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L’intervista al sindaco: “Lavori in corso a San Pellegrino”

Dopo il rilancio del centro termale, i nuovi cantieri spiegati da Vittorio Milesi, sindaco di San Pellegrino, che ospita il meeting organizzato da Virginia Gambino Editore. Nel cuore della Valle Brembana, San Pellegrino Terme, comune alle porte di Bergamo, ospita il XI Convegno YouTrade in uno dei suoi edifici più significativi: il Casinò, esempio mirabile dell’eleganza da Belle Epoque di inizio Novecento. Regina del liberty, San Pellegrino non è però rimasta ferma alle atmosfere del passato e ha avviato negli ultimi anni interessanti progetti di rilancio turistico che hanno visto il raggiungimento di importanti risultati, tra cui l’apertura nel 2015 del nuovo centro termale.

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Vittorio Milesi, sindaco di San Pellegrino Terme

“Il rilancio del turismo termale era il cuore dell’operazione nata nel 2007 da un accordo di programma sottoscritto dalla Regione Lombardia, dalla Provincia di Bergamo, dal Comune di San Pellegrino e da un operatore privato”, spiega il sindaco del comune bergamasco, Vittorio Milesi. “Il nuovo centro termale è al momento orientato al benessere, ma contiamo di ampliare la struttura per ospitare anche terme curative. Nel suo primo anno di vita ha registrato 105mila presenze, cresciute quest’anno già del 40%, ma è solo un tassello nel mosaico più grande del progetto rilancio del territorio, che significa anche opportunità di lavoro per chi risiede in Valle Brembana”.

Tra gli altri risultati conseguiti c’è stato il restauro e recupero del Casinò e l’avvio dei lavori di restauro del Grand Hotel, altro immobile di prestigio di San Pellegrino. “È stato avviato proprio in questi giorni il secondo lotto di lavori per il recupero e restauro conservativo del Grand Hotel, affidati all’impresa Intercantieri Vittadello di Limena, interamente finanziato dalla presidenza del Consiglio dei ministri per un totale di 18,65 milioni”, continua il sindaco. “Si tratta di un immobile vincolato, quindi tutti gli interventi devono tenere conto delle caratteristiche originarie. L’operazione prevede il restauro completo del piano terra, la demolizione e il rifacimento delle cucine, il rifacimento della cupola centrale e altri interventi di messa in sicurezza e adeguamento antisismico”.

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A questo lotto di lavori, ne seguirà un altro, già finanziato da Regione Lombardia per 3 milioni di euro, per recuperare completamente il complesso monumentale. All’appello mancano ancora 20 milioni di euro circa: l’idea del Comune è quella di indire una gara aperta a privati disposti a completare il recupero del Grand Hotel con propri capitali. Nella partita si è invece già inserito il Gruppo Percassi che ha realizzato i lavori per le nuove terme e, a inizio di agosto, ha presentato i progetti per la realizzazione del nuovo albergo delle terme e di un centro commerciale. “È evidente che tutti questi elementi possano fare di San Pellegrino un importante polo turistico per la Lombardia”, afferma Milesi. “Sempre in quest’ottica abbiamo appaltato i lavori di ripristino della funicolare, altro elemento caratteristico della nostra città, che consente di arrivare in zona vetta, e tra le nostre aspirazioni ci sarebbe anche la riapertura del casinò come casa da gioco. Quello del gioco è un argomento delicato, ma ritengo sia meno dannoso avere luoghi ben regolamentati, piuttosto che sale slot dove non esistono controlli”.

Tutti questi progetti rischiano però di restare fermi al palo. Il motivo è da cercarsi qualche chilometro più in là, a Zogno dove i lavori per la realizzazione della variante sono bloccati a causa del nuovo codice degli appalti firmato dal Governo. “Il tracciato della variante è stato completato”, spiega il primo cittadino di San Pellegrino. “Mancano alcune opere di messa in sicurezza, la realizzazione degli impianti delle gallerie e delle rotatorie di raccordo alla strada esistente”. I soldi ci sono, 31 milioni di euro finanziati dalla Regione Lombardia, mancano le normative. O perlomeno, è la solita giungla all’italiana. “Si pensava che i lavori potessero essere affidati attraverso la formula dell’appalto integrato, ma il nuovo codice ha cambiato le regole. Ora per far ripartire i lavori sarebbero necessarie tre gare d’appalto anziché solo una, e così si perderà almeno un anno e mezzo, mettendo a rischio importanti investimenti privati già deliberati, come quello della San Pellegrino (90 milioni di euro) e del gruppo Percassi (100 milioni di euro), interventi importanti per tutta la valle e per nuovi posti di lavoro”, afferma Milesi, che ha recentemente scritto una lettera al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, per trovare una soluzione al fine di accelerare le procedure e non rallentare gli investimenti. “L’auspicio è che il governo si renda conto che bisogna semplificare. Il nuovo codice degli appalti rende le opere realizzabili in tempi biblici, e non è complicando le cose che si evitano i fenomeni di corruzione o le infiltrazioni della criminalità”,  chiosa il sindaco.

Che casa si acquista con 200mila euro?

Quanti metri quadri si comprano con un budget di 200 mila euro nelle grandi città? La risposta la offre il network immobiliare Tecnocasa, premesso che ovviamente i prezzi cambiano da una zona all’altra. Tecnocasa ha invece considerato un valore medio per ogni città (sono quindi esclusi i top prices), riferito alla tipologia “medio usato”. Naturalmente la città dove si compra l’appartamento più piccolo è Roma dove i prezzi sono più elevati (63 metri quadri in media). Se poi si volesse vivere nel centro della città eterna bisognerebbe accontentarsi di un 37 metri quadri, o addirittura di un immobile ancora più piccolo per il centro storico. A seguire Milano, che offre la possibilità di acquistare spazi in più (73 metri quadri); ma anche qui se si sceglie il centro occorre accontentarsi di 37 metri quadri, ne vanno tolti altri 10 se si mira all’ambitissima Brera. Terzo posto tra le città più costose spetta a Firenze dove si acquista in media un immobile di 78 metri quadri, che diventano poco più di 60 in centro. Se poi si desiderasse a Napoli una casa nel quartiere chic di Posillipo- Petrarca occorrerebbe accontentarsi di 33 metri quadri contro una media della città di 94. Più economica in assoluto, quindi con la possibilità di acquistare un immobile più spazioso, è la città di Palermo che avendo un prezzo medio di 1191 al metro quadro permette di acquistare ben oltre 150 metri. Non male neanche Verona dove si riescono a comprare 148 metri quadri, che in centro diventano poco più di 100. vendesi-ok

Betafence conquista i distributori con una App

Il dialogo è il sommo bene, diceva Socrate. Lo sa bene Betafence, che ha rinnovato la comunicazione per ottimizzare il confronto con i clienti distributori, rinsaldandone il rapporto. La dott.ssa Federica Rossi, Marketing Specialist Betafence Italia Spa, racconta come i nuovi linguaggi e supporti digitali aiutino la filiera distributiva tradizionale. “Per Betafence la rete distributiva continua ad essere importante e strategica: su questo canale puntiamo da sempre ed anche quest’anno abbiamo rinnovato il nostro impegno confermando la centralità di grossisti e rivenditori, quali partner imprescindibili per l’affermazione dei nostri prodotti. A loro dedichiamo una gamma ancora più ampia e completa di soluzioni per la recinzione, in linea con le tendenze estetiche e funzionali più attuali oltre che una serie di supporti al punto vendita; operiamo inoltre quotidianamente per migliorare l’organizzazione, il sostegno ed i servizi ad essi rivolti. Per supportare i nostri distributori mettiamo a disposizione cataloghi, schede tecniche, esclusivi espositori, campionature di prodotto e tutta una serie di strumenti di marketing per il punto vendita finalizzati a valorizzare al massimo spazi, idee e soluzioni innovative. Inoltre li affianchiamo lavorando in sinergia in eventi di settore, fiere, open day o con sponsorizzazioni”.

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Ed ecco la novità: “Quest’anno abbiamo scelto d’intraprendere nuove azioni verso i nostri clienti a partire da un aggiornamento del listino e di proporre nuovi sistemi promozionali e vantaggi dedicati. Considerando che l’evoluzione ha creato nuove possibilità di connessione e di relazione, abbiamo pensato di cogliere le migliori opportunità che la tecnologia offre per realizzare nuovi strumenti e supporti digitali utili ad ottimizzare il rapporto commerciale e relazionale con i nostri i clienti e distributori”. Quali? “In primis abbiamo scelto una modalità di comunicazione diretta alla forza vendita dei distributori B-Platinum, mettendo a punto Betafence App, un’applicazione innovativa che permette agli agenti di essere sempre informati su prodotti, servizi e news del mondo Betafence, usufruire di materiali di comunicazione aggiornati e informazioni tecniche di prodotto e montaggio, accedere a servizi speciali: iniziative di formazione, promozioni dedicate, gare di vendita con premi in accordo con il grossista di riferimento e molto altro”. In secundis “abbiamo poi creato Betafence WebKey, uno speciale programma incentive che coinvolge agenti e rivenditori dei grossisti B-Platinum, prevedendo premi importanti ed il coinvolgimento diretto di tutti gli attori in campo. Con le numerosissime adesioni raccolte, possiamo dirci molto soddisfatti del risultato raggiunto”.

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La ferramenta continua ad essere l’anello fondamentale della filiera: “In quest’ambito il punto vendita tradizionale continua ad essere preferito dal cliente che ricerca specializzazione, competenza, consulenza. La prossimità consente un rapporto diretto, la possibilità di toccare con mano il prodotto e di valutare soluzioni o alternative. Stiamo lavorando giorno dopo giorno al consolidamento del rapporto con i rivenditori più evoluti; il nostro impegno volto alla ricerca e all’innovazione necessita di essere sostenuto da partner qualificati in grado di supportare il prodotto, il servizio e l’innovazione Betafence con proattività, attraverso iniziative (open day o show room) e attività riservate ai clienti. Per questo riteniamo che sia importante qualificare e formare i rivenditori fornendo loro chiavi di vendita interessanti e strumenti fisici per presentare al meglio il prodotto Betafence.

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Colorificio San Marco si amplia a Marcon

La famiglia Tamburini-Geremia

Una giornata speciale, il San Marco Day, dedicata ai propri dipendenti e alle loro famiglie. Obiettivo: presentare in anteprima i nuovi ampliamenti della sede di Marcon, i cui lavori sono iniziati a marzo 2015. All’evento presenti per il taglio del nastro il sindaco di Marcon, Andrea Follini, il Senatore della Repubblica Mario Dalla Tor e il Vice Ministro dell’economia e delle finanze Enrico Zanetti. Presente anche Alessandrina Tamburini, figlia del fondatore e attuale presidente onorario. L’iniziativa di Colorificio San Marco fa parte di un ampio progetto di sviluppo aziendale e riqualificazione territoriale: con un investimento complessivo di oltre 3,5 milioni di euro, in un’area abbandonata di 3.000 metri quadri di Via Perosi, sono stati realizzati nuovi uffici e magazzini, un’area polifunzionale e sociale, un ampio spazio verde e una pista ciclabile che collega le località di Gaggio a Marcon. Il progetto comprende anche il nuovo bosco presso l’Oasi Cave di Gaggio Lipu, inaugurato l’anno scorso, piccolo scrigno di biodiversità e paradiso del birdwatching dove Colorificio San Marco ha piantato duemila nuovi alberi, un polmone verde di oltre 14.000 metri quadri.

Durante la giornata gli ospiti potranno prendere parte a visite guidate dello stabilimento, far divertire i  bambini in attività a loro dedicate, pranzare insieme all’aperto e assistere a spettacoli e performance musicali dal vivo. “Abbiamo voluto festeggiare il recente ampliamento della sede di Marcon insieme ai nostri dipendenti per confermare il forte spirito di squadra e il senso di appartenenza alla grande famiglia San Marco che già contraddistingue il nostro team – spiega Federico Geremia, presidente dell’azienda. I nuovi locali comprenderanno un’area polifunzionale welfare per i dipendenti e per la comunità locale, che sono stati coinvolti attivamente in questa scelta sociale”.

La famiglia Tamburini-Geremia
La famiglia Tamburini-Geremia

Il cappotto di qualità con i pannelli isolanti Knauf Insulation

Pannelli isolanti Knauf per sistemi a cappotto

Ecco la nuova gamma di pannelli isolanti in lana minerale Smart Wall di Knauf Insulation per sistemi a cappotto di alta qualità. Knauf Insulation, azienda leader a livello mondiale nel settore dell’isolamento, con soluzioni all’avanguardia per un’edilizia sostenibile ed eticamente responsabile, lancia sul mercato italiano la nuovissima gamma di pannelli isolanti alte prestazioni.  La gamma Smart Wall è studiata per rispondere in maniera performante a tutte le esigenze di isolamento dell’involucro mediante la realizzazione di sistemi a cappotto efficaci, sicuri, traspiranti e sostenibili, che permettono di eliminare i ponti termici, oltre ad offrire la possibilità di realizzare fasce interpiano antincendio.  I pannelli Smart Wall sono ideali sia per realizzare edifici di nuova costruzione ad elevata efficienza energetica, sia per essere impiegati in fase di ristrutturazione per ridurre sensibilmente il fabbisogno energetico con un significativo risparmio economico e minor impatto ambientale.

Pannelli isolanti Knauf per sistemi a cappotto
Pannelli isolanti Knauf Insulation per sistemi a cappotto

La natura minerale della materia prima con cui sono realizzati i pannelli Smart Wall garantisce, oltre alle eccellenti prestazioni termoisolanti, una serie di ulteriori plus tecnici. In questo senso il sistema a Cappotto realizzato con i pannelli Smart Wall risulta perfettamente sicuro in caso di incendio grazie all’incombustibilità della lana minerale (Euroclasse A1), altamente traspirante e idrorepellente e presenta ridottissimi valori di dilatazione termica, che garantiscono una eccellente stabilità dimensionale e prestazionale in presenza di sbalzi termici anche importanti, assicurando la massima durabilità del sistema. L’elevata densità dei pannelli della gamma Smart Wall contribuisce a massimizzare l’inerzia termica delle pareti mentre l’elevata porosità ed elasticità del materiale consente di assorbire e ridurre in maniera ottimale i rumori provenienti dall’esterno, concretizzando – accanto all’efficace isolamento termico – anche un sensibile miglioramento delle prestazioni acustiche delle pareti perimetrali ai sensi delle normative vigenti.

Cersaie 2016 rilancia il “porto di mare”

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È il porto il protagonista di Cer-Sail, italian Style Concept, il 3° appuntamento della mostra collettiva di Cersaie 2016, il Salone Internazionale della ceramica per l’architettura e dell’arredobagno. Anche quest’anno, i due curatori Angelo Dall’Aglio e Davide Vercelli, hanno individuato un tema progettuale attuale e di interesse economico per le aziende che verranno coinvolte: la valorizzazione delle aree portuali italiane. Il porto del futuro come melting pot e agorà per scambi culturali e approdo per connessioni urbane.

L’Italia, con i suoi  8.000 km di coste,  ha tutte le potenzialità per diventare il più grande e organizzato hub naturale sul Mediterraneo. Motivo per il quale il Consiglio dei Ministri, nel 2014, ha approvato il Piano strategico nazionale della Portualità e della Logistica (PSNPL), con il fine di migliorare la competitività del sistema portuale italiano. Alcuni dati che rendono bene l’idea: 41 milioni i passeggeri che viaggiano via mare in Italia (20% del traffico europeo). Per presentare nuovi concept volti alla riqualificazione e valorizzazione porti dei turistici italiani, il progetto Cer-Sail prende spunto dai grandi porti classici, come quelli di Anzio o Cartagine, luoghi di aggregazione e di scambio commerciale e culturale. Cer-Sail darà una nuova visione del porto, non solo luogo di transito ma territorio di connessione tra attività urbane e ambiente naturale, fruibile durante tutto l’anno.

Nel porto immaginato da Cer-Sail, Italian Style Concept s’incontreranno in uno scambio creativo di design e tecnologia, numerosi prodotti e aziende italiane provenienti da vari settori: dalle ceramiche, dall’arredamento alle superfici, dall’attrezzatura sportiva all’arredo bagno fino al food, al tessile. La mostra favorirà la collaborazione tra le stesse aziende, affinché facciano rete, creino connessioni e collaborazioni tecnico-commerciali che possano svilupparsi ulteriormente anche al termine dell’evento. Sarà quindi un palcoscenico di 1.500 metri quadrati – Padiglione 30 del Quartiere Fieristico di Bologna – che metterà in mostra il meglio dell’Italian Style, progettuale e produttivo.

Cersaie 2016-Cer-sail
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A Tece Italia arriva Tonello, primo product manager

Daniele Tonello
Daniele Tonello

Tece Italia, azienda a livello europeo che produce e distribuisce un’ ampia gamma di prodotti per impianti idrotermosanitari, ha un nuovo project manager. È Daniele Tonello: negli ultimi cinque anni il manager ha sviluppato in Geberit il reparto Project, con particolare attenzione al settore navale, industriale e contract, ricoprendo, negli anni anche importanti ruoli nel settore termoidraulico, come lo sviluppo di politiche commerciali per i diversi segmenti di mercato, la gestione della rete commerciale dell’area italiana e la formazione sia degli installatori, sia degli operatori del settore. «La figura del project manager è totalmente nuova per Tece Italia. Quindi, il primo obiettivo che mi sono posto è di cercare di cogliere tutte quelle opportunità che il mercato può offrire nei segmenti meno presidiati dalla nostra rete di vendita, come il compartimento Navale o i general contractor che spesso operano all’estero con prodotti generalmente diversi da quelli proposti nel catalogo italiano. Tutto in totale trasparenza e senza mai dimenticare l’impegno che Tece ha preso con la distribuzione specializzata dichiarato esplicitamente», spiega Tonello. «La campagna Tece Respect ha un valore molto alto. Il significato è semplice, ma allo stesso tempo molto impegnativo: lavorare a fianco della distribuzione specializzata, confrontando e rispettando le reciproche necessità. Tece non vuole creare tensioni nel mercato e per questo ha deciso di non servire la Gdo, riconoscendo il distributore specializzato come unico punto di riferimento per mantenere dinamiche distributive equilibrate per ottenere risultati commerciali soddisfacenti».

Daniele Tonello
Daniele Tonello

Calcestruzzo con il segno meno per il decimo anno

Non si ferma la crisi del calcestruzzo. Se a fine 2015 la stima di crescita degli investimenti in costruzioni faceva ben sperare – grazie all’aumento delle risorse conseguenti alla fine del Patto di Stabilità – oggi bisogna constatare che la produzione del calcestruzzo preconfezionato continua ad avere il freno a mano tirato, rimanendo impantanato nella palude della crisi.  Insomma, le aspettative di ripresa dell’industria edile sono state disattese. È l’amara constatazione dell’Atecap (Associazione tecnico economica del calcestruzzo preconfezionato), che aveva sperato nell’arrivo di una nuova e più florida stagione per il mondo delle costruzioni.  A fine 2015 si era registrato un aumento dei bandi di gara ed erano state stanziate risorse per nuove infrastrutture, ma a settembre 2016 non si può che rilevare la difficoltà.

I dati di produzione di calcestruzzo preconfezionato del primo semestre 2016 dicono che il settore si avvia verso il decimo anno consecutivo di contrazione dei volumi: -9,5% per il 2016 rispetto all’anno scorso. Ciò significa chiudere l’anno a poco meno di 23 milioni di metri cubo prodotti, quando nel 2007 erano oltre 72 milioni. Le ragioni dell’ulteriore ribasso? L’atteggiamento attendista delle stazioni appaltanti nell’attesa che si completi la definizione del corpo normativo relativo al nuovo codice degli appalti e la debole crescita dell’economia italiana, spinta principalmente dal contributo positivo dei consumi interni piuttosto che degli investimenti che non ha consolidato la ripresa.

Andrea Bolondi, direttore operativo dei produttori italiani di calcestruzzo preconfezionato, ha così commentato i dati: “Nella seconda parte dell’anno presumibilmente si recupererà solo una parte del calo registrato nei primi sei mesi del 2016. Molte aziende contano su una ripresa del portafoglio ordini che però si trasforma a fatica in produzione a causa dei blocchi e dei ritardi nella cantierabilità delle opere a cui fornire calcestruzzo, con un conseguente rischio in termini di credito e pagamenti. Gli investimenti in costruzioni restano purtroppo ancora al palo e non sembrano esserci, almeno nell’immediato, le condizioni per un’effettiva ripresa. Dopo dieci anni di calo ininterrotto dei volumi il settore del calcestruzzo preconfezionato è un comparto industriale logoro con una struttura produttiva altamente sovradimensionata”.

Edilizia, la crisi del calcestruzzo

Industria 4.0, l’Internet delle cose rivoluziona il magazzino

La quarta rivoluzione industriale è sempre più vicina. E lo è ancora di più dopo l’accordo di collaborazione siglato tra Tecnest, azienda di Udine che si occupa di soluzioni informatiche e organizzative per la gestione dei processi di produzione e della supply chain, ed Eurotech, leader nella fornitura di dispositivi intelligenti e tecnologie Machine-to-Machine per applicazioni Internet of Things (IoT). Le linee di produzione diventano intelligenti grazie all’internet delle cose applicato al settore manifatturiero e alle sue linee di produzione, migliorando l’efficienza fino al 10%.

Internet delle cose e manifatturiero
IoT e manifatturiero

Queste le parole di Fabio Pettarin, presidente di Tecnest: “L’applicazione dell’Internet of Things nella produzione industriale ha un ruolo chiave nella cosiddetta Industry 4.0. Si tratta di una trasformazione epocale che permette di collegare macchine, prodotti e sistemi. Lo scenario che si delinea grazie alla connessione è articolato: sarà possibile analizzare i dati per prevedere difficoltà o errori e i sistemi potranno autoconfigurarsi per adattarsi ai cambiamenti. E non solo: l’industry 4.0 cambierà il modo di pensare la fabbrica e le relazioni tra fornitori, aziende di produzione e clienti”. E ancora: “Le nostre soluzioni aiutano da sempre le aziende manifatturiere ad ottimizzare i processi di produzione, a tenere sotto controllo la fabbrica in tempo reale intervenendo in caso di criticità e a migliorare le performance produttive. L’integrazione con la piattaforma IoT di Eurotech renderà possibile un ulteriore salto verso il nuovo paradigma dell’Industry 4.0: l’interazione macchina-macchina faciliterà la customizzazione dei prodotti e la produzione di piccoli lotti, mentre i dati raccolti e resi disponibili in cloud porteranno ad una comunicazione integrata lungo tutta la filiera. Si passerà dall’ottimizzazione di singole celle del processo produttivo a un flusso produttivo e informativo integrato, automatizzato e più efficiente”.

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Fabio Pettarin, Tecnest. IoT e manifatturiero

In Italia il mercato dello Smart Manufacturing nel 2015 vale quasi il 10% del totale degli investimenti complessivi dell’industria e per il 2016 prevista una crescita del 20% (dati dell’Osservatorio Smart Manufacturing della School of Management del Politecnico di Milano). Il progetto nasce da due eccellenze friulane che hanno unito le rispettive specializzazioni per promuovere una soluzione tecnologica d’avanguardia. Da una parte c’è Tecnest, realtà di Tavagnacco (Udine) da quasi 30 anni specializzata in soluzioni software per il settore manifatturiero, e dall’altra Eurotech, multinazionale con sede ad Amaro che ha messo a punto Everyware Cloud, una piattaforma software Machine-to-Machine che permette di connettere facilmente dispositivi fisici (macchine o altri device) a sistemi IT e altre applicazioni software.

Il commento di Roberto Siagri, presidente e amministratore delegato di Eurotech: “I nostri strumenti e tecnologie per l’IoT sono applicabili a diversi settori: quello con Tecnest è un accordo dedicato al mondo industriale per la realizzazione di una soluzione per la Fabbrica 4.0. Si stima che la digitalizzazione spinta di una fabbrica possa portare a un 10% di recupero di efficienza”. E conclude: “Con la nostra tecnologia ogni macchina o linea di produzione diventa intelligente: comprende il proprio stato di funzionamento e lo comunica tramite Internet. Il flusso dati generato viene inviato in tempo reale ad una piattaforma sul Cloud che mette a disposizione una serie di interfacce per consentire un collegamento snello e veloce delle diverse applicazioni. In ambito industriale questo significa, ad esempio, raccogliere i dati di produzione da un parco macchine già esistente o da nuove macchine e renderli disponibili e accessibili in cloud da applicazioni di Manufacturing Execution come quelle di Tecnest”.

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Roberto Siagri, Eurotech. IoT e manifatturiero

I dati generati e raccolti dalle macchine devono poi essere interpretati e messi a disposizione delle diverse funzioni aziendali e degli attori coinvolti nella catena del valore, per tenere sotto controllo e migliorare i processi produttivi e della supply chain. Qui entrano in gioco le competenze specialistiche di Tecnest e le sue soluzioni per la gestione dei processi di pianificazione e gestione della produzione e della supply chain della suite software J-Flex.

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Top500 della distribuzione: le anticipazioni su YouTrade di settembre

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Su questo numero vi sveliamo in anteprima i protagonisti e i temi all’ordine del giorno al IX Convegno YouTrade, in programma il 16 settembre a San Pellegrino Terme (guarda il programma e iscriviti). Alla presenza degli opinion leader del settore si parlerà di quanto vale il mercato della sostenibilità, di nuova finanza, tecnologia, e dei dati sull’andamento economico-congiunturale 2016 con le previsioni per il prossimo biennio. Inoltre in esclusiva un’anticipazione delle classifiche Top 500 della distribuzione: i numeri raccontano una ripresa che non c’è, con il settore delle costruzioni ancora in sofferenza, ma le aziende più grandi registrano un miglioramento dei profitti…

L’edilizia si tinge di verde e la parola d’ordine, anche al IX Convegno YouTrade, sarà la sostenibilità. Su questo numero tre imprese ci hanno raccontato in cosa consiste il loro impegno nel rispetto dell’ambiente e quanto la bioedilizia pesi nel loro business. Risultato: le strade per costruire in modo green sono molte.

Su YouTrade di settembre presentiamo inoltre una guida sicura al passaggio generazionale, in 7 step. Nelle imprese, infatti, arriva sempre il momento in cui il proprietario deve lasciare il timone. Nella maggior parte dei casi gli succedono i figli. Eppure solo il 13% delle società arriva alla terza generazione…

Non poteva mancare lo speciale Cersaie 2016, appuntamento molto atteso dal settore, con tutte le novità e i protagonisti presenti a Bologna dal 26 al 30 settembre. In più le anticipazioni con i principali trend e i materiali più innovativi in mostra al Salone internazionale della ceramica e dell’Arredobagno.

YouTrade Casa fa invece il punto sulle porte, oggetto di attenzione progettuale da parte di architetti e designer, che amano studiarle su misura per inserirle nelle proprie idee. Diventando così veri e propri elementi d’arredo che firmano le case.

Buona lettura!

YouTrade settembre 2016 (abbonati)

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L’edizione integrale della rivista è disponibile solo agli abbonati. Scopri come sottoscrivere l’abbonamento: contattaci al numero 02/47761275 o scrivi ad abbonamenti@vgambinoeditore.it
In più con l’abbonamento annuale a YouTrade, potrai partecipare gratuitamente al nostro IX Convegno Nazionale, in programma il 16 settembre a san Pellegrino Terme (Bergamo).

La schiavitù moderna si annida nell’edilizia?

L’edilizia mondiale deve affrontare un grosso rischio globale: la schiavitù moderna. È infatti nel settore delle costruzioni che si annida il pericolo dello sfruttamento. È la conclusione del rapporto “Hidden in Plain” redatto da LexisNexis dopo l’analisi di oltre 6000 articoli sul tema di oltre 100 Paesi di tutti e cinque i continenti.  Sotto a lente l’industria dell’edilizia e la sua supply chain: manodopera  forzata e a basso salario e alte forme di sfruttamento nascono, e si sviluppano, in quelle zone d’ombra ancora inevitabili causa una prevenzione che continua ad essere insufficiente, così come l’azione di polizia e il perseguimento legale di tali reati.

A tal proposito, il governo britannico si è mosso: il nuovo premier Theresa May – che ha sostituito al 10 di Downing Street David Cameron, dimessosi dopo la vittoria del “Leave” al Referendum sulla permanenza nell’Ue – ha varato un piano di 33 milioni di sterline per prevenire le derive d’illegalità nel settore e implementare la lotta a tutela dei diritti umani contro povertà e ingiustizia. Uno sforzo meritevole  e nobile, che deve però essere replicato ad altre coordinate geografiche, in quanto  l’industria delle costruzioni rappresenta, circa, il 75 delle forza lavoro mondiale. Mark Dunn, direttore del LexisNexis Business Insights Solutions, lancia il suo appello alla politica lato sensu, invocando che il tema entri nelle agende di governo così da poter essere affrontato più efficacemente in concertazione con gli organismi internazionali, i gruppi industriali, le imprese di costruzione, la società civile e gli stessi mass media.

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Schiavitù ed edilizia

L’esempio più tristemente lampante di questa tratta di esseri umani è la forza lavoro reclutata e impiegata in massa nei lavori per la costruzioni delle infrastrutture per i Mondiali di calcio in Qatar (2022), dove sono all’opera all’incirca 1,4 milioni di immiganti. È stato il The Guardian (circa due anni fa) a condurre un’inchiesta sullo sfruttamento insieme ad Amnesty International, forte dei dati del Nepalese foreign employment promotion board, che parlava di un vero e proprio massacro: 157 operai morti tra gennaio e novembre 2014, circa uno ogni due giorni. Nepalesi, indiani, cingalesi e bengalesi prima reclutati e trattati come bestiame, con le autorità locali che fanno finta di non vedere.

Tornando a pié pari in Gran Bretagna, l’United Kingdom Home Office ha stimato che nel 2014 gli “schiavi moderni” erano 10-13mila. Mentre secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (nel 2012) erano più di 20 milioni le persone ridotte a lavoro forzato, mentre la Free Walk Foundation aggiorna i dati al 2016 e alza drammaticamente la stima, parlando di 45,8 milioni di vittime.

Crolla il credito alle imprese di costruzione: -65%

Meno 65% negli ultimi 9 anni. È il calo verticale, registrato da Bankitalia e dall’Ance, del credito delle banche alla imprese di costruzione. Un trend che non si ferma: le erogazioni per gli investimenti nel residenziale e non sono diminuite anche nel corso del 2016. In attesa del 2017, per il nono anno consecutivo, regna il segno meno. Prendendo in esame i dati relativi al primo trimestre dell’anno corrente, nel residenziale il calo è stato dell’11,5% rispetto al 2015, mentre per quanto concerne il non residenziale la diminuzione è stata ancor maggiore: -21,1% (sempre sui dati dell’anno passato). I dati parlano chiaro: le banche non fanno più credito al settore. Nel 2008, annus horribilis della crisi, i prestiti alle costruzioni erano 52,5 miliardi: nel 2014, dopo otto anni di pesante congiuntura economica, sono diventati 15 (-70%). Così come sono crollati i prestiti per il residenziale: da 31,4% a 8,1%. Ma Banca d’Italia vede un po’ di luce in fondo al tunnel, parlando di ” graduale miglioramento delle condizioni del mercato immobiliare, che dovrebbe portare nei prossimi trimestri a una significativa riduzione dei rischi per il sistema bancario”. Gli operatori del settore, dopo essersi rimboccati le maniche, incrociano ore le dita.

Credito alle imprese di costruzione: -65% negli ultimi 9 anni

Svizzera controcorrente: edilizia boom

Centro di Zurigo
Centro di Zurigo

Svizzera controcorrente: mentre in Italia il settore delle costruzioni continua in un trend negativo che dura ormai da otto anni, il Paese vicino vede quasi un boom. Lo confermano i numeri del primo semestre 2016, che ha visto un fatturato in aumento del 5% rispetto allo stesso periodo del 2015. In particolare, l’edilizia residenziale ha registrato un incremento del 7%. La flessione nel Paese di Guglielmo Tell, si è fermata quindi al 2015, anno. Il fatturato nell’edilizia principale ha raggiunto i 9 miliardi di franchi svizzeri (circa 10 miliardi di euro). In questo contesto, sia l’edilizia (+6,7%), sia il genio civile (+4,2%) hanno registrato un incremento. L’evoluzione positiva dovrebbe proseguire anche nella seconda parte dell’anno: le commesse in portafoglio e i fatturati previsti per il terzo trimestre sono infatti nettamente superiori ai loro livelli del 2015.

Centro di Zurigo
Centro di Zurigo

Il “bonus Fakro” per le finestre: 80 euro di rimborso

Sempre più vantaggi con l’operazione promozionale Fakro cash back, un motivo in più per scegliere il marchio: dal 1 settembre al 30 novembre, l’alta qualità dei prodotti della nota azienda sarà ancor più vantaggiosa, grazie a un’interessante iniziativa promozionale. Dopo il successo riscosso dalla prima edizione dell’iniziativa – dal 16 maggio al 31 luglio scorsi – Fakro ha deciso di rimettere in pista l’interessante offerta per altri tre mesi. L’azienda, secondo player a livello mondiale nel settore delle finestre da tetto, offrirà infatti nuovamente un’importante opportunità a chi sia alla ricerca di finestre per la propria mansarda. Dal 1° settembre al 30 novembre, rimborserà fino a 480 euro (più approfonditamente, a seconda del modello fino a 80 euro per ogni serramento, per un massimo di sei finestre) a quanti sceglieranno le finestre del brand. L’iniziativa – rivolta ai privati di tutta Italia – consentirà quindi di  beneficiare di un considerevole vantaggio economico su molteplici prodotti, caratterizzati da standard qualitativi estremamente elevati.

Fakro - Finestre Z-Wave

Azienda che ha fatto della qualità il proprio riferimento e la propria vocazione, Fakro è attenta ad ogni più piccolo dettaglio nell’ideazione e nella realizzazione dell’ampia gamma di prodotti proposti: dalla luminosità (che è fonte di ottimismo e benessere), alla ventilazione (che rende più salubri le mansarde), passando per la  sicurezza – indispensabile per le abitazioni – fino alla sostenibilità dei materiali utilizzati, per non dimenticare mai che la salvaguardia dell’ambiente deve procedere di pari passo all’innovazione tecnologica.

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