). Ferrara (4,8%) invece è il centro dove il box rende meno, ma anche in questo caso i ritorni sull’investimento restano nettamente superiori ai Btp a 10 anni.

Dopo il bosco verticale di Milano, ecco il giardino a Marlengo

Giardino verticale - Hotel Giardino Marling

Boschi verticali, giardini verticali. Dopo il grattacielo meneghino di Stefano Boeri, Sundar ha dato vita, a Marlengo (in Alto Adige), il giardino verticale per l’Hotel Giardino Marling. L’albergo in mezzo alle Alpi, ma quanto mai pervaso da un’atmosfera mediterranea, accresce così la sua offerta di relax trasformandosi in un’oasi di verde, con Spa e area wellness.

Giardino verticale - Hotel Giardino Marling
Giardino verticale – Hotel Giardino Marling

Il giardino verticale di Sundar Italia è lungo 27,5 metri e alto 2,3 metri per un totale, dunque, di 65 metri quadrati: il suo verde accompagna gli ospiti verso le aree relax. La parete verde, con quindici varietà di piante e accenni floreali, vuole fare da ulteriore ponte tra individuo e natura.

Il progetto green tiene in considerazione sia le necessità estetiche, strutturali e funzionali, sia l’ambiente: infatti, per un risultato duraturo e di qualità e, è importante valutare la temperatura, l’umidità, l’illuminazione naturale e la destinazione d’uso dello spazio scegliendo insieme agli esperti botanici le tipologie di piante da inserire. Il giardino verticale, realizzato con la tecnica del sistema modulare, è dotato di impianto automatico di ferti-irrigazione e prevede una gestione remota tramite centralina che mantiene monitorato costantemente il giardino inviando messaggi relativi allo ‘stato di salute’, al funzionamento e su eventuali interventi da effettuare.

Marlengo - il giardino verticale
Marlengo – il giardino verticale