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Ance in Puglia chiede un programma di interventi pubblici

Gerardo Biancofiore al convegno Ance
Gerardo Biancofiore al convegno Ance

Anche in Puglia la ripresa del settore delle costruzioni è in frenata: i segnali positivi registrati nel 2015 non hanno trovato conferma nel primo semestre 2016 durante il quale si è assistito al calo dei bandi di gara per lavori pubblici per via dell’entrata in vigore del nuovo Codice degli appalti e a un’inversione di tendenza del trend occupazionale.

Quest’ultimo, infatti, dopo aver registrato una continua diminuzione dal 2008 (quando gli addetti in Puglia erano 126mila) al 2014 (72mila) aveva vissuto una fiammata nel 2015 con circa 80mila occupati; purtroppo nel primo semestre di quest’anno il trend è tornato negativo con 76mila addetti, ben 50mila in meno rispetto a otto anni fa e il 5% in meno dell’anno scorso. È partito da questi dati il confronto tenutosi oggi a Bari durante i lavori del convegno nazionale Il cantiere Puglia: scenari e prospettive, organizzato da Ance Puglia.

Gerardo Biancofiore al convegno Ance
Gerardo Biancofiore al convegno Ance

Numerose le proposte: «La firma del Patto per la Puglia è stata importante per la ripresa del settore e dell’intera economia regionale, tuttavia ancora poco si è mosso concretamente», ha detto il presidente di Ance Puglia, Gerardo Biancofiore. «Per questo chiediamo un cronoprogramma e tempi certi per l’apertura dei cantieri nel breve periodo. È indispensabile accelerare le procedure snellendo una volta per tutte la burocrazia, che si traduce in una vera e propria tassa occulta per le imprese edili. Positiva la previsione di 20 milioni di euro che le amministrazioni potranno impiegare per la progettazione tecnica delle opere; una opportunità che bisogna saper sfruttare».

Ripetuto come un mantra nel corso dell’evento il ruolo strategico del settore per far ripartire l’economia: per ogni miliardo investito nelle costruzioni si produce una ricaduta sull’economia di 3,3 miliardi di euro e 17.000 nuovi occupati. Utile alla causa del settore ma anche a quella della sicurezza del territorio sarebbe, secondo i costruttori, un’operazione di recupero e manutenzione del patrimonio immobiliare italiano in chiave anti-sismica «Per quanto riguarda gli edifici pubblici, scuole e ospedali è un preciso dovere civile, morale e politico della Pubblica Amministrazione provvedervi. Quanto al patrimonio privato, serve un programma di investimenti e incentivi come quelli utilizzati in passato per il fotovoltaico. Si prevedano, quindi, dei sisma-bonus affinché le famiglie possano adeguare le proprie abitazioni ai migliori standard di sicurezza», ha aggiunto Biancofiore.

Sul fronte pubblico gli edili pugliesi hanno proposto alla Regione anche un Piano di azione di sviluppo sostenibile del territorio, da sviluppare con il supporto scientifico dell’Enea, con l’obiettivo di mettere in sicurezza il patrimonio edilizio pugliese partendo dalle zone più a rischio sismico e idrogeologico e da finanziarsi con incentivi fiscali e fondi europei.

Al convegno sono intervenuti inoltre il presidente di Confindustria Bari e BAT Domenico De Bartolomeo, l’assessore all’Urbanistica e alle politiche del territorio del Comune di Bari Carla Tedesco , il direttore del Centro Ricerche Economiche e Sociali del Mercato dell’Edilizia Lorenzo Bellicini, l’assessore alla Pianificazione territoriale e Urbanistica della Regione Puglia Annamaria Curcuruto, il vice presidente Ance all’Edilizia e Territorio Filippo Delle Piane, il presidente di Ance Bari e BAT Beppe Fragasso, Ester Dattoli di Anci Puglia, il vice presidente Ance alle Opere Pubbliche Edoardo Bianchi, il vice presidente di Acquedotto Pugliese Lorenzo De Santis, il presidente di Ance Brindisi Pierluigi Francioso, l’assessore a Infrastrutture, Mobilità e Lavori Pubblici della Regione Puglia Giovanni Giannini, l’onorevole Salvatore Matarrese, il coordinatore per l’internazionalizzazione delle imprese italiane delle infrastrutture e dei grandi progetti Ance Massimo Rustico e la presidente nazionale del Gruppo Giovani Ance Roberta Vitale.

Il futuro (sempre più smart) della casa 4.0

domotica KNX

Sempre più interconnessione e intelligenza digitale condivisa. Oggi ci sono più oggetti collegati che persone: la tecnologia cambia il mondo, il modo di lavorare e di vivere, a partire dalla casa. Sì, perché già da anni, la domotica è entrata con forza tre le quattro mura domestiche, offrendo servizi e trasformando l’abitazione in un ecosistema tecnologico. Strumenti e macchine in colloquio perenne, un dialogo quotidiano che agevola la vita all’essere umano, sempre più spettatore-protagonista delle frontiere hi-tech. “Smart” è la  parola d’ordine, sempre più oggi che prende piede lo smart heating, ovvero il riscaldamento domestico “robotizzato”. Ma quali sono (e saranno) gli sviluppi e le evoluzioni sul mercato. Quali gli scenari (inediti) all’orizzonte? Le risposte e le previsioni di Giulio Salvadori, ricercatore dell’Osservatorio Internet Of Things del Politecnico di Milano e David Herzog, amministratore delegato di Hoval Italia.

Giulio Salvadori – IoT Politecnico di Milano

Non solo città intelligente, ma anche casa connessa. Come sta evolvendo il mercato? “Il trend più interessante – oltre ai canali di distribuzione, l’offerta e i big data – è l’aumento di interesse consumatori per  i servizi più che per i prodotti. I bisogni dei consumatori si spostano al comfort e all’efficienza energetica. Il 70% degli utenti è interessato ad acquistare un oggetto per la smart home, ma al momento la diffusione di tali tecnologie è del 20% ed è occupato soprattutto dagli impianti di sicurezza (come videocamere, sistemi di allarme anti effrazione), a seguire il monitoraggio dei consumi energetici“. E nel merito: “I servizi aggiuntivi, al di là dell’oggetto in sé, sono la nuova frontiera: abbonamenti annuali, canoni particolari, gestione della routine domestica, assistenza 24 ore su 24 e polizze assicurative. Questo è quello che vogliono gli utenti di oggi e di domani”.

domotica KNX

David Herzog – Hoval

Una rivoluzione è in atto e interessa tutta la filiera. ” Oggi noi di Hoval garantiamo servizi che fino a 20 anni fa erano impensabili. Da anni Hoval ha sposato la IoT: la tecnologia è alleata della creatività e noi vogliamo cavalcare questa onda. Ci sono più oggetti interconnessi che persone al mondo: con loro si può dare vita a una nuova creazione di valore aggiunto e di ricchezza da sfruttare”. Tecnologia per il bene di tutti, dall’azienda e al fruitore. “Noi già da tempo offriamo sistemi che fanno dialogare gli impianti con gli installatori e il cliente finale: il tutto reca indubbi vantaggi a livello economico per il consumatore”.

david-herzog
David Herzog

Caldaie. “In Italia ci sono circa 20 milioni di caldaie installate e circa 150 mila sono “intelligenti”. Il prossimo passo non può che essere aumentare questo secondo numero relativo alla digitalizzazione e delle caldaie, così da implementare l’efficienza. Noi aziende produttrici dobbiamo reggere il ritmo del cambiamento, tenere il passo  delle richieste sempre più futuristiche”.  Nel futuro c’è un cambio di paradigma: “Nasceranno nuovi business model. Pensiamo alla Gillette, che ha rivoluzionato il suo mercato spacchettando il rasoio in manico (da tenere) e testina con lame da cambiare. Questo per dire che abbiamo la possibilità di rendere i nostri servizi non solo più integrati sulle macchine, ma più collaborativi sulla catena di valore. E dobbiamo sapere bene che da oggi a 10 anni a questa parte, la nostra industria avrà un grande cambiamento di operare. Comunque, già oggi le nostre caldaie saranno collegate a un software, per facilitare la gestione dell’energia. Il valore aggiunto che offriamo oggi è la possibilità di garantire autoregolazioni ad hoc in previsione del tempo atmosferico: soldi risparmiati per il singolo, il sistema Paese e l’ambiente”.

Le Fiere parlano di trasparenza societaria. Basterà a salvarle?

Ettore Riello
Ettore Riello

L’assetto societario delle Fiere, la possibilità di operare secondo regole europee in tema di trasparenza nonché la tassazione immobiliare dei padiglioni fieristici sono temi di fondamentale importanza per il settore fieristico. Su questo Aefi (l’associazione che riunisce le fiere) da tempo concentra la propria attività, con l’obiettivo di ottenere chiarimenti specifici nella legislazione ed evitare così di mettere a rischio la competitività e l’esistenza del comparto. Per questo il presidente dell’associazione, Ettore Riello e i vicepresidenti di Aefi sono impegnati in numerosi incontri con il ministero della Semplificazione e della Pubblica Amministrazione e con il ministero dell’Economia e delle Finanze per vedere riconosciute le esigenze del settore in materia di assetto societario dei quartieri, trasparenza e anticorruzione. Su questo tema si innesta il Decreto Partecipate, approvato dal Governo lo scorso 10 agosto e in vigore dallo scorso 23 settembre. Temi su cui si è discusso dell’Assemblea dei soci di Aefi, l’Associazione Esposizioni e Fiere Italiane, svoltasi a Napoli, presso la Fiera d’Oltremare.

Non è stato discusso, invece, del numero eccessivo di fiere sparse sul territorio italiano, che spesso si fanno la guerra tra loro: una situazione che stride rispetto alla concentrazione di organizzazioni e di eventi che si trova all’estero. Insomma, l’Italia dei campanili si riflette nell’Italia delle fiere.

«Per anni come Aefi abbiamo sensibilizzato le Istituzioni sul ruolo delle fiere quale strumento di politica economica del Paese e sulla necessità di interventi e chiarimenti specifici in tema legislativo affinché le Fiere potessero continuare a rappresentare uno strumento di crescita per le imprese italiane», ha detto Riello. «Grazie al costante lavoro dell’Associazione abbiamo ottenuto alcuni riconoscimenti e siamo grati per l’attenzione finora ricevuta in merito alle nostre richieste in materia di assetto societario. C’è però ancora molto da fare».

Nel Decreto sulle Partecipate, recentemente entrato in vigore, è stato raggiungo un importante traguardo con la modifica dell’art. 4 in merito all’ammissibilità della partecipazione pubblica alle Società Fieristiche, in particolare anche alle Società fieristiche aventi come oggetto sociale prevalente e non solamente “esclusivo” come in precedenza la gestione di spazi fieristici e l’organizzazione di eventi fieristici.

«Dopo mesi di incertezza, nel Decreto Partecipate recentemente approvato ed entrato in vigore, è stata riconosciuta la specificità delle partecipazioni delle Camere di Commercio nelle Fiere e soprattutto sono state ammesse le partecipazioni pubbliche nelle Società fieristiche. Un risultato frutto anche del nostro costante impegno, ha continuato Ettore Riello. Affinché la razionalizzazione dell’assetto dello Stato non comporti però disinvestimenti nel settore, è necessario che venga quanto prima definita l’assunzione da parte delle Regioni delle quote delle Province e che i Comuni destinino mezzi sufficienti a sostegno delle proprie partecipazioni, nonché venga definita la posizione per le Camere di Commercio che verranno accorpate».

Ettore Riello
Ettore Riello

Le fiere sono un vero strumento di politica industriale, un volano per l’economia. I numeri del settore parlano da soli: nei quartieri espositivi italiani nel 2016 sono state programmate 946 manifestazioni, 189 delle quali a carattere internazionale. Complessivamente, ogni anno le fiere italiane movimentano 22 milioni di visitatori e generano un giro d’affari di 60 miliardi di euro. Il fatturato complessivo è pari a 2 miliardi di euro che con l’indotto si avvicina ai 7 miliardi con rilevanti ricadute, per le città ospitanti, in termini di trasporti, ristorazione e alberghi.

Per questo è indispensabile che le Istituzioni definiscano quanto prima una corretta politica fiscale sugli immobili fieristici, con un livello di tassazione sostenibile.

«Quello che abbiamo chiesto in tutte le sedi istituzionali è che la tassazione, per quanto riguarda l’applicazione dell’Imu, sia più equa nei confronti dei padiglioni fieristici, trattati come strutture commerciali, e non calcolando i giorni effettivamente utilizzati per le esposizioni con disposizioni univoche su tutto il territorio nazionale. Auspichiamo che quanto prima il Ministero dell’Economia e delle Finanze e l’Agenzia delle Entrate possano trovare una soluzione e modificare così la normativa. I continui rinvii stanno gravando sui bilanci delle fiere, mettendole in seria difficoltà», ha concluso Ettore Riello.

Altro tema spinoso, ancora non completamente chiarito, discusso nell’ambito dell’assemblea di Aefi è l’obbligo di trasparenza imposto dalla Riforma Madia alle società a partecipazione pubblica. Le fiere sono però realtà particolari con informazioni sensibili che, se rese note, avvantaggerebbero i competitor stranieri. Per continuare ad essere competitive devono poter operare secondo la specifica normativa applicata in Europa. In caso contrario, l’Italia sarebbe l’unico sistema fieristico al mondo ad avere un assetto diverso, concedendo così un grande vantaggio ai nostri competitor stranieri.

San Marco si espande (ancora) sul mercato internazionale

Colorificio San Marco - sede di Venezia

Al via i lavori per una nuova sede produttiva di Colorificio San Marco, azienda veneta leader in Italia nella produzione di sistemi vernicianti per l’edilizia. Dove sorgerà? In Russia. All’interno di un generale processo di internazionalizzazione San Marco Group, rafforza la propria presenza nel cuore della Russia dando il via alla costruzione di una nuova sede produttiva. La nuova struttura produttiva sorgerà in una zona strategica della Russia occidentale, nella città di Lyudinovo, regione di Kaluga situata 300 Km a sudovest di Mosca e sorgerà su un terreno di proprietà di 15.000 mq. L’inaugurazione è prevista per la prossima primavera.

La nuova società, Ooo San Marco Russia, è costituita in partnership con Finest S.p.A.,Società Finanziaria per l’internazionalizzazione delle imprese del Nord-Est e Ooo Vernici storico partner commerciale di San Marco in Russia.  Per il gruppo con sede principale a Marcon (Ve) l’export tocca ben 100 paesi e pesa per oltre 40% sul giro di affari complessivo, che nell’ultimo esercizio si è attestato sui 70 milioni di euro. Nel primo semestre 2016 il fatturato consolidato è stato di 37,7 milioni di euro (+5,3% rispetto allo stesso periodo 2015) con un Ebitda del 21,4%, e il mercato estero è cresciuto del 17% rispetto all’anno precedente. Oggi il Gruppo conta 6 siti produttivi e 3 società commerciali dislocate in Italia e in Europa, e gestisce 6 diversi brand: San Marco, Eurobeton, Abc, Tjaralin, Novacolor, Farby Z Motylkiem.

 Il commento di Pietro Geremia,  Executive Vice President Sales & Marketing, nonché quarta generazione della famiglia fondatrice del Gruppo San Marco: “La Russia è da sempre uno dei nostri mercati di riferimento. L’apertura di un sito produttivo in Russia è la naturale evoluzione di una presenza quarantennale sul territorio. L’apertura della nuova società contribuirà a soddisfare le esigenze dei mercati locali, e sarà incentrata sulla produzione di pitture e vernici per l’edilizia professionale di largo consumo, merceologie che richiedono vicinanza al mercato e competitività dell’offerta. Le finiture decorative di alta fascia, anch’esse molto apprezzate dai consumatori russi poiché rappresentano il meglio della produzione Made in Italy, continueranno ad essere prodotte ed esportate direttamente dall’ Italia. La nuova apertura dunque non comporterà alcuno snellimento della produzione nelle altre sedi del gruppo, sia italiane che estere”.

Importante il ruolo nel progetto di Finest, sia per la collaborazione professionale fornita dal team della finanziaria in Russia, dove ha anche un ufficio operativo, sia per la partecipazione nel capitale della nuova Società. “La Russia rappresenta per Finest un mercato strategico su cui rimanere operativi al fianco delle imprese che qui continuano ad intravedere occasioni di business – ha dichiarato il Presidente di Finest Mauro Del Savio – col Gruppo San Marco abbiamo realizzato una partnership completa e abbiamo elaborato un modello di sviluppo utile per le imprese del Nordest interessate a quel mercato”.

Nascono le Giornate Italiane del Calcestruzzo

Un nuova fiera nel panorama espositivo italiano. Dal 10 al 12 novembre, a Piacenza Expo, vedranno la luce le prime Giornate Italiane del Calcestruzzo, GIC. Si tratta prima edizione della Mostra Convegno italiana verticale, ovvero dedicata unicamente al calcestruzzo e alle sue tecnologie: produzione, messa in opera, manufatti e strutture prefabbricate, calcestruzzo preconfezionato, grandi opere,  ripristino e riqualificazione delle strutture in calcestruzzo armato.  Una novità assoluta per l’Italia, per di più in una fase congiunturale critica anche per il mondo fieristico. Così, la notizia di una nuova Mostra Convegno che va ad aggiungersi al già molto ricco calendario espositivo italiano, stupisce positivamente. Soprattutto perché riguarda un settore che sta vivendo una notevole trasformazione a livello strutturale e di dimensioni del mercato.

La fiera si pone l’ambizioso obiettivo di  promuovere un settore che, nonostante l’innegabile crisi del momento, presenta eccellenze tecniche ed elevate potenzialità di sviluppo. Nell’intera filiera del calcestruzzo il know-how e la tecnologia italiana sono riconosciuti e apprezzati a livello mondiale. Il GIC sarà dunque un’occasione per raccoglierle finalmente in un’unica vetrina  dedicata all’intero settore. Le Giornate Italiane del Calcestruzzo nasce dall’esigenza di arricchire il panorama fieristico italiano guardando al futuro del settore. Le parole di Fabio Potestà, direttore Mediapoint&Communications, organizzatrice dell’evento: “Per quantità di costruttori e distributori di macchine, attrezzature, tecnologie, prodotti chimici e manufatti in calcestruzzo, l’Italia merita un evento fieristico dedicato, che possa diventare un appuntamento biennale irrinunciabile anche per gli operatori stranieri”.

L’esposizione sarà integrata da un ampio programma di convegni, workshop e seminari, tutti organizzati in collaborazione con le principali associazioni di settore, istituzioni e università. Ogni giorno saranno in agenda incontri e seminari di interesse sull’evoluzione del settore, sulle nuove normative e sulle più innovative tecnologie. Infine, in occasione del GIC saranno premiate premio le eccellenze del settore, con tutta una serie di riconoscimenti – anche alla carriera – per le aziende e gli imprenditori italiani che si sono distinti per la loro attività.

Calcestruzzo

Cosa te ne fai di una piastrella se non puoi lavorarla?

Piastrelle di ceramica
Piastrelle di ceramica

Cosa te ne fai di una piastrella se non puoi lavorarla? È il cruccio di molti architetti e installatori, da qualche anno alle prese con lastre di grande formato, difficili da movimentare e posare. A risolvere la questione è intervenuta Brevetti Montolit, azienda di Cantello, in provincia di Varese, specializzata nella produzione e commercializzazione di attrezzature professionali, tra cui macchine elettriche e manuali per il taglio e la foratura di materiali lapidei. Dopo Flash Line, l’innovativo sistema di lavorazione che ha rivoluzionato il taglio di gres porcellanato o ceramica per lastre di ogni formato, l’azienda lancia sul mercato Moto FL, la versione motorizzata di Flash Line, studiata per tutti i tipi di ceramica o materiale lapideo di qualsiasi dimensione, fino ad uno spessore massimo di due centimetri. Presentata a Cersaie 2016, la nuova macchina è coperta da brevetto internazionale, ed è molto versatile, pratica e semplice da usare, oltre che sicura. È sufficiente appoggiare la barra sulla lastra da lavorare e far scorrere la testa portamotore sulla guida.

Realizzata in profilato di alluminio, la barra/rotaia è leggera e precisa, ed è scomponibile in tre pezzi da 120 cm rapidamente collegabili. La grande potenza del motore da 1600W e lo specifico turbodisco diamantato ultrasottile da 150 mm di diametro (TCS150) permettono il taglio di gres porcellanato e di tutti i tipi di ceramica e materiali lapidei, con elevate prestazioni in velocità e finitura. Per lavorare in condizioni ottimali, grazie alla apposita predisposizione, è possibile anche connettere il sistema di aspirazione polveri direttamente al carter del disco. Moto Flash sarà disponibile in configurazione completa con unità motore e guida, oppure nella sola unità motrice, che si interfaccia perfettamente con la barra guida, per chi già possiede la macchina Flash Line.

Piastrelle di ceramica
Piastrelle di ceramica

(Veronica Monaco)

Le fughe di Mapei come un arcobaleno

Edilbilancino, fughe colorate

Presentate al Cersaie di Bologna, le nuove fughe colorate Mapei offrono una gamma di ben 50 tonalità. La nuova palette di colori è suddivisa in 5 collezioni – Serene, Traditional, Natural, Romance e Glamour – per permettere di creare l’atmosfera desiderata in ogni ambiente, anche coi nuovi materiali più impegnativi. Una gamma completa, unica sul mercato per vastità di prodotti e ampiezza di colori. Nuovi colori, stessa garanzia Mapei di sempre.

Parquet

Oggi la manutenzione del parquet è più facile con i nuovi prodotti Mapei. Mapei Spray Mop è stato studiato sia per la pulizia veloce degli ambienti domestici sia per interventi di manutenzione straordinaria, come la rimozione della vecchia cera e l’applicazione della nuova. Altri nuovi prodotti della linea parquet sono: Ultracoat Cleaner, detergente igienizzante non aggressivo per la pulizia profonda del parquet allo stato puro e per la pulizia quotidiana se diluito con acqua ; Ultracoat Remover Plus, detergente per la rimozione di vecchie cere e sporco resistente ; Ultracoat Polish Anti Slip, protettivo antiscivolo; Ultracoat Polish Matt, protettivo antiusura e antimacchia.

Edilbilancino, fughe colorate
Fughe colorate

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Aziende sull’orlo di una crisi da cambiamento

La digitalizzazione di prodotti, servizi e soluzioni sta portando a una rivoluzione e trasformazione di diversi settori ed ecosistemi aziendali. L’enorme rapidità dei cambiamenti tecnologici, in particolare, sta abbattendo i modelli di business tradizionali basati sul prodotto e spingendo un approccio più agile, basato sui servizi. In che modo le aziende stanno rispondendo a questo continuo cambiamento? Quali approcci portano ad una crescita sostenibile a lungo termine?

Oltre 300 amministratori delegati e dirigenti d’azienda nelle Americhe, nella regione Asia-Pacifico, in Europa e Africa hanno partecipato alla nuova indagine annuale di Frost & Sullivan Ceo’s Perspectives on Growth, Innovation and Leadership.

“Ora che gli ecosistemi economici globali sono soggetti ad una intensa trasformazione provocata dalla digitalizzazione e dal conseguente spostamento dell’attenzione dai prodotti ai servizi, emergono nuove opportunità di crescita e innovazione. Tuttavia, sfruttare queste opportunità richiede una leadership visionaria in grado di mettere in pratica strategie di crescita e realizzare una visione coerente,” David Frigstad, Presidente di Frost & Sullivan.

Le aziende che non abbracciano il cambiamento o che non si focalizzano su innovazione e crescita, non integrano nuovi modelli di business e non si allineano alle esigenze dei clienti, si troveranno sempre più marginalizzate. Le aziende affrontano sfide derivanti da fattori sia esterni che interni, come mostrano i risultati dell’indagine:

• Il 53% degli amministratori delegati cita l’ambiente sempre più competitivo come la principale minaccia esterna alla crescita. Tuttavia, la maggior parte delle aziende non è in grado di coinvolgere adeguatamente gruppi di lavoro dedicati all’intelligenza competitiva e alla strategia aziendale per mitigare questa sfida.

• La trasformazione digitale è stata individuata come catalizzatore di crescita, innovazione e leadership per i prossimi 5 anni. Tuttavia, quasi il 34% degli amministratori delegati indica che la rapidità dei cambiamenti tecnologici rappresenta una sfida reale e immediata.

• Le strategie tecnologiche, insieme alle partnership strategiche, sono percepite come fondamentali per la crescita nei prossimi 3 anni. Tuttavia, oltre il 50% degli amministratori delegati indica la propria incapacità di realizzare con successo strategie tecnologiche o relative alla proprietà intellettuale, o alleanze strategiche.

• La transizione da prodotti a servizi, la personalizzazione e customizzazione, e il modello “value for many” (convenienza per molti), sono i 3 modelli di business più dirompenti. Tuttavia, oltre il 50% degli amministratori delegati afferma di non essere stato in grado di integrare questi nuovi modelli di business nella propria azienda.

“La trasformazione digitale, che include strumenti di analisi dei dati intelligenti, convergenza, connettività e consumatori digitali, sta portando gli amministratori delegati a sviluppare strumenti e strategie innovativi per poter soddisfare le aspettative dinamiche dei soggetti interessati”, afferma Sandeep Kar, capo del gruppo Content Transformation di Frost & Sullivan. “Un dato chiave che si evince da questa indagine è che l’implementazione deve incominciare nella propria azienda e deve incominciare presto e in modo coerente.”

Nell’indagine, Apple, Google, Amazon, Tesla e GE sono citate come le aziende più rivoluzionarie. “Le loro storie uniche testimoniano i guadagni senza precedenti che si possono ottenere convertendo le idee rivoluzionarie in crescita, focalizzandosi sull’innovazione e mostrando leadership visionaria”, conclude Kar. big-data

Regno Unito, il “comeback” dell’edilizia

Per la prima volta da maggio, il settore delle costruzioni torna a macinare dividendi. I dati di settembre del CIPS – Chartered Institute of Procurement & Supply – parlano di una ripresa delle attività del business edile in tutto il Regno Unito, dovuta in gran parte dal traino del settore residenziale. Così, dopo quattro mesi di picchiata, oltre Manica tornano a sorridere, nonostante lo spettro Brexit. Cresce la fiducia dei consumatori e gli operatori del settore hanno vinto le resistenze dovute all’incertezza causata dalla Brexit, puntando dunque su un miglioramento delle condizioni di mercato Le imprese di costruzioni prospettano un recupero nelle loro aspettative di business per il prossimo anno, soprattutto grazie al rinato (seppur cauto) ottimismo. L’analisi condotta dall’ente parla di un 45% di aziende che prevede un incremento della produzione, a fronte di un 9% pessimista. Migliorano le condizioni economiche del Paese e riprende la domanda di abitazioni: i volumi di lavoro, così, non possono che aumentare. Di pari passo ecco che sale allora anche il livello di occupazione in cantiere e in tutto il settore delle costruzioni lato sensu. Ma non è tutto fatto e non tutto sarà semplice: l’edilizia britannica dovrà ancora affrontare le sfide dei prezzi derivanti dall’incertezza di fondo del processo di uscita economica e politica dall’unione Europea. Gli aggiornamenti, dunque, a primavera.

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Il legno del futuro all’università grazie a due borse di studio

Casa di legno

Gli edifici hanno un futuro? Indagano Università di Trento e Politecnico di Milano, grazie a due borse di studio per ricerche nel campo dell’ingegneria delle costruzioni in legno. Studiare il comportamento delle strutture di legno, con particolare attenzione alla resistenza sismica, verificare le potenzialità degli edifici a tecnologia mista, della prefabbricazione e delle sopraelevazioni realizzate con tecnologie costruttive in legno, favorire lo sviluppo di linee guida e l’aggiornamento degli strumenti normativi, sono infatti gli obiettivi dei due nuovi dottorati di ricerca che Assolegno e Federlegno Arredo Eventi hanno deciso di sostenere presso il Politecnico di Milano e l’Università di Trento (quest’ultima con il supporto dell’associazione austriaca ProHolz Austria), due prestigiose istituzioni all’avanguardia nello studio dell’edilizia strutturale.

«Il binomio impresa e ricerca come garanzia di crescita e sviluppo è parte integrante del mondo delle costruzioni a base legno», spiega Roberto Snaidero, presidente di Federlegno Arredo Eventi. «Per questo abbiamo deciso di finanziare due borse di studio che consentiranno di aprire nuovi e promettenti orizzonti nell’edilizia in legno, un settore che vede le nostre aziende sempre più protagoniste in Italia e nel mondo».

«La scelta di Assolegno di FederlegnoArredo di sostenere in modo concreto e diretto la ricerca universitaria», aggiunge Emanuele Orsini, presidente di Assolegno, «ribadisce con forza l’importanza della collaborazione tra realtà che pur nella loro diversità operano per un bene comune i cui frutti saranno goduti dall’intero Paese. L’accordo con il Politecnico di Milano e con l’Università di Trento va nella direzione di assicurare al nostro Paese professionisti competenti e responsabili con lo scopo di dare vita a soluzioni costruttive sicure, resistenti al sisma e in grado di ridurre al minimo il consumo di suolo».

Roberto Snaidero
Roberto Snaidero

«Il sostegno dato da Federlegno Arredo Eventi e ProHolz Austria alla ricerca sulle strutture in legno presso l’Università di Trento», spiega Marco Tubino, direttore del Dipartimento di Ingegneria Civile Ambientale e Meccanica, «è di notevole importanza per riuscire a continuare quelle attività di ricerca, didattica e supporto alle attività di normazione che hanno visto il nostro dipartimento tra i protagonisti nel settore del legno strutturale almeno negli ultimi due decenni. Da una parte ciò è per noi motivo di orgoglio dall’altra si deve riconoscere al comparto industriale del legno di avere operato e operare secondo una visione e una strategia di lungo periodo in cui i settori della ricerca e dell’industria devono procedere collaborando attivamente per competere efficacemente nel mondo delle costruzioni, oggi sempre più attento alle tematiche della sostenibilità, delle prestazioni, della riduzione del consumo di suolo e, quindi, del riuso».

Casa di legno
Casa di legno

Positivo anche il commento di Stefano Della Torre, direttore del dipartimento A.B.C. del Politecnico di Milano: «La ricerca sulle tecnologie sostenibili è centrale nel nostro progetto scientifico, ritengo quindi che il dottorato ABC abbia le caratteristiche di ambiente interdisciplinare in cui sviluppare in tutte le direzioni le potenzialità del legno per il futuro del settore delle costruzioni».

A Roma 10 anni di stipendio per 85 metri quadri

Roma skyline
Roma skyline

Dato che negli ultimi anni sono calati i prezzi degli immobili, non stupisce che anche le annualità necessarie per acquistare un appartamento siano calate. Lo calcola l’ufficio studi di Tecnocasa, network immobiliare secondo cui oggi, in media, per comprare un appartamento servono 6,3 annualità di stipendio. Naturalmente questo è un calcolo medio, perché dipende dalla consistenza dello stipendio e dalla tipologia di immobile.

In questo caso l’analisi si basa sui dati raccolti dalle agenzie affiliate Tecnocasa e Tecnorete, su un prezzo al metro quadro di un immobile medio usato di 85 metri quadri e delle retribuzioni contrattuali annue di cassa per dipendente (al netto dei dirigenti) a tempo pieno, per attività economica e contratto, al lordo delle trattenute fiscali e previdenziali, ricavate dalla banca dati Istat. Non solo: Tecnocasa ipotizza che l’intero stipendio sia utilizzato per acquistare la casa, aspetto poco probabile. L’agenzia, inoltre, non specifica quale livello di stipendio. L’Istat indica in 6857 euro la retribuzione di cassa per dipendente (impiegato) nel secondo trimestre del 2016. Moltiplicando per 13 questa cifra si arriva a 89141 euro.

Secondo Tecnocasa, comunque, tra le grandi città a Roma continua la discesa verso la soglia delle 10 annualità, dopo che nel 2007 aveva toccato quota 14,8. Al secondo posto c’è Milano, le cui 9,1 annualità del 2015 si sono confermate anche in questa prima parte del 2016, seguita da Firenze con 8,6 annualità (+0,1 rispetto all’anno scorso). A Palermo e Genova, invece, ne servono rispettivamente3,9 nel capoluogo siciliano e 4,4 nella città della Lanterna.

Se si confrontano i valori attuali con quelli di dieci anni fa, si evince che a livello nazionale la differenza è stata più consistente, infatti si è passati da 10,2 annualità nel 2005 a 6,3 nella prima parte del 2016. In questo lasso temporale Bologna e Napoli hanno avuto le variazioni più consistenti, rispettivamente con -5,3 e -5,2 annualità. Diminuzione importante anche a Milano, che in dieci anni ha visto un calo di 4,6 annualità; Roma, Firenze e Bari, invece,restano in linea con il dato nazionale (-3,9). La città che mantiene più stabili i propri valori è Palermo (-2,5 annualità).

Roma skyline
Roma skyline

La formazione Viero per progettisti e imprese

La progettazione del colore è un incarico complesso, che richiede competenze di architettura, conoscenza delle norme, delle diverse tipologie di finitura e l’effetto di elementi quali luce e aggressioni atmosferiche su di queste. Viero propone un corso online di introduzione al tema per progettisti e imprese. Il corso online Viero, che si terrà il giorno 25 novembre 2016 dalle ore 15, è a partecipazione gratuita e potrà essere seguito da imprese e professionisti comodamente dal loro ufficio o in mobilità. Il webinar illustrerà a progettisti, imprese e applicatori specializzati gli argomenti che vengono sinteticamente presentati di seguito.

Piano colore e fattori che influenzano la percezione di un colore

Quando una impresa o un progettista si trovano di fronte alla necessità di scegliere un colore per la facciata, possono usufruire in alcuni casi del piano del colore: un progetto di riqualificazione dell’immagine della città che regola il corretto svolgimento delle operazioni di coloritura, pulitura e restauro delle facciate. Non è detto però che tutte le città siano in possesso di un piano colore e, anche in quel caso, è comunque sempre necessario tenere conto di fattori che possono influenzare la percezione e la resa finale di un colore e di una finitura, come le differenze di percezione tra le persone, il tipo di luce che colpisce la superficie, se applicheremo una finitura liscia oppure rivestimenti con texture, effetti quali il metamerismo. Il webinar del 25 novembre tratterà in maniera più approfondita questo tipo di problematiche.

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I sistemi cromatici: un supporto alla scelta

I sistemi cromatici possono rappresentare un buon supporto alla scelta del colore da realizzare. Possono essere sistemi logici di ordinamento dei colori o raccolte di colori quali:

  • Ncs: Sistema logico di ordinamento dei colori ad elevata diffusione ma non specifico per i colori della facciata
  • Munsell: Sistema logico di ordinamento dei colori a scarsa diffusione, non specifico per la facciata
  • Ral: raccolta di colori estremamente diffusa ma difficilmente adattabile al mondo delle facciate
  • Pantone: raccolta di colori in rapida diffusione in Italia che nasce come strumento per la stampa, con alcuni colori sono difficilmente realizzabili in edilizia
  • Campionari (o mazzette) delle aziende produttrici di colori per le facciate come Viero: sono raccolte di colori appositamente create dai produttori per la realizzazione di colori per la facciata, nascono specificamente per questo scopo e sono ottimizzate sia dal punto di vista dei costi che tecnico.

Influenza di pigmenti e supporto sull’effetto finale del colore in facciata

Le caratteristiche dei pigmenti selezionati per la realizzazione di un colore per la facciata, possono a loro volta influire sull’effetto immediate e quello nel tempo della finitura:

  • Colore e sua intensità
  • Resistenza alla luce
  • Resistenza alle intemperie
  • Potere coprente
  • Resistenza chimica
  • Resistenza al calore

Prima di scegliere quale tipo di finitura applicare e il suo colore, è necessario inoltre effettuare una accurata analisi del supporto sul quale si andrà a realizzare il lavoro. Specialmente in caso di ristrutturazione, si dovrà valutare se vecchie finiture e rivestimenti sono compatibili, in termini chimici e di adesione, con il nuovo prodotto che intendiamo applicare. Prima di procedere con la scelta, quindi, è necessario compiere una serie di verifiche: di adesione, di assorbimento, delle resistenze meccaniche, dello sfarinamento, della presenza di cavillature, della contaminazione da alghe e muffe, dell’umidità umidità di risalita e verifica della natura della finitura esistente.

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La scelta della corretta tipologia di finitura

Le finiture possono essere classificate in base ai tipi di legante che le compongono:

  • Calce
  • Silicati
  • Acrilici
  • Silossani

Ognuna di queste famiglie di prodotti, presentano punti di forza e di debolezza rispetto alle prestazioni che devono garantire, come: compatibilità con il supporto e buona adesione, facilità di applicazione e omogeneità a livello cromatico, buona varietà cromatica e tenuta nel tempo, resistenza alle aggressioni atmosferiche e agli attacchi di muffe ed alghe, resistenza ai cicli di gelo-disgelo, capacità di diffusione del vapore acqueo ed alta idrorepellenza (resistenza alla pioggia) oltre a rispondere alle normative. Viero propone una gamma vastissima di soluzioni e colori, con prodotti innovativi come la gamma Colorclima: pitture per esterni termoriflettenti che consentono a progettisti e imprese di avvalersi di colori scuri e pieni anche per facciate con cappotto termico, senza che queste si surriscaldino e danneggino.

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Casi di studio: esempi eccellenti di progettazione del colore in facciata

In occasione del webinar Viero sulla progettazione del colore in facciata verranno infine mostrati ed analizzati alcuni esempi di buona pratica nella progettazione e realizzazione di facciate eseguite con prodotti vernicianti. Gli utenti potranno inoltre porre quesiti in diretta ai relatori ed accedere ad un servizio di consulenza gratuita per la progettazione del colore.

Webinar Viero del 25 novembre 2016: come iscriversi?

Iscriversi al webinar Viero sulla progettazione del colore in facciata è estremamente semplice: è sufficiente collegarsi all’indirizzo internet https://www.viero-coatings.it/app-for/webinar-viero-progettazione-colore/ e compilare il formulario di iscrizione. Una volta effettuata la registrazione si riceverà una email di conferma con il link da selezionare per accedere al corso online il giorno 25 novembre. È possibile visionare i video integrali di tutti i webinar Viero 2015/2016 sul canale Youtube dedicato.

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Cersaie 2016, è stata una edizione da record (+4,7%)

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Cersaie 2016 chiude col segno più. Il bilancio della fiera tenutasi a Bologna è positivo: nella cinque giorni le presenze sono state 106.599, 5 mila in più rispetto all’edizione 2015 (+4,7%). Inoltre, per la prima volta nella storia del Salone Internazionale della Ceramica per l’Architettura e l’Arredobagno, gli operatori esteri hanno sfondato il tetto delle 50 mila presenze.

Rappresentatività ed internazionalità sono (stati) i tratti salienti di Cersaie, che conferma accanto a piastrelle di ceramica ed arredo bagno, la presenza di espositori di legno, marmi e pietre naturali destinati alle superfici. I numeri di Cersaie? I sei settori espositivi registrano, su una superficie di 156.000 mq., la partecipazione di 852 espositori, provenienti da 43 nazioni differenti; 335 aziende straniere, quasi un terzo del numero complessivo. Comparto più rappresentato sono le piastrelle di ceramica con 491 imprese (di cui 237 dall’estero), seguito dall’arredobagno, che annovera con 194 presenze, a conferma di come Cersaie sia – per il comparto dell’arredobagno – in Italia la fiera con una partecipazione di aziende da posizione di vertice in Europa.

L’attrattiva della fiera, unita alla buona congiuntura sui diversi mercati internazionali, ha determinato un doppio segno positivo sui visitatori, sia italiani (+3,8%, per un totale di 55.625 presenze – dopo alcuni anni di sostanziale stasi) che quelli esteri (+5,7%), che invece proseguono nella loro corsa al rialzo arrivando a 50.976. Massiccia, come sempre, la presenza degli organi di informazione nazionali ed esteri, che ha raggiunto le 797 unità complessive, di cui 472 italiani e 325 esteri (quota del 40%). Questi numeri confermano Cersaie evento dedicato allo sviluppo del business globale per i materiali ceramici e da pavimento, oltre che per i prodotti dell’arredobagno, nonché potente motore propulsivo del commercio internazionale, la cui ulteriore conferma deriva dalle oltre 170 nazioni di provenienza dei visitatori.

Cersaie, disegna la tua casa
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Marmomacc da record: +5% gli stranieri

Marmomacc si fa sempre più internazionale: l’edizione 2016 della Fiera si è chiusa, in positivo, con un incremento del 5% dei visitatori stranieri. In crescita anche gli espositori e i metri quadrati, oltre che la presenza di Stati Uniti, Germania e Spagna; balzo in avanti anche per gli operatori cinesi, oltre che dei buyer della Gran Bretagna. Il presente e il futuro del settore lapideo internazionale passano per Marmomacc. La più importante manifestazione mondiale per marmi, graniti, tecnologie di lavorazione, design e formazione, conferma Verona come centro dell’interscambio globale di pietra naturale. “La 51ª edizione – spiega Maurizio Danese, presidente di Veronafiere –  è quella dei record, ad iniziare dal +10% di espositori, in totale più di 1.650 aziende da 53 nazioni, e dai 67mila operatori specializzati, arrivati da 146 Paesi. Rappresentiamo tutta la filiera, unendo prodotti, macchine e cultura in una rassegna unica, forte della propria storia ma in continua evoluzione, come testimonia il nuovo marchio Marmo+Mac che sintetizza la nostra identità e guarda al futuro”.

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Un successo rappresentato da un quartiere fieristico sold out, con tutti i 12 padiglioni e le aree esterne occupati, per un totale di oltre 80mila metri quadrati espositivi (+4% sul 2015). “Marmomacc – commenta Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere – è oggi per il comparto la piattaforma business-to-business e di promozione con più internazionalità. In questa edizione gli arrivi di visitatori dall’estero sono aumentati del 5%, superando il 60% del totale. Abbiamo avuto ottime conferme dai mercati di Stati Uniti, Germania, Spagna, il balzo in avanti del 45% degli operatori cinesi e un significativo incremento dell’11% di quelli della Gran Bretagna”.

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Tra queste presenze, anche gli oltre 300 nuovi top-buyer e architetti stranieri selezionati come parte delle delegazioni commerciali ufficiali, in rappresentanza di 32 nazioni, con il debutto di Nigeria e Mozambico. Merito dei continui investimenti di Veronafiere nelle attività di incoming, in collaborazione con ministero dello Sviluppo economico, Ice-Italian Trade Agency, Confindustria Marmomacchine e, per la prima volta, Regione del Veneto, attraverso Veneto Promozione. Nei quattro giorni di fiera, oltre al business, grande attenzione è stata riservata a iniziative ed appuntamenti dedicati al mondo del design e della formazione. “The Italian Stone Theatre”, padiglione realizzato con il contributo del Piano di promozione straordinaria del Made in Italy, ha raccontato l’interazione tra pietra, design e tecnologia, mentre nel corso dell’International Stone Summit, le principali associazioni di categoria della pietra a livello mondiale hanno fatto il punto sullo sviluppo del settore e sul rapporto con l’industria della ceramica.

La 52esima edizione di Marmo+Mac è già work in progress (e in programma a Veronafiere, dal 27 al 30 settembre 2017).

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Edilizia in crescita del 2,9%. Annuncite o vera ripresa?

Coraggio, il peggio è passato. Di più: un futuro radioso ci attende. E presto: il 2017, smentendo le previsioni dei gufi, vedrà il settore delle costruzioni crescere del 2,9%, un numero che gli operatori dell’edilizia non si permettono più neppure di evocare in sogno. Già appunto, e se si trattasse di un sogno? Non è esattamente così ma, seppure sia una possibilità che tutti sperano si avveri, è qualcosa che si avvicina. Il numero, infatti, è la previsione contenuta da un documento ufficiale del governo, per la precisione del Def, il Documento di Economia e Finanza, che è una specie di menu per il prossimo anno dal punto di vista dei conti dello Stato. Insomma, sono indicazioni su quanto crescerà o decrescerà l’economia italiana. Su queste previsioni è eretta, successivamente, la Legge di stabilità, cioè quel complesso insieme di decisioni che regolano entrate e uscite dello Stato. Se un pezzo di economia è destinato ad aumentare, per esempio, il governo può calcolare un determinato introito fiscale. E, di conseguenza, una spesa per pagare pensioni, sanità e investimenti. Insomma, sulle previsioni, che però devono poi essere vagliate dalla Ue, si basa il destino di imprese e cittadini. Cioè su quante tasse dovranno pagare, su quali servizi potranno contare, su quanto lo Stato potrà spendere. E in questo caso le previsioni, che sembrano piuttosto ottimistiche, riguardano la crescita del fatturato complessivo del sistema edilizia. Possibile che si avveri? Certo, il governo ha annunciato di avere allo studio un piano Casa Italia, che dovrebbe ridare slancio a opere, appalti e riqualificazione degli edifici. Che, poi, possa rivelarsi poco più che un sogno, come i diversi Piani casa dei governi Berlusconi, è un altro paio di maniche. Un insuccesso che, naturalmente, nessuno si augura. Anche se il Def da questo punto di vista sembra un po’ come il calcio in agosto, quando tutte le squadre sembrano partire con la vittoria in tasca. Poi, però, ci sono le partite vere.cantiere

Niederstätter lancia il primo corso formativo in Italia per operatori di gru

Niederstätter, una delle più importanti realtà italiane specializzata in macchinari per l’edilizia e container destinati a cantieri in Italia e all’estero, ha organizzato presso la propria sede di Bolzano, il primo corso formativo per «gruisti». La volontà di organizzare tale percorso formativo è nata dall’esigenza di molte imprese edili di individuare e selezionare gruisti esperti e affidabili da inserire nei cantieri italiani ed esteri. Il corso, della durata di 3 settimane per un totale di 120 ore, si svolge a Bolzano nel Centro Formazione Safety Park Niederstätter e si compone di una parte teorica in cui vengono trattati gli aspetti di gestione e manutenzione della gru e di un’ampia parte pratica che prevede l’utilizzo di un simulatore e di 2 gru, una automontante e una a rotazione in alto. Accanto alla missione aziendale di fornire servizi sempre più puntuali e specifici ai propri Clienti, Niederstätter affianca un impegno sociale che l’ha portata a coinvolgere in questo corso alcuni profughi presenti nella Provincia di Bolzano e con procedura di asilo già conclusa, per garantire loro un inserimento qualificato nel mondo del lavoro.  Niederstätter da sempre investe su attività di formazione e aggiornamento dedicate all’uso dei macchinari e alla sicurezza sul lavoro. Filosofia dell’Azienda è quella di avvalersi di personale specializzato e competente per fornire un servizio affidabile e di alta qualità.

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