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Sempre più tecnologia nei bagni delle case italiane

Arredobagno
Arredobagno

Da una recente ricerca condotta da Houzz, la piattaforma online leader mondiale nell’arredamento, progettazione e ristrutturazione d’interni e di esterni, emerge che in Italia si sta diffondendo sempre più la tendenza ad inserire elementi hi-tech nella stanza da bagno. Infatti, il 19% delle docce, il 16% delle vasche da bagno e il 12% dei servizi igienici recentemente ristrutturati sono dotati di funzioni ad alta tecnologia. Ma la tecnologia trova spazio anche in un altro modo nei bagni degli italiani: i nostri connazionali non possono fare a meno dei propri dispositivi tecnologici nemmeno in bagno. Infatti, oltre due terzi degli intervistati utilizza smartphone o tablet in questa stanza almeno una volta alla settimana (72%): nel dettaglio, il 35% per controllare la casella di posta elettronica, il 33% per scrivere messaggi e il 31% per dedicarsi alla lettura.

Ma questa non è l’unica curiosità che emerge dallo studio condotto su circa 600 proprietari di casa italiani che utilizzano Houzz e che hanno ultimato, stanno realizzando o progettando la ristrutturazione del proprio bagno. Analizzando i dati, infatti, si scopre che i proprietari di casa stanno investendo in dettagli di lusso per la stanza da bagno, ad esempio la doccia a pioggia (69%), la vasca da bagno per due persone (24%) e wc a doppio scarico (42%). Probabilmente riserviamo una particolare attenzione ai dettagli perché passiamo diverso tempo in questa stanza: il 62% vi trascorre da 30 a 60 minuti ogni giorno, e più di uno su dieci (11%) vi rimane quotidianamente per più di un’ora – magari in compagnia dei propri device mobili. Quasi nove proprietari su dieci (88%) decidono di cambiare completamente lo stile del loro bagno prediligendo un design moderno, contemporaneo o scandinavo (rispettivamente 35%, 24% e 7%). Il 34% dei bagni, prima della ristrutturazione, aveva uno stile classico, scelto ora solo dal 2% per i nuovi bagni. Questo cambiamento di stile probabilmente è dovuto al fatto che la maggior parte dei proprietari di casa italiani rinnova il proprio bagno ogni 16 anni circa (59%). Per resistere alla prova del tempo gli italiani preferiscono quindi palette di colori neutri scegliendo il grigio per i pavimenti (22%), e il bianco per pareti (26%), top lavabo (38%) e mobili (28%).

Inoltre dalla ricerca emerge che:

  • Personalizzazione: la motivazione più ricorrente che porta a ristrutturare il bagno è il desiderio di personalizzare a proprio piacere una casa appena comprata (43%), seguito dal deterioramento del vecchio bagno (30%). Quasi un quinto sceglie di rinnovare per la necessità di adattarsi a recenti cambiamenti di stile di vita avvenuti in famiglia (16%).
  • I miglioramenti più diffusi: la maggior parte decide di rinnovare principalmente rubinetti e altri impianti idraulici (85%), pavimenti (82%), sostituire il lavabo (81%) e l’impianto d’illuminazione (77%) o effettuare lavori di muratura (85%).
  • Budget VS spesa: un rispondente su quattro spende dai 1.500 ai 3.500 € (24%), avendo stanziato un budget pressoché rispondente (27%). La maggior parte (47%) spende più di 5.000€, ma il 32% sostiene che i budget stanziati non sono sempre allineati alle spese effettive.
  • Professionisti ingaggiati: nella maggior parte dei casi (86%) vengono ingaggiati professionisti per portare a termine i progetti di ristrutturazione: tecnici specializzati – come elettricisti, idraulici e piastrellisti – (58%), architetti (33%) e ristrutturatori di bagni (15%).

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Platek: qualità e design per l’illuminazione, con tante novità

Mesh
Mesh

Con la qualità costruttiva e l’elegante design che da sempre caratterizza i prodotti a marchio Platek, nascono nuove linee per il settore lighting. Sono in particolare tre le famiglie di apparecchi interessanti dal punto di vista dell’innovazione:

MESH Battery Charged, collezione di luci IP65 ideata da Marco Acerbis, ricaricabili mediante micro-USB, dimmerabile e comodamente trasportabile anche in outdoor. La famiglia di luci Mesh monta esclusivamente sorgenti LED, e “il paralume in alluminio forato con fori a diametro a sezione variabile trasforma la luce diffondendola e contemporaneamente giocandoci creando un effetto di ricamo”, dichiara il designer.

FROG, della designer Sara Moroni, completamente personalizzabile, dall’estetica raffinata, con soluzioni tecniche all’avanguardia. Di facile e rapido assemblaggio, questa famiglia di apparecchi lighting spazia dai mini bollard ai pali e paletti, dalle appliques alle versioni downlight, anche multiple, adatte sia per gli interni che per gli esterni, grazie alle luci IP65 e alla tecnologia LED.

Platek TARGET, proiettore di nuova generazione, ideato sempre da Marco Acerbis, con apposito sistema di snodo che assicura il movimento sui tre assi, con un’emissione di fascio luminoso altamente performante in qualunque posizione. Quattro tagli agli angoli dell’apparecchio consentono il defluire di eventuale acqua di ristagno, mentre il prolungamento alla base del gruppo ottico mimetizza lo snodo di rotazione.

Target
Target

Leroy Merlin si mette in mostra e lancia il suo showroom

Apre a Corsico, in provincia di Milano, uno showroom di design, un vero e proprio percorso ispirazionale che mette in luce la qualità e la varietà dei prodotti Leroy Merlin, che rafforza così la sua presenza in Italia inaugurando la sala mostra a pochi passi dallo storico punto vendita. Il nuovo concept è pensato per orientare e stimolare la fantasia della clientela grazie alla presenza di cinque diverse aree di ispirazione – cucina, bagno, pavimenti e rivestimenti, serramenti e cabine armadio – inserite all’interno di un moderno percorso espositivo. Inoltre, per valorizzare l’esperienza di acquisto e favorire l’approccio personalizzato verso ogni cliente, chi lo desidera potrà avvalersi della consulenza di esperti, sempre disponibili per fornire suggerimenti e ispirazioni d’arredo, per la realizzazione del proprio progetto di casa.

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Sviluppato su una superficie di 2.000 mq, il nuovo showroom è un vero e proprio spazio di design, pensato per esporre in un percorso valorizzante la migliore offerta di prodotti selezionati tra le molte proposte Leroy Merlin e vere e proprie suggestioni di arredo, all’insegna dei più attuali stilemi del design contemporaneo. Lo spazio offre ai clienti un’ampia scelta di soluzioni, dal bagno alla cucina fino ai serramenti, rivestimenti e piastrelle, per sviluppare il proprio progetto di “casa su misura“. “La nostra scelta di fornire un servizio tailor-made deriva proprio dall’ascolto dei bisogni della clientela” racconta dichiara Andrea Lombardi, Direttore dello showroom di Leroy Merlin a Corsico. “Questo nuovo concept è pensato per coloro che hanno un progetto di casa e sono in cerca di nuove idee e ispirazioni. Nel nostro showroom tutti avranno dunque la possibilità di sviluppare la propria casa su misura, progettandola insieme ai nostri consulenti, designer o architetti, ottimizzando i tempi di scelta e ottenendo la miglior soluzione per le loro esigenze. Inoltre i clienti possono rivolgersi a noi anche per la sostituzione di singoli pezzi come box doccia, serie sanitarie, porte, finestre e contare sui numerosi servizi che Leroy Merlin offre da sempre, dalla posa al finanziamento fino alla consegna”.

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In quest’ottica, la disposizione degli spazi è stata creata immaginando un percorso circolare e ispirazionale che metta al centro i prodotti – con autentiche ambientazioni di spazi da vivere – e ottimizzi il tempo di visita del cliente. Un altro aspetto innovativo è caratterizzato dall’Agorà: la parte centrale dello showroom, uno spazio multifunzionale che da un lato offre un’area dedicata ai servizi e alla consulenza, mentre dall’altro presenta una zona relax, costruita con materiali e prodotti Leroy Merlin, progettata per accogliere il cliente, che potrà valutare il proprio progetto in un contesto rilassato, prendendosi tutto il tempo necessario per concludere le proprie scelte. Ispirazione, progettazione, servizi su misura e consulenza personalizzata sono dunque i punti di forza del nuovo showroom Leroy Merlin. Un nuovo layout, una nuova modalità di acquisto per un’offerta ancora più personalizzata e al servizio della clientela.

Orsolini: Crisi, mi hai provocato e io ti distruggo

«Della crisi nun me ne pò fregà de meno». Alberto Sordi? No, Rino Orsolini. Che è sì romano, come il maestro Sordi, ma non fa l’attore e invece è titolare della Orsolini Amedeo, punto di riferimento per l’arredo bagno, i pavimenti e l’edilizia a Roma, nel Lazio, in Umbria, Abruzzo e bassa Toscana. Fin dal 1880. «Se prima le tre colonne granitiche del mercato erano qualità, servizio e prezzo, ora si sono aggiunte cambiamento, strategia e velocità». Ecco, allora, come rimanere vivi e sulla cresta dell’onda per oltre un secolo. Ecco l’intervista a Rino Orsolini, un po’ gazzella e un po’ leone, con quella voglia di correre più forte del tarlo della crisi.

Rino Orsolini
Rino Orsolini

Domanda. Partiamo dalla storia: quando è nata la Orsolini Amedeo e quali sono state, nel corso degli anni, le principali tappe di crescita aziendale?

Risposta. Le nostre radici affondano nell’Ottocento: l’azienda nasce nel 1880 e in quello stesso anno si iscrive alla Camera di Commercio di Viterbo, che nel 1955 ci premia con la Medaglia d’Oro per il progresso economico, mentre nel 2011 l’Unioncamere Italiana ci ha insignito del titolo di azienda storica d’Italia. Insomma, dal bisnonno Pacifico al nonno Amedeo, da nostro padre Giotto ai figli, eccoci qua: io e i miei fratelli Amedeo e Giorgio siamo la quarta generazione al timone. Siamo partiti da un mercato intra-peasano, siamo passati a quello intra-provinciale e siamo arrivati a un mercato intra-regionale, tra Lazio, Umbria, bassa Toscana e Abruzzo. Abbiamo 25 punti vendita, che presto diventeranno 26: uno è in apertura a Terni, questo dicembre, mentre a inizio gennaio a Roma ne apriremo un altro. Gli showroom sono una quindicina, di cui cinque a Roma.

D. E l’estero?
R.
Anche. Da due-tre anni lavoriamo stabilmente con l’estero: abbiamo una sala mostra a Malta, una a Tunisi, una in Marocco e una in corso d’opera in Ghana. Ecco, in questi territori siamo presenti con una sorta di franchising, fornendo i modelli e i campioni dello showroom all’italiana, oltre che i materiali da esposizione.

D. Tra questi mercati qual è quello che sta andando meglio?
R.
Number one Tunisi, poi Malta e quindi gli altri: in media stanno crescendo del 20-30%. Comunque facciamo delle puntante occasionali anche in altri Paesi: penso, per esempio,alla Bielorussia, come general contractor. Non montiamo niente, ma forniamo tutto ciò che occorre per terminare una casa, dal tubo alla mattonella, passando per il box doccia.

D. Dal 2014 al 2015 il vostro fatturato è salito: come si fa a crescere del 4,8% in un mercato così difficile?
R.
Svegliarsi presto la mattina e mettersi a correre nella savana. Non so più se sono gazzella o leone, ma so solo che c’è da correre e che, soprattutto, c’è da far correre il cervello. Il mercato sta cambiando in maniera profonda, la Gdo prende sempre più piede. Internet, poi, non ne parliamo: ogni mattina bisogna inventarsi il lavoro. Il prezzo non è l’unica cosa che conta, anzi: bisogna tessere e coltivare i rapporti con i privati e con le imprese, organizzare convegni e fiere. Ecco, un periodo in cui le fiere non sono più di moda, noi organizziamo Moa Casa e Casa Idea, i due eventi principali del settore su Roma. Una cosa…

D. Prego.
R. Certi convegni che organizziamo sono rivolti esclusivamente ai privati: spieghiamo loro come si compra una cucina, come si riveste un bagno, come si cambiano le porte e le finestre, come si sceglie un pavimento e così via. Non presentiamo materiali, non diamo i prezzi: ascoltiamo e spieghiamo.

D. Quanto pesa il prodotto e quanto il servizio?
R.
In egual modo, 50 e 50: perché se il prodotto se non è collegato con il servizio è un disastro e, quindi, la soluzione deve essere la combinazione tra i due. Se prima le tre colonne granitiche del mercato erano qualità, servizio e prezzo, ora si sono aggiunte cambiamento, strategia e velocità.

D. Quali sono i principali prodotti trattati? E quali settori merceologici vanno meglio e quali soffrono di più la stagnazione dell’edilizia?
R.
Abbiamo tutto, dal cemento al rubinetto d’oro. Quello che sta più spingendo il fatturato è il comparto estetico relativo allo showroom e il ramo del risanamento per il residenziale. I materiali come solai e cemento arrancano: le gru alzate sono ancora troppo poche. I materiali edili che vendiamo vanno quasi tutti in ristrutturazione, circa per l’80%.

D. Ecco, se dovessimo segmentare il fatturato totale dell’azienda per tipologia di cliente?
R.
Allora, 50% privato e 50% impresa. Il 70% di quello che vendiamo negli showroom è rivolto ai privati, il 30% imprese, mentre per la ristrutturazione le percentuali sono invertite.

D. Qualche numero: come è andato in termini di fatturato il 2016 e qual è la sua impressione sul 2017?
R.
Volevo crescere del 10%, ma saremo sotto attorno al 5%. Il 2017 dovrà essere un grandissimo anno per noi, a prescindere dalla crisi, di cui nun me ne pò fregà de meno. Quindi, per l’anno venturo l’obiettivo è crescere (almeno!) tra il 10 e il 15%. Tutto questo grazie anche a delle nuove aperture che stanno iniziando a camminare.

D. Avete adottato strategie di
e-commerce?
R.
Su questo versante ci stiamo muovendo con prudenza. Il volume del mercato dell’e-commerce è destinato ad aumentare sensibilmente, perché la gente è sempre più abituata a comprare online. E poi…

D. Poi?
R.
Il mercato è sempre più complesso ed è stato complicato ulteriormente da un’incertezza generale, che paralizza. E visto che non bastava la burocrazia italiana a rendere difficili le cose, si è sommata pure quella europea. Inoltre,c’è da capire a livello nazionale e politico che cosa succede. Le persone non sono ancora abbastanza serene per spendere, perché le persone per spendere hanno bisogno di tranquillità. E invece vivono con il tarlo della crisi all’interno della testa. Penso ci vorrà ancora un anno o due e dipenderà molto da quale sarà la piega delle vicende politiche.

D. Ma come si fa, in questo contesto, a far spendere soldi alle persone?
R.
Facendogli venire delle voglie e dando loro delle opportunità, oltre che aiutarli a utilizzare bene i contributi statali per i lavori di ristrutturazione.

Wonderwall Cotto D’Este: il grès che sembra carta da parati

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Si chiama Wonderwall, come la famosa canzone degli Oasis, la nuova produzione di Cotto d’Este, presentata recentemente all’Architect&Work di Milano, dopo il lancio al Cersaie 2016. Per la prima volta la decorazione artistica da parati incontra il gres porcellanato ceramico ultrasottile: così nasce Wonderwall, lastre di 1×3 metri in Kerlite, disponibili in dodici decorazioni stampate in altissima definizione.

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Wonderwall Cotto D’Este Lotus

Sono disponibili inoltre due superfici neutre:

Matrix, ispirata alla classica texture della tela dei quadri, ha effetto delicato e morbido al tatto. Prodotta in primo fuoco, la lastra è adatta sia oltre alla posa a parete che a pavimento, ed è garantita 20 anni
Freestyle, realizzata con una speciale resina spatolata a mano da esperti artigiani e decorata in digitale con smalti a freddo, ogni pezzo è diverso l’uno dall’altro.

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Wonderwall Cotto D’Este Ritmi

 

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Wonderwall Cotto D’Este Sketch

Sottili e leggere come carta da parati ma resistenti,  le lastre Wonderwall non temono l’umidità. Realizzate in Kerlite 3plus (spessore 3,5 mm) unisce le prestazioni tecniche del porcellanato ceramico alla bellezza delle tele pittoriche. L’innovativa accoppiata con la fibra di vetro conferisce alle lastre elasticità e resistenza.  Il prodotto vanta inoltre performance antibatteriche grazie all’esclusiva tecnologia Panariagroup che utilizza gli ioni d’argento per eliminare dalle superfici i batteri in maniera durevole.

Condominio Ok Torino convince le istituzioni

L’appuntamento è stato suggellato da un impegno, a cui il Comune di Torino dovrà tenere fede: la digitalizzazione di tutti i documenti che la burocrazia esige a chi vuole riqualificare o ristrutturare e, ovviamente, costruire. Saranno raggiungibili online, seppure a pagamento. Al Roadshow Condominio Ok organizzato da Virginia Gambino Editore nell’ambito di Restructura 2016, il vicesindaco e allo stesso tempo assessore all’urbanistica Guido Montanari ha spiegato quali sono le linee guida dell’amministrazione del capoluogo piemontese e ha indicato la strada della digitalizzazione come ponte tra amministrazione e imprese. L’intervento di Montanari si è inserito agevolmente in uno dei temi della giornata: quello di Borgo Campidoglio. Il quartiere di Torino, interessato da anni da un processo di coinvolgimento degli abitanti nella riqualificazione della zona, è stato analizzato da Francesco Adorno, architetto che è anche il promotore di un processo ancora in atto. Secondo lui non è solo la riqualificazione energetica al centro del progetto, ma la stessa organizzazione sociale. E una diversa qualità della vita, e dello stato degli edifici, è raggiungibile se si considera l’insieme di alternative offerte da un intervento, come il riutilizzo di spazi che possono essere valorizzati. Adorno ha anche presentato un’analisi secondo cui 11 condomini del Borgo Campidoglio potrebbero essere riportati a nuova vita. Spesa prevista: 5 milioni di euro. Un ostacolo al quale se ne aggiunge un altro: la burocrazia che pesa sulle imprese, come ha denunciato in apertura del meeting Marco Cossa, presidente dell’Ascomed di Torino. 

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Lo scoglio del costo, però, può essere superato se si considera la riqualificazione energetica come un investimento, ha spiegato Federico Della Puppa, coordinatore del Centro Studi YouTrade. Numeri alla mano, specialmente in una città come Torino, dove oltre il 30% delle case ha oltre 50 anni di vita, la riqualificazione più che una spesa può essere vista come un affare, con un rendimento che entro dieci anni diventa molto consistente e dura nel tempo. Certo, la convenienza è legata anche ai bonus casa, che per il prossimo anno, ma in alcuni casi fino al 2021, consentiranno di godere di sconti formidabili: dal 65% della spesa, detraibile fiscalmente, per chi affronta una riqualificazione energetica, fino all’85% del costo dei lavori per i condomini che miglioreranno la classe di sicurezza in funzione antisismica. Insomma, i bonus casa, nella versione potenziata per il 2017, possono essere un’occasione da non perdere, come è stato spiegato da Roberto Di Lellis, giornalista, che ha sintetizzato le novità in arrivo.

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Come sempre all’evento non è mancata la testimonianza delle imprese: hanno presentato soluzioni per il condominio Paolo Toninelli (responsabile marketing & formazione di Bampi), Cristiano Vassanelli (consulente e formatore di fisica tecnica tecnica applicata alle costruzione), Riccardo Villani (consulente tecnico Index), William Barni (capo area Nord Faraone Architetture Trasparenti), Paolo Peris (titolare Impresa Peris – BioEdilizia), Marco Odone (titolare Impresa Maat – Ristrutturazione), Sandro Testori (Socio Nature Poware – Efficienza Energetica), Salvatore Lucania e Claudio Barzaghi (amministratori di condominio), Bruno Lanfranco (titolare Siborg – Ente Certificatore), Peppino Marchini (consulente finanziamenti ai condomini Siryo Consulting).

Prossimo appuntamento con il Roadshow Condominio Ok a Genova nel febbraio 2017.

Guarda tutte le foto di Condominio Ok Torino

Registrazione e welcome coffee

Prima sessione

Light lunch

Seconda sessione

Come cambia la Scia con la riforma della Pa

Una nuova guida alle autorizzazioni necessarie per costruire, uno dei punti caldi del sistema edilizia. Ora arriva una tabella lunga 142 pagine che, però, ha il pregio di indicare in maniera analitica che cosa è necessario per ottenere le autorizzazioni. È già qualcosa. Anche se la parola «semplificazione» sembra forse eccessiva. È il risultato della riforma Madia della pubblica amministrazione, nella parte non bocciata dalla Corte costituzionale. Sarà in vigore a partire dall’11 dicembre. Il mondo delle costruzioni può ora far riferimento su un quadro aggiornato di obblighi e di titoli abilitativi massimi che servono. Da adesso in poi Comuni e Regioni non possono più chiedere titoli abilitativi di maggior peso e questo, nelle intenzioni, comporterà una maggiore uniformità di trattamento nelle singole realtà italiane, eliminando la giungla normativa.

Regimi per l’edilizia

Ora i regimi amministrativi sono quattro: attività di edilizia libera, comunicazione di inizio lavori asseverata (Cila), segnalazione certificata di inizio attività (Scia), anche in alternativa al permesso di costruire, permesso di costruire.

Interventi liberi

Ecco gli interventi realizzabili in regime di attività libera (senza comunicazione di inizio lavori): realizzazione di aree ludiche senza scopo di lucro; pannelli solari e fotovoltaici a servizio degli edifici fuori dai centri storici; pavimentazione e finitura degli spazi esterni, anche per la sosta, entro l’indice di permeabilità; elementi di arredo nelle aree pertinenziali degli edifici.

Restauro conservativo

Quando non interessa le parti strutturali dell’edificio ci vuole la Cila (comunicazione di inizio lavori asseverata), mentre per ristrutturazioni pesanti, interventi di nuova costruzione in diretta esecuzione di strumenti urbanistici generali, ristrutturazione urbanistica disciplinata da piani attuativi è ammessa la Scia alternativa al permesso di costruire e l’inizio dei lavori è fissato a 30 giorni dalla sua presentazione. Per la nuova costruzione di manufatto edilizio continua a servire il permesso di costruire.

I tempi della Scia

Chi presenta la Scia o ha un permesso di costruire può richiedere il certificato di agibilità entro 15 giorni dalla fine dei lavori o presentare un’autocertificazione sottoscritta da un professionista.

Divisione per attività

Le attività economiche (sono 72) sono distinte. Per esempio, per bar e pizzerie in zone tutelate scatta il silenzio assenso più la Scia, ma non serve l’autorizzazione. Nelle zone non tutelate è sufficiente la Scia unica. Si può avviare una media struttura di vendita solo con il silenzio-assenso entro 90 giorni (non serve più l’autorizzazione preventiva).

Cantiere a Milano
Cantiere a Milano

Torna «Lattoneria», la rivista per i professionisti del tetto

Torna Lattoneria, organo ufficiale di Pile. La rivista di riferimento di tutto il mondo della produzione, lavorazione e installazione di materiali legati ai metalli, ai coperturisti, ai progettisti, in particolare per il mondo delle costruzioni, è ora realizzata da Virginia Gambino Editore per Pile, associazione Produttori e Installatori di Lattoneria Edile. Il presidente, Fabio Montagnoli, che si è impegnato nell’iniziativa, spiega in un’intervista l’obiettivo che coincide con gli interessi delle aziende del settore: comunicare ciò che avviene, fare cultura, formazione e dare voce a un mondo che troppe volte è poco ascoltato.

Ora, grazie anche alla puntuale e gradevole realizzazione editoriale, Lattoneria torna a essere innanzitutto uno strumento utile per le aziende. Sul primo numero, per esempio, i lettori troveranno una esclusiva classifica dei bilanci elaborati dal Centro Studi YouTrade con fatturato, valore della produzione, valore aggiunto, Mol, utile netto, capitale di rischio, tasso di indebitamento, Ros, Roe e cash-flow estratti dai risultati 2015 di 29 aziende, non solo aderenti a Pile.

Sul numero della nuova Lattoneria, inoltre, ci saranno anche articoli sui bonus fiscali 2017, sul cantiere di Prefa a Reggio Emilia, sulla formazione con un intervista a Hubert Trenkwalder, presidente dei lattonieri dell’Alto Adige. E, ovviamente, voce alle aziende: la storia di copertina della Syfi di Castel San Pietro, e le interviste a Isal, Tresoldi Metalli, Rivit…

Il programma di Marcucci, neo presidente di Cortexa

Diego Marcucci
Diego Marcucci

Diego Marcucci, marketing manager di Cromology Italia, succede a Gianluca Ciroi nella carica di presidente del Consorzio Cortexa. «È un onore assumere questo incarico e desidero ringraziare pubblicamente tutti i soci, i main partner ed i partner del Consorzio», spiega Marcucci. «Lo spirito di fondo con il quale inizio questo importante percorso, è sicuramente rivolto a mettere a disposizione di Cortexa la mia esperienza, il mio impegno ed il mio lavoro affinché si possano raggiungere rapidamente gli obietti ambiziosi che ci siamo fissati. Ritengo che l’obiettivo primario di Cortexa sia quello di continuare ad incrementare la propria visibilità sul mercato».

Secondo Marcucci, per promuovere la cultura del Sistema a Cappotto occorre primariamente che Cortexa sia conosciuta da tutti gli attori della filiera e che tutti riconoscano nel Consorzio un punto di riferimento per affrontare correttamente il tema dell’efficientamento energetico e del miglioramento del comfort abitativo. «Nel medio e lungo termine dovremo sicuramente lavorare sull’ampliamento del Consorzio stesso, favorendo l’ingresso delle aziende che ne condividono lo spirito e che, più in generale, favoriscono quotidianamente e concretamente lo sviluppo dell’edilizia di qualità mediante l’adozione del Cappotto. Infine, di pari importanza è l’implementazione e il consolidamento di un dialogo diretto con le istituzioni, affinché tutto il sistema si muova in maniera compatta verso i grandi temi dell’efficientamento energetico e della riqualificazione del patrimonio edilizio nazionale. C’è un grande lavoro da fare, ma ciò non ci spaventa, anzi costituisce un giusto stimolo a fare di più e farlo meglio», ha concluso il neo presidente di Cortexa.

Diego Marcucci
Diego Marcucci

Genova per noi e per le grandi opere

Genova skyline
Genova skyline

Sabato 26 novembre il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha firmato un Patto da 110 milioni di euro per Genova. In sostanza: risorse per far ripartire la città. Da questa considerazione parte l’incontro Investire a Genova. Le opportunità e i grandi progetti: dal polo Erzelli al Blueprint, ospitato dallo Studio legale Nctm mercoledì 30 novembre alle 10,30 presso la sede dello Studio Legale a Milano, Via Agnello 12.

Saranno in primo piano i grandi progetti come il Blueprint e il polo degli Erzelli. Il dibattito con investitori e professionisti, messo a punto da Ntcm Studio Legale, permetterà di far di conoscere le opportunità che il capoluogo ligure offre alla comunità internazionale nonché di rafforzare gli storici legami tra Genova e Milano, che con i lavori del Terzo Valico sono destinati ad un ulteriore sviluppo.  Mancano 15 giorni alla chiusura del concorso internazionale di idee Blueprint Competition. E proprio sul Blueprint, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha quasi raddoppiato la dote del Governo portando l’investimento da 15 a 28.5 milioni di euro. Nel Patto sottoscritto a Genova sono stati invece previsti altri 30 milioni, per il Parco Tecnologico degli Erzelli.

Genova skyline
Genova skyline

 

Proroga in arrivo per la contabilizzazione

Un beffa per chi si è affrettato a mettersi in regola? Oppure una decisione necessaria per consentire a tutti di procedere alla installazione? Ci sono due modi di vedere la possibilità di una proroga per l’installazione dei termoregolatori su cui, secondo il Sole24Ore, si sta pensando al ministero dello Sviluppo? Il problema è, secondo i favorevoli alla proroga, è determinato dal ritardo con cui molti condomini si sono trovati, nonostante il termine per l’installazione, secondo la legge, scada il 31 dicembre. La proroga allo studio sarebbe di qualche mese, quando si spengono i caloriferi, cioè il 15 aprile 2017 per gran parte d’Italia. Che la proroga sia allo studio non è una fantasia, ma lo ha rivelato il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa. Anche se il termine del 31 dicembre è noto da almeno un anno e mezzo, i proprietari di immobili adducono i ritardi burocratici come la causa che ha portato al ritardo nell’installazione.

La contabilizzazione del calore secondo quanto effettivamente consumato comporta l’installazione di ripartitori e termovalvole. E per chi non si mette in regola, secondo la legge in vigore, sono previste sanzioni a carico dei singoli condòmini (da 500 a 2.500 euro).

Calorifero
Calorifero

Without nostalgia: la visione oltre il passato di Eclisse

L’influenza della decorazione nel design contemporaneo. Lo showroom Eclisse di Milano si è rinnovato con uno speciale allestimento ispirato al mondo del colore e, appunto, della decorazione. A sei anni dalla sua apertura, la sala mostra di via Molino delle Armi cambia pelle nel nome dell’eleganza e della purezza dei colori primari.

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Il progetto nasce dall’incontro di Eclisse con l’architetto e designer industriale Manuela Pellizzon e dalla sua passione per la storia delle cementine esagonali del Salento. E proprio dalla Puglia arrivano due dei tre partner di Eclisse in questo progetto: Migliorino Design e Barba Design.  Il terzo? Oikos. “Con il mio lavoro ho cercato di reinterpretare il decoro delle cementine sviluppandolo sugli elementi fondamentali di una casa come porte, pareti, pavimenti e mobili” racconta l’architetto Pellizzon, che aggiunge: “L’obiettivo dello studio è stato quello di cogliere l’input proveniente dal passato e dalla tradizione, scegliendo però di non riproporre il decoro tale e quale, bensì di reinterpretarlo in chiave moderna e senza nostalgia”. Ecco, allora, il perché del nome del progetto, realizzato da queste quattro aziende accomunate dalla grande attenzione posta nella ricerca e dalla spiccata vocazione tecnologica applicata allo studio e all’applicazione di materiali e tecniche innovative. La contaminazione tra il sapiente fare dell’artigiani, l’immaginazione della designer e la tecnologia ha permesso di creare prodotti che interpretano il contemporaneo.

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Solo l’attenzione e una cura maniacale del dettaglio hanno reso possibile la riproduzione continua a precisa di elementi decorativi che possono così attraversare alla perfezione e senza interruzione superfici ed elementi di arredo diversi: in un unico spazio la tecnica plasma la materia sotto la guida della designer. Eclisse si fa promotrice di un dialogo tra aziende che condividono la stessa volontà di rinnovare e migliorare costantemente i propri prodotti per offrire soluzioni uniche per l’arredo e la progettazione.

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Solo un prodotto ben posato è un buon prodotto

Posami è la risposta di tre imprenditori, con un’esperienza cinquantennale nel settore delle costruzioni, all’esigenza di un mercato orientato al valore e alla qualità. L’iniziativa vuole proporre al mercato il prodotto finito: materiali da costruzione e posa degli stessi si uniscono, diventando un unico oggetto di vendita.

Posami richiama a sé tutte e fasi costruttive: dal progetto, alla definizione dei capitolati, dalla scelta dei materiali fino alla messa in opera qualificata. E poi, Posami si fa interlocutore per le richieste del committente: un lavoro di qualità, eseguito a regola d’arte e nel rispetto delle tempistiche predefinite e delle sempre più stringenti norme europee. Insomma, Posami è l’opportunità di costruire affidandosi a un unico interlocutore referenziato e strutturato. Posami ha sede a Milano ma opera in tutto il mondo, utilizzando squadre specializzate e manodopera selezionata e certificata Assoposa, l’associazione dedicata al riconoscimento e alla formazione del posatore piastrellista. Il più importante atto di Assoposa è quello della creazione di un registro di posatori qualificati, la cui competenza è garantita da un apposito sistema di qualificazione e riconoscimento, per  proporre al mercato un elenco di posatori di comprovata esperienza e competenza, portando questa professione a standard qualitativi adeguati a livello internazionale.

I partner di Posami? Mapei, , Mosaico+, Progress Profiles, Fila e Marazzi. E proprio presso lo showroom di Marazzi a Milano si è tenuta la presentazione del progetto.

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Ceramica – Posami

Rivoluzione digitale: i retailer italiani nel pallone

Via digitale allo shopping
Via digitale allo shopping

Anche le grandi catene di distribuzione non sanno che pesci pigliare di fronte alla trasformazione tecnologica: il 65% è frenato dall’assenza di una chiara strategia di innovazione nei confronti di temi come la digitalizzazione del consumatore, la complessità crescente dei processi e la competizione delle Dot Com, anche se 3 su 4 si dichiarano al lavoro per definirla. È uno dei risultati dell’analisi dell’Osservatorio Innovazione Digitale nel Retail promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano, giunto alla sua terza edizione.

L’assenza di una chiara strategia si traduce in un livello di investimento inadeguato: anche se registra una crescita interessante, passando dal 15% del totale degli investimenti annuali nel 2015 al 17% nel 2016, la spesa in digitale dei top retailer è ancora inferiore a un punto percentuale del fatturato. “In un contesto di domanda complessivamente stagnante, il futuro dei retailer italiani è legato alla capacità di individuare target e strategie, muovendosi sul piano dell’efficienza e su quello della bontà del servizio ai clienti finali. Sono sostanzialmente gli stessi problemi che stanno affrontando i retailer tradizionali di tutte le economie avanzate, con la differenza – rispetto non solo agli Stati Uniti ma anche a molti Paesi europei – che la nostra distribuzione è estremamente frazionata e che le nostre imprese maggiori sono piccole”, afferma Alessandro Perego, direttore scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano. “Sia l’efficienza sia la bontà del servizio offerto al cliente possono trarre notevoli giovamenti dalla digital transformation: una trasformazione che ha speranze di successo solo se non è vissuta come un’operazione meramente tecnica, da delegare agli specialisti dell’IT, e che spesso richiede la presenza di un ecosistema di imprese – solitamente startup per la novità dei compiti svolti – in grado di svolgere quelle funzioni di servizio che il retailer non può sviluppare in casa, perché non ne ha le competenze e/o le convenienze.”

Sicurezza digitale
Sicurezza digitale

Top retailer

L’Osservatorio ha condotto una survey sui top retailer italiani (i primi 300 retailer per fatturato, presenti in Italia con negozi fisici) analizzandone la maturità digitale attraverso lo studio del livello attuale di adozione e dell’intenzione di adozione futura delle tre principali categorie di innovazioni: nel back-end (processi di interazione retailer-fornitori o processi interni del retailer), nella customer experience in punto vendita e a supporto dell’omnicanalità.

Le innovazioni digitali nel back-end sono le più diffuse e consolidate tra i top retailer italiani: il 93% del campione ne ha adottata infatti almeno una. Gli investimenti nel 2016 sono stati maggiormente focalizzati su soluzioni di CRM (25% del campione), soluzioni a supporto della fatturazione elettronica e dematerializzazione (19%), sistemi ERP (18%), sistemi di business intelligence analytics (18%) e soluzioni per incrementare le performance di magazzino, come il voice picking (16%).

Per il 2017, oltre il 40% dei top retailer dichiara un potenziale interesse di investimento in sistemi per il monitoraggio dei clienti in negozio (attraverso telecamere e sensori), sistemi di tracciamento dei prodotti lungo la supply chain (attraverso RFId) e soluzioni di intelligent transportation system.

Via digitale allo shopping
Via digitale allo shopping

Customer experience
L’80% del campione di top retailer ha sviluppato almeno una innovazione digitale nel front-end a supporto della customer experience in punto vendita. Le soluzioni su cui si sono concentrati maggiormente gli investimenti nel 2016 sono sistemi per l’accettazione di pagamenti innovativi (22%), sistemi per l’accettazione di couponing e loyalty (19%) chioschi, totem e touchpoint (15%), sistemi di cassa evoluti e Mobile POS (15%) e digital signage e vetrine intelligenti (13%).

Per quanto riguarda l’omnicanalità, infine, la quasi totalità dei retailer utilizza i canali digitali per supportare le fasi di pre-vendita o post-vendita, o per abilitare la vendita. Più precisamente, l’88% dei retailer (era l’80% nel 2015 e il 65% nel 2014) è presente sia online sia su mobile, mentre il 10% è presente solo online e l’1% solo su mobile.

Sull’online, il 35% del campione ha sviluppato un sito istituzionale per supportare il pre e post-vendita, mentre il 65% (era il 61% nel 2015) ha un sito di eCommerce per vendere online. Sul mobile, il 34% del campione ha un’iniziativa, App o Mobile site, per offrire funzionalità nel pre e post-vendita e il 55% (era il 42% nel 2015) ha un’iniziativa di Mobile Commerce.

Valentina Pontiggia, direttore dell’Osservatorio Innovazione Digitale nel Retail
La relazione di Valentina Pontiggia, direttore dell’Osservatorio Innovazione Digitale nel Retail

Shopping personalizzato
“All’interno del negozio, l’attenzione per il futuro è focalizzata su innovazioni volte a rendere il processo di acquisto più personale, ossia più rispondente alle esigenze del singolo cliente, e più esperienziale, ossia indirizzato a stupire.” afferma Valentina Pontiggia, Direttore dell’Osservatorio Innovazione Digitale nel Retail del Politecnico di Milano “Oltre Il 55% dei retailer dichiara infatti di voler investire nel 2017 in sistemi di indoor positioning, digital signage e vetrine intelligenti, specchi e camerini smart, tecnologie basate sulla realtà aumentata e stampanti 3D. Il successo dell’eCommerce e l’aumento della competizione da parte delle Dot Com costringono poi a una riflessione più profonda sul ruolo futuro dello store in ottica omnicanale”.

Nuove professionalità 

Tra le sfide da affrontare nei prossimi anni attraverso l’innovazione digitale i retailer intervistati segnalano la capacità di ingaggiare e fidelizzare maggiormente i propri clienti (54% del campione), il miglioramento della customer experience in negozio (40%), l’integrazione del negozio fisico e del sito eCommerce (36%) e l’estensione del mercato potenziale attraverso l’omnicanalità (25%). Sono quindi il Marketing e le Vendite le funzioni più interessate dallo sviluppo, ricerca e potenziamento di professionalità legate all’innovazione digitale.

“Tra le figure oggi più ricercate, quella ritenuta più indispensabile da oltre il 60% dei top retailer è l’eCommerce Manager, incaricato del funzionamento dell’online store e della sua integrazione con i canali tradizionali.” afferma Valentina Pontiggia, Direttore dell’Osservatorio Innovazione Digitale nel Retail. “Seguono con il 55% il CRM Specialist/Manager, impegnato nelle strategie di customer retention & Loyalty, e il Digital Officer, responsabile della digital transformation. Sono ritenuti importanti anche il Digital Marketing Specialist/Manager (54%), il Customer Analytics Specialist/Manager (53%), il Social Media Specialist/Manager (46%) e il Digital Communication Specialist/Manager (42%), ossia tutte le figure che gestiscono e ottimizzano le strategie e le performance legate ai canali web/social dell’azienda”.

I medio-piccoli 

L’introduzione di innovazione digitale è una priorità per due su tre dei medio-piccoli retailer intervistati. Tuttavia, come per i top retailer, l’incidenza dell’investimento in innovazione digitale è limitata a pochi decimi di punto percentuale del fatturato generato: circa lo 0,2% o lo 0,3% sopratutto a causa dei costi elevati e della mancanza di competenze interne.

Le innovazioni digitali nel back-end sono le più diffuse e consolidate: il 91% del campione ha sviluppato almeno un’innovazione in questi processi, prevalentemente sistemi di comunicazione via web con i fornitori, fatture e bolle elettroniche e sistemi gestionali basati su supporti elettronici.

Il 90% dichiara di aver investito nel miglioramento della customer experience in punto vendita: pubblicizzando la propria attività tramite un canale innovativo (sistemi di pubblicità via web, email, Sms o Social Network), installando sistemi di cassa evoluti e Mobile POS o attivando sistemi promozionali via Sms o coupon digitali, adottando sistemi di sales force automation o installando chioschi, totem o touchpoint all’interno del punto vendita.
Il 61% ha infine abilitato innovazioni a supporto dell’omnicanalità. 6 rispondenti su 10 sono presenti sul web, con una scheda di descrizione su un portale online (13%), con un sito informativo (35%) o con un sito eCommerce (15%). 2 rispondenti su 10 hanno sviluppato un’iniziativa sul mobile e altri 2 su 10 stanno pensando di realizzarla a breve. Per i medio-piccoli retailer con un sito eCommerce, le vendite online incidono tra l’1% e il 5% del fatturato online e nella maggior parte dei casi crescono rispetto al 2015 con un tasso superiore al+10%. Iniziano inoltre ad essere offerti anche dai medio-piccoli retailer servizi omnicanale “evoluti” come il click&collect (50% dei rispondenti con eCommerce) e il reso in negozio (25%).

Costruzioni boom: in Usa c’è la rivoluzione condominiale

Quartiere del Queens, a New York
Quartiere del Queens, a New York

Anche l’America entra in condominio. Mentre in Europa, non solo l’Italia, è pressoché fermo, il settore dell’edilizia residenziale continua a macinare strada negli Stati Uniti. La bolla dei mutui subrpime, insomma, è stata digerita in fretta. Secondo quanto riporta Bloomberg, citando i dati del Commerce Department, infatti, la costruzione di appartamenti negli Stati Uniti è attorno ai massimi degli ultimi 40 anni. E gli appartamenti nei palazzi rappresentano il 57% delle case in costruzione a ottobre. I tassi di spazi vacanti sono vicini al loro livello più basso dal 1985, quando la domanda era robusta. Ma, attenzione, c’è un rovescio della medaglia: vivere in appartamento è diventata un’alterativa per molti americani che non possono permettersi un prestito per una casa monofamiliare tipica dei sobborghi delle grandi città, perché non possono pagarsi il mutuo o non dispongono della liquidità sufficiente per l’anticipo. Insomma, l’America sta vivendo una rivoluzione condominiale.

Quartiere del Queens, a New York
Quartiere del Queens, a New York

La competitività delle Fiere passa dalla formazione

Formazione professionale alla Vanoncini Spa

Se “fare è il miglior modo d’imparare” – come scriveva Leopardi -, allora la formazione è il primo passo da muovere. E così si è tenuto a Palazzo Chigi il  IV Forum Economico italo-tedesco “Didacta-Formazione per il futuro”: un incontro-confronto tra due Paesi, due economie e due culture capace di fornire spunti di riflessioni e di stimolare il miglioramento e lo sviluppo delle competenze e del processo formativo. Sotto la lente di ingrandimento, la formazione. Formazione che per AEFI – Associazione Esposizioni e Fiere Italiane –  è da sempre attiva cardine strategica per il sistema fieristico.

Queste le parole di Ettore Riello, presidente AEFI: “Per continuare a essere competitive, le nostre Fiere devono saper innovare, proporre servizi aggiuntivi e quartieri sempre più moderni, essere aggiornate sulle strategie messe in atto da enti, quartieri e siti espositivi in Italia e all’estero, per questo è fondamentale che ci sia una costante attività di interscambio tra le esperienze dei vari Paesi”. A conferma del rilievo di questo tema, il crescente numero di manifestazioni fieristiche che ogni anno vengono organizzate in Italia: oltre venti di primaria importanza e che riscuotono sempre maggiore attenzione da parte di espositori e visitatori. Dal prossimo anno, il calendario si arricchirà di una nuova manifestazione, Didacta: “Siamo lieti che gli organizzatori abbiamo scelto l’Italia e il quartiere di un associato AEFI”, ha commentato a tal proposito il presidente Riello.

Ettore Riello, presidente AEFI
Ettore Riello, presidente AEFI

Anche il Piano del Governo “Industria 4.0”, che detta le linee guida dello sviluppo, dedica un’attenzione particolare alla formazione, ambito strategico per creare nuove abilità e competenze soprattutto in relazione all’alta formazione e alle competenze digitali e manageriali. “Proprio per rafforzare ed attualizzare le competenze all’interno del proprio settore, come AEFI organizziamo periodicamente sessioni didattiche in ambito tecnico, giuridico, commerciale, con focus specifici sull’internazionalizzazione e sulla digitalizzazione”, ha aggiunto Riello. Ad ulteriore conferma del suo impegno, AEFI dal 2013 sostiene la cultura della progettazione fieristica supportando il Master di II livello “Touch Fair Architecture & Exhibit Space” organizzato dall’Università IUAV di Venezia, con cui ribadisce il suo ruolo attivo nel supporto e nello sviluppo del settore fieristico, anche attraverso la costante attenzione verso la formazione di nuovi professionisti e nella creazione di competenze solide e di alto livello.