Nicoletta Azzi è il nuovo presidente di Assopannelli
Nicoletta Azzi è il nuovo presidente di Assopannelli. Nata a Sabbioneta (Mantova), è laureata in Economia e Commercio ed è amministratore delegato e socio della Panguaneta, azienda specializzata nella produzione di pannelli compensati fondata nel 1960. Azzi è membro di Giunta FederlegnoArredo, membro di Giunta Confindustria Mantova e vicepresidente Pro Populus (Bruxelles). Quattro i punti del programma che il neo-presidente porterà avanti durante il suo mandato: «Oltre a garantire continuità alle azioni aperte – sviluppo della pioppicoltura, incentivazione del prelievo boschivo, uso a cascata del legno – inserirò nuovi temi di interesse specifico per i gruppi Truciolari, Compensati e Semilavorati tra cui la stesura del regolamento sull’“End of waste, nuove strategie sulla pioppicoltura, eliminazione dazi su nostri prodotti, sviluppo e diffusione del marchio 100% Poplar made in Italy». Un programma ambizioso a cui si affiancherà «L’impegno ad allargare la base associativa e il mantenimento del costante e forte legame con la European Panel Federation per tutte le tematiche europee di nostro interesse».
Nicoletta Azzi sarà affiancata da Paolo Fantoni (past president) e dai consiglieri Giovanna Frati (Frati Luigi spa), Stefano Saviola (Gruppo Mauro Saviola srl), Emilio Vigolungo (E. Vigolungo spa), Giampaolo Lastrucci (Gruppo Sigel Italia spa), Mirco Pierucci (PVS srl). Nelle prossime settimane il consiglio sarà completato con le cariche di nomina presidenziale.
Nicoletta Azzi è il nuovo presidente di Assopannelli
Le manifatture europee chiedono alla Ue interventi contro la politica di dumping cinese. In vista del Vertice Ue-Cina a Pechino il 12-13 luglio, Aegis Europa, un’alleanza di oltre 30 associazioni manifatturiere europee, tra cui le industrie tradizionali, rami di consumatori, piccole e medie imprese e i settori delle energie rinnovabili, infatti, invita il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, a prendere una posizione chiara contro il dumping, l’eccesso di capacità produttiva e sovvenzioni illegali cinesi
“La Cina non è un’economia di mercato e, pertanto, non può essergli concesso lo stato di economia di mercato (Mes) dall’Ue. È di fondamentale importanza per tutte le industrie europee che le misure antidumping siano calcolate correttamente e rimangano efficaci e possibili in base al diritto commerciale dell’Ue,” ha detto Milan Nitzschke, portavoce di Aegis Europa. L’economia pianificata della Cina dirige sistematicamente le sovraccapacità produttive e quindi offre prodotti al di sotto dei costi di produzione sui mercati internazionali per sopraffare la concorrenza.
Guy Thiran, direttore generale della Eurometaux, l’associazione europea dei metalli non ferrosi ha spiegato, “le sovraccapacità cinesi influiscono su tutti i metalli non ferrosi. Prendete, per esempio l’alluminio: la quota della Cina sulla produzione mondiale è salito alle stelle a oltre il 50% negli ultimi dieci anni. Nello stesso periodo, un terzo di fonderie europee hanno chiuso i battenti. Con l’eccesso di capacità della Cina ora cinque volte più grande di produzione primaria europea, la concessione di Mes presenta prematuramente un rischio reale per 80.000 lavoratori nel settore dell’alluminio”.
Fabbrica cinese
Secondo Vidmantas Janulevičius, Ceo di Global Group Bod e Solitek, i maggiori produttori di Cd, Dvd, lenti oftalmiche e celle solari in Europa centro-orientale, “norme internazionali devono essere applicate a tutti i paesi. Se l’Ue non avesse agito contro il dumping con forza, la mia società non avrebbe mai investito in tecnologia solare – una delle tecnologie chiave in Europa. Se inchieste antidumping fossero impossibili in futuro, massicci investimenti produttivi in Europa andrebbero persi per sempre”.
Dello stesso parere Alfonso Panzani, Presidente di Ceramiche Settecento e vicepresidente di Cerame-Unie: “Il dumping cinese è molto più che nell’acciaio. Ogni azienda, in particolare quelle piccole che producono prodotti in Europa, saranno interessate. Attualmente ci sono circa 100.000 posti di lavoro in gioco nell’industria ceramica europea interessata dal antidumping. L’80% di loro sono piccole e medie imprese, la spina dorsale dell’economia della Ue, che deve mantenere un sistema di difesa commerciale solido ed efficace e non accettare la domanda cinese di misure antidumping.”
“Il silicio è un chiaro esempio di quello che la Cina è in grado di fare: massiccia sovraccapacità produttiva, persistente dumping ed elusione dalla Cina per oltre 25 anni, nonostante le misure antidumping in atto e il procedimento antielusione”, ha sottolineato Ines Vanlierde, presidente del Aegis Europa e segretario generale della Euroalliages.
Dal 22 luglio si potranno portare in negozio i propri rifiuti elettronici di piccole dimensioni. Infatti, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto 121 del 31 maggio 2016 che impone ai negozi con una superficie di vendita di almeno 400 metri quadri il ritiro gratuito dei Raee (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) con dimensioni fino a 25 centimetri, senza alcun obbligo di acquisto.
«Già previsto nella normativa generale sui Raee entrata in vigore due anni fa, con questo decreto l’Uno contro Zero diventa a tutti gli effetti operativo. Lo scopo è incrementare la raccolta di questi rifiuti in vista degli obiettivi europei: entro la fine di quest’anno dovremo arrivare a raccogliere il 45% di quanto immesso. Scopo è anche aumentare la sensibilità ambientale verso questo i rifiuti elettronici», osserva Giancarlo Dezio direttore generale di Ecolight, tra i principali consorzi nazionali no profit per la gestione dei Raee. Cellulari, tablet, piccoli elettrodomestici ed elettroutensili di ridotte dimensioni che non funzionano più sono i rifiuti elettronici più difficili da intercettare: «Solamente il 14% segue un corretto iter di raccolta differenziata, trattamento e recupero; la parte restante viene spesso dimenticata in fondo a qualche cassetto o armadio, oppure nella peggiore delle ipotesi viene messa nel sacco dell’indifferenziata – aggiunge il direttore di Ecolight -. Questi rifiuti rappresentano anche una vera risorsa di materie prime seconde: il 95% può essere riciclato».
A una maggiore facilità di conferimento per i piccoli Raee corrisponde anche un maggiore impegno dei negozi. Ecolight ha anticipato i tempi mettendo a disposizione della Distribuzione una serie di strumenti per raccogliere i piccoli rifiuti elettronici. «Attraverso un progetto europeo sperimentale abbiamo sviluppato l’EcoIsola Raee, un cassonetto intelligente dove conferire i dispositivi di piccole dimensioni e lampadine a risparmio energetico che rientrano nella famiglia dei rifiuti elettronici. Si tratta di soluzioni studiate per essere posizionate nei centri commerciali e in prossimità dei grandi punti vendita», prosegue Dezio. Sono 42 le EcoIsole già attive che si trovano prevalentemente in Emilia Romagna – dove è stata fatta la sperimentazione del progetto europeo -, in Lombardia, in Veneto e nel Lazio. «Sono al vaglio altri posizionamenti», anticipa il direttore di Ecolight. «I dati di raccolta sono decisamente confortanti: nei soli primi sei mesi di quest’anno sono circa 15 le tonnellate raccolte; un valore significativo se consideriamo che 14 EcoIsole sono state posizionate tra gennaio e giugno 2016».
Ecolight ha sviluppato anche dei cassonetti specifici per la raccolta dei micro Raee e delle lampadine a risparmio energetico appositamente da collocare all’interno dei centri commerciali. «Abbiamo ribaltato l’approccio: non sono più i cittadini che devono andare negli ecocentri comunali per conferire i rifiuti elettronici, ma sono le ecoisole che vanno dove si trova la gente. Inoltre queste soluzioni sollevano i negozi dalla compilazione di moduli, permettendo loro di rispondere agli obblighi di legge».
Torna l’iniziativa “Cersaie disegna la tua casa”, in programma al Salone Internazionale della Ceramica e dell’Arredobagno 2016, a Bologna dal 26 al 30 settembre. SCOPRI TUTTE LE NOVITÀ DELLA NUOVA EDIZIONE!
Nelle giornate di giovedì 29 e venerdì 30 settembre, all’interno dell’Agorà Media di Cersaie 2016, YouTrade metterà a disposizione dei visitatori privati che intendono ristrutturare la propria casa o acquisirne una nuova, propri esperti che offriranno consulenze qualificate sulle ultime novità del settore dell’arredobagno e della ceramica, oltre che consigli di progettazione. Ogni appuntamento avrà la durata di circa 40 minuti.
Per richiedere la consulenza al Cersaie 2016 degli esperti YouTrade, inviare un’email all’indirizzo info@vgambinoeditore.it, indicando la data scelta, nome, cognome, email e numero di cellulare. Per richiedere un appuntamento è necessario allegare anche la planimetria o la foto dell’ambiente per il quale si richiede la consulenza, ed eventuali domande.
Oltre alle case editrici, a “Cersaie disegna la tua casa” parteciperà anche una selezione di espositori appartenenti sia al comparto della ceramica che a quello dell’arredobagno: sono ventiquattro aziende espositrici disponibili ad illustrare presso gli stand e nei due giorni dedicati all’evento, le novità della propria produzione. Qui ne trovate alcune presentate lo scorso anno:
E per un viaggio nelle ultimissime novità, vi presentiamo YouTrade Casa di giugno 2016, l’appuntamento fisso con l’architettura e il design a cura dell’architetto Laura Verdi, dedicato proprio all’ambiente bagno. Da semplice locale di servizio a sala da bagno, spesso con zona wellness, il passo è breve. Oggi è il primo degli ambienti della casa al quale designer e architetti prestano tutta la loro attenzione, con soluzioni di grande effetto scenico, complici anche i nuovi materiali, come i solid surface, che permettono forme sempre più lineari per lavelli e vasche da bagno. Di seguito 25 soluzioni per lasciarsi ispirare e scegliere in base al proprio gusto.
Ottimismo per l’anno in corso grazie alla ripresa del mercato delle costruzioni. L’Italia segue il trend e dopo aver chiuso il 2015 con un confortante +5% continua a registrare segnali di crescita. In occasione dell’assemblea generale della European Panel Federation che ha avuto luogo nella suggestiva cornice del Molino Stucky di Venezia, sono stati analizzati i dati della produzione europea nel 2015 delle principali tipologie di pannelli a base legno: truciolare +1,5%, Mdf (Medium density fibreboard) +2,7%, Osb(Oriented strand board) +3,9%, compensati +1%. Nel complesso, la produzione di pannelli a base legno ha toccato i 53,8 milioni dimetri cubi pari a un incremento del 3% rispetto all’anno precedente.
«Numeri confortanti che evidenziano uno scenario continentale in ripresa caratterizzato da performance positive in quasi tutti i 25 Paesi membri Epf a cui si aggiunge un’evoluzione positiva del sentiment di consumatori e produttori che lascia sperare in un ancora migliore andamento del mercato nel 2016 – spiega Paolo Fantoni, presidente Assopannelli – Tale risultato consolida il ruolo preminente nell’economia europea dei produttori di pannelli che con le loro 5.000 aziende occupano oltre 100.000 addetti e raggiungono un giro di affari superiore al 22 miliardi di euro».
Pannelli di legno
Segnali positivi anche per l’Italia che ha chiuso il 2015 con un significativo +5% a conferma di una tendenza al rialzo in atto da diversi mesi. Si conferma il rialzo generalizzato per tutti i pannelli a base legno, con la Francia primo Paese di importazione e un significativo +10% dalla Svizzera. Nel dettaglio osserviamo che la crescita è trainata dall’Osb che continua così la sua corsa e fa segnare un significativo +16%. Da segnalare il calo della Repubblica Ceca e la crescita della Romania. Importazioni in crescita anche per i pannelli Mdf (+8% con notevoli incrementi da Francia e Romania) e pannelli compensati (+4% con forti aumenti da Russia e Cile). Per questi ultimi è in netta crescita la quota di importazione extra UE (+9%) che costituisce attualmente il 60% circa del totale, mentre rimangono invariate le importazioni a livello comunitario. Per i compensati, si evidenzia una forte crescita complessiva dell’okumè (+25%) soprattutto dalla Francia e Gabon. Diminuiscono invece le importazioni dal Marocco.
Dal 1982 Edilcommercio, rivenditore di materiali da costruzione, è un punto di riferimento per Rende e la provincia di Cosenza, oltre che eccellenza imprenditoriale della Calabria. Andrea Mazza è amministratore dell’azienda fondata dal padre, dal 2006 entrata nel Gruppo BigMat: “L’ennesima scelta vincente della nostra storia”. Mazza racconta l’anima della sua impresa, capace di fornire un’approfondita consulenza al cliente: “Sempre più di frequente si rivolgono a noi per risolvere fai-da-te i guasti casalinghi”. Il segreto? L’aver investito, molto e sempre, sulla formazione e…
Andrea Mazza, Edilcommercio
D. Quando è nata Edilcommercio?
R. L’azienda è stata fondata da mio padre nel 1982.
D. In questi 34 anni di vita quali sono state le principali tappe di crescita? R. La prima è arrivata nel 1992 con l’apertura del punto vendita di Rende, che si è aggiunto a quello storico di San Fili: lo abbiamo ingrandito in più occasioni (tra il 1994 e il 1996), facendolo diventare il nostro polo principale con i suoi 3.000 metri quadri, 1000 di showroom e 2000 di magazzino coperto. L’ultima, invece, nel 2006: quest’anno festeggiamo infatti i 10 anni all’interno del Gruppo BigMat, una scelta vincente, l’ennesima.
D. Che cosa rappresentate per il territorio? R. Una piccola premessa. Lavoriamo principalmente in ambito locale all’interno della provincia di Cosenza, in una logica di commercio di prossimità: il nostro raggio d’azione è di 30 km. Rappresentiamo, grazie al lavoro di sempre, un punto di riferimento per gli operatori del settore.
Edilcommercio, magazzino
D. Rende è una città universitaria. Questo cosa significa per voi? R. Noi, lavorando poco sia con enti pubblici che con imprese che operano con il pubblico, non abbiamo chissà quale spinta a livello di infrastrutture. Detto ciò, il traino universitario è (stato) sicuramente d’aiuto: l’indotto che si è venuto a creare, in città e nel territorio, è notevole. A Rende vi è un ricco e folto commercio di appartamenti e ciò è solo un vantaggio per noi: ci dà tanto lavoro.
D. Quindi lo stato di salute del mercato locale è positivo? R. Sì, nonostante tutto e tranne un calo di fatturato costante a partire dal 2008, a inizio 2014 siamo tornai a crescere.
D. In quali termini? R. A doppia cifra: +11% nel 2014 e un +15% nel 2015. E anche quest’anno il trend è in linea con l’anno passato. La crescita c’è e continua.
Edilcommercio, punto vendita
D. Siete in controtendenza con l’Italia, il cui quadro rimane balbettante. Come mai? R. Bisogna sempre contestualizzare i dati e i numeri. Nella nostra zona ci sono stati dei rivenditori-concorrenti che hanno chiuso, per cui abbiamo assorbito la loro quota di mercato e la loro clientela, avendo dunque dei benefici. Oggi abbiamo 3 competitor, in passato erano 6: la crisi ha fatto le sue vittime, purtroppo.
D. Qual è la natura del mercato attuale? R. Ruota intorno alla ristrutturazione, grazie agli incentivi del 50% di detrazioni fiscali. Poi, senza dubbio, domina il privato.
D. Sempre più protagonista. R. È cresciuto sensibilmente il numero delle visite di clienti comuni: mamme, ragazzi che stanno costruendo la loro prima abitazione, donne che vogliono materiale perché hanno gli operai in casa. Prima tutto questo non succedeva: capitava di vedere una (massime due) signora in magazzino al giorno, oggi se ne vedono a decine. Specialmente la presenza femminile è molto aumentata: un’ulteriore conferma del fatto che oggigiorno il privato e la ristrutturazione sono i motori del settore.
Edilcommercio, showroom
D. Mentre le imprese di costruzione non lo sono più. R. Noi lavoriamo con un buon numero di piccole-medie imprese, ma è il privato ad aver ormai acquistato un ruolo da protagonista.
D. E per conquistare il privato è diventato determinante l’apporto dello showroom. R. Assolutamente sì, accompagnato però dalla capacità di offrire consulenza. Perché adesso il privato si è messo a fare un lavoro che non gli compete. Le racconto un aneddoto.
D. Prego. R. Un giorno è venuta una signora al banco vendita e ha chiesto informazioni su come sostituire un flessibile del lavandino. Al che il mio collaboratore, dopo averle chiesto di raccontarle a fondo il suo problema, le ha spiegato la procedura completa. Questo per far capire come, sempre più di frequente, i clienti si rivolgano a noi per risolvere fai-da-te i loro guasti casalinghi.
Edilcommercio, sala mostra
D. Insomma, siete diventati una sorta di libretto delle istruzioni, capace per di più di consigliare i prodotti da utilizzare R. Io poi non so se alla fine i lavori di riparazione vengono fatti da loro o da un professionista, ma fatto sta che riceviamo sempre più richieste pratiche. La cosa ci fa piacere perché significa che riconoscono in noi l’esperienza e la professionalità e la cosa ci inorgoglisce. Però…
D. Però la casalinga di turno, da buona contabile di famiglia, vuole risparmiare. R. Esatto e ha anche ragione. Ma poi purtroppo, spesso e volentieri, sbagliano le riparazioni e cosa fanno allora? Danno la colpa ai materiali e al rivenditore che glieli ha venduti o posati…
D. Prima ha accennato ai problemi della concorrenza. Qual è la vostra marcia in più rispetto ai competitor? R. L’aver investito negli anni sulla formazione. Anche qui posso snocciolarle una curiosità che rende bene l’idea: il mio primo volo in aereo è stato nel 1995 e me lo pagò Mapei, che organizzò a Milano un corso di 3 giorni. Ecco, questa tendenza di far fare i corsi ai dipendenti e ai clienti è diventata una nostra caratteristica distintiva, nonché scelta vincente. Ogni anno organizziamo all’incirca una decina di incontri formativi con varie aziende di diversi settori (edilizia, termoidraulica…), rivolti proprio alla clientela: imprese edili, applicatori, artigiani, architetti, progettisti e geometri.
Edilcommercio, showroom
D. Ecco, ma a proposito dei clienti, qual è il loro rispettivo valore di fatturato? R. Oggi il 50% del nostro fatturato è fatto dalle imprese e dai professionisti, mentre il restante 50% è tutto dei privati. In passato la proporzione era 80%-20%, ovviamente a favore del professionismo.
D. Il trend dei settori merceologici? R. Il pesante è quello che va peggio, mentre i segmenti che danno redditività sono le finiture – quindi tutto ciò che è legato allo showroom – e la chimica per l’edilizia (e dunque la ristrutturazione).
D. Avete in cantiere nuovi progetti per rafforzarvi ulteriormente? R. Sì, da inizio maggio abbiamo avviato i lavori per l’apertura di una nuova sede a Rende, che diventerà il nostro terzo punto vendita: vogliamo che le tre rivendite cooperino al meglio per essere ancora più performanti.
Edilcommercio, sala mostra
D. Una breve raffica di domande extralavorative finali: squadra del cuore? R. Juventus.
D. Il cantante o la canzone preferiti? R. Non riesco a scegliere perché sono un amante della musica in generale, soprattutto quella pop-commerciale contemporanea.
D. Il libro di riferimento o quello che sta leggendo in questi giorni? R. Ho quasi concluso la lettura del libro sulla vita di Steve Jobs.
Nata trent’anni fa a Parma, Edilizia2000 è un cuore pulsante del territorio. Ermanno Chiari, titolare della rivendita di materiali per l’edilizia (socia di MondoEdile), ripercorre le tappe decisive dello sviluppo aziendale, un’impresa a conduzione familiare pronta al passaggio di consegne generazionale: la figlia, fautrice dello showroom e il figlio debuttante all’opera in magazzino (e guai a dimenticare la moglie!) proiettano la realtà imprenditoriale ben oltre quel 2000 che compare nel nome. “Il presente? Ristrutturazione e privato. Il futuro…”.
Ermanno Chiari, titolare Edilizia2000
Domanda. Iniziamo partendo dal nome: perché Edilizia2000?
Risposta. Perché quando siamo nati volevamo proiettarci al 2000. A tal proposito c’è un piccolo aneddoto: eravamo indecisi se chiamarci Chiari Edilizia oppure darci un altro nome: ecco, non abbiamo resistito al fascino del terzo millennio.
D. Quando nasce Edilizia2000?
R. Abbiamo aperto il 1° aprile 1986. E in questi 30 anni di attività siamo cambiati tanto.
D. Quali sono stati i crocevia decisivi per l’azienda?
R. Il primo grosso cambiamento è iniziato nel 1992, quando abbiamo inserito il settore della ceramica e realizzato la prima rivendita (in affitto). In seguito abbiamo comprato i terreni e costruito il nuovo capannone, che ci ha permesso di fare un grosso salto.
Edilizia2000, l’angolo del progettista
D. Poi?
R. L’altro momento chiave è arrivato nel 2009-2010, quando abbiamo creato la sala mostra: una svolta che è coincisa con l’ingresso in azienda di mia figlia, responsabile dello showroom.
D. Che cosa rappresenta la sua azienda per Parma e provincia?
R. Una realtà storica, che ha salde radici nel territorio. Abbiamo due punti vendita, lontani una manciata di chilometri l’uno dall’altro (uno a Pilastro e uno a Sala Baganza, NdR) qui nel Parmense. Poi, vede, il trasporto dei nostri prodotti incide moltissimo su spostamenti e raggio d’azione: portarti lontano è un problema in termini di costi, per cui il nostro mercato è quello locale. Ecco, per la ceramica ci spingiamo anche oltre, anche di 30-40 km. Poi, beh, è successo di fare un cantiere a Piacenza, ma è stata un’eccezione alla (nostra) regola.
D. Ma qual è lo stato di salute del mercato di Parma e dintorni?
R. Ha subito dei rallentamenti come tutte le altre città. La nostra fortuna-bravura è quella di essere riusciti, negli ultimi 10 anni, a differenziarci molto sia a livello di magazzino edile che di showroom: ceramiche, arredo bagno, serramenti, camini, porte e così via. Ciò ci ha permesso di colmare il vuoto lasciato da tutte quelle nostre imprese-clienti storiche che sono state travolte dalla crisi: molte hanno chiuse e tante si sono sensibilmente ridimensionate.
Edilizia2000, showroom
D. E le nuove costruzioni latitano…
R. Diciamolo: il nuovo è quasi inesistente. Mentre domina la ristrutturazione, per noi fondamentale: ci ha permesso di mantenere stabile i nostri volumi di fatturato e, addirittura, di ampliare il nostro organico. D’altronde, per poter far fronte a tutti questi inserimenti di prodotti in magazzino e in sala mostra, abbiamo dovuto assumere ulteriore personale qualificato.
D. Quindi, insomma, tenete più che bene.
R. Siamo stati bravi a saperci differenziare e a specializzarci nella ristrutturazione, come dicevo. Il lavoro, quello ben fatto, paga sempre. Poi Parma è aiutata anche dal settore alimentare e della meccanica, che tamponano il calo generalizzato del settore delle costruzioni.
D. E la ceramica che ruolo ha?
R. Negli ultimi cinque anni è cambiata sia la nostra impostazione commerciale che quella dei nostri clienti: in questo contesto la ceramica si è ritagliata un ruolo da protagonista.
Edilizia2000, colorificio
D. Veniamo ai clienti e a quanto siano cambiati negli ultimi anni: qual è il vostro target di riferimento attuale?
R. Prima la maggior parte della nostra clientela era costituita dalle imprese di costruzione: valevano l’85% del nostro lavoro e fatturato (mentre il restante 15% era rappresentato dai privati). Al tempo non avevamo ancora in mano il settore degli architetti, che abbiamo invece conquistato grazie all’inserimento dello showroom nel 2010.
D. Di cui, diceva, sua figlia è responsabile
R. È stata molto brava a cogliere, in anticipo, le potenzialità di una sala mostra: visto lo stato di salute dell’edilizia pura è stata una manna dal cielo, ci ha salvato. Lo showroom ad oggi vale il 40% del fatturato complessivo, i cui numeri si sono ribaltati i numeri rispetto al passato: ora i privati valgono l’85% e le imprese il 15%. Il canale di progettisti e degli architetti ci ha permesso, senza mezzi termini, di rimanere a galla e di mettere nuove basi per il futuro.
D. Una piccola parentesi:siete un’azienda a conduzione familiare?
R. Sì, ed è la nostra fortuna. Mia moglie da sempre, mia figlia da anni e ora, da circa 6 mesi, anche mio figlio che si sta facendo le ossa nel magazzino edile. Ha 24 anni, è appena arrivato e già mostra grande interesse, così come la sorella. Il passaggio generazionale è in corso.
Edilizia2000, showroom
D. A bruciapelo mi sa dire qual è il vostro punto di forza?
R. Servizio e preparazione. A livello di magazzino, la pluralità di servizi che garantiamo alle imprese, a partire dalle tempistiche: apriamo alle 7 del mattino e chiudiamo al 18/18:30 di sera. Poi, senza dubbio, il grande assortimento di prodotti. Mentre per quanto concerne lo showroom, la sua modernità di forma e di contenuti: conquistiamo sia la signora Maria che il progettista di turno. E un’altra cosa…
D. Prego.
R. Un fiore all’occhiello di cui andiamo orgogliosi è il nostro rappresentante, che gira sui cantieri e opera sul territorio: molti non ce l’hanno.Questo ci permette di avere una miglior conoscenza del mercatoe, di conseguenza, una presenza più ficcante.
D. Passando sul versante dei settori merceologici, quali vanno meglio e quali peggio?
R. Il pesante è maglia nera, assodata. A livello di magazzino edile tirano i cappotti, cartongessi, colori, isolanti e finiture: insomma, tutto quello che concerne la ristrutturazione. Legno, ceramiche, ferramenti e arredo bagno sono invece trainanti per lo showroom, che comunque nel suo in complesso non ha segmenti in difficoltà.
Edilizia2000, showroom
D. Concludiamo in leggerezza: è forse il Parma la sua squadra del cuore?
R. No, sono juventino doc! Tutta la famiglia è juventina. Ho avuto l’abbonamento al Parma ed è comunque la squadra della mia città, ma quando al Tardini giocavano contro, non avevo di certo dubbi su chi tifare.
D. Il cantante preferito?
R. Gianni Morandi e Adriano Celentano, che hanno accompagnato la mia gioventù.
D. Ha un libro di riferimento?
R. Ogni anno ho una tradizione: compro e leggo il libro di Bruno Vespa.
D. Hobby?
R. Due molto forti, tennis e bicicletta: mi definisco un tennista e un ciclista molto appassionato.
L’alternativa naturale. Leggera, performante, pratica da utilizzare, ma anche in grado di semplificare notevolmente l’esecutività del cantiere: è l’argilla espansa Leca nelle applicazioni geotecniche. Un esempio? L’utilizzo dell’argilla espansa Leca granulometria 0-30 per la realizzazione del corpo di un rilevato stradale sulla Ss. 318 di Valfabbrica, in provincia di Perugia, eseguito su pendii.
Argilla espansa Leca, cantiere
Il ripristino o la nuova realizzazione di sedi stradali in terreni soggetti a scorrimenti attivi o potenziali prevedono spesso, oltre alla realizzazione di strutture di rinforzo tradizionali come ad esempio muri su pali, la realizzazione di rilevati utilizzando materiali leggeri, in quanto questi ultimi consentono di sgravare il pendio dai carichi evitando quindi l’innescarsi o il riattivarsi di movimenti nel terreno. Ed è proprio questa la soluzione utilizzata per affrontare un’opera di particolare complessità alla luce delle caratteristiche geotecniche dei terreni interessati: un tratto stradale in rilevato localizzato all’interno di una variante della Ss. 318 di Valfabbrica, in provincia di Perugia, opera all’interno del progetto più generale del “Quadrilatero Marche-Umbria”, e che ha visto fra i suoi protagonisti l’argilla espansa Leca.
Applicazione in cantiere: argilla espansa Leca
Il progetto “Quadrilatero Marche-Umbria” prevede la realizzazione di opere infrastrutturali viarie (i cui assi rappresentano idealmente i quattro lati di un quadrilatero) attraverso il completamento e adeguamento di due arterie principali, l’asse Foligno-Civitanova Marche Ss. 77 e l’asse Perugia-Ancona Ss. 76 e Ss. 318, della Pedemontana Fabriano-Muccia/Sfercia e di altri interventi viari, idonei ad assicurare il raccordo con i poli industriali esistenti e, più in generale, a migliorare ed incrementare l’accessibilità alle aree interne delle Regioni interessate. Dal punto di vista strategico-logistico il Progetto infrastrutturale viario si inserisce nel sistema delle principali dorsali del Paese (il corridoio Adriatico ed il corridoio Tirrenico), consentendo di ridurre il deficit infrastrutturale che riguarda le Regioni Marche e Umbria creando un efficiente collegamento con le regioni circostanti e verso l’Europa. L’intervento è suddiviso in due maxi lotti, nel secondo dei quali rientra il completamento a quattro corsie della Ss. 318 di Valfabbrica, affidato dalla committente ANAS alla ATI composta da Consorzio Stabile Operae, Tecnologie e Sistemi Integrati di Costruzione, Toto e Consorzio stabile Ergon Engineering and Contracting.
Applicazione in cantiere: argilla espansa Leca
Il cantiere oggetto dell’intervento è localizzato all’interno di un tratto in variante dei lavori di completamento della Ss. 318 di Valfabbrica, caratterizzato da una situazione geomorfologica complessa che ha richiesto, da un lato, l’esecuzione di una specifica campagna di sondaggi per accertare le caratteristiche meccaniche dei terreni, dall’altro l’elaborazione di una soluzione ad hoc per la realizzazione dei rilevati stradali. La soluzione originariamente selezionata in fase di progetto, consistente nella realizzazione di un muro di sostegno in terra rinforzata a contenimento di un rilevato con riempimento alleggerito in eps, posato all’interno di blocchi tirantati poggianti su una soletta in calcestruzzo, presentava alcun controindicazioni sia sotto il profilo della complessità esecutiva che della capacità di assicurare un adeguato drenaggio delle acque piovane. Su suggerimento dell’impresa esecutrice, la Carena S.p.A. di Genova e con il supporto dello Studio GP Ingegneria di Roma, si è perciò deciso di utilizzare, in sostituzione dell’eps, l’argilla espansa Leca, che in quanto caratterizzata da un peso per unità di volume molto inferiore rispetto a quello del terreno stesso consente non solo di costruire il rilevato senza aumentare i carichi sul terreno previsti nel progetto originale, mantenendone così invariato lo stato di equilibrio tensionale originale, ma soprattutto di alleggerire nettamente i carichi sul pendio del rilevato. Accanto a tali vantaggi, negli interventi in terra rinforzata o in terra armata l’argilla espansa Leca consente anche di realizzare strati in grado di adattarsi alla modularità del contenimento. Da sottolineare, inoltre, come l’argilla espansa, pur essendo molto leggera, raggiunge nell’interfaccia con il rinforzo valori di attrito molto elevati, che permettono di dimensionare i rinforzi stessi in modo da contenere i costi mantenendo un eccellente grado di sicurezza.
Applicazione in cantiere: argilla espansa Leca
Nell’intervento in oggetto, che ha interessato un tratto in rilevato dello sviluppo di circa 150 m, sono stati utilizzati circa 20.000 m3 di argilla espansa Leca in granulometria 0-30, posata in più strati con interposizione di tessuto non tessuto e successivamente rullati per assicurarne una adeguata compattazione. L’adozione di questa particolare soluzione non solo ha consentito di raggiungere le medesime prestazioni rispetto a quella originaria, ma ha comportato anche una notevole semplificazione del cantiere dal punto di vista esecutivo, rendendo superflua l’esecuzione delle solette di appoggio in calcestruzzo, e garantendo un efficace drenaggio naturale.
In occasione dell’Assemblea 2016, le aziende italiane di arredobagno guardano con soddisfazione all’anno trascorso, un anno da ricordare che ha mostrato finalmente segnali incoraggianti: buoni i risultati ottenuti sui mercati esteri, ma anche in Italia, dove si rivede un segno positivo. L’anno si chiude con la certezza che il settore possa giocare le sue carte nello scacchiere internazionale, complice un Salone Internazionale del Bagno forte, che ha mostrato ancora una volta la convinzione delle imprese nostrane.
Secondo il dato di consuntivo elaborato dal Centro Studi FederlegnoArredo, nel 2015 il sistema arredobagno ha chiuso l’anno con un fatturato alla produzione di 2.576 milioni di euro, in crescita dell’1,3% rispetto al 2014. La prima edizione dei RatiosArredobagno (un sistema di analisi delle performance delle imprese che si basa sui risultati di bilanci andamentali) evidenzia un sistema di imprese composto da operatori per lo più specializzati (66% dei casi) e con una presenza consolidata sul mercato (nel 70% dei casi da circa 20 anni). Mediamente il loro fatturato era nel 2014 di 11 milioni di euro. Inoltre, l’arredobagno registra anche una variazione positiva, seppure modesta, sul mercato nazionale (+0,2%). Tra i comparti più dinamici, i rubinetti e le chiusure doccia. Le esportazioni del Sistema segnano nel 2015 un incremento del 2,9%, grazie in particolare ai buoni risultati in Germania (solidamente primo mercato di destinazione con 193 milioni di euro di export), e agli Stati Uniti, portando la quota export del settore a oltre il 40%.
Arredobagno, fotografia del mercato mondiale
Nel 2014 le importazioni a livello mondiale del sistema arredobagno ammontavano a 26.797 milioni di euro. Al 1° posto gli Stati Uniti che, con 4.517 milioni di euro, rappresentano il 16,9% degli acquisti mondiali. Al 2° posto la Germania che guadagna una posizione con un import di 1.803 milioni di euro pari al 6,7% del totale; e, al terzo posto, la Cina con il 5,5% e 1.470 milioni di euro.
Export per Paesi di destinazione / Gennaio-Dicembre 2015
Arredobagno, i dati per Paesi di destinazione. Dati 2015 provvisori: elaborazione Centri Studi Federlegno Arredo su dati Istat
Le parole soddisfatte di Mauro Guzzini, presidente Assobagno: “Non posso che fare i complimenti alle aziende: è merito loro se il sistema è riuscito ad affrontare questi anni difficili e oggi può guardare alle sfide che ci aspettano con più fiducia. Proseguiremo durante i prossimi mesi nella strada intrapresa,favorendo l’internazionalizzazione delle imprese, soprattutto in quei mercati come Stati Uniti e Germania dove ci sono buone prospettive; svilupperemo ulteriormente la collaborazione con la distribuzione, in particolare con la formazione di Bagno Accademia, per rinnovare un mercato, quello italiano, irrinunciabile. E continueremo a investire nella normativa tecnica per dare più solidità al settore”.
Arredobagno
Arredobagno: “Open mind about bathroom” – A volo libero nella cultura e sperimentazione dell’ambiente bagno
È sulla scia del prezioso lavoro fatto da Beppe Finessi per la mostra Stanze. Altre filosofie dell’abitare, organizzata dal Salone del Mobile.Milano, nell’ambito del Palazzo dell’Arte in Triennale, che nasce l’idea di investigare anche l’ambiente bagno con l’incontro Open mindaboutbathroom, all’interno dell’Assemblea Generale di Assobagno. Un incontro che ha l’obiettivo di esplorare gli elementi alla base della trasformazione dell’ambiente bagno, sia a livello progettuale e architettonico – spazi, volumi, destinazione d’uso – sia in merito alla ricerca e alla sperimentazione sulla forma e sui materiali più all’avanguardia. E lo fa attraverso il vissuto e l’esperienza personale di due illustri protagonisti: Beppe Finessi, architetto, docente e curatore della mostra, e Carl Pickering, architetto e socio fondatore dello studio Lazzarini Pickering Architetti, co-autore insieme a Claudio Lazzarini di La vie en rose, uno dei progetti all’interno della mostra. Finessi, oltre ad illustrare il concept e le finalità della mostra Stanze. Altre filosofie dell’abitare, espone la sua visione dell’ambiente bagno dal punto di vista architettonico e progettuale, mettendo a fuoco l’approccio innovativo dell’architettura d’interni, che non trascura i cambiamenti e le esigenze degli stili di vita di ogni giorno. Pickering racconta la scelta di utilizzare il fotovoltaico organico nel progetto La vie en rose, all’interno della cellula abitativa, persino sugli elementi d’arredo, come soluzione per il futuro di una casa che aspira all’autosufficienza energetica. Plus, un focus fra i progetti più significativi realizzati, con particolare attenzione al lavoro di sperimentazione e ricerca sull’ambiente bagno, dal privato agli alberghi, dalle barche agli aerei.
Abbiamo scherzato: neanche il 2016 segnerà la ripresa per l’edilizia. Anzi, nel primo trimestre del 2016 l’occupazione nel settore è diminuita ancora del 3,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A indicarlo è l’Osservatorio congiunturale dell’Ance. Dall’inizio della crisi il bilancio, spiega l’associazione costruttori, i posti di lavoro persi nell’edilizia sono stati 580 mila, quasi uno su tre (-29,3%), che diventano 800 mila considerando anche i settori collegati. E il prossimo anno non promette nulla di buono: senza adeguate politiche per il settore anche il 2017 rischia di segnare il decimo anni di crisi. In barba a chi aveva pronosticato l’apertura di un nuovo ciclo. Le previsioni per il prossimo anno dell’Ance, infatti, mostrano una nuova flessione dei livelli produttivi dell’1,2% in termini reali su base annua, con una riduzione del 3,6% delle opere pubbliche, del 3% della nuova edilizia residenziale e dello 0,2% nel comparto delle ristrutturazioni. Per scongiurare un altro anno nero, l’Associazione chiede un periodo transitorio del nuovo codice degli appalti, la messa a regime degli incentivi potenziati per la ristrutturazione edilizia e per la riqualificazione energetica, norme finalizzate a favorire interventi di “sostituzione edilizia”, che implicano la demolizione e ricostruzione dell’esistente, anche un incrementi volumetrici, agevolazioni per la permuta tra vecchi edifici e immobili con caratteristiche energetiche completamente rinnovate. Un’altra richiesta avanzata dall’Ance è la proroga, per un ulteriore triennio, della detrazione Irpef pari al 50% dell’Iva dovuta sull’acquisto di abitazioni in classe energetica A o B, introdotta dalla legge di Stabilità 2026 e in scadenza al 31 dicembre 2016.
Mercato del lavoro - La classifica delle professioni più ricercate in Italia
Stai cercando lavoro? Fai fatica a trovarlo? Se la risposta è sì, forse è bene dare un occhio all’Osservatorio semestrale sul mercato del lavoro realizzato da Jobrapido, motore di ricerca di lavoro leader a livello mondiale, che ha selezionato i settori più attivi nella ricerca del personale. Ecco, quindi, quali sono le figure professionali più ricercate e assunte in questo momento.
Dall’analisi – basata sul numero di annunci pubblicati sulla piattaforma – è emerso come in Italia il settore del Commercio/Retail/Grande distribuzione organizzata sia il più attivo nella richiesta di personale, per un totale di 202mila annunci presenti; a seguire Risorse Umane/Amministrazione, con 93mila annunci e, terzo, quello dei Servizi con 85mila. Questi tre segmenti del mercato mettono insieme un totale di Per un 380 mila annunci. Inoltre, altrettanto ricercati sono gli impieghi nel settore della Manodopera: nel mese di giugno, infatti, gli annunci specifici per questo comparto lavorativo sono stati circa 80mila.
Mercato del lavoro – La classifica delle professioni più ricercate in Italia
La top 10 degli annunci di lavoro per tipologia in Italia (giugno 2016):
Commercio/Retail/Grande Distribuzione: 202.000
Amministrazione/Risorse Umane: 93.000
Servizi: 85.000
Manodopera: 80.000
Ingegneria: 77.000
Vendite: 74.000
Informatica: 68.000
Export: 52.000
Marketing/Pubblicità /Pubbliche Relazioni: 45.000
Ristorazione: 38.000
La classifica delle professioni più ricercate in Italia
Lo stesso studio è stato condotto anche in altri due importanti mercati europei: Germania e Paesi Bassi. A guidare la classifica delle offerte di lavoro in Germania è il comparto Informatico, con 457 mila job post, mentre nei Paesi Bassi, con 153 mila annunci, è il settore Manifatturieroa raggiungere la prima posizione. Lo studio ha permesso di ottenere una panoramica più ampia sul mercato del lavoro in questi due Paesi:
In Germania il secondo posto lo ottiene il settore Manifatturiero con le sue 388 mila offerte, mentre il settore Logistica e Trasporti, con 327 mila job post, si colloca in terza posizione.
Nei Paesi Bassi, invece, è l’ambito IT (93 mila offerte) a raggiungere la seconda posizione, a cui seguono Commercio ed Exportcon 59 mila annunci.
Da sempre Saint-Gobain con i suoi materiali e le sue soluzioni per l’edilizia contribuisce alla qualità della vita quotidiana, attraverso i valori caratteristici del proprio marchio: esperienza nei materiali, cultura dell’innovazione, comprensione dei bisogni del consumatore e approccio basato su apertura e responsabilità sociale. Con l’obiettivo di avvicinarsi ancora di più al consumatore finale e massimizzare così il proprio ruolo di leader di mercato, Saint-Gobain ha avviato una nuova campagna pubblicitaria che mette al centro il comfort quale espressione della relazione tra le persone e i luoghi in cui vivono.
Per Saint-Gobain comfort è sinonimo di benessere, che si sperimenta in un ambiente comodo, accogliente e sicuro. Un concetto da sempre insito nel Dna dell’azienda ed oggi espresso da una campagna adv che racconta cosa Saint-Gobain fa per contribuire al benessere dei suoi clienti. Punto di partenza del lavoro creativo è stata una ricerca, commissionata alla Doxa, sui driver che guidano i consumatori nelle scelte legate ai lavori di costruzione o ristrutturazione dei propri ambienti abitativi. La ricerca ha evidenziato come la casa continui ad avere per gli italiani un forte valore emotivo, non solo uno spazio in cui si abita quanto piuttosto una sorta di estensione del sé, un ambito in cui ritrovare tranquillità e serenità in contrapposizione alla frenesia del mondo esterno, un palcoscenico su cui va in scena la propria vita e che, proprio per questo, deve e può cambiare col mutare delle situazioni e delle circostanze.
Saint-Gobain, comfort è una casa a prova di vita
La competenza tecnica delle soluzioni proposte da Saint-Gobain è il valore aggiunto che garantisce non solo efficienza e funzionalità, ma benessere e dunque una migliore qualità della vita nel rispetto del pianeta. Si (ri)scopre così il valore del silenzio, dell’isolamento termico, della qualità dell’aria che si respira, della facilità di creare spazi più consoni alle proprie esigenze e molto altro ancora. Il claim, “Comfort è Saint-Gobain”, riassume il senso della relazione autentica che Saint-Gobain sa creare con i propri interlocutori per costruire con loro una casa migliore, perché una casa migliore migliora la vita. La campagna, in perfetta sintonia con il nuovo logo recentemente svelato, viene proposta per la prima volta su testate consumer e sarà pianificata anche su radio e web.
“L’orientamento al cliente deve essere profondo e specifico, così da capire e risolvere i suoi problemi”. È questo il segreto del successo di Edilcomes Commerciale (Gruppo Made), storica rivendita di materiali da costruzione di Pisa, ora anche showroom di finiture. L’approccio positivamente maniacale verso la clientela lo racconta Roberto Dolcetti, general manager dell’azienda fondata dal padre e dalla madre nei primi anni Settanta. Negli ingredienti della sua ricetta vincente c’è la convinzione che il cliente si fidelizzi anche con la conoscenza laterale al settore di appartenenza.
Domanda. Quando è nata Edilcomes Commerciale e quali sono state le principali tappe di sviluppo?
Risposta. L’azienda è stata fondata dai miei genitori nei primi anni Settanta ed è nata come servizio di consulenza, vendita e posa di isolanti e impermeabilizzanti, con soluzioni che già in quegli anni si distinguevano per essere all’avanguardia.
D. Poi?
R. Inizialmente ci siamo evoluti, diventando anche una rivendita di attrezzature per l’edilizia. Il passo successivo è stato quello di estendere la vendita anche ad altri materiali edili, quali premiscelati, sistemi a secco, ferramenta e colore. E arriviamo così al 2007, quando abbiamo introdotto la commercializzazione di pavimenti, rivestimenti e arredo bagno.
D. Ed eccoci allo showroom.
R. Sì, creato all’interno del nostro punto vendita nel 2009. Una divisione che cresce costantemente di fatturato.
Edilcomes, sede di Ospedaletto (Pisa)
D. Edilcomes è una realtà d’eccellenza per il territorio e continua ad esserlo pur in un momento difficile come quello attuale: qual è il segreto del vostro successo?
R. La continua ricerca di materiali e soluzioni innovative. Approfondire la conoscenze e la competenze, così da proporre le migliori novità al cliente.
D. Insomma, non vi fermate mai.
R. Ci viene naturale: è da sempre la nostra cultura aziendale e ci impegniamo a trasmetterla ai nuovi arrivati. L’approccio e l’orientamento al cliente deve essere profondo e specifico, così da capire e risolvere i suoi problemi. Questa è la nostra marcia in più.
D. Un altro punto di forza decisivo?
R. L’attenzione all’aspetto finanziario. Ciò significa, magari, rinunciare a qualcosa in termini i fatturato per investire sulla qualità. E questa mentalità paga.
Edilcomes, showroom
D. Passiamo al mercato: quali sono i segmenti leader e com’è il trend?
R. Finiture, arredo bagno e isolanti sono la nostra top three. Per quanto concerne invece l’andamento di mercato, attualmente siamo in segno “più” rispetto al 2015: stiamo raccogliendo i frutti di quanto seminato.
D. A livello locale com’è la situazione?
R. La costruzione di nuovi edifici è quasi assente, per cui le imprese di costruzione tradizionali che basavano il loro business su questo mercato non sono più tantissime; il mercato si basa essenzialmente sulla ristrutturazione e sulla riqualificazione dell’esistente, motivo per il quale a livello di settore edile ci approcciamo con le piccole aziende familiari e gli artigiani. Mentre lo showroom si rivolge all’utente finale privato e agli influenzatori del mercato, quali architetti e professionisti in genere.
D. E a tal proposito, Il fatturato come è composto?
R. Per il 60%professionisti (imprese edili) e per il 40% privati. Le proporzioni, rispetto alla situazione pre-crisi, si stanno equiparando.
Edilcomes, punto vendita
D. E all’orizzonte cosa vede?
R. Quello che vedo già a un passo: il mercato si è incentrato sulla ristrutturazione e sul privato. Poi, certo, bisogna essere bravi a cercare (e trovare) nuove opportunità anche in altri settori limitrofi.
D. Come?
R. Infissi, serramenti,porte. Insomma, fare in modo che il cliente che varca la soglia possa trovare tutto quello che gli serve per ristrutturare casa: Edilcomes lo permette.
D. La clientela è dunque ben chiara nel mirino, ma in che modo la si cattura?
R. Il privato solitamente viene attirato con attività di marketing, soprattutto online con i social network. Noi poi organizziamo delle iniziative sui generis, eventi culturali capaci di attirare pubblico.
Edilcomes, showroom
D. Del tipo?
R. Per esempio, mostre di quadri e fotografie o spettacoli di danza. Intrighiamo le persone e l’interesse che suscitiamo in loro fa sì che poi si ricordino di noi quando hanno bisogno di materiali per ristrutturare e/o arredare.
D. Chiuderei l’intervista con una breve serie di domande leggere. Il suo cuor calcistico batte per…?
R. La squadra della mia città, il Pisa, neopromosso in serie B! A livello di serie A tifo la Juventus.
D. La canzone preferita?
R. Sweet Child O’ Mine, dei Guns N’ Roses. L’ascolto sempre volentieri perché mi ricorda quando ero adolescente. E poi come cantante dico Jovanotti, perché sprigiona energia e positività.
Edilcomes, magazzino
D. Il libro che ha sul comodino o che ha sfogliato più volte negli anni?
R. Ogni tanto mi capita di rileggere La felicità in tasca di Tal Ben Shahar.
D. Ultimissima: hobby?
R. Sono appassionato di Vespe della Piaggio: colleziono e guido i modelli classici. Poi mi piace il mare, e quindi andare in motoscafo e pescare.
Fi-Ve ha acquistato da BASF lo stabilimento di Bibbiano (Reggio Emilia) per la produzione di Styrodur®, pannello termoisolante in polistirene espanso estruso certificato per sistemi a cappotto. Può dunque continuare la produzione per il mercato italiano delle celebri lastre isolanti verdi: sono state così salvaguardate anche le competenze e professionalità della manodopera esistente.
Styrodur® in un esempio di applicazione come isolante delle pareti
L’operazione Iwis (Fi-Ve) – BASF – Styrodur®
Entriamo nel merito dell’operazione. Nell’ambito della strategia del gruppo Iwis per il consolidamento della leadership nella produzione e nella quota di mercato dell’isolamento termico, il suo ramo italiano Fi-Ve (di Vittorio Veneto, Treviso) ha acquisito dal Gruppo BASF lo stabilimento di Bibbiano, dove si produce Styrodur®, prodotto e marchio BASF, leader a livello mondiale. Fi-Ve è infatti controllata al 100% da Iwis, holding italiana che raggruppa diverse aziende nel mercato dei prodotti per l’edilizia, presente con 16 stabilimenti produttivi in Europa e con una rete capillare di vendita e assistenza tecnica a livello mondiale.
Un momento della produzione Styrodur®
L’investimento FI-Ve/Iwis in Styrodur®
Da più di 50 anni, per i suoi vantaggi tecnici, Styrodur® è utilizzato in Italia da generazioni di progettisti, architetti, artigiani, costruttori e fornitori di materiali edili. La commercializzazione è ora gestita direttamente da Fi-Ve mediante una rete di vendita specializzata, dedicata e garantita da un collaudato servizio di assistenza. Con questa acquisizione – un investimento in controtendenza con quanto succede in Italia, dove sono molte le aziende a cedere impianti e marchi a gruppi esteri – il Gruppo Fi-Ve Isolanti, con gli stabilimenti di Bibbiano (Re), Loria (Tv), Roncà (Vr), Nyirad (Ungheria), Gilly Sur Isere e Saint Germain s. Moine (Francia), Kaniza (Serbia) diventa uno dei più importanti riferimenti a livello europeo nell’ambito dell’isolamento termico.
La sede di Iwis Holding a Vittorio Veneto (Tv) – Fi-Ve
La dichiarazione di BASF sull’operazione con Fi-Ve (Iwis)
BASF ha deciso di concentrarsi sul business di Styrodur® nei mercati dell’Europa centrale e del nord. Per l’Italia BASF ha scelto di trovare un partner solido a cui affidare l’impianto produttivo e la commercializzazione di Styrodur®. “Riteniamo che Fi-Ve sia il partner giusto per Styrodur®. Con un focus molto forte sul mercato Italiano e con una struttura snella e dinamica Fi-Ve potrà garantire la continuità e lo sviluppo di Styrodur® nei prossimi anni” ha commentato Giorgio Greening, Senior Vice President della divisione Pm di BASF . “L’accordo con Fi-Ve ci ha permesso di salvaguardare l’occupazione per tutti i dipendenti di Bibbiano. I piani di sviluppo che Fi-Ve ha prospettato consentiranno, a nostro avviso, di garantire nei prossimi anni la presenza industriale del sito, rispettando allo stesso tempo i rigidi standard di tutela ambientale attualmente presenti” ha affermato Filippo Di Quattro, Direttore Operations di BASF Italia”.
Luciano Mazzer, Presidente Fi-Ve e Iwis Holding
Le dichiarazioni di Luciano Mazzer, presidente Fi-Ve e Iwis Holding
“Il mercato italiano dell’edilizia dal 2006 al 2016 ha subìto un drastica flessione, sicuramente oltre il 50%. Il nostro Gruppo ha retto grazie alla struttura internazionale che ci ha consentito di conquistare quote di mercato in molti nuovi Paesi. Con l’acquisizione dalla BASF dello stabilimento italiano Styrodur®, oggi puntiamo a conquistare la leadership in Italia nel mercato degli isolanti termici e diventare un importante player a livello europeo. Siamo convinti che nei prossimi anni si potrà ancora crescere nel settore, grazie alle nuove tecnologie e alla ricerca dell’impatto energetico zero delle abitazioni. Sicuramente ci sarà sempre più attenzione al benessere delle persone e al rispetto dell’ambiente. Crediamo nel mercato italiano e con questa acquisizione la nostra sub-holding Fi-Ve diventerà, nel settore dell’isolamento termico, il player di riferimento nel nostro Paese. La rete di vendita e il customer service sono i punti di forza con i quali ascoltiamo i bisogni dei nostri partner dealer, che da oggi vedono incrementata la possibilità di trovare e acquistare ancor più prodotti all’interno del Gruppo. Il nostro motto, infatti, è: help us serve you better, let’s share success“.
Mario Zucco (Imit Control System) è ora vicepresidente di Assotermica. Il manager è stato confermato anche del Consiglio direttivo dell’associazione, secondo quanto ha deciso l’assemblea dell’associazione. A Zucco è stato affidato il coordinamento dei gruppi di lavoro: terminali e sistemi di emissione per la climatizzazione, componenti e sistemi di regolazione, misura e sicurezza, generatori di aria calda e radiatori a gas, sistemi di riscaldamento ad irraggiamento, energie alternative, acqua calda sanitaria e solare termico.
Assotermica è l’associazione autonoma federata ad Anima, la Federazione delle Associazioni Nazionali dell’Industria Meccanica varia e Affine, che, in seno a Confindustria, rappresenta 60 industrie produttrici di apparecchi, impianti termici e componenti destinati al comfort climatico ambientale.
Un settore che in Italia occupa circa 11.500 addetti e fattura oltre 2 miliardi di euro, dei quali circa il 54% per l’esportazione.
Comprare casa non è mai stato così conveniente: nel primo trimestre 2016, indica l’Istat, l’indice dei prezzi delle abitazioni acquistate dalle famiglie, sia per fini abitativi sia per investimento, è diminuito ancora. Il calo è stato dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e dell’1,2% nei confronti dello stesso periodo del 2015 (era -1,7% nel trimestre precedente). Insomma, aumentano gli acquisti, ma i prezzi scendono: il tasso di variazione acquisito dell’indice per il 2016 (la media annua se nei successivi tre trimestri i prezzi non cambiassero) è negativo dell’1%. Al contrario, il numero di abitazioni scambiate è invece in aumento (+20,6% rispetto al primo trimestre del 2015 secondo i dati diffusi dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate). La riduzione della flessione tendenziale dell’indice riguarda sia i prezzi delle abitazioni esistenti (-1,4% da -1,8% del quarto trimestre 2015) sia quelli delle abitazioni nuove (-0,7% da -1,4%). Il ribasso congiunturale è dovuto, in uguale misura, sia ai prezzi delle abitazioni nuove sia ai prezzi di quelle esistenti (-0,4% in entrambi i casi).