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Street Smart Retail: l’hi-tech entra in negozio

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street-smart-retailVolete un negozio che non resti indietro mentre il mondo va avanti? Vi piacerebbe aumentare la fidelity dei clienti? Sognate di vendere anche quello che non avete in magazzino? Be’, se avete risposto «sì» a tutte e tre le domande è il caso che diate un’occhiata a quello che avviene in Trentino, dove è entrato nella fase operativa il progetto Street Smart Retail.

Attenzione: si tratta di un esperimento, ma se dovesse dare prova di efficienza, lentamente l’esempio sarebbe seguito da altri punti vendita, fino a estendersi, con il tempo, a tutti i settori merceologici. Un po’ come è avvenuto per le tecnologie informatiche di base, che sono state adottate in un primo tempo dai negozi di tecnologia o di prodotti ad alto valore aggiunto, per poi dilagare a tutti i livelli.

Qual è, oggi, uno store che non utilizza computer e software? Infatti, il progetto prevede la costruzione di una soluzione scalabile e adattabile alle tecnologie disponibili nei singoli Smart Shop. Dunque, l’esperimento di Street Smart Retail, che comporta un investimento di 10 milioni di euro, è da seguire con attenzione.

Street Smart Retail: app per vendere meglio

La fase di studio della sperimentazione è stata iniziata a settembre 2014. C’è voluto oltre un anno per stabilire requisiti e definire quali applicazioni fossero più utili per i negozianti. Ora, però, è iniziato lo sviluppo dei servizi e la messa a punto delle piattaforme capaci di erogarle. A lavorarci sono 15 partner europei, con big come Nokia, Telecom Italia, Engineering, Philips, Aalto University, Politecnico di Berlino, Dfki, Deutsche Telecom, Politecnico di Milano e Trento Rise, e di Eit Ict Labs (Istituto europeo d’innovazione e tecnologia).

Il polo dell’innovazione trentino, in particolare, ricopre un ruolo centrale. «Il contesto trentino, caratterizzato da una ricchezza di prodotti locali e da importanti flussi turistici, è un laboratorio ideale in cui sperimentare innovazioni nel retail. Il Nodo italiano opera per raccordare l’innovazione generata in Eit Ict Labs con le realtà territoriali», ha spiegato al momento della presentazione Roberto Saracco, direttore dello Eit Ict Labs Italy.

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Realtà aumentata e offerte personalizzate

Ma a che diavolo serve la nuova tecnologia? Le idee sono l’Augmented Reality come modalità di fruizione di contenuti multimediali all’interno dei negozi, le nuove tecnologie wireless di prossimità (come iBeacon, WiFi Direct o Nfc) per riconoscere la presenza degli utenti all’interno dei negozi e la loro precisa posizione.

La app iBeacon, per esempio, attiva un sistema di posizionamento indoor, che consente a uno smartphone di effettuare delle azioni quando sono nelle vicinanze: per esempio, accedere ad un social network o inviare una notifica push. Può avvertire un cliente, di cui si conoscono le preferenze registrate dal sistema Crm (Customer relationship management), che ci sono prodotti in offerta che possono interessarlo.

Oppure, un cliente può utilizzare il suo smartphone per connettersi a uno schermo e visualizzare un’offerta personalizzata, un video che spiega come utilizzate un prodotto, oppure ricevere coupon. «L’innovazione giocherà un ruolo sempre più importante in questo settore: le abitudini di acquisto dei consumatori sono in continua evoluzione, e il negozio tradizionale, con i suoi scaffali carichi di prodotti e le sue offerte stagionali, subisce la concorrenza dello shopping online.

L’Ict può dare una mano ai negozianti, aiutandoli a rendere più appetibile la loro offerta grazie a nuovi servizi che possano valorizzare il grande punto di forza del negozio tradizionale: la fisicità e la tangibilità dei prodotti», spiegano all’Eit Ict Labs. «Sempre più persone vanno a negozi fisici solo per provare le cose, ma poi confrontano i prezzi e acquistano online», si legge nella presentazione del Labs. «Per questo, i negozi tradizionali sono attivamente alla ricerca di modi completamente nuovi per attirare i clienti».

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I vantaggi del progetto Street Smart Retail

Nelle intenzioni, e in prospettiva, i negozianti potrebbero trarre numerosi vantaggi dalla implementazione delle nuove tecnologie. Il primo è attirare un numero maggiore di clienti nei propri punti vendita. Inoltre, possono acquisire nuovi dati relativi ai clienti e, ultimo, ma ovviamente non meno importante, possono incrementare le vendite.

Che cosa fa pensare che l’iniezione di tecnologia sarà un successo? Secondo gli sperimentatori, la chiave sta nei vantaggi che ne ricaveranno i clienti. Chi entrerà in un negozio smart, infatti, riuscirà ad arricchire la sua esperienza d’acquisto, che può diventare un’attività social da condividere con gli amici, ma anche con un gruppo di lavoro.

Per esempio, un’artigiano edile potrà condividere immediatamente l’immagine di un materiale che gli serve con il geometra, l’architetto o altri operatori. Va bene? Non va bene? La verifica si potrà fare subito, senza aspettare il ritorno in cantiere.

Inoltre, ricevere offerte personalizzate può essere gratificante, oltre che utile, e spinge a tornare in quel determinato negozio dove si è stati trattati bene. Con una di quelle parole che l’anglofilia imperante ha reso popolare nel mondo dell’economia, si tratta di una logica win-win, in cui vincono tutti: service providers, retailers e clienti finali, che ottengono vantaggi rispettivamente dalla vendita, dall’adozione e dall’utilizzo del servizio. Certo, tutto dipenderà dalla capacità di offrire qualcosa di amichevole e, perché no? anche divertente.

Il team di Street Smart Retail è al lavoro su prototipi delle soluzioni software, per integrare nelle applicazioni il look&feel studiato con il dipartimento di Design. L’esperimento avrà successo? L’applicazione dei nuovi servizi all’interno dei supermercati trentini (in particolare nella rete Coop), ma anche a uno spazio museale come il Muse, fornirà una prima risposta.

Impermeabilizzazione terrazzo e balcone: nuovo protettivo Windeck

Windeck

Winkler presenta il nuovo protettivo Windeck, finitura protettiva trasparente a bassa viscosità, pronta all’uso, studiata per completare il ciclo prestazionale della membrana liquida Wingum Plus H2O, l’impermeabilizzante liquido elastomerico, a base acquosa e fibrorinforzato, per balconi e terrazze, tetti e tettoie, che svolge anche una importante funzione di protezione e di ripristino strutturale delle superfici.

Con il nuovo Windeck Finitura, il processo protettivo si completa, offrendo maggiore durabilità e rendendo le superfici perfettamente calpestabili, con una resistenza meccanica in grado di sopportare il punzonamento di sedie, tavoli, tacchi. Windeck non necessita di additivi o cariche, acqua e solventi. Il prodotto va applicato in mano unica, per ottenere uno spessore omogeneo, con spatola metallica avendo cura di eliminare eventuali bolle con l’apposito rullo. Stabile ai cicli gelo-disgelo e agli shock termici, Windeck dona a balconi e terrazze una resistenza meccanica e un’eccellente barriera agli agenti atmosferici ed all’usura.

Tutti i prodotti Winkler sono a base acqua, senza solventi, e associano resistenza alla formazione dei ristagni d’acqua, all’azione degli agenti atmosferici e ai raggi UV, ai cicli delle basse e alte temperature, e all’abrasione.

Fondata nel 1987, Winkler produce additivi per calcestruzzo e promotori di adesione, malte per il ripristino e il recupero del calcestruzzo, impermeabilizzanti liquidi e in pasta, membrane bitume-polimero, disarmanti, resine per pavimenti civili e industriali, resine per la protezione del calcestruzzo e numerosi prodotti speciali. Negli ultimi anni Winkler ha indirizzato larga parte dei suoi investimenti nella formulazione di nuovi prodotti, innovativi e sicuri per l’ambiente, come ad esempio le nuove tecnologie a marchio W-Safe basate su prodotti all’acqua.

Contratto di locazione: canoni a misura crescente. Cosa dice la legge

Direttiva europea Epbd

legge

La legittimità della previsione dei canoni a misura crescente negli anni, pattuita in origine con la stipula del contratto di locazione al posto della variazione in corso di contratto, è stata oggetto di un cambio di orientamento nelle decisioni della giurisprudenza. Si è passati da una posizione di totale chiusura, ritenendo la clausola illegittima alla luce della legge n. 392 del 1978 art. 32, che tendeva a conservare un attenuato sistema di blocco dei canoni, a una progressiva apertura.

Prevalente è l’opinione secondo cui la clausola, che prevede la determinazione del canone in misura differenziata e crescente per frazioni successive di tempo nell’arco del rapporto, in aumento relativamente a eventi predeterminati (diversi e indipendenti rispetto alle variazioni annue del potere d’acquisto), deve ritenersi legittima ex articoli 32 e 79 della legge sull’equo canone, se non costituisce un espediente diretto a neutralizzare gli effetti della svalutazione monetaria. Un orientamento giurisprudenziale che trova il suo fondamento sul principio di libera determinazione del canone di locazione per gli immobili a uso non abitativo.

Con la sentenza n. 4210/2007 è stata definitivamente affermata l’assoluta libertà delle parti. Dunque, anche se la pattuizione iniziale di canone crescente è in linea di principio valida, a condizione che non sia destinata a svolgere surrettiziamente una funzione di aggiornamento del valore del canone fissato dalla legge n. 392 del 1978 articolo 32, occorre verificare quali siano le condizioni che ne possano far dichiarare la nullità ai sensi degli articoli 79 e 32 della legge 392/1978.

Due sono le questioni importanti:

1) il canone a misura crescente, come determinato al momento della stipula del contratto, deve essere ancorato a elementi esterni atti a indicare la volontà delle parti;

2) la modalità di esplicitazione di tali elementi. Seppure minoritario, vi è un filone giurisprudenziale che attribuisce molta rilevanza, ai fini della validità del canone crescente, all’indicazione esplicita nel contratto di locazione di elementi esterni che giustifichino la scelta. È preferibile quindi l’enunciazione nel contratto dei motivi che abbiano portato locatore e conduttore a diversificare l’importo del canone nel corso del rapporto, ma va ricordato che l’unico limite posto alla libera contrattazione è il divieto di violazione o aggiramento del dettato di cui all’articolo 32.

Tuttavia, prevedere un aumento (o diminuzione) graduale del canone sarebbe in contrasto con il principio cardine, non in discussione, di libera determinazione del canone locativo per gli immobili destinati a uso non abitativo. L’ancorare il canone a scaletta diversi motivi (come l’esecuzione di lavori effettuati dall’inquilino, piuttosto che per la crisi) determina la liceità dell’accordo, poiché esplicita una causa diversa dall’aggiornamento del canone al potere della moneta. E fa presumere, quindi, l’effettiva pattuizione di canoni di locazione differenziati nel tempo e non un aggiornamento in violazione dell’articolo 32 citato.

Insomma l’indicazione deve ritenersi non necessaria laddove risulti ugualmente evidente che con tale determinazioni le parti abbiano voluto esercitare il loro diritto di libera contrattazione e non aggirare l’articolo 32 citato. Tale valutazione, di competenza del giudice di merito, dovrà essere operata in concreto e tenendo in considerazione anche le variazioni stabilite dalle parti in raffronto con quelli (presumibili) della variazione del potere della moneta.

Si può affermare, in sintesi, che locatore e conduttore hanno la piena libertà di pattuire la determinazione del canone in misura differenziata e crescente per frazioni successive di tempo, purché ciò avvenga con la stipula del contratto di locazione e nel rispetto dell’art. 32 l. 392/1978, rispetto valutabile in sede giudiziaria attraverso un esame della fattispecie concreta.

(di Ludovico Lucchi del Foro di Milano)

Inquinamento: se l’aria di casa è peggio di quella in città

inquinamento aria

In epoca di social network la notizia ha fatto il giro del mondo molto rapidamente: l’inquinamento nelle nostre case è peggio di quello delle nostre città. Anzi, peggio, l’aria che respiriamo in un appartamento può essere pericolosa come quella del fumo delle sigarette. Allarmismo eccessivo? In realtà la notizia deriva da uno studio scientifico statunitense, condotto da alcuni ricercatori della Boston University School of Medicine in collaborazione con lo Us National Cancer Institute, che ha svelato come l’esposizione a determinati inquinanti atmosferici può causare gli stessi cambiamenti molecolari in un individuo provocati dal fumo di sigarette.

Insomma, se nelle nostre case l’aria non solo è viziata, ma è anche impregnata di fumi e particelle derivanti dalla combustione di carbone o dall’uso di altri combustibili fossili, gli effetti sull’uomo sono gli stessi di quelli prodotti dal fumo del tabacco. Che l’aria interna delle nostre case potesse essere insalubre e causa dell’insorgere di patologie, disturbi e malattie di varia entità non è una novità e ne abbiamo scritto a più riprese su queste pagine. Ma l’evidenza scientifica, documentata da ricerche rigorose, assume ovviamente un carattere molto più stringente.

Inquinamento indoor: fumarsi tre stanze e servizi

Dunque vivere nelle nostre case è come respirare fumo di tabacco? Non è proprio così. Approfondendo e leggendo nel dettaglio gli esiti della ricerca si scopre che lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Carcinogenesis, ha analizzato un campione di donne non fumatrici che vivono in Cina, nelle contee rurali di Xuanwei e Fuyuan, e che utilizzano per cucinare e come fonte di calore per il riscaldamento il carbone fumoso. Uno studio che, peraltro, utilizza la stessa metodologia studiata in passato e analizzata in una ricerca pubblicata nel 2012 sul British Medical Journal.

Dunque la notizia non è tanto nuova, ma questo non leva importanza al problema emerso in entrambe le indagini, che hanno riscontrato nella maggior parte delle donne esposte al fumo del carbone bituminoso la stessa composizione molecolare delle cellule epiteliali del cavo orale, delle guance e delle vie respiratorie presenti nei fumatori. Il campione analizzato è molto ampio e considera dati raccolti nell’arco di vent’anni, dal 1976 al 1996, riferiti a 27.310 persone esposte a carbone bituminoso e 9.962 ad antracite, entrambi usati per la cucina e il riscaldamento domestico.

Dall’analisi dei risultati, è emerso che gli uomini esposti al carbone fumoso avevano un rischio di decesso per cancro al polmone, prima dei 70 anni, del 18% e le donne del 20%, mentre tra gli utilizzatori di carbone senza fumo di entrambi i sessi il rischio di morte per tumore al polmone era meno dello 0,5%. Il cancro del polmone rappresentava, da solo, circa il 40% di tutti i decessi prima dei 60 anni registrati tra le persone che utilizzavano il carbone fumoso.

Allarme combustibili

inquinamento indoorMa è anche un problema che ha una diretta conseguenza sull’analisi dell’aria delle nostre città e delle nostre case. Perché l’uso di combustibili fossili e di prodotti di nuova generazione nelle stufe casalinghe (come il pellet) oggi producono molte più sostanza inquinanti a livello di ambienti interni.

Secondo studi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il fumo passivo domestico è una delle cause più rilevanti nell’insorgenza di affezioni alle vie respiratorie e senza un adeguato ricambio d’aria può essere molto dannoso per la salute. L’utilizzo di combustibili solidi per la cucina o per il riscaldamento mediante fiamme libere o stufe e forni, non adeguatamente ventilati, e in abitazioni con scarsa aerazione produce alte concentrazioni di agenti inquinanti aerei come il particolato aerodisperso (PM10 e PM2,5) e il monossido di carbonio.

Le conseguenze sono legate a molte patologie broncopolmonari, sia in adulti che bambini. Inoltre, le basse temperature di alcune case malsane, poco isolate termicamente, con forti dispersioni e assenza o presenza di sistemi di riscaldamento non adeguati, riducono non solo il benessere ambientale, ma inducono l’insorgere di varie malattie dovute agli sbalzi termici.

Ricambio dell’aria contro l’inquinamento

Il punto non è utilizzare carburanti puliti, ma modificare il sistema di aerazione e ricambio dell’aria interna delle nostre case, integrando azioni di modifica dei combustibili utilizzati ad azioni di pulizia e filtro dell’aria interna, operando sia sul ricambio d’aria che su un adeguato equilibrio dell’umidità, altro fattore negativo quando il suo eccesso provoca l’insorgenza di muffe patogene.

Nel 2011 l’Oms ha pubblicato un report intitolato Environmental burden of disease associated with inadequate housing nel quale si rilevava come un elevato numero di insorgenze di patologie e di decessi si deve a misure di sicurezza inadeguate, come l’assenza di rilevatori di fumo, all’uso di combustibili solidi come fonte di energia e alla scarsa ventilazione
degli ambienti domestici.

I numeri presentati dall’Oms sono eclatanti, dato che per queste cause si contano ogni anno in Europa oltre 100 mila decessi. La connessione tra qualità dell’ambiente domestico e decessi è misurata da un indicatore chiamato Dalys (Disability-adjusted life-years). Questo indicatore misura, per esempio, la presenza di muffa nelle abitazioni, che è responsabile della perdita di 40 Dalys ogni 100 mila bambini, mentre l’assenza di rilevatori di fumo è responsabile della perdita di 22 Dalys e di 0,9 decessi ogni 100 mila abitanti.

Manutenzione essenziale

inquinamento indoor 2Sono molti i fattori che incidono sulla salubrità delle nostre abitazioni, dei luoghi di lavoro, di quelli di studio e di quelli dedicati allo svago. Non solo i combustibili utilizzati o la scarsa aerazione. La temperatura dell’aria, il suo grado di umidità, lo stato di purezza e la sua diffusione nell’ambiente indoor sono tra i primi fattori, elementi modificabili e migliorabili con adeguati soluzioni tecnologiche. Un altro fattore scatenante patologie può essere la scadente qualità dell’aria interna prodotta da impianti di ventilazione mal progettati o mal mantenuti. Gli impianti di ventilazione meccanica controllata, se mal progettati, mal installati o mal gestiti non sono soluzioni, ma possono aumentare i problemi. Per esempio, problemi possono insorgere quando, per risparmiare energia, gli impianti non sono messi nelle condizioni di immettere all’interno quantità adeguate di aria esterna.

In questo senso, un parametro molto importante è il tasso di ricambio dell’aria, secondo cui avviene la sostituzione del suo volume totale. Un adeguato ricambio d’aria minimizza il potenziale di crescita dei contaminanti biologici (muffe) e assicura il benessere degli abitanti di un edificio. Ovviamente, non sono solo questi gli inquinanti interni. L’elenco potenziale è lungo e una delle fonti oggi più analizzate, per esempio, è la presenza di formaldeide nei prodotti utilizzati in vari ambiti (isolanti, colle, vernici, carte, tessuti).

Il ministero dell’Ambiente nel 1991 ha definito l’inquinamento indoor come la presenza nell’aria di ambienti chiusi di inquinanti chimici, fisici o biologici non presenti, dal punto di vista naturale, nell’aria esterna. È un inquinamento diverso, che si somma a quello esterno. I soggetti più a rischio sono gli anziani, i bambini, gli asmatici e le persone con malattie cardiache e polmonari.

Qualità dell’aria: l’edilizia risponde

Dato che passiamo l’80% della nostra vita in luoghi chiusi, siano essi abitazioni o uffici, la qualità dell’aria, il benessere e il comfort diventano elementi imprescindibili per la nostra vita. Per la salubrità e la risoluzione di questi problemi è necessario che l’edilizia, ma soprattutto il mondo della progettazione, faccia un salto di qualità, inserendo la qualità dell’aria indoor come uno dei fattori irrinunciabili per lo sviluppo di una edilizia di qualità. La tecnologia ha prodotto molte soluzioni in grado di rispondere in modo adeguato a queste esigenze, sia nella nuova costruzione che nel recupero.

Ed è forse in questo ambito che ci si deve concentrare di più, perché c’è molto da fare, dato che oltre il 15% del patrimonio edificato è in cattivo stato di manutenzione e che solo il 2% degli edifici in Italia è classificato in classe A. Le potenzialità per il mercato sono molto elevate, soprattutto pensando alle stime sulle patologie dovute all’insalubrità e sui relativi costi sociali dell’Oms che devono far riflettere sul fatto che investire nel benessere significa ridurre i costi sociali e le spese mediche che le regioni sopportano per le malattie legate all’inquinamento indoor.

Dunque, anche se non è proprio esatta l’equazione proposta dai ricercatori sull’equivalenza dell’inquinamento indoor con il fumo del tabacco, certamente una maggiore attenzione e cura in questo ambito permetterebbe di ridurre molte malattie e molti casi di cronicità di situazione che, alla fine, riversano sul sistema sanitario i costi sociali di queste inefficienze. Inefficienze che potrebbero essere risolte con adeguati interventi supportati da buone progettazioni. Progettisti e imprese sono avvertiti.

Edilizia, come uscire dalla crisi secondo Confindustria

Il focus di Confindustria sulla crisi dell’edilizia. Gli industriali del laterizio di tutta Italia, insieme agli operatori del settore delle costruzioni, si sono trovati a Catania per discutere del presente e del futuro del settore (Assemblea Generale Andil 2016, Associazione Nazionale degli Industriali dei Laterizi). La parola d’ordine della giornata? Cambiamento.

Riflettere sul cambiamento in atto e dirigere gli scenari a venire, questa è la priorità per ripartire (possibilmente più forti), ribadita in apertura dei lavori da Vincenzo Boccia, presidente Confindustria, che ha tracciato la road map di intenti fotografando, allo stesso tempo, lo stato dell’industria italiana, delle banche, della politica economica, dell’Europa, dell’energia e della riqualificazione. Il tutto finalizzato alla messa in opera di un grande piano di rilancio della domanda interna ed estera delle costruzioni.

I numeri della crisi

I numeri della fase di crisi appena alle spalle sono drammatici: dal 2007 sono stati persi i 3/4 della produzione e chiusi il 50% degli stabilimenti. All’affermazione della chiusura del ciclo negativo si affianca la necessità di guardare oltre i confini del passato mettendo in discussione modelli oggi non più sostenibili. Per superare i fattori di criticità, il settore dei laterizi non può prescindere dall’innovazione, fondamentale leva di crescita. Per esempio, l’evoluzione dei laterizi, deve caratterizzarsi non solo per singoli componenti ma per sistemi costruttivi integrati, completi ed autonomi. Questo è oggi il traguardo a cui mirare insieme anche ad altri materiali e rispetto a cui l’Associazione è già in campo su più fronti.

Sostenibilità

Andil, inoltre, fa proprio il tema dell’economia circolare guardando con attenzione all’uso sostenibile delle risorse naturali, e punta molto sul contributo della digitalizzazione anche attraverso il Building Information Modeling (i laterizi popolano numerosi la prima piattaforma nazionale BIM, predisposta nell’ambito del progetto Innovance, finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico). Sul fronte della sostenibilità energetica l’obiettivo di ridurre i consumi va di pari passo con il controllo del comfort abitativo e della salubrità degli edifici.

La crisi dell'edilizia seconda Confindustria
La crisi dell’edilizia seconda Confindustria

Perché i traslochi in Italia sono tra i più cari d’Europa?

I traslochi italiani tra i più cari d'Europa

L’Italia è seconda in Europa per i più alti costi di trasloco, seconda solo alla Francia. Già, perché traslocare in Italia costa fino al 27% in più che nel resto d’Europa, dove i traslochi sono molto cari che da noi. Un dato negativo, ben spiegato dai numeri raccolti dall’osservatorio Immobiliare e Movinga: le statistiche mostrano che in media un italiano cambia 4 case nel corso della vita e il più delle volte lo fa d’estate.

Ma quanto costano i traslochi?

585 euro è il costo medio da sostenere per un trasloco urbano in Italia effettuato tramite professionista. La cifra è equivalente a circa il 27% in più di quanto non si paghi nel Regno Unito (460 euro) e appena superiore a quella dovuta in Germania (575 euro). Il prezzo da mettere a budget per gli italiani è comunque inferiore a quello che devono sostenere i francesi (615 euro).

I costi di trasloco sono stati calcolati relativamente ad un immobile di 78 metri quadrati e la movimentazione di 42 colli non comprensivi di eventuali trasporti speciali (come, per esempio, pianoforti) e assicurazione. L’analisi, condotta su un campione di oltre 15.000 casi registrati nei primi quattro mesi del 2016, ha evidenziato come il prezzo che si paga in Italia sia decisamente più alto anche nel caso di traslochi extra urbani. Chi cambia città, rimanendo comunque dentro i confini nazionali, spende mediamente 1.450 euro in Italia, appena 1.160 euro nel Regno Unito, 1.325 euro in Germania e addirittura 1.430 euro in Francia.

I traslochi italiani tra i più cari d'Europa
I traslochi italiani tra i più cari d’Europa

Traslochi, dove ci si trasferisce?

Prendendo in esame quelli fatti all’interno della stessa nazione, pur con il 57% di traslochi extra urbani, gli italiani sono il popolo che meno di tutti si trasferisce in un’altra città. In Germania i traslochi verso un altro comune rappresentano il 59% del totale, diventano il 60% nel Regno Unito e addirittura il 63% in Francia.  Se già siamo poco propensi a muoverci verso un’altra città, figuriamoci quanto lo siamo se la meta è addirittura un’altra nazione. In Italia si mandano oltre confine gli scatoloni con vestiti, soprammobili ed arredi solo nel 2,1% dei casi, mentre i traslochi internazionali rappresentano il 2,9% di quelli commissionati in Germania, il 3% di quelli che partono dal Regno Unito e il 3, 2% di quelli che hanno come nazione di origine la Francia.

Agli italiani piace stare a schiera (in villa)

Ville a schiera
Ville a schiera

Che tipo di seconde case acquistano gli italiani? Un campione di compravendite effettuate nella seconda parte del 2015 attraverso le agenzie affiliate Tecnocasa e Tecnorete tenta di dsare una risposta. Nell’8,6% dei casi si è trattato di acquisti di ville (singole, a schiera, bifamiliari, trifamiliari e quadrifamiliari). Le preferite sono state le ville a schiera (35,8%), seguite dalle ville singole (28,7%) e dalle ville bifamiliari (26,7%). Rispetto ad un anno fa si registra una leggera contrazione della percentuale degli acquisti di ville a schiera (-1,4%) e un lieve aumento delle percentuali di transazioni di ville singole e bifamiliari (rispettivamente +0,2% e +1,6%). Chi ha scelto una di queste soluzioni era alla ricerca dell’abitazione principale nell’85,9% dei casi, della casa vacanza nel 9,5% dei casi, mentre il 4,6% aveva come fine l’investimento immobiliare. Rispetto al secondo semestre del 2014 queste proporzioni sono rimaste sostanzialmente invariate. Sono state inoltre analizzate le caratteristiche demografiche di coloro che hanno comprato ville e villini: la fascia d’età più attiva su questo tipo di mercato è quella compresa tra 35 e 44 anni (40,4%); il 68,4% degli acquirenti sono coniugati; il 59,2% sono impiegati, imprenditori, dirigenti o liberi professionisti. Infine, il 65,8% delle compravendite di ville è stato concluso con l’ausilio di un mutuo, percentuale in leggero aumento rispetto ad un anno fa (+2,9%).

Ville a schiera
Ville a schiera

Wierer, l’evento clienti in Calabria

L'evento clienti Wierer in Calabria

Proseguono gli eventi clienti Wierer, azienda leader in Italia nella produzione di tegole minerali, componenti e accessori per il tetto. L’ultimo incontro organizzato dall’impresa bolzanina si è tenuto in Calabria, nella splendida cornice del Beach Resort Baia degli Dei, a Isola di Capo Rizzuto.

Il meeting ha visto la partecipazione circa 400 clienti, che si sono ritrovati ad essere i protagonisti di una serata davvero esclusiva dedicata alla tegola Coppo di Grecia Elegance, una delle più importanti novità della produzione Wierer 2016. Continua dunque con forza la strategia di rafforzamento della comunicazione e della collaborazione fra l’azienda e i propri interlocutori.

Gli incontri promossi dall’azienda sono importanti, uniche ed esclusive occasioni per dialogare i coinvolgere la propria clientela, per entrare in contatto con le imprese e i posatori, oltre che per presentare periodicamente le novità del mondo Wierer, come appunto la Coppo di Grecia Elegance, nato dalla selezione di materiali naturali e da nuovi processi produttivi che gli permettono di superare le già note performance delle tegole minerali. Un prodotto eccezionale destinato a un’edilizia di recupero rispettosa e prestigiosa.

L'evento clienti Wierer in Calabria
L’evento clienti Wierer in Calabria

Dall’Europa 50 milioni di euro per Bologna

In arrivo 50 milioni di euro dell’Ue per Bologna. Già, perché la Banca Europa per gli investimenti (Bei) sosterrà il comune emiliano nel piano poliennale dei lavori pubblici in città.

La città delle torri ha ottenuto un prestito di 50 milioni di euro, cifra pari a quasi un terzo del totale (160 milioni di euro) previsto per la realizzazione dei tutti i progetti. Entrando nel merito dei finanziamenti, i lavori previsti coprono una pluralità di settori: ristrutturazione di edifici pubblici e social housing, rinnovamento e riqualificazione dell’ambiente urbano, trasporto sostenibile, parchi, spazi pubblici aperti e altre infrastrutture comunali, comprese quelle sportive.

L’operazione rientra nei filoni tradizionali di finanziamento della Bei e rappresenta il primo accordo raggiunto con un’ importante amministrazione comunale italiana dal 2012. Negli anni precedenti Bologna aveva più volte utilizzato la finanza BEI per i propri piani di sviluppo: dal 1996 al 2011 erano state infatti concluse quattro operazioni per 317 milioni in  totale. La “speciale” Banca Europea è caratterizzata da lunghe scadenze e bassi tassi di interesse e dall’erogazione di finanziamenti sul lungo termine per progetti validi al fine di contribuire agli obiettivi politici dell’Ue.

bologna

Le gioie (e i dolori) del settore fieristico

Fiera di Padova

Stazionario il quadro di salute del settore fieristico italiano. Secondo il 28° Osservatorio Congiunturale AEFI (Associazione Esposizioni e Fiere Italiane) sul settore fieristico, nel primo trimestre 2016 si conferma il trend assestato.

L’indagine ha coinvolto 25 poli fieristici italiani ed evidenzia un andamento generale positivo nonostante il neo del numero delle manifestazioni, in calo. Questo dato  è anche conseguenza del fatto che diversi eventi si sono concentrati nel 2015 per cogliere gli effetti di Expo.

Si conferma inoltre stabile, con un saldo nullo, l’andamento degli espositori, con una lieve crescita (+ 4%) degli italiani e degli europei. La superficie espositiva occupata registra un leggero aumento, mentre sono incoraggianti le performance relative ai flussi di visitatori: in aumento per il 48% degli associati coinvolti nell’indagine, invariato per il 28% e diminuito per il 24%. Il saldo, pari al +24%, rimane ampiamente positivo anche se meno brillante sia rispetto allo stesso periodo dello scorso anno che a fine anno.

Lo spaccato della provenienza dei visitatori indica una crescita più significativa degli italiani, pari al +20%, seguiti dagli europei (saldo +12%) e da quelli provenienti dai Paesi extra Ue che registrano un saldo positivo del +8%. Infine, a sottolineare la fase di assestamento della ripresa, anche l’andamento del fatturato, che risulta stabile. Le aspettative per i prossimi mesi, continuano ad essere positive per tutti gli indicatori considerati.

Fiera di Padova
Fiera di Padova

Garavaglia: la nostra metamorfosi continua

Garavaglia showroom, Casorezzo

Dal mattone fino a uno showroom dedicato alle finiture d’interni ed esterni. Garavaglia nasce, nel 1984 a Casorezzo, vicino a Milano, nel solco dell’edilizia tradizionale e da lì si è sempre trasformata per stare al passo del mercato. Attilio Garavaglia racconta l’anima e le sfide (vinte) della sua azienda (ora socia di Gruppo Made) fatta di dinamismo e flessibilità: perché se rincorri la novità, raggiungi il successo.

Attilio Garavaglia
Attilio Garavaglia

Domanda. Iniziamo dalla storia della sua azienda. 

Risposta. La nostra rivendita edile nasce nel 1984 come magazzino specializzato nella fornitura – sia all’ingrosso che al dettaglio – di materiali da costruzione edilizia. Siamo partiti dal cemento e dai mattoni e poi, man mano, abbiamo ampliato la nostra offerta merceologica così da adeguarci alle evoluzioni del mercato e alle nuove esigenze della clientela.

D. Entriamo nel merito di questa evoluzione.

R. Fino al 2000 e rotti siamo stati rivenditori edili “tradizionali”, dunque ci siamo evoluti, potenziando i nostri servizi: al piazzale dei materiali edili si sono aggiunti le finiture d’interni (piastrelle e parquet), l’arredo bagno, sanitari e anche la ferramenta, ultima arrivata.

D. Come avete affrontato e vissuto il rinnovamento?

R. È stato un cammino graduale di inserimento dei nuovi articoli e il nostro lavoro è stato ripagato. Nel 2005 è stato aperto il primo showroom a Casorezzo, specializzato appunto in pavimenti e rivestimenti. Siamo abituati da sempre a non fermarci mai e allora si è iniziato a pensare al magazzino nuovo: nel 2011 infatti abbiamo cambiato sede, con tanto di nuovo capannone e di nuovo showroom (quest’ultimo nel 2012), continuando sempre a implementare gli articoli: finiture d’esterni, un reparto specializzato in porte e finestre per tetti e una nuova divisione colore.

Showroom Garavaglia, a Casorezzo
Showroom Garavaglia, a Casorezzo

D. La nuova casa quali e quanti vantaggi ha portato?

R. È stata una svolta a 360 gradi. Ci ha dato, e continua a darci una spinta enorme – visti gli anni no dell’edilizia -, portandoci anche a guadagnare spazio nel mercato dei privati. Ci rivolgiamo a loro mettendoli nella miglior condizione possibile per muoversi in comodità ed efficacia.

D. Ci spieghi.

R. Su un area totale di 10 mila metri quadri, ne abbiamo 1250 metri di capannone adibito allo stoccaggio di tutti quei materiali che non possono stare all’aperto. Per cui se piove, un privato che arriva da noi non ha la noia di sporcarsi le scarpe! E poi abbiamo puntato molto sulla scelta qualitativa dei materiali: miriamo alla fascia-medio alta.

D. Perché quella medio-bassa è già satura causa Grande distribuzione organizzata?

R. Lottare con la Gdo è molto impegnativo e con grande umiltà bisogna riconoscere che, se non si ha la forza di competere, è meglio andare su un target di cliente diverso e lavorare per coinvolgerlo il più possibile con le presentazioni dei prodotti. E questa nostra strategia sta pagando.

Garavaglia showroom, Casorezzo
Garavaglia showroom, Casorezzo

D. E qual è il target che Garavaglia ha messo nel mirino?

R. Esemplificando, abbiamo un’impostazione più centrata sugli architetti. La Garavaglia vuole i professionisti, ecco.

D. A livello di settori merceologici quali sono i trend?

R. Il capitolato e l’edilizia tradizionale arrancano, non una novità insomma. Detto ciò continuiamo a non trascurarli perché, per esempio, il segmento risanamento-ristrutturazione (che noi trattiamo a livello di interni) si difende.

Showroom Garavaglia
Showroom Garavaglia

D. Ma immagino che se dovesse campare solo sulla vendita dei metri quadrati di piastrelle non le basterebbe.

R. Esatto, un rivestimento di un bagno sono 20-30 metri quadrati. A questi però noi ci aggiungiamo tutto il resto: sanitari, rubinetteria, box doccia, arredo bagno e accessori. Ecco che arriva allora un fatturato importante. Abbiamo prodotti di qualità che comunque sono sempre ricercati. Insomma, lo showroom tira.

D. Chiudiamo tornando sul fronte edilizio: un suo esempio che renda bene l’idea della stagnazione?

R. Prima della crisi facevamo 50 mila metri quadrati di solai, ora se ne facciamo 7 mila è un successo.

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Costruzioni: India nuovo leader, ma l’Italia cresce

Mercato mondiale delle costruzioni, India nuovo leader

Il mercato delle costruzioni va a Oriente. Il nuovo leader mondiale di riferimento per il settore è l’India: +5,3% di investimenti (nel corso del 2015 contro il +4% della Cina. Nuova Delhi ha messo la freccia e superato Pechino.

I dati, presentati in occasione del secondo SaMoTer Day (a Verona) certificano lo storico passaggio di consegne nel continente asiatico. Lo scenario consuntivo del 2015 registra la leggera ripresa dei mercati del Nord America (+2,5%), dell’Europa occidentale (+1,1%) e del Giappone (+0,6%) e la continua recessione di America Latina (-2,6%) ed Europa orientale (-0,7%). Il baricentro del mercato  in 15 anni si è quindi progressivamente spostato in Oriente, con la quota degli investimenti globali detenuta dai paesi avanzati passata dal 70% al 43%, in favore dei due giganti: India e Cina. E il momento positivo per gli Stati Uniti continua anche nel primo trimestre 2016: negli USA è in espansione anche l’edilizia commerciale (+10,8%) e soprattutto le opere stradali (+14,9%). Spostandosi in Europa, nei primi tre mesi del 2016, si assiste ad un forte recupero degli investimenti in Germania (+2,3%), ad un lento riavvio del ciclo delle costruzioni in Francia (+0,4%), mentre sono ancora in calo Regno Unito (-0,5%) e Spagna (-0,2%).

Mercato mondiale delle costruzioni, India nuovo leader
Mercato mondiale delle costruzioni, India nuovo leader

E l’Italia?

Per quanto concerne  il panorama delle costruzioni in Italia – mercato che vale oltre 135 miliardi di euro -, la leggera frenata (-0,5%) registrata nel primo trimestre di quest’anno, non dovrebbe influire sul percorso di ripresa iniziato nel 2015 che, secondo le stime chiuderà il 2016 con una crescita dell’1,6%, e dell’1,9% nel 2017. La ripresa è legata a doppio al mercato di riqualificazioni e ristrutturazioni (57,6 miliardi euro nel 2015/+2% sul 2014) e al rilancio delle opere pubbliche, in cui gli investimenti continueranno a salire nel biennio: +2,7% nel 2016 e +4,2% nel 2017.

Costruzioni e macchine movimento terra

Strettamente connesso al mondo delle costruzioni, il mercato delle macchine movimento terra, capace di chiudere il 2015 con 628 mila unità vendute: calo del 14% sul 2014. Dall’Outlook SaMoTer-Veronafiere emerge che cambiano anche le tipologie di macchine richieste nei cantieri: in 5 anni gli escavatori cingolati sono passati dal 33% al 24%, mentre i mini-escavatori sono saliti dal 15 al 24%. Dal 2010 al 2015 sono mutati anche gli equilibri geografici tra le quote di mercato: Il Nord America ha raddoppiato le proprie (dal 14% al 28%), la Cina le ha viste calare dal 35% al 12%, mentre l’Europa occidentale ha risalito la china, dal 15% al 20% del totale. E l’Italia? Primo trimestre 2016 nel segno della crescita, con 612,39 milioni di euro di esportazioni (+5,9%) e 155 milioni di euro di importazioni (+21,3%) per quanto concerne le macchine movimento terra: l’export e l’import rispondono presente.

SanMarco Terreal: l’architettura riscopre i laterizi. L’intervista ad Alberto Libero

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L’architettura “riscopre” i laterizi. E SanMarco Terreal, azienda che ha sempre saputo coniugare tradizione e innovazione, tiene il passo. Tra le nuove proposte, per esempio, ci sono listelli con nuove dimensioni, colori e tessiture, in linea con i trend del mercato. Perché se da una parte il laterizio rimane un materiale tradizionale, dall’altra è in grado di soddisfare le odierne esigenze di durabilità e prestazioni energetiche. Senza dimenticare l’aspetto estetico.

YouTrade ha intervistato Alberto Libero, responsabile vendite Italia SanMarco Terreal, che racconta le ultime novità dell’azienda e le nuove frontiere del laterizio.

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Alberto Libero, responsabile vendite Italia SanMarco Terreal

Per SanMarco, nuove nuance e spessori più sottili 

«L’evoluzione e la modernità del laterizio derivano dalla sua capacità di adattarsi e cambiare pelle. Le aziende come la nostra che negli ultimi anni hanno fatto grandi investimenti, hanno fatto sì che oggi sia possibile realizzare nuovi prodotti, mantenendo il controllo della qualità dell’argilla e permettendo a un materiale antico di rimanere attuale», racconta Alberto Libero. Un impegno che contempla anche investimenti significativi: è dell’anno scorso il rinnovamento dello stabilimento di Castiglion Fiorentino, in provincia di Arezzo, uno dei più avanzati in Europa nella produzione di mattoni faccia a vista e coperture.

«Oggi gli elementi proposti sono sempre più sottili e, dal tradizionale mattone di circa 12 centimetri, si è arrivati anche a 1 centimetro. Si sono inoltre aggiunti colori nuovi, le cui nuance fino a qualche anno fa erano impensabili, così come la tessitura stessa: prima il mattone era solo in formato classico sabbiato, ora si gioca anche sulla rugosità e la non linearità dell’elemento», osserva il manager.

Le nuove frontiere dei laterizi SanMarco

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Linea Desigual SanMarco: elementi sottili a pasta molle ideali per gli interni

Il fascino del laterizio ha conquistato chi si occupa di facciate e coperture, ma oggi si ricorre sempre più al mattone anche per rivestire gli ambienti domestici: una parete, una scala, un caminetto. L’effetto del cotto assicura una sensazione di calore e familiarità e i nuovi colori conferiscono modernità e un tocco di stile all’ambiente.

«Per rispondere a questa esigenza abbiamo lanciato in questi mesi la linea Disegual che, con i suoi elementi sottili a pasta molle da 1,5 a 2,5 centimetri e con i suoi formati innovativi, è ideale per gli interni. La sua caratteristica principale è la non uniformità, con un effetto estetico particolarmente interessante: la luce vibra sulle sporgenze e dà complessità ed articolazione alle superfici. Al momento è di colore grigio, ma prossimamente aggiungeremo altre tonalità», aggiunge il manager.

Un’altra soluzione che permette di rivestire gli ambienti interni con listelli sottili faccia a vista incollati alla parete è rappresentata dalla linea Decor, lanciata circa un anno fa: «Quando abbiamo capito che c’era la possibilità dal punto di vista produttivo di lavorare con elementi sottili, abbiamo creato la linea Decor, elementi in cotto da 1 centimetro di spessore, disponibili anche nella versione angolare. Inoltre, l’esigenza era renderlo facile da posare ci ha spinti a pensare anche alla colla per l’incollaggio che commercializziamo nella pratica confezione sac-à-poche pronta ad un uso anche “fai da te e, infatti, è sufficiente incollarlo e stuccarlo.

Attenzione anche al packaging

Abbiamo reso semplice anche la reperibilità dei materiali per il nostro cliente rivenditore grazie al nostro servizio con corriere e senza necessità di ordinare un quantitativo minimo». «Con le linee Decor e Disegual vogliamo offrire ai rivenditori un approccio commerciale innovativo per un materiale comunque tradizionale: non bancali di materiale, ma abbiamo pensato di inserire all’interno di scatole dal design accattivante i listelli nel quantitativo equivalente a mezzo metro quadrato di superficie, scatole che può portare direttamente a casa anche il cliente privato, sempre più frequentatore delle rivendite”. Siamo quindi riusciti a trasformare un elemento tradizionale come la pasta molle in un prodotto di più largo consumo», dichiara il responsabile.

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Confezioni di laterizi SanMarco Terreal

Lo stabilimento di Noale, tra tradizione e innovazione

Entrare nello stabilimento SanMarco Terreal di Noale, in provincia di Venezia, significa trovarsi nel bel mezzo della storia aziendale, della tradizione, della cultura, dell’artigianalità del laterizio. Sì, perché SanMarco, depositaria di un sapere produttivo antico ha scritto pagine importanti nella storia dell’evoluzione di questo materiale. Sviluppato intorno alla vecchia fornace di inizio Novecento, oggi lo stabilimento lavora su tre linee di produzione: manuale, semi-manuale e industriale, e al suo interno ospita il Museo degli stampi a mano.

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Alcuni stampi a mano utilizzati nella vecchia fornace SanMarco di inizio Novecento

«Fondamentale nella produzione di Noale è il contatto con la materia, cioè la produzione a mano, che costringe a conoscere i comportamenti del materiale pensando all’elemento che si ricaverà quando sarà cotto e alla sua posizione nel manufatto», afferma Francesco Stangherlin, responsabile del sito produttivo di Noale. Qui, oltre al mattone industriale, si creano pezzi speciali e si dà spazio alla vocazione stessa del laterizio, ovvero la sua flessibilità: «La produzione si adegua al linguaggio architettonico della domanda e i manufatti che ne risultano possono essere considerati delle vere e proprie opere d’arte. E l’esperienza del fatto a mano viene trasferita anche nella produzione industriale. Abbiamo macchine con capacità produttive pari a quelle di impianti meccanizzati ma che presentano stampi intercambiabili per la realizzazione di formati diversi. Quindi le caratteristiche estetiche dei manufatti sono personalizzate e quelle tecniche rispondono alle normative in vigore», spiega Stangherlin. La grande forza di SanMarco nasce dalla collaborazione tra i vari attori: dal progetto alla realizzazione della soluzione in cotto.

Francesco Stangherlin, responsabile del sito produttivo di Noale (Venezia)
Francesco Stangherlin, responsabile del sito produttivo di Noale (Venezia)

Efficienza energetica: il mattone è performante

«Per l’anno in corso il nostro obiettivo è quello di continuare a essere leader dei nostri mercati di riferimento. L’introduzione di nuovi prodotti, oltre alle nuance e alle dei mattoni si aggiungono anche le nuove tegole Olimpia e Coppo Max provenienti dal rinnovato stabilimento di Castiglion Fiorentino, e l’aggiornamento dei sistemi in laterizio in linea con le recentissime normative ci permette di aprire sempre più il nostro ventaglio di clienti.

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Thermoreal SM, rivestimento in laterizio per cappotto, premiato a Klimahouse 2016

Per quanto riguarda i criteri di costruzione di oggi e la richiesta di efficienza energetica, il mattone ha un buon comportamento, in quanto la sua massa favorisce l’isolamento», continua Libero. E un segnale significativo è arrivato con la premiazione del pannello Thermoreal SM per il rivestimento a cappotto, in occasione di Klimahouse 2016: «Era la prima volta che partecipavamo alla fiera di Bolzano e il premio è stato una sorpresa. Per noi è importante continuare a investire in questo mercato, supportati dal continuo confronto tra parte tecnica, commerciale e comunicazione, che trovano in SanMarcoLab un collettore di idee e un generatore di soluzioni, con sede a Noale. A Tolosa si trova il centro di sviluppo e ricerca, a cui fanno riferimento tutte le società del gruppo Terreal».

Che cosa riserva il futuro? «Nei prossimi anni vedo un ritorno del laterizio, che rimane il materiale su cui si fonda la tradizione italiana e con cui sono stati realizzati i grandi edifici storici che il resto del mondo ci invidia», conclude il manager.

Ceramica, I Love XXL di Quartarella e Ornamenta: ecco il vincitore

Alessio Zanzarella è il vincitore di I Love XXL - Quarterella & Ornamenta

I Love XXL nasce da una voglia di novità e, parallelamente, per promuovere il settore ceramico lato sensu. E poi, diciamolo, lanciare un contest che promuove il la ceramica non è certo cosa che si vede tutti i giorni”. Così Renee Quartarella, responsabile comunicazione del Centro Edile Quartarella, tira le somme dell’iniziativa I Love XXL, un concorso di idee per la realizzazione di una linea di ceramiche, organizzato insieme a Ornamenta, brand della Gamma Due: “L’azienda giusta, per dimensioni e per carica innovativa – anche grazie ai tanti giovani nelle sue fila – capace peraltro di realizzare qualsiasi grafica.

Quartarella, premiazione I Love XXL
Quartarella, premiazione I Love XXL

Il bacino d’utenza? Puglia e Basilicata (tutte le provincie delle due regioni) per coinvolgere professionisti come architetti e designer, ma anche studenti provenienti da scuole e accademie di arte e design. Un solo neo: “Purtroppo gli studenti non hanno risposto molto positivamente. Su 119 iscritti totali, 15 sono studenti, ma solo 4 di questi hanno presentato il progetto finale. Insomma, poca partecipazione studentesca. Ci dispiace”.

I Love XXL: il perché del nome

Prima di svelare il vincitore, spieghiamo il motivo della particolare dicitura del concorso: “La tendenza di oggi è quella di andare sulle grandi superfici, quindi la nostra intenzione è quella di insistere sulle grandi superfici a livello di decoro, un metro per un metro. Un decoro non frammentato, ma appunto su larga scala, XXL appunto” precisa Renee Quartarella

Il vincitore

Bene, il vincitore è L’architetto Alessio Zanzarella, con il suo Oplus. Oplus è stato scelto come progetto più originale, di design e coerente con l’immagine Ornamenta. Zanzarella si porta a casa la messa in produzione del progetto, la stipulazione di un contratto con Ornamenta e la conseguente visibilità internazionale, vista la presenza subito al Cersaie, l’immediata esposizione e la messa a catalogo.

Alessio Zanzarella è il vincitore di I Love XXL - Quarterella & Ornamenta
Alessio Zanzarella è il vincitore di I Love XXL – Quarterella & Ornamenta
Alessio Zanzarella è il vincitore di I Love XXL - Quarterella & Ornamenta
Alessio Zanzarella è il vincitore di I Love XXL – Quarterella & Ornamenta
Premiazione Concorso I Love XXL / Showroom Quartarella - photo: © Pierangelo Laterza
Premiazione Concorso I Love XXL / Showroom Quartarella – photo: © Pierangelo Laterza

Angelo Gazzoni country manager di Hexagon Safety & Infrastructure

Angelo Gazzoni
Angelo Gazzoni

Angelo Gazzoni, 41 anni, ingegnere, entra in Hexagon Safety & Infrastructure come country manager Italia. Sarà responsabile della gestione operativa delle attività di Hexagon Safety & Infrastructure nel nostro Paese e riporterà direttamente al senior vice president Emea Maximilian Weber. Con oltre 15 anni di esperienza in aziende software, consulenza strategica ed information services, Gazzoni ha rivestito ruoli commerciali e di strategic account management fino a coordinare team globali per la gestione di importanti clienti italiani ed internazionali nei settori Aerospazio & Difesa, Oil & Gas, Utilities ed Ambiente. Tra le caratteristiche che lo hanno reso il candidato ideale per il ruolo di country manager Italia, oltre al background tecnico e la esperienza commerciale, ci sono il profilo fortemente business-oriented e rilevante nei settori in cui opera la divisione Hexagon Safety & Infrastructure. Gazzoni ha lavorato in precedenza per Ihs, Frost & Sullivan, Autonomy Systems ed Ebsco Information Services. Sta completando un Executive Mba alla Bologna Business School.

Angelo Gazzoni
Angelo Gazzoni

Niederstätter: ferramenta si nasce, leader si diventa

Niederstätter, filiale di Brunico

Da ferramenta di Bolzano ad azienda leader in Italia nella vendita e nel noleggio di macchine e apparecchiatura per l’edilizia e di container. Questa è la storia e la realtà di Niederstätter raccontata proprio da chi, dopo averla messa al mondo (nel 1975), continua ad accudirla e a crescerla, Maria Niederstätter.

Maria Niederstätter
Maria Niederstätter

Domanda. Iniziamo dalle origini: ci racconti come è nata Niederstätter, magari con un aneddoto simpatico legato alla sua fondazione.

Risposta. La Niederstätter è nata nel 1975, quando ho acquisito una ferramenta a Bolzano. Un particolare interessante: all’epoca si diventava maggiorenni solo a 21 anni. Quindi ho dovuto richiedere una dichiarazione di abilitazione da parte del Tribunale, versando inoltre un’imposta di 300 mila lire, pari a circa due stipendi mensili.

D. Da un ferramenta alla realtà attuale: cos’è diventata Niederstätter e cosa rappresenta oggi sul mercato? 

R. Oggi siamo l’azienda leader in Italia nella vendita e nel noleggio di macchine e apparecchiature per l’edilizia e di container. Da semplici commercianti di macchinari edili ci siamo evoluti fino a diventare prestatori di servizi. Forniamo infatti consulenza ai nostri clienti, visitiamo cantieri, facciamo manutenzione alle macchine e addestriamo gli operatori, solo per citare alcuni dei nostri ambiti operativi. Tutto ciò è possibile solo grazie al nostro personale, eccezionalmente competente e addestrato.

Niederstätter, filiale di Brunico
Niederstätter, filiale di Brunico

D. Qual è il suo quid in più, il suo tratto peculiare e riconoscitivo rispetto alla concorrenza?

R. Spesso siamo stati pionieri nell’adeguarci alle reali esigenze del mercato. Esempio più recente: l’istituzione di Niederstätter Academy, programma di formazione nel campo della sicurezza sul lavoro e per conduttori di macchine per l’edilizia. A breve offriremo un nuovo corso per operatori di gru, assolutamente unico in Italia.

D. Qual è il vostro trend di mercato?

R. La flessibilità e la rapidità nella fornitura di macchinari e pezzi di ricambio sono sempre più richieste. In questo ci aiutano i rapporti particolarmente stretti con i fornitori. Il nostro responsabile dell’officina, ad esempio, spesso riceve i pezzi di ricambio già entro la mattinata seguente. In questo modo la macchina, gru o escavatore che sia, può tornare subito a lavorare. Per i nostri clienti significa un risparmio di tempo e denaro.  Attualmente molte grandi aziende sono più attive sui mercati esteri perché in Italia, semplicemente, manca il lavoro. Un fenomeno che ovviamente avvertiamo anche noi. Tuttavia si comincia ad avvertire un’inversione della tendenza: in Italia, negli anni a venire, dovrebbe registrarsi una seppur lieve ripresa dell’attività edile.

Niederstätter,escavatori - pale gommate
Niederstätter,escavatori – pale gommate

D. Quali settori merceologici vanno meglio e quali peggio?

R. Vanno molto bene i settori dei container e delle costruzioni chiavi in mano. Il motivo, secondo me, è che questi ambiti non dipendono tanto dall’edilizia: i nostri clienti sono le pubbliche amministrazioni, l’agricoltura, l’industria e il settore degli eventi. Debole, invece, rimane appunto il settore dell’edilizia.

D. Rispetto al 2014, quali gli aggiornamenti sui dati di fatturato-punti vendita-impiegati? Sono aumentati, rimasti invariati o diminuiti?

R. Nel 2015 abbiamo registrato un aumento di fatturato del 17,2%, risultato reso possibile da un aumento delle vendite. Decisivo è stato il fatto di servire anche clienti al di fuori del settore edile. Per esempio posso citare una vendita di 300 container a un’azienda industriale, i cantieri navali Fincantieri. Il numero dei collaboratori è salito leggermente, arrivando a 52 persone, ma quest’anno ci prepariamo ad aumentarlo ulteriormente.

Niederstätter, macchina al lavoro
Niederstätter, macchina al lavoro

D. Avete adottato nuove strategie per rafforzare la presenza sul territorio?

R. Certamente: negli ultimi anni abbiamo assunto la rappresentanza per Verona, Vicenza e Padova delle gru a marchio Liebherr. Da poco siamo anche importatori generali delle pale gommate Kramer e delle tecnologie per l’edilizia Lissmac. Per riuscire ad affrontare al meglio tutti questi incarichi, abbiamo completamente riorganizzato la nostra azienda, suddividendola in diversi ambiti che hanno acquisito competenze specifiche di altissimo livello. Anello di congiunzione tra questi ambiti è il reparto vendite, che coinvolge i reparti specializzati a seconda delle esigenze individuali del cliente. In questo modo siamo in grado di sostenere i nostri clienti nel miglior modo possibile.

D. Parliamo dunque del noleggio macchine: quale volume ha negli affari dell’azienda?

R. Il noleggio e l’assistenza compongono circa il 50% del fatturato.

Niederstätter, formazione professionale
Niederstätter, formazione professionale

D. Passiamo al fronte delle partnership con i rivenditori/fornitori di macchine edili: quanto sono sviluppate?

R. Soprattutto negli anni scorsi abbiamo notato quanto siano importanti i fornitori di alto livello. Solo i migliori sul mercato, infatti, investono ogni anno in ricerca e sviluppo. Siamo orgogliosi di avere nel nostro assortimento marchi noti e rinomati con Liebherr  Atlas Copco. Affianchiamo a questa offerta il nostro eccellente servizio di assistenza e rappresentiamo quindi il collegamento ideale tra produttore e cliente finale.

D. Chiudiamo liberando un po’ la testa. Squadra del cuore?

R.La…“squadra” di Merano Arte, che organizza meravigliose esposizioni.

Niederstätter, Steg dall'alto
Niederstätter, Steg dall’alto

D. E la canzone alla quale è più legata?

R. Broken Islands del compositore gardenese Eduard Demetz.

D. Libro del cuore o che ha sul comodino?

R. Switch: How to Change Things When Change Is Hard di Chip e Dan Heath.

D. Hobby?

R. Bicicletta e scialpinismo.

Niederstätter, ufficio-steg
Niederstätter, ufficio-steg