Comfort indoor, domotica, qualità estetica e funzionale e attenzione per l’ambiente: sono questi i principi intorno ai quali ruota il fare architettura. E oggi l’operato del progettista è agevolato dalla tecnologia, sempre più friendly, per un controllo facile delle funzioni della casa o degli uffici: è normale impostare la climatizzazione della nostra abitazione da uno smartphone, magari mentre stiamo facendo shopping, o decidere un programma di ventilazione sempre da remoto.
È aumentata anche la scelta consapevole di tecnologie per meglio isolare un edificio anche in situazioni difficili, e si sa quanto può essere efficace un sistema di schermatura solare per risparmiare sulla climatizzazione estiva. Abbiamo raccolto alcuni esempi di realizzazioni e prodotti finalizzati al benessere indoor e alla semplificazione dell’uso quotidiano degli edifici, sia con sistemi per isolare a cappotto, che con una tecnologia impiantistica sempre più smart.
Green Place, Milano
Come il Green Place a Milano, che utilizza una foresta di legni tropicali e la tecnologia smart per realizzare un concetto avanzato di ufficio, o Wavin di Nieder, il sistema di rivestimento composto da pannelli tridimensionali in metallo capace di configurarsi in maniera responsive alla struttura su cui è applicata.
Wavin di Nieder
Nello speciale l’architetto André Starja spiega perché l’impatto delle nuove tecniche nelle costruzioni stanno influenzando sia la professione di chi progetta, che la vita a casa e in ufficio, mentre due riqualificazioni, una a Marghera, l’altra vicino Mantova, mostrano l’evoluzione dei materiali capaci di performance mai viste finora.
Una moratoria sugli appalti integrati per non bloccare i cantieri fino al 31 dicembre. La chiede l’Ance nella sua assemblea annuale, riconoscendo comunque al nuovo Codice degli appalti il fatto che sia «una rivoluzione da condividere», anche se occorrono un periodo transitorio e alcuni aggiustamenti. Il nuovo Codice degli appalti, ha detto il presidente dell’Ance, Claudio De Albertis, è «una vera e propria rivoluzione, di cui, come Ance, abbiamo condiviso e condividiamo l’impostazione generale e gli obiettivi» ma, ha aggiunto, «il miglioramento diventa effettivo e apprezzabile solo dopo un periodo assestamento che consenta al nuovo ordine di venire assimilato». Oltre a ciò, ha fatto notare De Albertis, «la norma del nuovo Codice che prevede l’obbligo per le stazioni appaltanti di mettere in gara esclusivamente appalti basati su un progetto esecutivo, per quanto giusta nei principi e condivisibile negli obiettivi, rischia infatti di rappresentare un ostacolo non superabile nel giro di qualche mese».
«Per questo chiediamo al Governo – ha concluso – una moratoria che fino al 31 dicembre 2016 consenta alle pubbliche amministrazioni di bandire gare già pronte basate su progetti definitivi». Non solo: l’Ance chiede anche un maxi piano di rilancio. «Lo shock provocato dalla Brexit ha portato alla ribalta l’insostenibilità del dogma dell’austerità, che troppi anni ha guidato la politica europea», ha esordito il presidente Claudio De Albertis parlando alla platea degli associati. «Secondo le nostre valutazioni sarebbe possibile mettere in campo 30 miliardi di euro nei prossimi tre anni, attraverso l’utilizzo delle risorse esistenti e una rinnovata flessibilità negli investimenti», a detto De Albertis.
Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, punta a semplificare le pratiche sulla riqualificazione dei condomini e snellire queste pratiche per «dare una spinta immediata al settore delle costruzioni» e rendere possibili i bonus energetici «per le abitazioni di 20-30 milioni di italiani che oggi ne sono stati esclusi», ha spiegato in occasione dell’assemblea dell’Ance. Secondo il titolare delle Infrastrutture, «bisogna trovare un sistema più semplificato perché l’intero condominio possa fare lavori di ristrutturazione e i condomini possano cedere il credito», fiscale, spiega all’assemblea dell’Ance il ministro, che vuole puntare sui lavori nei condomini «con grande forza» per la riqualificazione delle grandi periferie.
Il IX Convegno Nazionale di YouTrade, previsto per il 16 settembre 2016 al Casinò di San Pellegrino Terme (Bergamo), scalda i motori. La macchina organizzativa di Virgina Gambino Editore si è già messa in moto per quello che è ormai un appuntamento imperdibile per il mondo dell’edilizia. Il motivo è semplice: durante l’evento sono puntualmente tracciati i percorsi che il settore sta per compiere, con i trend, le analisi e, ultima ma non meno importante, la radiografia dello stato di salute delle costruzioni, con le previsioni per gli anni successivi.
Quest’anno il convegno ruota attorno a due perni: l’economia circolare e i nuovi sistemi di costruzione e di gestione spinti dalle tecnologie sempre più pervasive nella vita e nella professione. Ma non solo: non mancheranno le testimonianze dirette, come quella diFriburgo, una città che è diventata una case history nell’ambito della sostenibilità. La storia e le opportunità che si possono cogliere da quel tipo di scelta saranno raccontate dall’architetto friburghese Minhard Hansen.
Il convegno avrà anche un altro forte motivo di interesse per il mondo delle costruzioni: oltre alle proiezioni sul 2017 e 2018, saranno presentate anche le esclusive Classifiche della distribuzione edile che quest’anno diventano Top 500. Un documento speciale che consentirà ai partecipanti di avere una panoramica ancora più puntuale dell’evoluzione della distribuzione edile italiana. Infine, non mancherà la possibilità di incontrare e di confrontarsi con i più importanti opinion leader del settore.
L’iscrizione è gratuita per gli abbonati a YouTrade. Per chi non è abbonato è attiva una promozione valida fino al 31 luglio: abbonamento a YouTrade + iscrizione gratuita a soli euro 68. Mentre l’iscrizione ordinaria è di euro 119. Affrettati!
Ripresa o non ripresa? Il dubbio rimane anche per Nomisma, che ha presentato il suo rapporto annuale. Conclusione: dopo otto anni di recessione, sull’immobiliare ci sono deboli segnali di ripresa, non solo sul residenziale ma anche per le imprese, Allo stesso tempo, però, le prospettive restano incerte. Tra l’altro sul settore incombe un possibile effetto-Brexit. Secondo l’Osservatorio sul Mercato Immobiliare curato da Nomisma, sul versante dei mutui, si prevede per il secondo semestre 2016 “una limitata revisione al ribasso dell’erogazioni per poi riprendere il percorso di espansione nel 2017-2018”. Sul versante immobiliare al dettaglio, i segnali più eclatanti provengono dalle compravendite di abitazioni: +3,6% nel 2014, +6,5% nel 2015. I primi tre mesi del 2016 hanno visto una crescita generalizzata di tutti i comparti, con un aumento del +17,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nello specifico +20,6% per il settore residenziale e +14,5% per quello commerciale, mentre il terziario presenta un debole +1,3%.
Tramonto a Milano
A livello complessivo, il finanziamento erogato alle famiglie per acquisto di abitazioni ha raggiunto nel 2015 i 41,2 miliardi contro i 24,1 del 2014. La crescita delle erogazioni ha presentato un’accentuazione nel quarto trimestre con un volume erogato di oltre 13 miliardi. Il tasso di crescita delle erogazioni ha raggiunto il 70,6% nel 2015, per poi ridursi sol nel primo trimestre del 2016, collocandosi nell’ordine del 55%.
Alla luce dei risultati dell’ultima rilevazione, sono 852 mila le famiglie che vogliono acquistare un’abitazione, di cui 395mila alla ricerca di un mutuo, con una proiezione in termini di finanziamenti di poco inferiore ai 47 miliardi di euro.
L’Osservatorio ha accertato anche che sono oltre 53 mila le famiglie intenzionate nei prossimi 12 mesi ad accendere un mutuo per la ristrutturazione dell’abitazione principale, mentre sono oltre 1,8 milioni le famiglie che non escludono di attivarsi in futuro.
La casa che resiste ai terremoti? Si costruisce con sistemi Knauf. I test condotti all’Università Federico II di Napoli premiano le soluzioni Knauf, fondamentali per l’edilizia del futuro secondo il progetto europeo Elissa. Resistono anche a sismi con potenza pari al 150% di quello dell’Aquila le strutture Knauf impiegate per la casa sicura del piano continentale Ue.
Antisismica e antincendio, isolata acusticamente e termicamente, economica e facile da costruire. È la casa europea del futuro (progetto Elissa), alla cui realizzazione hanno contribuito numerose soluzioni Knauf. Nei modernissimi laboratori della Federico II di Napoli l’edificio, in scala 1:1, ha resistito perfettamente a una sequenza di shock sismici crescenti, di potenza notevolmente superiore a quello che ha colpito e distrutto L’Aquila. Il progetto è europeo, si chiama Elissa, e ha dovuto affrontare una sfida epocale: trovare e testare nuove soluzioni per un’edilizia anti terremoti, energicamente efficiente, ecocompatibile, economica, resistente a fuoco e sismi e isolata acusticamente e termicamente.
Al progetto, giunto a positiva conclusione, hanno partecipato aziende e Atenei di cinque diverse nazioni e l’Italia ha avuto un ruolo di leadership dando un notevole contributo in termini di competenze tecnico-scientifiche, come testimonia il Prof. Raffaele Landolfo, direttore del Dipartimento di strutture per l’ingegneria e l’architettura dell’Università Federico II di Napoli e responsabile dei test di resistenza sismica: “In Italia, e in particolare all’Università Federico II di Napoli, siamo all’avanguardia nello studio di soluzioni per un’edilizia capace di resistere ai più forti eventi sismici; questa eccellenza, indiscussamente riconosciuta anche in ambito europeo, ha fatto sì che al nostro dipartimento venisse affidata la guida del progetto Elissa relativamente all’elaborazione di soluzioni antisismiche e al loro test finale, che oggi è stato superato con successo”.
La casa che resiste ai terremoti – Knauf. La presentazione dei risultati dei test sismici del progetto elissa, nella prestigiosa sala dell’Università Federico II di Napoli
Il ruolo italiano è stato fondamentale anche sul fronte strutturale; in questo settore la supervisione dell’ing. Claudia Chiti, direttore Tecnico di Knauf Italia e responsabile di numerosi progetti di edilizia innovativa e sperimentale, ha permesso di capitalizzare le immense competenze della multinazionale per risolvere le più importanti problematiche strutturali e assicurare il successo del progetto. “Con il lavoro coordinato di questo pool di aziende e università abbiamo dimostrato che un’edilizia nuova, più razionale e più sicura è possibile e già a portata di mano. Sfruttando tecnologie innovative ma disponibili già oggi, come le lastre, i solai e gli isolamenti Knauf, ed integrandole in modo adeguato con le soluzioni di altre aziende, tra cui gli importanti profili di Cocoon, abbiamo dimostrato che è possibile costruire abitazioni migliori abbattendo i costi fino al 15% e riducendo drasticamente anche i tempi di costruzione”, sintetizza Chiti.
La casa Knauf a prova di terremoti. Il modello su due piani in scala 1:1, costruito facendo ampio ricorso a tecnologie Knauf, posizionato sulla pedana vibrante e pronto per il test sismico
Strutturalmente la casa del futuro frutto del progetto Elissa si basa su un sistema in profili di acciaio leggero, modulare e componibile, studiato dalla svizzera Cocoon e completato con diversi prodotti Knauf; per le partizioni perimetrali sono state usate lastre Knauf Aquapanel in cemento leggero mentre quelle interne sono state realizzate con lastre Knauf Diamant e soluzioni isolanti termico/acustiche Knauf Mineral Wool. Sono di Knauf anche le soluzioni per i pavimenti portanti, realizzati con Knauf Gifafloor. Con questa struttura è stata riprodotta in scala 1:1 un’abitazione su due piani, tanto resistente quanto leggera (appena 10 tonnellate), che sulla piattaforma vibrante dei laboratori dell’Università Federico II di Napoli è stata sottoposta a una sequenza di shock sismici crescenti, la cui potenza massima è arrivata al 150% di quello che ha colpito L’Aquila nel 2009. L’edificio ha sopportato perfettamente le ripetute accelerazioni, fino al valore di 1g, provocate della tavola vibrante, superando con successo i numerosi stress a cui è stato sottoposto e non dando il minimo cenno di cedimento neppure nei punti più critici di giunzione. “Questo era il test finale del progetto Elissa, che ha dimostrato come, dopo migliaia di anni, sia finalmente possibile avere un’alternativa al mattone e che grazie alle tecnologie oggi disponibili è finalmente possibile costruire abitazioni confortevoli, sicure, economiche e soprattutto ecocompatibili” ha commentato la professoressa Maria Founti, professoressa alla National Technical University di Atene e coordinatore europeo del progetto Elissa.
* Il video mostra uno dei molti test sismici a cui è stata sottoposto l’edificio, costruito a secco con tecnologie Knauf. La potenza massima del sisma simulato è stata pari al 150% di quello che ha colpito L’Aquila nel 2009.
Per lo show room dedicato ai propri prodotti, una società mantovana ha puntato su un sistema di apertura e chiusura marchiato Hormann, capace di inserirsi con naturalezza nel contesto architettonico. Situato al centro della Pianura Padana, Castel Goffredo non è solo un borgo ricco di storia e di splendidi monumenti rinascimentali. Fin dagli inizi del Novecento, l’industria tessile l’ha eletto “Capitale della Calza” in ragione della larga diffusione di fabbriche e laboratori specializzati nella calzetteria, maschile e soprattutto femminile. Oggi la cittadina mantovana è sede di un importante distretto industriale che raccoglie ventuno comuni ed esporta in tutto il mondo la propria produzione, molto apprezzata per la qualità e l’eleganza. Attorno all’industria manifattura ruotano inoltre numerose attività e servizi, che rendono questo territorio una delle eccellenze del Made in Italy.
La società AZ Agency, ad esempio, si occupa della commercializzazione di macchine tessili destinate alla produzione delle calze. La sede dell’attività si è recentemente trasferita a Medole, uno dei comuni del distretto, situato a pochi chilometri da Castel Goffredo. “Il proprietario ha acquistato una villa bifamiliare – spiega l’architetto Fausto Brigoni – e mi ha incaricato di progettarne l’architettura degli interni, dall’assetto distributivo interno alle finiture, compresi gli uffici di rappresentanza e commerciali della società, situati al piano terreno. A causa dei vincoli urbanistici, lo show room nel quale sono esposte le macchine è stata ricavato in un edificio di modeste dimensioni, con copertura a falda singola, posto a fianco del volume principale. La facciata rivolta verso gli uffici è formata da ampie vetrate, per massimizzare l’illuminazione naturale degli ambienti espositivi. Per assicurare l’efficace e rapida movimentazione delle macchine, piuttosto pesanti e ingombranti, lungo uno dei lati corti dello show room abbiamo installato una serranda avvolgibile. Nella selezione del sistema di apertura-chiusura sono stati privilegiati sia gli aspetti legati alla gradevolezza estetica della soluzione, sia la praticità nell’uso”.
Hormann
Perché la scelta è caduta su un prodotto Hormann?
“La prima ragione è legata all’immagine, piacevole e lineare, e alla qualità delle finiture, che caratterizza la gamma della casa tedesca. Come progettista, era mia intenzione evitare qualsiasi banalizzazione e, avendo già fatto installare altri prodotti della casa tedesca, avevo ben chiaro cosa volevo. Abbiamo individuato la soluzione gradevole e leggera, sicura e affidabile, capace di inserirsi al meglio nel contesto architettonico e di adattarsi ai limitati spazi a disposizione, che il committente ha condiviso senza riserve anche in ragione della puntualità del servizio di consulenza e installazione“. Soddisfatti? “Sì, e sotto tutti i punti di vista. Ovviamente si è trattato di un intervento semplice, ma è stato progettato e realizzato prestando la massima attenzione alla cura dei dettagli, per ottenere il miglior risultato possibile. Quando questo avviene il cliente è contento: si tratta della migliore gratificazione per un professionista”.
Tecnologia e sicurezza negli avvolgibili Hormann
La serranda RollMatic installata presso lo show room AZ Agency a Medole presenta dimensioni di 3.290 per 2.240 mm e profili in alluminio anticorrosione di alta qualità, nel classico colore bianco Ral 9016. È equipaggiata di serie con la motorizzazione dedicata, montata all’esterno del sistema di avvolgimento per facilitarne la manutenzione. La collaudata tecnologia a doppie molle a trazione supporta la motorizzazione durante l’azionamento della serranda: avvio e arresto sono rallentati e silenziosi, per il massimo comfort e protezione della meccanica. La tastiera interna e l’illuminazione del locale sono integrati nel quadro comando. La speciale disposizione dei profili sull’albero di avvolgimento garantisce un bloccaggio sicuro e antieffrazione. In caso di apertura di emergenza la serranda può essere azionata manualmente con facilità, senza bisogno della manovella, mentre le doppie funi di sospensione impediscono la caduta incontrollata del manto. Hormann offre una garanzia di 10 anni su tutte le serrande RollMatic e di 5 anni sulle motorizzazioni. La serranda è stata fornita dall’agenzia Hormann per la provincia di Mantova, Sarzi Amadè Attilio TecnoRappresentanze, con sede a Medole.
Il vicepresidente di Confartigianato Imprese Bergamo Giacinto Giambellini è stato nominato presidente regionale dei Termo-Idraulici di Confartigianato Imprese Lombardia. Giambellini, che nello scorso mandato era già vicepresidente regionale dei Termo-Idraulici e che è rappresentante dell’Area Impiantistica di Confartigianato Imprese Bergamo e membro del consiglio di amministrazione del consorzio CEnPI (Confartigianato Energia per le Imprese) è titolare della ditta Giambellini s.r.l. Life Technology di Osio Sotto (Bergamo).
Nel 1983, a Susa, nasce la Cossa e il suo titolare aveva appena 23 anni. Dopo 33 anni di vita e di attività, Marco Cossa racconta le difficoltà di lavorare in una valle, ma anche i vantaggi di una territorio a vocazione turistica che si affaccia sulla Francia. Come è cambiato il mercato? Come si vince la crisi, come si compete (con successo) con la grande distribuzione organizzata? Ecco tutte le risposte.
Marco Cossa
Domanda. Partiamo dalle origini: quando è nata la Cossa?
Risposta. L’11 marzo 1983, come impresa familiare: avevo 23 anni. In quello stesso giorno abbiamo servito il primo cliente: non avendo ancora il muletto (che sarebbe arrivato l’indomani), ho caricato a mano un pacco di mattoni.
D. Poi, oltre al muletto, sono arrivate tante altre cose in questi 33 anni a Susa: la Cossa è una rivendita sui generis, in altitudine R. La Val di Susa è una valle di passaggio molto stretta, per cui il nostro mercato non ha un influenza circolare, bensì si espande verso Ovest ed Est: sia a Nord che a Sud, a poche centinaia di metri, abbiamo le montagne e lì le case non ci sono.
D. Quali sono le conseguenze naturali, pratiche, di essere posizionati in un territorio con queste caratteristiche?
R. Le rispondo con una battuta che mi fanno spesso i fornitori: ti abbiamo dato una zona molto ampia, ma a 2-3mila metri gli stambecchi non comprano il cemento. Insomma, operiamo in un contesto geografico abbastanza difficile. Vero è che, comunque, la Val di Susa è un piccolo cuore pulsante dell’edilizia: pur essendo una valle di sole 90 mila abitanti, il mercato è sempre stato florido.
Cossa – BigMat. Esterno punto vendita
D. Grazie alla vocazione turistica del territorio? R. Certamente. I comuni turistici sopra Susa, sia durante la stagione invernale che quella estiva, quintuplicano il numero di abitanti. E quindi è il trionfo delle seconde case e del turismo, sia dei torinesi che si spostano nei fine settimana, sia degli stranieri: russi e inglesi, per esempio a Salice d’Ulzio, sono sempre più presenti.
D. A livello di imprese? R. Tanti artigiani e tantissime micro-imprese, mentre di grandi ce n’è forse una. Detto chiaro e tondo, lavoriamo in un mercato in cui la frammentazione è portata all’estremo.
D. Qual è l’anima da rivenditore della Cossa? R. Negli anni abbiamo cambiato pelle. Siamo nati nel segno dell’edilizia pesante, mattoni e cemento, poi siamo cresciuti intercettando le tendenze del mercato rivolte al servizio, come le installazioni di canne fumarie, camini e caminetti. Quindi è arrivata l’edilizia a contenuto e valore tecnologico, che portava con sé la necessità di essere formati per avere un vantaggio competitivo sulla concorrenza.
Cossa – BigMat – Tutta l’attrezzistica di un Van
D. Il cambiamento non vi ha mai spaventato R.Anzi, ci ha sempre stimolato a cercare e trovare la strada migliore per crescere.
D. La cultura aziendale propositiva è (stata) dunque il vostro vantaggio R.Vantaggio che ci siamo guadagnati, sudandolo. Abbiamo sempre puntato sulla preparazione tecnica dei titolari e del personale, scommettendo forte sulla formazione e crescita del magazzino edile pure. Tutto questo ci ha consentito di svilupparci in maniera importante.
D. Un altro punto di forza? R.Fin dall’inizio abbiamo strutturato molto bene l’azienda, sia dal punto di vista economico che procedurale.
Cossa – BigMat. Magazzino all’aperto
D. Immagino che durante la crisi (che comunque continua a farsi sentire) questa vostra impostazione sia stata più che d’aiuto. R. Può dirlo forte: abbiamo affrontato tutta la fase della crisi inserendo un punto vendita, un centro noleggio, un spazio bricolage (dove convivono l’edilizia professionale e il fai-da-te privato) e aumentando l’offerta di servizi al cliente: l’inclinazione verso la soluzione dei problemi della clientela ha fatto sì che diventassimo un punto di riferimento, soprattutto in un momento di difficoltà.
D. Un esempio di questa costante tensione alle novità? R. I cappotti posati e la rimozione dell’amianto, per dirne due. Ampliare la rosa dei servizi e dei prodotti in dotazione ci ha permesso di imporci anche sul mercato francese, che dista appena 14 km: durante la stagione estiva si apre il valico del Moncenisio, spalancandosi le porte della Maurienne e del rispettivo mercato.
D. Ecco, mi ha anticipato: quali i rapporti commerciali con la vicina Francia? R. Diversi clienti francesi si approvvigionano da noi. Soprattutto in estate, come dicevo, ploriferano le opportunità e gli sbocchi di mercato verso Ovest.
D. E verso Est, cioè l’Italia? R. Lavoriamo molto con il magazzino edile di Villar Focchiardo, situato in bassa valle, dove il mercato si allarga un po’.
D. E cosa vendete? R. Qualunque cosa: nel circuito dei nostri punti vendita sono presenti circa 50mila articoli. Abbiamo inserito il colore, i tintometri (compresi quelli industriali), la linea di fissaggi, la tasselleria, l’elettricità e via dicendo. Ci siamo posizionati fuori dall’edilizia.
D. Per…? R. Per occupare con forza la posizione casa. Vuoi fare dei lavori per la tua casa? Vieni da noi, c’è tutto. E abbiamo architetti e tecnici delle vernici che forniscono consulenza.
Cossa – BigMat. Esposizione
D. Due punti vendita, uno a Susa e uno a Villar Focchiardo, ma zero showroom: perché? R. Non lavoriamo con la tecnica della sala mostra perché seguiamo la falsariga di Leroy Merlin: abbiamo puntato sui banchi prodotto.
D. Con quale target di riferimento? R. Meno imprese edili, più privati e artigiani. Questi ultimi rappresentano un ricco bacino, per di più cash. L’obiettivo, d’altronde, è quello di aumentare le entrate e servire sempre più clienti.
D. Si dice che il segreto del successo sia essere bravi… a copiare. R. Non mi nascondo: emuliamo la grande distribuzione organizzata e cerchiamo di fare di meglio. Ora ci siamo messi a fare un giornalino con le offerte, proprio come fanno loro. A 60 km abbiamo un Bricoman, a 30 un Leroy Merlin e a 20 un Bricocenter: sono loro i nostri concorrenti di riferimento, sono loro a fare i prezzi.
Cossa – BigMat – Macchina da cantiere
D. Ma Davide può vincere contro Golia? R. Questo non lo so, bisogna sempre vedere il contesto. È una questione di scelte sui prezzi, di posizionarti più un alto o in basso rispetto a loro.
D. È la ristrutturazione il segmento di mercato dominante in questo momento? R. Oggi la nostra fetta di mercato dominante è la casa, lato sensu: porte, piastrelle, finiture e via dicendo. Per la precisione, la manutenzione della casa: c’è il tetto che perde? Ecco che interveniamo noi. Il settore delle coperture continua a funzionare e noi lo cavalchiamo. Di grossi lavori di ristrutturazione con cantiere ce ne sono, ma meno. Poi…
D. Prego. R. Con il gruppo BigMat ci siamo rafforzati sul versante del legno, aprendo centri taglio in Piemonte Lombardia, Liguria, Valle d’Aosta e addirittura Sardegna: ciò permette di fare torniture di tetti pre-tagliati e pre-finiti, cosa che ci differenzia dalla concorrenza e che ci aiuta a recuperare il lavoro che, pian piano, le segherie avevano portato via. La parte di ristrutturazione più importante che abbiamo è il rifacimento dei tetti, un mercato che si mantiene bello florido.
Cossa – BigMat – Fontane e caminetti in esposizione
D. Parliamo di numeri, che non mentono mai. Il vostro portafoglio quanto si è sgonfiato rispetto agli anni pre-crisi? R. In media facciamo 7-8 mila euro d’incasso giornaliero: le giornate da 50-60 mila euro al giorno non ci sono più. Oggi puntiamo a farne di più contenute, ma anche più costanti e più in denaro contante. Poi un obiettivo è quello far salire la marginalità riducendo i costi, cosa non facile vista l’alta (e aumentata) tassazione dello Stato italiano, a partire da quelle locali fino a quelle sui piazzali, passando per quelle sui rifiuti. Il governo dice che taglia le imposte, ma più che altro mi sembra che taglia la testa e le gambe…
D. Passiamo allora al fatturato: qual è il vostro trend rispetto al recente passato? R. Siamo sempre lì: abbiamo iniziato e attraversato la crisi tenendo il fatturato a 3.350.000 euro. L’anno scorso lo abbiamo chiuso a 3.400.000, il 2014 a 3.380.000 e quello prima ancora 3.350.000 euro.
D. E il 2016? R. L’obiettivo è sempre quello di confermare le nostre cifre. Giugno e luglio sono in calo, ma abbiamo acquisito delle forniture di tetti che ci faranno chiudere sui nostri standard. Sono ottimista perché, oltre ad esserlo comunque già di natura, voglio e devo esserlo: in questi anni difficili ne ho viste di tutti i colori, colleghi fallire e tanti disastri. Una cosa…
Cossa – BigMat. Camini in esposizione
D. Dica. R. Se un azienda è cresciuta perché il mercato ti ha tirato su è diverso. Penso ai rivenditori edili della provincia di Parma nei primi anni 2000, quando si costruiva a go-go perché il mercato ti tirava con sé. Loro non sono cresciuti per “meriti propri”, ma perché il mercato era in accelerazione. E quando il mercato frena, crolli. Ecco, questo per dire che noi qui abbiamo sempre spremuto i sassi: se ha mai provato, saprà bene che di succo ne esce poco. Se ti abitui a lavorare con un succo scarso, anche nei momenti di carestia, un cicchetto di succo riesci a berlo lo stesso.
D. Oltre alle spremute fai-da-te, cos’altro vi ha sostenuto? R. Ho avuto la fortuna che mio figlio è entrato in azienda: è molto in gamba, è un grande aiuto. Non ho così avuto il problema del passaggio generazionale, solitamente molto pesante e fastidioso. Non sono più da solo a menare il carro, ma ho mio figlio con me: come faccio a non essere ottimista?
D. Che progetti ha in serbo? R. Ho in testa l’idea di fare delle operazioni di aggregazione con i miei colleghi. Noi della Cossa siamo convinti che il mercato non possa crescere e che la torta – piaccia o meno – sia questo qua. Se gli attori rimangono tali, l’unica possibilità che abbiamo è quella di cambiare la distribuzione del margine sulla filiera completa.
Cossa – BigMat. Tetto in rifacimento, lavori in corso
D. Le propongo di chiudere in spensieratezza: per quale squadra fa il tifo? R. Juventus.
D. Canzone e cantante preferiti? R. La canzone è di Pierangelo Bertoli, A muso duro. Il cantante, invece, Claudio Baglioni
D. Ha un libro o uno scrittore di riferimento? R. Ho letto molto di Wilbur Smith, soprattutto sulle avventure in Africa. E mi capita di rileggere il ciclo sugli egiziani.
D. Dulcis in fundo, hobby? R. Sono un moto-turista: ho girato tutta Europa su due ruote. Mi piace molto scoprire nuovi percorsi, sia come motociclista che più un generale nella vita, come lavoratore e uomo di famiglia.
Quale sarà l’andamento del mercato immobiliare per gli ultimi sei mesi dell’anno? Prova a dare una risposta Casa.it: «Se le stime per il 2016 erano a inizio anno molto positive, negli ultimi due mesi la spinta propulsiva sembra aver perso brillantezza, proprio nel periodo in cui storicamente il mercato immobiliare ha sempre dato le migliori performance», nota Alessandro Ghisolfi, responsabile del Centro Studi Casa.it. «Sulle decisioni di acquisto pesa nuovamente il clima di incertezza generale che rimane di sfondo alle evoluzioni del mercato. Incertezza particolarmente legata alle vicende politico-economiche non solo del nostro Paese ma internazionali, come Brexit. In sostanza, si stanno rivedendo le previsioni che parlavano di un 2016 come dell’anno della definitiva ripresa del mercato. Probabilmente non sarà così e si dovrà attendere ancora prima di avere la certezza di essere definitivamente usciti da una fase di ciclo non positiva».
Secondo l’Osservatorio del portale, nel primo semestre 2016, rispetto all’inizio dell’anno, se da un lato la domanda di abitazioni è aumentata del +2,6%, dall’altro si registra una stabilizzazione dei prezzi degli immobili residenziali in offerta sul mercato (-0,1%), con il valore medio di vendita al metro quadro pari a circa 2.010 euro.
Rimane, invece, ancora alta la forbice dei prezzi fra i valori di chi vende e quelli proposti dai potenziali acquirenti, soprattutto nelle città di provincia rispetto ai principali comuni capoluogo. Si riduce però l’ampiezza: in percentuale, lo scarto fra i due valori a giugno 2016, è del 10,3%, comunque in miglioramento rispetto a giugno 2015 (12,2%).
La crescita è superiore alla media nazionale in tutti i capoluoghi di regione, con punta maggiore nella città di Bologna (+5,9%), seguita da Firenze, Genova e Roma, tutte con +5,7%. Sempre per quanto riguarda la domanda, gli italiani cercano prevalentemente bilocali (29%) e trilocali (26%) situati in zone semicentrali o periferiche e sono disposti a investire, in media, circa 161mila euro, con un range che va, prendendo come riferimento i capoluoghi di regione, dai 71.500 euro di Campobasso ai 253.500 di Milano.
Per quanto riguarda i prezzi degli immobili residenziali in offerta sul mercato, se rispetto a gennaio 2016 sono rimasti stabili, confrontando il dato con lo stesso periodo dello scorso anno il calo è del -1,6% e di ben il 15,3% se rapportato a dieci anni fa.
Tra le città capoluogo di regione, segno positivo per Napoli (+1,1%), Firenze (+0,8%), Trento (+0,7%) e, seppur in misura minore,Torino (+0,2%). Al contrario, le città che hanno sofferto maggiormente, sono Catanzaro (-2,7%), Potenza (-2,6%), Campobasso (-2,4%) e Aosta (-2,3%). I capoluoghi in cui si registra il prezzo a metro quadro più “economico” sono, nell’ordine, Catanzaro (1.220 euro al metro quadro),Perugia (1.460 euro al metro quadro), Campobasso (1.600 euro al metro quadro) e Potenza (1.620 euro al metro quadro). Al contrario, le più care sono Milano (3.880 euro al metro quadro) e Roma(3.580 euro al metro quadro), seguite da Venezia (3.430 euro al metro quadro) e Firenze (3.350 euro al metro quadro).
Fassi, tra i principali produttori di gru per autocarro al mondo, diventa il maggior azionista del gruppo Cranab – comprendente le controllate Vimek, Bracke, Forest e Slagkraft – attraverso l’acquisizione delle quote di partecipazione in Z-forestab. Z-forestab, società controllata congiuntamente da Inlandsinnovation, Mittkapital ed Ekonord, ha accettato di vendere la propria partecipazione nel gruppo Cranab. La società svedese Cranab con sede a Vindeln, nei dintorni di Umeå, è attiva nel settore della produzione di gru per macchine forestali. Grazie a questa operazione, Fassi, già azionista del gruppo Cranab, ne diventa proprietario di maggioranza.
Hans Eliasson, Presidente del gruppo Cranab, vede di buon occhio l’incremento della posizione di Fassi: “Fassi è stata azionista di Cranab per tre anni, partecipando in maniera significativa allo sviluppo della società. L’azienda è particolarmente attiva sulla scena internazionale e l’operazione contribuirà ulteriormente al nostro sviluppo assicurando nuove opportunità di business. Nel corso degli anni, Z-forestab ha giocato un ruolo determinante nel consolidamento del polo industriale gravitante nell’orbita del gruppo Cranab. Auspichiamo una collaborazione ancora più stretta con Fassi”, ha il suo commento soddisfatto.
Fassi
“Vediamo lo sviluppo congiunto di una nuova linea di prodotti come un importante contributo alla futura crescita nel segmento delle gru su veicoli stradali. Il focus di Cranab sul settore forestale rappresenta inoltre un ottimo complemento e un’eccellente opportunità di mercato da abbinare alle altre gamme di prodotti Fassi” le parole di Giovanni Fassi, Amministratore Delegato del Gruppo Fassi. “Constato con piacere che l’impegno profuso da Z-forestab nei confronti di questo gruppo industriale sta dando ora i suoi frutti”, afferma Lars Johansson, Presidente di Z-forestab. Mentre Peter Gullander, Amministratore Delegato di Inlandsinnovation AB, azionista di maggioranza di Z-Forestab, è soddisfatto della struttura industriale costruita da Z-forestab e Fassi attorno al gruppo Cranab: “Ha consolidato la competitività di Cranab a livello globale, assicurando prospettive occupazionali nella Svezia settentrionale”.
Il Gruppo Cranab include le società Cranab AB, attiva nella produzione di gru e macchine per sfoltimento erba e decespugliazione, Vimek AB, produttrice di piccole macchine forestali e Bracke Forest AB, costruttrice di scarificatori, piantatrici e teste abbattitrici. Il gruppo opera in Svezia, a Vindeln, nei dintorni di Umeå, nella Contea di Västerbotten, e a Bräcke, nella Contea di Jämtland. Per saperne di più, visitare i siti www.cranab.se, www.vimek.se e www.brackeforest.com.
Specializzata nella produzione e commercializzazione di soluzioni complete per controsoffitti acustici, Armstrong Building Products presenta Metal Clip-in, sistema per controsoffitti metallici ad orditura nascosta con profilo a scatto DP12. Adatti a qualsiasi ambiente, i soffitti metallici Metal Clip-in sono in grado di coniugare design, elevate prestazioni acustiche e illuminazione naturale, per il massimo comfort.
I singoli elementi vengono fissati tramite pratici agganci a clip, denominati Q-Clip in caso di finitura con pannelli quadrati e R-Clip per quelli rettangolari, per un effetto visivo finale elegante e compatto. Grazie alle sue proprietà, il metallo garantisce una maggiore durabilità nel tempoe, la speciale vernice Bioguard in polvere di poliestere, applicata sui pannelli con processo elettrostatico, assicura un’elevata resistenza ai graffi ed agli urti. La superficie rinforzata, li rende facilmente lavabili con un panno umido o con i disinfettanti comunemente utilizzati in ambienti sanitari.
La speciale verniciatura inibisce inoltre lo sviluppo di batteri, muffe e lieviti, assicurando, contestualmente, eccellenti prestazioni anti-microbiche. Di classe da ISO 3 a ISO 5 per Camere Bianche, sono particolarmente adatti all’utilizzo negli ambienti ospedalieri. La resistenza all’umidità costante al 95% risulta poi fondamentale per le installazioni in edifici con un’intensa concentrazione di persone, come gli aeroporti, o in spazi aperti all’ambiente esterno.
I pannelli Clip-in sono disponibili sia nella versione liscia, sia con quattro tipologie di perforazioni, da ø 0.5mm, da ø 0.7mm, da ø1.5mm e da 2.5mm, che, unitamente ad un velo acustico applicato a caldo sul retro dell’elemento, accrescono ulteriormente il livello di correzione acustica degli spazi. Ad esempio, un modulo con perforazione standard di ø 2.5mm con Premium OP19 assicura un assorbimento pari a 0.95 αw. A seconda del colore RAL scelto, Clip-in contribuisce a favorire il risparmio energetico, grazie ad una capacità di riflessione delle luce fino all’85%.
I moduli di Metal Clip-in sono disponibili in varie dimensioni e colori, e in caso di particolari esigenze progettuali, l’ufficio tecnico di Armstrong Building Products è in grado di realizzare elementi speciali su misura. Infine, i pannelli possono essere personalizzati con fori, aperture e particolari per agevolare l’integrazione di elementi di servizio, come corpi illuminanti, griglie per l’aria condizionata e sistemi di protezione antincendio, al fine di integrarli finemente nel soffitto. E, per garantire il facile accesso agli impianti per la manutenzione ordinaria e straordinaria, tutti i prodotti Metal Clip-in possono essere ordinati nella versione con cardini ribaltabili e apertura a botola.
Attenti rivenditori: la nuova sfida non è l’Agenzia delle entrate (quella c’è sempre) e neppure la digitalizzazione del processo di gestione del negozio (non è nuova, dovreste averla già compiuta). Il prossimo varco che attende i retailer è, invece, il mobile pay cioè il pagamento attraverso lo smartphone, la carta di credito del futuro.
Da tempo esiste la tecnologia dedicata a questa tipologia di pagamento. In particolare, lo scambio dei dati via Nfc (Near field communication) permette di pagare in molti supermercati con il semplice sfioramento del Pos con la tessera di plastica che ha un chip dedicato e, in alcuni casi, con i telefonini dotati di questa tecnologia. Ma, secondo alcuni analisti, la svolta avverrà con la discesa massiccia in campo dei grandi player, come Samsung, Google e Apple. Tutte e due le piattaforme supportate (gli ambienti operativi Android e iOs), sono già in grado di gestire i pagamenti per conto terzi (cioè di banche e società finanziarie, come Visa Amex, Maestro. Ma la novità è un altra: ora sono le stesse aziende che fabbricano telefoni o sviluppano software a voler gestire le transazioni.
Apple Pay: cos’è e come funziona
In Europa, dopo una sperimentazione negli Usa, sta per arrivare la piattaforma di Apple Pay. Si potrà pagare alla cassa, insomma, con iPhone 6, iPhone 6 Plus ed AppleWatch. Negli Stati Uniti i pagamenti con i dispositivi della Mela entreranno pienamente in funzione da ottobre: per saldare il conto basterà avvicinare uno degli ultimi smartphone di Cupertino, oppure l’orologio a uno dei terminali contactless progettati per ricevere pagamenti tramite Nfc.
Attenzione: i pagamenti targati Apple non sostituiscono, ma affiancano i gestori delle transazioni. In Europa, per esempio, gli istituti finanziari presto in grado di aggiungere le carte di credito e debito Visa al sistema Apple Pay. «Visa Europe ha condotto l’implementazione dei pagamenti Nfc sin dal 2007, anno del lancio delle prime carte e dei primi terminali contactless. Oggi ci sono oltre 1,5 milioni di terminali Visa contactless nei negozi di tutta Europa, tutti pronti ad accettare pagamenti mobile», ha commentato il portavoce di Visa, che ha confermato l’arrivo in Europa dei pagamenti via iPhone.
La tecnologia di Apple Pay permette di pagare senza utilizzare la tessera di plastica della carta di credito, ma necessita di terminali Pos contactless e, ovviamente, delle applicazioni iOs, il sistema operativo di telefonini e iPad di Apple. Apple Pay digitalizza e sostituisce il chip della carta di credito e il suo codice Pin nei Pos. Per questo basta avvicinare il telefono e dare l’ok per pagare. Rispetto ai pagamenti contactless già utilizzati, questo sistema vanta l’aggiunta di un’autenticazione a due fattori. In sostanza, iPhone o AppleWatch permette ai dispositivi di comunicare in modalità wireless con il sistema Pos usando la tecnologia Nfc. Un chip dedicato a questa funzione memorizza le informazioni d pagamento criptate (Apple lo chiama Secure Element), il Touch Id (il riconoscimento attraverso l’impronta digitale) di Apple e l’app Passbook. Possono utilizzare Apple Pay gli iPhone 6, iPhone 6 Plus e Apple Watch. Gli utenti con iPhone 5, 5C, 5S, 6 o 6 Plus, però, possono usufruire del servizio attraverso Apple Watch, anche senza Touch Id. In questo caso, Apple Pay è attivato con un codice di accesso che rimarrà attivo fino a quando l’utente non indosserà il suo Apple Watch.
Anche Samsung in corsa
Lo sbarco di Cupertino alla cassa dei negozi è importante: gli esperimenti in alcune zone degli Usa hanno indicato che Apple Pay domina i pagamenti da smartphone in termini di utenti mensili. In seconda posizione, secondo queste indicazioni, c’è la piattaforma di Samsung, l’acerrimo rivale di Apple. Il gruppo coreano conta su 5 milioni di utenti e il suo sistema di pagamento avrebbe elaborato 500 milioni di dollari in transazioni da quando è stato lanciato negli Usa a settembre dello scorso anno. Ma Apple Pay, da quando è stato lanciato a ottobre del 2014 vanta una media di 12 milioni di utenti mensili a livello mondiale, mentre Android Pay di Google (lanciato a settembre dello scorso anno) arriva a 5 milioni di utenti mensili.
La partita, però, è ancora tutta da giocare. Ma a indicare che questi colossi dell’hi-tech fanno sul serio, sono gli investimenti. Samsung ha acquistato LoopPay, una startup di Boston che ha sviluppato una tecnologia di pagamento mobile che sfrutta la Magnetic Secure Transmission (Mst) compatibile con il 90% dei Pos. Apple Pay, invece, sfrutta la tecnologia Nfc e richiede l’aggiornamento dell’infrastruttura, una spesa che i commercianti se possono, evitano.
Secondo l’agenzia finanziaria Bloomberg, il mercato dei pagamenti con il telefonino arriverà a 142 miliardi di dollari nel 2019. Maggiore sicurezza e la comodità di avere sempre in tasca un unico «portafoglio» virtuale dovrebbe essere la carta vincente di questa nuova tecnologia. Ma il problema sarà convincere i consumatori dei vantaggi. E i commercianti a sobbarcarsi un piccolo costo iniziale in più.
Per i pagamenti via smartphone Samsung utilizza il sistema basato sul software Magnetic Secure Transmission (MST). Si tratta di una tecnologia che emette un segnale magnetico che imita la banda presente su una carta di pagamento tradizionale. Mst invia un segnale magnetico dal dispositivo al lettore di schede del terminale di pagamento (in sostanza, emula la strisciata di una carta fisica). In questo modo il vantaggio è che non bisogna aggiornare il software del terminale e nemmeno l’hardware. La tecnologia Mst è accettata in (quasi) tutti i terminali di pagamento con un lettore di schede, anche se in effetti alcuni terminali di pagamento possono richiedere aggiornamenti del software. Secondo Samsung, il sistema Mst è più sicuro rispetto all’utilizzo di una carta di pagamento tradizionale ed è blindato al pari del pagamento con il chip Nfc utilizzato da Apple
Nicola Violini è il nuovo presidente del Consiglio italiano dei soci Ipaf. Il direttore generale di Haulotte Italia, è stato nominato dal Consiglio nazionale dei soci italiani della International Powered Access Federation. Violini, 42 anni, ingegnere meccanico, è in Haulotte Italia dal 2009. Ha maturato significative esperienze in ambito automotive, dove ha ricoperto l’incarico di Area Manager per alcuni case automobilistiche e successivamente direttore commerciale Francia. Attualmente è direttore generale di Haulotte Italia con responsabilità diretta del mercato italiano, serbo, croato, sloveno e greco.
Ipaf opera nel nostro paese attraverso due strutture: il Consiglio italiano dei soci e il Gruppo di lavoro formazione. Il primo è costituito da diversi rappresentanti di aziende di produzione, distribuzione e servizi, direttamente o indirettamente parte del settore del sollevamento aereo. Il secondo è formato da istruttori o rappresentanti dei Centri di formazione e costituito con il compito di trattare argomenti quali la legislazione e le norme riguardanti le Ple e il lavoro in quota nonché l’aggiornamento dei corsi di formazione.
Da sempre Haulotte è fortemente impegnata sul fronte della sicurezza negli ambienti di lavoro e degli operatori, attenzione che negli anni si è concretizzata nell’adozione di una serie di soluzioni tecnologiche e costruttive sulle proprie attrezzature di sollevamento – fra cui la premiata Activ’Shield Bar – ma anche in una costante presenza nelle sedi associative e istituzionali, svolgendo un’importante azione di stimolo e sensibilizzazione su questi importanti temi. Oggi, con l’ingresso di Nicola Violini nel board istituzionale di IPAF, l’impegno di Haulotte diventa ancor più diretto, premessa per un’azione sempre più incisiva dell’azienda sul fronte della sicurezza nei lavori in quota.
IX Convegno YouTrade, 16 settembre - San Pellegrino Terme
La svolta verde dell’edilizia. Ma anche la tecnologia che la cambia e una radiografia del mercato: il IX Convegno YouTrade, in programma il 16 settembre a San Pellegrino Terme, sarà tutto questo e anche di più. Per esempio, i partecipanti avranno in anteprima visione della esclusiva classifica Top 500 delle imprese della distribuzione. Ma non solo: il Centro Studi YouTrade presenterà l’analisi del mercato dell’edilizia, con le previsioni per 2017 e 2018.
Il cuore dell’evento, però, sarà dedicato al tema della sostenibilità. È ormai un aspetto legato a filo doppio con i nuovi sistemi di costruzione, con le esigenze degli utenti e, non da ultimo, con prescrizioni di legge sempre più stringenti. Edilizia verde, allo stesso tempo, non vuole dire rinunciare allo sviluppo, anche se obbliga i protagonisti a reinventarsi. Il IX Convegno YouTrade ha come obiettivo quello di fornire delle risposte, con uno sguardo sul futuro prossimo venturo. Nel programma dell’evento, inoltre, non manca un altro aspetto fondamentale: la gestione finanziaria delle imprese, un argomento sempre più delicato e centrale. Insomma, se l’edilizia si sta ripensando, dai materiali alla tecnica stessa di progettazione, fino alla distribuzione che si trova a dover gestire una logistica completamente nuova, non si può rimanere indietro.
Come per le passate edizioni, il nono appuntamento con il Convegno YouTrade metterà a disposizione degli ospiti non solo le relazioni degli esperti sul tema dell’evento, ma offrirà il confronto con esperti e imprese, a cui porre delle domande. Senza dimenticare che per chi interviene sarà anche un’occasione per contatti b2b. Segnate subito la data in agenda e iscrivetevi per confermare la vostra partecipazione.
Marmo e pietra protagoniste della mostra: The Italian Stone Theatre - 50 Years of Living Marble
La presenza della pietra e del marmo nel design italiano, anche se meno conosciuta rispetto a quella di altri materiali, ha una storia prestigiosa sia per il livello delle personalità che hanno contribuito alla vicenda progettuale e creativa, sia per il significativo sforzo imprenditoriale delle aziende che hanno realizzato i prodotti. Dagli anni Sessanta a oggi, numerosi oggetti di marmo, divenuti icone nel panorama internazionale, sono stati inseriti nei cataloghi delle più rinomate marche italiane di design con la firma di autori prestigiosi come Tobia Scarpa, Gae Aulenti, Angelo Mangiarotti, Achille e Pier Giacomo Castiglioni, Sergio Asti, Sottsass Associati, Michele De Lucchi, Mario Bellini, Enzo Mari, Karim Rashid, Zaha Hadid, Alessandro Mendini, Antonia Astori, Paolo Ulian, Claudio Silvestrin, Raffaello Galiotto e altri, tutti facenti parte della celebrata scuola italiana di progettisti che costituisce uno dei pilastri del Made in Italy nel mondo.
Inserita tra gli eventi progettuali del padiglione 1 “The Italian Stone Theatre-La mostra50 Years of Living Marble” si propone come rassegna storico-antologica, fino a oggi inedita, del design di prodotto litico italiano. L’esposizione, composta da oggetti in marmo provenienti dalle collezioni e dagli archivi di aziende storiche del design e di altre più recenti del settore lapideo orientate al design di prodotto, sarà arricchita da un catalogo, un video e una iniziativa convegnistica.
Marmo e pietra protagoniste della mostra: The Italian Stone Theatre – 50 Years of Living Marble
Questo evento, curato dall’architetto Vincenzo Pavan, nelle sue diverse articolazioni consentirà di effettuare un raffronto tra il design litico attuale e i prodotti della “generazione artigianale” e offrirà una preziosa occasione di riflessione sulle vicende culturali, tecniche e commerciali che hanno accompagnato la controversa ma feconda presenza di questi materiali nel design italiano. Costituirà inoltre un efficace strumento di dibattito sulle prospettive del rilancio del marmo nel design, anche alla luce delle recenti tecnologie digitali che aprono nuovi orizzonti a tutto il settore.
La mostra 50 Years of Living Marble rientra nel progetto The Italian Stone Theatre, realizzato da Marmomacc con il supporto del Ministero per lo Sviluppo Economico (MISE), di ICE-Italian Trade Agency e di Confindustria Marmomacchine nell’ambito del Piano di Promozione Straordinaria del Made in Italy per la valorizzazione dell’eccellenza del comparto litico e tecnologico nazionale.