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VIDEO – Proind e Xypex per il calcestruzzo impermeabile

Massimiliano Settili - Proind

Proind  Massimiliano Settili, responsabile relazioni internazionali Proind

 “Insieme a Xypex per un calcestruzzo impermeabile”

Eurostat: produzione edilizia in Europa giù del 2,3%

Lo stallo dell’edilizia è questione continentale, non solo italiana. Infatti, secondo il rapporto Eurostat, il 2017 è partito con il freno a mano tirato: a gennaio, la produzione nel settore delle costruzioni è calata del 2,3%. Confermati dunque in negativo i segnali di rallentamento registrati alla fine dello scorso anno, chiusosi con un decremento del 0,6% per il mese di dicembre. Una difficoltà causata soprattutto dalla sensibile flessione dell’edilizia civile, che crolla del 7,7%.

Su base annua, la produzione edile dell’Eurozona è diminuita del 6,2% (e del 3,3% se si prende in considerazione l’Unione Europea allargata). Tra gli stati membri per cui i dati sono disponibili – per l’Italia sono confidenziali -, le diminuzioni maggiori si sono viste in Slovenia (-12,3%), Belgio (-4,6%), Spagna 8-3,8%) e Francia (-3,5%), mentre gli aumenti più significativi in Romania (+5,1%), Ungheria (+4,6%) e Slovacchia (+3,3%).

produzionecostruzioni

 

Marche, rinasce la scuola distrutta dal terremoto

Marche, rinasce la scuola di Caldarola distrutta dal terremoto

L’Università Iuav di Venezia ha consegnato il progetto per la scuola di Caldarola, uno dei comuni delle Marche coinvolti nell’ultimo terremoto. La nuova scuola, che dovrebbe essere inaugurata in occasione dell’apertura del nuovo anno scolastico, è stata commissionata dal Commissario Straordinario per la ricostruzione dei territori interessati dal sisma del 24 agosto 2016 Vasco Errani, nell’ambito dell’iniziativa Sisma 2016 – Le Scuole, e verrà costruita nel centro storico al posto di quella distrutta dal terremoto.

Progettata in poco meno di un mese, essa rientra nel programma di aiuto che alcune Università italiane sono state chiamate a mettere in atto a favore dei Comuni colpiti dal terremoto. Il progetto, coordinato dalla prof.ssa Fernanda De Maio, ha visto il concorso di diverse competenze presenti in Iuav: dalla progettazione architettonica, al calcolo strutturale, dal progetto impiantistico al calcolo estimativo. Con questo intervento Iuav riprende una attività che l’ha visto, nel passato,  partecipare alle opere di ricostruzione di Vajont e Friuli, coniugando impegno culturale e sociale.

«Che una Università partecipi allo sforzo di ricostruzione dopo eventi drammatici come quelli accaduti nelle Marche o nel Lazio, credo faccia parte della sua missione – ha commentato il rettore Alberto Ferlenga –. In questo caso, Iuav ha messo in gioco le proprie competenze nell’ambito architettonico e la propria tradizione di intervento in eventi di questo tipo (Vajont, Friuli) dimostrando efficienza progettuale e capacità di produrre qualità».

Marche, rinasce la scuola di Caldarola distrutta dal terremoto
Marche, rinasce la scuola di Caldarola distrutta dal terremoto

La nuova scuola

La nuova scuola di Caldarola sorgerà nel Centro Storico del borgo marchigiano al posto di quella in via di demolizione, antica di quasi cento anni, lungo il Viale Umberto, a pochi passi dalla piazza rinascimentale in cui sorgono i principali monumenti affrescati dal noto pittore manierista Simone De Magistris (a cui è intitolata la scuola) e del castello Pallotta, di origine medievale.

La nuova scuola ha una superficie utile lorda di 1700 mq per un importo previsto di € 2.550.000,00. Si tratta di un piccolo complesso per la scuola dell’infanzia (3 sezioni) e primaria (5 classi).  È progettata con struttura in acciaio per la resistenza al sisma e materiali di tamponamento e copertura utili a garantire il massimo conforto termico ad energia quasi zero (classe A4) anche grazie all’uso della centrale a biomasse e all’impiego di pannelli fotovoltaici sulla copertura dell’aula magna.

Progettata a partire dalle indicazioni pervenute dall’amministrazione comunale e dalla dirigente scolastica, grazie a un costante dialogo intrattenuto fin dalle fasi iniziali sia dallo Iuav che dalla Struttura di Missione del Commissario Errani, l’organizzazione degli spazi interni ed esterni della scuola pone grande attenzione al superamento delle disabilità motorie e visivo-uditive e tiene conto delle recenti linee guida del Miur per la buona scuola, al fine di farne un polo di aggregazione sociale.

La semplice volumetria come la disposizione su due piani richiama quella della scuola precedente, anche se l’articolazione interna prevede doppie altezze e lungo i fronti ampie pareti vetrate contribuiscono a costruire una maggiore varietà degli spazi di connessione e più profonde relazioni tra il paesaggio storico e il nuovo edificio scolastico. Responsabile del Progetto è la prof.ssa Fernanda De Maio coadiuvata dai proff. Salvatore Russo per le strutture, Massimiliano Scarpa per gli impianti e Sergio Copiello per la valutazione economica, affiancati da validi collaboratori.

Marche, rinasce la scuola di Caldarola distrutta dal terremoto
Marche, rinasce la scuola di Caldarola distrutta dal terremoto

Se il Bosco Verticale diventa il ponte con l’Oriente

“Sono felice che il Bosco Verticale possa essere un ponte tra Nanchino e Milano come riferimento per le politiche di miglioramento della qualità ambientale”, parola di Stefano Boeri, padre progettista delle due torri, sempre più simbolo della (nuova) Milano che cambia. Si è svolta al Politecnico di Milano, e dunque al Centro Direzionale meneghino, la visita di una delegazione cinese composta da: Guo Lajun, vice sindaco di Nanjing; Chen Hua, vice capo della Nanjing Academy of Governance; He Xiaoqing, vice direttore generale della Nanjing Bureau of Commerce; Cao Wentang, vice direttore generale della Nanjing Foreign Affairs Office; Zhang Huimin, vice sindaco  de Xuanwu District, Nanjing; Shen Dachun, capo della divisione Organization Department of Nanjing Cpc.

Milano, zona Garibaldi Porta Nuova
Bosco Verticale

Il concetto chieve dell’incontro è stata Forestazione Urbana. Il progetto Nanjing Vertical Forest, promosso dal Nanjing Yang Zi State-owned National Investment Group Co.ltd, è il secondo prototipo di un progetto sulla demineralizzazione e forestazione urbana che Stefano Boeri Architetti sta portando avanti in tutto il mondo e, in particolare, in altre città della Cina, tra cui Shijiazhuang, Liuzhou, Guizhou, Shanghai e Chongqing. L’interesse in Cina verso i progetti di Vertical Forest e Forest City è confermato anche dalla pubblicazione del libro «A Forest City», a cura di Stefano Boeri Architetti Cina che verrà pubblicato dalla Tongji University Press.

L’importanza dell’incontro  mette in luce una relazione sempre più stretta tra Nanchino e Milano, una comunione di intenti nell’ottica di costruire un futuro orientato alla biodiversità partendo dalle nuove generazioni e da una nuova cultura. Durante l’incontro, l’architetto Stefano Boeri, che ha progettato il pluripremiato Bosco Verticale, ha raccontato come la forestazione urbana e la tutela della biodiversità siano un elemento imprescindibile nello sviluppo delle metropoli, un cambio completo di paradigma nel rapporto tra boschi, foreste e città.

Un futuro, quello presentato oggi da Stefano Boeri, che prevede la creazione di spazi orizzontali che collegano i parchi e i boschi che già fanno respirare la città, garantendo la sopravvivenza delle specie animali che li popolano e incrementando il potenziale di contrasto ai cambiamenti climatici. La delegazione asiatica  ha concluso il tour con una visita guidata proprio al Bosco Verticale di Milano, dove lo stesso sindaco di Nanjing ha potuto vedere dal vivo il primo esempio al mondo di Vertical Forrest.

Bosco Verticale

Il primo cohousing in centro a Milano

L'edificio di corso XXII marzo
L'edificio di corso XXII marzo

COventidue annuncia di aver firmato il rogito per l’acquisto del palazzo in stile Liberty di Corso XXII Marzo 22, a Milano. L’immobile è stato acquistato per 13 milioni di euro dal Fondo Immobiliare-Comune Milano I, gestito da Bnp Paribas Reim Sgr. Prende così il via il primo progetto di cohousing nel centro di una grande città europea: COventidue ne ha infatti affidato l’ideazione, l’organizzazione e la gestione a Cohousing.it, il portale che conta oltre 25.000 iscritti e che ormai da dieci anni propone e attiva con successo progetti di cohousing in Italia. Esempio di questo successo è proprio il progetto denominato COventidue che è già sold out prima dell’avvio dei lavori di riqualificazione che partiranno già dalla prossima settimana.

L'edificio di corso XXII marzo
L’edificio di corso XXII marzo

L’edificio, architettura Liberty dei primi del ‘900, è stato riprogettato dallo studio Freyrie-Flores, dell’architetto Leopoldo Freyrie. COventidue è l’esempio di come si possono coniugare la qualità dell’abitare costruita fin dall’inizio con il contributo dei futuri abitanti con servizi innovativi, nel rispetto dell’ambiente a prezzi accessibili. L’intervento consiste nella ristrutturazione di un importante immobile, ripensato per favorire la più alta qualità della vita in termini di comfort, piacevolezza, vivibilità e accessibilità e, naturalmente, di relazioni tra vicini.

I 57 appartamenti di diverso taglio e dimensione, tutti già venduti, sono stati proposti con progettazione su misura, lavorando con i futuri cohouser sia con incontri one-to-one,sia in progettazione partecipata, secondo il modello ormai affinato da Cohousing.it. A COventidue ci sarà spazio per una sala polifunzionale, una lavanderia-asciugheria, una foresteria, un coworking, un’area giochi per i bambini, un’area wellness, un deposito bike, un’area pet e tutto quello che i cohouser desiderano. Questo sarà un edificio gas-free e sarà totalmente accessibile, per tutti. Il complesso è stato progettato per raggiungere la classe energetica A, adottando tecniche innovative di coibentazione (isolante verde di facciata nel cortile, serre solari, ventilazione con recupero di calore, pompa di calore). La costruzione avverrà con l’adozione di criteri antisismici.

Il primo cohousing in centro a Milano
Il primo cohousing in centro a Milano

Tutti gli aderenti al progetto, poiché l’immobile verrà riqualificato, beneficiano di sgravi fiscali particolarmente interessanti .La qualità del vivere a COventidue sarà una conseguenza naturale del vivere collaborativo tipico del cohousing, dell’ottimo rapporto qualità-prezzo delle abitazioni e dell’attenzione alla riqualificazione dell’edificio grazie alla collaborazione con partner di altissimo livello nell’ambito dell’interior design e della domotica.

“Per gli Architetti – i quali garantiscono la professionalità e la sostenibilità dell’intero progetto – la formula innovativa del cohousing comporta uno spostamento della committenza dall’impresa immobiliare all’utente finale, ossia il futuro abitante che incide su ogni passaggio del progetto”, afferma Leopoldo Freyrie, che è anche past President del Consiglio Nazionale degli Architetti.

Il cohousing è un modello abitativo che nasce come risposta a un desiderio sempre più forte di socialità e di condivisione, oltre al bisogno di uno stile di vita sostenibile”, spiega Nadia Simionato, ceo di NewCOh, la società che ha ideato e gestisce la piattaforma Cohousing.it . “La si potrebbe definire – prosegue Simionato – come la versione evoluta dei rapporti di buon vicinato, in passato improntati alla solidarietà e allo scambio e ormai scomparsi dagli orizzonti delle grandi città. Questo modello, già ampiamente diffuso nell’Europa del nord e continentale, e nei paesi anglosassoni, che ha preso piede anche in Italia da qualche anno, grazie al lavoro precursore e pionieristico di NewCOh, vanta cinque progetti realizzati, due in corso e due in fase di lancio. Una sfida, in tempi di crisi, che è stata vinta rivoluzionando il modello tradizionale del mercato immobiliare”.

Il video reportage di YouTrade al Made Expo 2017

Made expo 2017

Made Expo 2017

Made Expo 2017 è stata la fiera delle novità. A caratterizzare questa edizione, la prima in versione biennale,  è stata la voglia di innovazione e di rilancio delle aziende del settore, che hanno presentato un’offerta merceologica di alto livello. E YouTrade, allora, ha selezionato le soluzioni per l’edilizia portate a Milano per l’esposizione internazionale del progetto e delle costruzioni. Ne abbiamo scelte ventuno e le abbiamo fatte presentare direttamente dalle imprese. Dal colore all’isolamento, dai laterizi alle coperture.

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Al Mipim di Cannes i progetti dell’Ance

Un'immagine del Mipim 2016
Un'immagine del Mipim 2016

Arriva anche la conferma dell’Ance: secondo l’associazione dei costruttori il mercato immobiliare italiano continua la strada della ripresa. L’aumento delle compravendite, iniziato nel 2014, sale ormai a doppia cifra nelle grandi città italiane: +45% Milano, +44% Torino, +43% Firenze e +27% a Roma e Genova. I dati sono stati presentati ai Mipim di Cannes, la più importante fiera dell’immobiliare a livello mondiale, in scena a Cannes dal 14 al 17 marzo e che quest’anno ha visto la presenza di oltre 23mila soggetti tra investitori e promotori. “Tre anni di crescita costante delle compravendite ci dicono che il mercato è tornato in una fase di ripresa – commenta il vicepresidente dell’Ance, Filippo Delle Piane, all’avvio della giornata dedicata ai progetti dell’Associazione costruttori – e non siamo più di fronte a fiammate positive che si esauriscono presto”. L’immobiliare italiano, sottolinea Delle Piane, “è tornato a essere un investimento sicuro in termini di redditività e qualità. Resta la necessità di incentivare maggiormente il prodotto nuovo, sicuro e efficiente che risulta ancora un po’ penalizzato rispetto all’usato”.

Un'immagine del Mipim 2016
Un’immagine del Mipim 2016

Al Padiglione Italia, coordinato dall’Ice, sono stati presentati i progetti delle imprese dell’Ance, insieme al nuovo servizio, Invest in Italy, messo in campo dall’Associazione costruttori. Invest in Italy “nasce per far incontrare la domanda degli investitori internazionali e nazionali con l’offerta delle imprese di costruzione italiane. In dettaglio, l’Ance si propone agli investitori come intermediario per individuare le opportunità di investimento nel territorio nazionale, selezionando i progetti attraverso la rete associativa presente in tutte le province”.

Sul fronte dei progetti presentati direttamente dalle imprese associate, numerose le iniziative nel campo del turismo di lusso, dalla Lombardia alla Calabria. Di grande interesse anche gli interventi di recupero di immobili storici, a fini residenziale e terziario, nelle città di Milano, Torino, Roma e Firenze che testimoniano come il mercato sia oggi fortemente orientato alla riqualificazione dell’esistente, considerata un business di rilievo dagli investitori internazionali.

Knauf Insulation raccoglie e vince le sfide della sostenibilità

Knauf Insulation

Knauf Insulation ha recentemente pubblicato il suo Rapporto Annuale di Sostenibilità “Insulation Matter”. Questa pubblicazione (disponibile sul sito web dell’azienda) viene aggiornata annualmente e analizza in modo approfondito le sfide che il settore edilizio deve affrontare sul fronte della sostenibilità, e quelle di Knauf Insulation in particolare, quale protagonista di primo piano in qualità di produttore di sistemi isolanti.  Nel 2010 Knauf Insulation si è prefissata obiettivi ambiziosi per il 2020, ossia la drastica riduzione delle emissioni di CO2 e del consumo di energia del 20%, la riduzione degli scarichi idrico del 50% e l’annullamento dei rifiuti solidi in discarica, la diminuzione degli incidenti sul lavoro del 50%.

Il nuovo Rapporto prende in analisi i risultati conseguiti nel 2015 come tappa intermedia di questo percorso e i risultati sono davvero positivi. A metà di questa sfida, Knauf Insulation è lieta di annunciare che il consumo di energia è stato ridotto del 17,5%, le emissioni di CO2 del 16,4%; i rifiuti in discarica sono diminuiti del 58%; e gli incidenti sono in calo del 5% rispetto al 2010.  Nel 2015 è stato toccato anche un altro importante traguardo, ovvero il raggiungimento dell’obiettivo di riduzione dello scarico idrico del 50% – cinque anni prima della scadenza predefinita.

Vincent Briard, responsabile del dipartimento “Sostenibilità, Prodotti e Edifici” presso Knauf Insulation ha affermato: “Abbiamo percorso una lunga strada in soli cinque anni e i nostri risultati intermedi nel 2015 sono merito del duro lavoro e dell’innovazione di tutti in Knauf Insulation – ad ogni livello e in ogni sede. Oggi tutti comprendono l’importanza della sostenibilità, ognuno è consapevole dell’importanza dell’efficienza energetica, della riduzione dei rifiuti e della diminuzione del numero di incidenti con perdita di ore di lavoro. I risultati del 2015 sono particolarmente sorprendenti perché ora comprendono anche i 17 siti del Nord America che abbiamo acquisito nel 2014”.

Il nuovo rapporto evidenzia molte delle iniziative che sono state introdotte in tutte le società del Gruppo e pone i riflettori sugli impianti che hanno raggiunto maggiori innovazioni in settori quali la gestione dell’energia, la riduzione dei rifiuti o lo scarico idrico. Sottolineiamo anche come gli investimenti abbiano fatto la grande differenza – ad esempio il taglio delle esigenze di trasporto in Russia e Nord America per migliaia di chilometri – e in che modo le nuove iniziative stiano prendendo piede ad ogni livello – per esempio portando alla qualifica di dirigenti i responsabili della salute e della sicurezza. Le parole di Briard, in merito al valore della sostenibilità, sono esemplificative: “La sostenibilità è parte del nostro Dna.”

Knauf Insulation
Knauf Insulation

Ad oggi, come leggiamo nel Rapporto, i più grandi consumatori di energia in Europa sono le stesse costruzioni edilizie. È stato infatti stimato che una riduzione del 50% dell’utilizzo di energia negli edifici europei dimezzerebbe da sola le emissioni totali di CO2 entro il 2030. Knauf Insulation propone la propria visione in merito, e puntualizza quanto sia importante la ristrutturazione del parco immobili esistente in Europa e non solo, in termini di impatto ambientale e quali vantaggi porterebbe anche in termini di posti di lavoro, di sicurezza energetica e di salute personale. Il rapporto è rivolto a colleghi, responsabili politici, progettisti, installatori, imprese edili e rivenditori di tutto il mondo per mostrare come l’azienda abbia messo la sostenibilità al centro di tutte le proprie azioni e scelte strategiche, evidenziando il costante contributo nel mantenere l’efficienza energetica, la sostenibilità e la sicurezza degli edifici al centro del dibattito politico in tutto il mondo.

Nel Rapporto sono illustrate le numerose modalità che pongono Knauf Insulation all’avanguardia nella bioedilizia in modo da aiutare i clienti ad ottenere di più dai sistemi di certificazione per l’edilizia sostenibile. Vengono inoltre esaminati anche i criteri che secondo la visione dell’azienda debbano influenzare le tendenze della bioedilizia del futuro e il modo in cui le soluzioni proposte da Knauf Insulation possano contribuire alla qualità dell’aria in ambienti chiusi, al comfort acustico e termico, mentre vengono avviate le normative nazionali.

Le soluzioni innovative sono il fondamento della nostra attività, come ad esempio la metodologia produttiva Ecose Technology per le lane minerali che consente di ridurre l’energia necessaria per la produzione fino al 70% e, senza l’uso di fenoli e formaldeide riducendo notevolmente le emissioni di CO2 con un livello di sostenibilità ambientale e qualità dell’aria indoor ottimali. Questa ed altre soluzioni innovative sono trattate e descritte dettagliatamente nel report, insieme ai preziosi feedback che ci forniscono i clienti. Per l’Italia troviamo la testimonianza di Ugo Bortolami, Direttore Generale di Termit che dichiara: “Ci siamo affidati per anni alla grande qualità dei prodotti Knauf Insulation e siamo molto felici delle soluzioni tecniche innovative messe a disposizione con la tecnologia ECOSE – soddisfano completamente le nostre aspettative”.

Altri punti salienti del rapporto sono:

  • Le nuove iniziative di edilizia modulare progettate a supporto dei governi che si trovano ad affrontare una crisi di alloggi per i rifugiati in Europa
  • Il sostegno alla campagna per mantenere la ristrutturazione al centro delle politiche energetiche dei governi in tutto il mondo
  • La campagna per cambiare le politiche al fine di garantire che i nostri edifici siano a prova di fuoco.

Il Rapporto integrale è scaricabile QUI

Salone del Mobile: Claudio Luti (Kartell) di nuovo presidente

Claudio Luti, nuovo presidente Salone del mobile
Claudio Luti, nuovo presidente Salone del mobile

Claudio Luti torna alla presidenza del Salone del Mobile. Il numero uno Kartell aveva già ricoperto la carica dal 2012 al 2014 e oggi, a una ventina di giorni dall’inizio della kermesse meneghina, torna a occupare quella poltrona. La nomina si inserisce in una più ampia riorganizzazione dei quadri dirigenti di FederlegnoArredo, proprietaria del Salone. Ecco, a proposito: l’esposizione fieristica si terrà a Milano dal 4 al 9 aprile. Si sa, repetita iuvant. Federlegno è l’associazione confindustriale di rappresentanza degli industriali del settore (forte di circa 3 mila associati) ma gestisce direttamente anche il business fieristico. Per sei anni, il presidente è stato Roberto Snaidero, che aveva ricoperto nell’ultimo biennio anche la carica di presidente del Salone. Il suo successore, Emanuele Orsini (titolare della Sistem Costruzione, azienda che realizza case e strutture in legno), è stato nominato un mese fa e ha deciso di ridisegnare subito la governance associativa, sdoppiando le cariche e richiamando Luti, dopo l’esperienza del recente passato. Una scelta va a riconoscere le capacità di un manager lombardo, con esperienza mondiale, e che lega col doppio nodo il Salone del Mobile al suo background industriale, nonché alla sua filiera produttiva, dove imprenditore, fornitore e designer operano in piena concertazione. Nel 2016 il settore legno-arredamento ha fatturato 41 miliardi, in crescita dell’1,8% rispetto al 2015: ecco perché, al di là degli organigrammi societari, l’appuntamento con la manifestazione sarà una cartina di tornasole importante per decifrare l’andamento del comparto, e del made in Italy, nel 2017. 

Claudio Luti, nuovo presidente Salone del mobile
Claudio Luti, nuovo presidente Salone del mobile

Gruppo Soprema: verso la Cina con furore

Gruppo Soprema - Cina

Il Gruppo Soprema, specializzato nelle soluzioni per la protezione impermeabilizzante e termica in edilizia, apre il suo primo stabilimento di produzione in Cina, confermando la propria vocazione all’internazionalizzazione e ribadendo l’interesse del Gruppo per il mercato orientale, dove era già presente con le proprie attività commerciali.

Il nuovo stabilimento è situato a Changzhou, nella provincia di Jiangsu sulla costa Est, ed è dedicato alla produzione di membrane in Pvc-P. L’inaugurazione del centro ha avuto luogo martedì 7 marzo 2017 alla presenza di numerose autorità ufficiali. Il Presidente del Gruppo Soprema, Pierre-Etienne Bindschedler, ha così raccontato gli obiettivi aziendali nell’Impero di Mezzo: “L’apertura di questo stabilimento rappresenta un investimento importante e ci consente di intrattenere un rapporto privilegiato con i nostri clienti, trasmettendo loro la nostra esperienza”

Oltre a un’unità di produzione di membrane impermeabili sintetiche in Pvc-P, l’impianto sarà infatti affiancato da un centro di formazione tecnica destinata a migliorare la qualità di posa delle soluzioni impermeabilizzanti, confermando ancora una volta la missione del Gruppo di ampliare e diffondere il know-how tecnico acquisito negli anni, come già avviene grazie alla ventina di centri di formazione in tutto il mondo e i sette centri di Ricerca e Sviluppo.

 Il Presidente del Gruppo Soprema, Pierre-Etienne Bindschedler
Il Presidente del Gruppo Soprema, Pierre-Etienne Bindschedler

 L’internazionalizzazione del Gruppo Soprema

L’attività di Soprema in Cina era già iniziata nel 1999 e proseguita con l’apertura di una filiale commerciale nel 2004. Il nuovo stabilimento produttivo risponde all’esigenza di fornire ai clienti cinesi “la possibilità di accedere a un servizio tecnico e a un centro di formazione performanti”. Il centro soddisferà la crescente domanda del mercato edilizio in Cina e nella regione Asia-Pacifico, anche attraverso la collaborazione con gli uffici del Gruppo a Hong Kong, Singapore e in Vietnam. Soprema, inoltre, ha già partecipato a numerose opere significative in zona, come la copertura verde del “Nido d’Uccello”, stadio nazionale di Pechino inaugurato in occasione delle Olimpiadi del 2008.

Il Gruppo Soprema oggi

Soprema è presente in 90 paesi e si appoggia a una rete di distribuzione composta da 4000 partner. Nel 2015 il fatturato aziendale si è attestato a 2,13 Mld di € diversificando il business in nuovi mercati oltre ai classici settori dell’impermeabilizzazione bituminosa e sintetica: impermeabilizzazione fotovoltaica, coperture verdi, isolanti naturali, impermeabilizzazione liquida, sistemi di aspirazione, strutture in acciaio o coperture tradizionali. Nel 2016 il Gruppo ha inaugurato numerosi siti industriali in tutto il mondo: in particolare in Francia, dove è stato realizzato lo stabilimento di Savigny-sur-Clairis (Yonne), in Germania lo stabilimento di membrane impermeabili bituminose di Hof e il centro per la produzione d’isolanti in poliuretano di Drummondville in Canada nel mese di settembre. Attualmente Soprema impiega circa 6300 persone in una cinquantina di stabilimenti (di cui 14 in Francia) e 60 filiali di distribuzione.

Gruppo Soprema - Cina
Gruppo Soprema – Cina

 

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Il nuovo impermeabilizzante liquido Winkler

Winkler - One

Se We are the champions la cantavano i Queen, “We are the one” lo dice Winkler. Già, one. Perché Winkler, per festeggiare i suoi trent’anni di attività al servizio dell’edilizia, si è regalata One, un nuovo impermeabilizzante liquido, dalle eccellenti proprietà di resistenza, destinato alle applicazioni più estreme. Il prodotto presenta una formulazione innovativa e unica, ideato per soddisfare le esigenze dei sottofondi umidi e anche bagnati, con possibilità di posa anche alle più basse temperature.

Winkler - One, un prodotto pronto all'uso
Winkler – One, un prodotto pronto all’uso

Grazie all’utilizzo di particolari polimeri testati e selezionati nel laboratorio ricerca e sviluppo di Winkler, One non contiene né acqua, né solventi. Inoltre, permette al sottofondo di traspirare, garantendo al tempo stesso un’eccellente resistenza alla controspinta, valutabile fino a 4 atmosfere. One offre anche un’alta resistenza alle basse e alle alte temperature (la sua temperatura d’esercizio va da -30 a + 80 gradi) e rimane perfettamente stabile anche agli shock termici. One è un prodotto pensato per risolvere ogni problema di impermeabilizzazione anche nelle condizioni più estreme, impossibili per gli altri prodotti in commercio. Si può infatti applicare con temperature comprese tra gli zero e i 45 gradi, ha un’ottima resistenza sia agli agenti atmosferici che ai raggi solari, e a zero gradi asciuga in 5 ore, un tempo che si riduce considerevolmente con l’aumento della temperatura.

One, Winkler
One, Winkler

I suoi campi di applicazione sono quindi numerosi e tutti per loro natura complessi, dove l’impiego di un prodotto con caratteristiche particolari risulta determinante per il pieno successo dell’intervento. One può essere applicato su massetti in calcestruzzo anche non completamente stagionati, su pavimenti in ceramica con problemi di umidità in eccesso, tegole, legno e metallo. Inoltre, sulle membrane bitume polimero stagionate e anche ardesiate. Come la maggior parte delle soluzioni Winkler, anche One è pronto all’uso e non necessita dell’aggiunta di primer. Dopo il completo indurimento, la pavimentazione è perfettamente resistente al calpestio e su sottofondi rigidi come calcestruzzo e ceramica è anche possibile posizionare tavoli e sedie, senza che la superficie trattata ne risenta minimamente. One è disponibile nei colori bianco, grigio, rosso e rosso tegola, il consumo è di 1,5  kg/m2 per uno spessore di circa 1 mm. Per la realizzazione di un sistema impermeabile sicuro ed a grande tenuta, Winkler prevede l’utilizzo dei prodotti Bc Seal Band e Bc Sel Pad, rispettivamente per gli angoli, i corpi sporgenti, i messicani, ecc. e Winjoint Band per la sigillatura dei giunti. In caso di presenza di pozze d’acqua stagnante ne è consigliata la rimozione, mentre per le applicazioni su membrana bitume-polimero stagionata e lisca viene suggerito l’utilizzo dell’armatura Winthecno Mat.

Winkler, One

Winkler festeggia con questa importante innovazione tecnica i suoi trent’anni di attività al servizio del’edilizia di qualità, iniziata appunto nel 1987 con l’apertura della sede a Cologno Monzese (Milano). Prima azienda in Europa a realizzare soluzioni impermeabilizzanti a base acqua, senza solventi, ha saputo conquistare non solo i più esigenti professionisti dell’impermeabilizzazione nazionale, ma anche i mercati esteri più diligenti nel rispetto delle normative più severe, meritando riconoscimenti e certificazioni prestigiose nei principali mercati mondiali. One e tutte le più recenti innovazioni di prodotto pongono Winkler ai vertici dell’industria chimica nazionale, sempre nel rispetto dell’uomo e dell’ambiente, principio inalienabile della filosofia Winkler Safe.

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Unicmi: contrordine, il 2017 non sarà l’anno della ripresa

Unicmi: le previsioni sul 2017

L’Ufficio Studi Economici di Unicmi, Unione Nazionale delle Industrie delle Costruzioni Metalliche, dell’Involucro e dei serramenti, ha reso disponibile il Rapporto sul mercato dell’involucro edilizio – Il mercato nel 2016, le previsioni per il 2017. Il Rapporto, da anni, ha lo scopo di fornire alle imprese e agli analisti di mercato, in un unico quadro sintetico d’insieme, informazioni aggiornate sull’evoluzione del settore dell’involucro edilizio, ovvero dei serramenti metallici, delle facciate continue e dei prodotti correlati.  Il rapporto si articola in cinque sezioni dedicate a contenuti specifici, ed in particolare ai comparti che compongono il settore dell’involucro edilizio.  Il Rapporto sottolinea come la domanda complessiva di serramenti e facciate nel mercato italiano si attesti su un valore di circa 4,27 miliardi di euro di cui 2,75 nel settore residenziale e 1,52 in quello non residenziale, inclusi circa 485 milioni di facciate continue.

Riguardo ai serramenti metallici, il Rapporto 2017 evidenzia come il 2016 abbia confermato la lieve ripresa riscontrata nel 2015 con un aumento delle vendite di circa l’1% rispetto all’anno precedente attestando il valore 2016 a circa 1,418 miliardi di Euro. L’inversione di tendenza rispetto alla netta flessione che ha attraversato il mercato dal 2009 al 2014 (-40%) è stata in parte significativa generata dal mercato del recupero, ma ha beneficiato anche della ripresa delle nuove costruzioni, anche di quelle non residenziali. Si tratta comunque di una ripresa debolissima che interessa solo alcune imprese, quelle più votate al mercato residenziale “retail” costituito da piccoli lavori di sostituzione di infissi con committenza privata. Le aziende del comparto continuano ad operare con un struttura finanziaria vulnerabile, determinata in primo luogo dalle difficoltà di incasso dei crediti. Il rapporto tra crediti e valore della produzione è estremamente elevato e si situa strutturalmente ad oltre  50%, sostanzialmente incassano circa la metà di quello che vendono e producono in un anno.

regno-unito-ledilizia-torna-a-crescere

Il 2017 si è aperto con lo stesso clima d’incertezza politica che ha caratterizzato la fine del 2016 e tale situazione perdurerà per gran parte del 2017 contribuendo a congelare/rimandare le riforme di cui il sistema paese ha bisogno per liberare il potenziale di sviluppo. La ripresa continuerà con tassi estremante bassi in linea con quelli riscontrati finora e questo interesserà tutti i settori strategici dell’economia tra cui le costruzioni e i comparti collegati. I dati sull’evoluzione del portafoglio commesse dei serramentisti e dei costruttori di facciate confermano questo trend. I serramentisti sono prevalentemente legati al mercato locale e ai consumi delle famiglie, per cui risentono direttamente dell’andamento dell’economia nazionale e del clima d’incertezza che interessa gli investimenti privati. I serramentisti che, nel 2016, hanno subito una riduzione degli ordinativi sono aumentati e non vi sono segnali positivi per quanto attiene la crescita del portafoglio. È evidente, che in questo scenario, il mantenimento degli incentivi fiscali è un prerequisito fondamentale per sostenere la domanda, poiché da essi dipende circa metà dei ricavi di queste aziende. Considerata la permanenza degli incentivi fiscali il valore del mercato dei serramenti in alluminio in Italia dovrebbe crescere nel 2017 per una percentuale variabile tra il 2 e il 2,5%.

I dati relativi al mercato italiano delle facciate continue confermano un’inversione di tendenza (+2,5%) attestandosi su un valore di circa 485 milioni di euro. Questa ripresa è in parte legata ad una ripresa degli investimenti nelle costruzioni non residenziali, in particolare quelle destinate al terziario e quelle pubbliche. Un contributo rilevante ai ricavi delle aziende proviene anche dai lavori di recladding, ovvero di sostituzione delle facciate continue esistenti che incide, secondo le nostre stime, per circa il 14% sul totale del mercato delle facciate e vale circa 67 milioni di Euro. I costruttori di facciate hanno una presenza consolidata sui mercati internazionali, in particolare in Europa, Stati Uniti, Medio Oriente. Negli ultimi anni si è assistito ad una crescita significativa delle esportazioni, che, nel 2014 hanno quasi raggiunto il 40% del fatturato. Nel 2015 e 2016 si assiste ad una diminuzione dell’incidenza delle esportazioni sul fatturato che è collegata alla ripresa del mercato interno e del conseguente aumento dei lavori realizzati in Italia.

In conclusione, i dati elaborati dall’Ufficio Studi Economici Unicmi, fanno ritenere che il 2017 non sarà l’anno del consolidamento della ripresa, come si poteva ipotizzare dai dati diffusi in autunno sull’economia italiana, ma sarà un anno di transizione che le aziende dovranno utilizzare per prepararsi alla vera ripresa, operando per rafforzare la struttura finanziaria e patrimoniale e ricominciando a far investimenti mirati non solo ad incrementare l’efficienza, ma anche a sviluppare prodotti nuovi, con prestazioni superiori e facilmente industrializzabili. I dati sulle performance economiche delle imprese evidenziano come sia prioritario intervenire per stabilizzare la struttura finanziaria, attraverso operazioni di ristrutturazione del debito, ricapitalizzazione e l’utilizzo di nuovi strumenti finanziari (quali i mini bond). Gli interventi finanziari sono quindi un prerequisito fondamentale per agganciare la ripresa.

L’export italiano via e-commerce vale 7,5 miliardi di euro

E-commerce
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Nel 2016 l’export italiano di beni di consumo che passa attraverso i canali digitali segna una crescita significativa, +24% rispetto all’anno precedente, e raggiunge un valore di mercato di 7,5 miliardi di euro. Ma rappresenta ancora una quota marginale, di poco inferiore al 6%, delle esportazioni totali di beni di consumo destinati al cliente finale. Il Fashion si conferma il settore principale delle esportazioni via e-commerce, con un peso di poco superiore al 60%, seguito a distanza dal Food (17%) – il settore con il maggiore tasso di crescita (+32%) – e poi da Arredamento e Design (entrambi al 12%). I grandi retailer sono il canale di distribuzione online privilegiato per le vendite oltreconfine e raccolgono il 52% del fatturato dell’Export digitale. Al secondo posto i marketplace (34%), il canale che è cresciuto maggiormente nel 2016, +46%, poi i siti delle vendite private (8%) e i siti di eCommerce di aziende produttrici (6%). I principali mercati di sbocco sono ancora Europa e Stati Uniti, con una predominanza dei Paesi occidentali europei (in primo luogo la Germania), e si rafforza anche la presenza in alcuni Paesi dell’Est Europa, tra cui Russia e Polonia, mentre resta marginale l’Export verso altri mercati come il Sud America, il Sud-Est Asiatico e la Cina. Sono alcuni dei risultati della ricerca dell’Osservatorio Export della School of Management del Politecnico di Milano (www.osservatori.net) presentata al convegno “Export digitale: una sfida, tante opportunità”.

Dalla ricerca emerge una forbice ancora molto ampia fra il valore dell’Export online “diretto” – in cui l’interazione con il cliente è gestita da un operatore italiano attraverso i siti di produttori, portali dei retailer online o multicanale (come LuisaViaRoma e Yoox net-a-porter-Group) o marketplace “italiani” (come Amazon.it e eBay.it) – l’Export online “indiretto”, che passa attraverso i siti di eCommerce dei grandi retailer online stranieri (come Zalando, JD.com, Suning), i grandi marketplace (Amazon ed eBay con domini stranieri, Tmall) e i siti di vendite private internazionali (come vente-privee.com o VIP). L’Export diretto, infatti, pur registrando una crescita significativa nel 2016 (+23%), vale solo 2 miliardi di euro. Al suo interno, il Fashion fa la parte del leone, raccogliendo circa due terzi del fatturato (65%), seguito da Food e Arredamento/Home Design con il 10% ciascuno, poi Elettronica di consumo (4%). Il canale principale per l’Export diretto sono i retailer nazionali, che generano il 58% del valore delle vendite e buona fetta del mercato, il 26%, è costituita da siti propri di aziende produttrici, i marketplace con dominio .it si fermano al 16%. L’Export online indiretto invece genera 5,5 miliardi di euro di fatturato: il 60% riconducibile al Fashion, il Food e Arredamento/Home Design coprono rispettivamente una quota del 21% e del 13%, gli altri settori confermano la loro marginalità fermandosi al 6%. Il canale di vendita privilegiato è costituito dai retailer online stranieri, che abilitano circa metà delle transazioni. I marketplace stranieri pesano molto di più dei corrispettivi italiani, con una quota del 40%. Seguono i siti delle vendite private internazionali, che rappresentano il 10%.

“In uno scenario internazionale altamente competitivo, con consumatori sempre più inclini all’uso delle tecnologie digitali, l’adozione dell’eCommerce come canale di vendita all’estero può risultare una scelta vincente, utile a sostenere la crescita dell’Export italiano – afferma Riccardo Mangiaracina, Direttore dell’Osservatorio Export -. In Italia l’utilizzo dei canali eCommerce per esportare è un fenomeno recente: sono in crescita i volumi ed aumenta la consapevolezza delle opportunità. Ma sfruttare le opportunità fornite dall’Export digitale non è semplice: occorrono preparazione, competenze, propensione al cambiamento e adeguati investimenti. È necessario studiare le caratteristiche dei vari Paesi e dei settori per mettere a punto modelli di Export in grado di sbloccare il potenziale dei canali digitali”. La survey dell’Osservatorio Export su un campione di 100 aziende italiane esportatrici nei settori consumer rivela che circa metà delle imprese di questi comparti usa già canali eCommerce per esportare. Di queste, solo il 5% esporta secondo una strategia solo online, il 30% la varia (esclusivamente offline o online) a seconda del Paese di destinazione, il 15% adotta una strategia multicanale in tutti i Paesi. Circa il 50% delle imprese esportatrici digitali usa l’eCommerce da non più di due anni, circa un quarto ha iniziato da appena un anno. Circa il 64% delle aziende che ancora non fa Export online ha intenzione di farlo in futuro. In particolare, la metà di queste ha intenzione di attivare canali eCommerce all’estero entro i prossimi tre anni.

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Lo scenario macroeconomico dell’Export

Sono 210 mila le imprese esportatrici italiane, un numero rilevante se si considera la piccola dimensione che caratterizza il tessuto manifatturiero italiano. Ma l’intensità di Export è debole: il 45,5% delle imprese esporta meno del 10% del fatturato, solo il 10,3% esporta almeno il 75%. Lo rivela l’analisi dell’Osservatorio Export sullo scenario macroeconomico italiano, da cui emerge chiaramente come l’Export continui a rappresentare un traino per l’economia nazionale, poiché la domanda estera è molto più dinamica di quella interna. Cresce la cosiddetta “propensione all’Export” – il rapporto tra valore complessivo delle esportazioni e PIL – che nel 2016 si attesta al 43% per i beni manufatti, in linea con diversi Paesi di pari dimensioni e livello di sviluppo, come Francia e Spagna, ma inferiore a quello della Germania, il maggiore esportatore europeo. E nel 2016 il fatturato delle imprese italiane sui mercati esteri aumenta del 45% rispetto ai livelli del primo trimestre del 2009, mentre il fatturato domestico risulta sostanzialmente invariato. “Questa dicotomia – spiega Lucia Tajoli, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Export – è dovuta sia a fattori congiunturali come la diversa velocità di ripresa della domanda dopo la crisi finanziaria internazionale, sia a fattori strutturali legati alla crescita di peso dei mercati emergenti extra-europei. Questo spinge naturalmente l’Export italiano, che è ancora molto concentrato nei mercati maturi, verso una maggiore diversificazione geografica. Se Germania e Stati Uniti restano i Paesi più attrattivi, Emirati Arabi, Cina, Corea del Sud e Paesi ASEAN possono rappresentare partner commerciali particolarmente importanti e dinamici, seppure con la dovuta attenzione ai fattori di rischio presenti in questi mercati. La ricerca dei mercati esteri, dei settori ottimali in cui collocarsi e dei modelli di esportazione più appropriati ha un ruolo fondamentale per tutta l’economia italiana”.

La Cina

La Cina è oggi il Paese con il più alto numero di utenti web al mondo, con circa 688 milioni persone che si connettono regolarmente alla rete: un cinese su due naviga, si informa sul web e utilizza chat; uno su tre effettua acquisti attraverso PC o dispositivi mobili. L’eCommerce rappresenta una straordinaria opportunità per raggiungere questo Paese, dove potere di acquisto e mercato sono in espansione e si registra un interesse crescente del consumatore verso il settore del lusso e i marchi del made in Italy. Il mercato dell’eCommerce cinese nel 2016 prosegue la crescita turbinosa con un +23,6% e un totale di transazioni (B2b + B2c) stimati in 2.700 miliardi di euro. La Cina ormai pesa per oltre il 45% del mercato mondiale dell’eCommerce B2C e ambisce a superare la quota del 50% nel 2017. Nel 2016, inoltre, si è assistito a un ulteriore rafforzamento delle vendite online cross-border (verso la Cina), che hanno raggiunto i 30 miliardi di euro, +86% rispetto al 2015. “La Cina è un Paese con un alto potenziale di crescita per l’Export digitale italiano, ma la scarsità di indicazioni pratiche su come accedere efficacemente a questo mercato e l’incertezza sui ritorni dall’investimento possono costituire un limite alla vendita tramite eCommerce – rileva Lucio Lamberti, Senior Advisor dell’Osservatorio Export -. Esistono almeno sei alternative per esportare online in Cina: identificare il modello più idoneo alle proprie caratteristiche è determinante per il successo dell’iniziativa. Indipendentemente dal settore di appartenenza e dalla piattaforma utilizzata, però, l’investimento in Export digitale verso la Cina risulta profittevole nel medio periodo, ma un ruolo chiave è giocato dallo sforzo di marketing profuso e dall’impatto sulle vendite”.

Shopping online
Shopping online

Gli Usa

Nonostante un livello di maturità superiore alla Cina, l’eCommerce statunitense continua a crescere, aumentando l’attrattività per l’Export italiano: il mercato americano delle vendite online B2c, il secondo al mondo, si attesta nel 2016 a 489 miliardi di euro, con una crescita del 12%. La penetrazione sul totale delle vendite retail ha raggiunto il 15%, quasi un punto in più rispetto all’anno precedente. “Lo sviluppo dell’Export digitale delle imprese italiane però verso gli USA resta un “percorso” difficile da portare a termine – spiega Lucia Piscitello, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Export -. Le aziende hanno tendenzialmente un controllo limitato sui processi logistici, non sono quasi mai presenti in loco con magazzini o strutture distributive, servono studi esterni per dirimere questioni legali, e soprattuto resta il problema delle competenze degli Export manager “tradizionali” che raramente hanno un’esperienza adeguata in ambito digitale ed eCommerce”.

Altre aree

In Europa, il quadro economico presenta segnali decisi di ripresa dopo la crisi, ma si caratterizza per un ritmo di sviluppo sempre più eterogeneo al proprio interno. Le previsioni di ulteriore crescita si caratterizzano per incertezza elevata, ma si possono cogliere buone opportunità: nella definizione di una strategia di export online bisogna considerare che ogni Paese è diverso, di testare il mercato attraverso un canale indiretto prima di investire in un sito di eCommerce proprio, di utilizzare un approccio multicanale per aumentare l’efficacia del sito e in ogni caso di proporre contenuti informativi familiari per il mercato di riferimento, comunicando nella lingua madre del Paese. Nei Paesi del Medio Oriente, che hanno avviato una serie di riforme strutturali con l’obiettivo di essere meno dipendenti dal petrolio, si aprono nuove opportunità di Export digitale, considerando anche il boom dell’eCommerce previsto per i prossimi anni. Per la strategia è utile puntare ai giovani, raccontando in modo efficace il Made in Italy con una riconoscibilità del marchio, magari utilizzando brand ambassador e influencer, stipulando accordi con aziende e distributori locali. Nel Sud-Est Asiatico il potenziale di crescita è ancora da sfruttare, per i tassi di crescita sostenuti e un commercio facilitato dagli accordi di libero scambio stipulati con l’Unione Europea. Inoltre è il mercato digitale con il più elevato tasso di crescita al mondo. E’ utile impostare la strategia costruendo una forte identità del brand con una presenza diretta, usando un magazzino in loco per abbattere i costi e prestando attenzione alla “logistica dell’ultimo miglio”.

Bosch Termotecnica boom con i dispositivi collegati al web

Scaldabagno Bosch con accensione elettronica
Scaldabagno Bosch con accensione elettronica

Vanno a gonfie vele gli affari del settore termotecnico, anche grazie al boom dei sistemi 4.0. Gli scettici sulla nuova tecnologia sono serviti. Lo testimonia il bilancio di Bosch. La divisione del colosso tedesco, infatti, ha riportato un fatturato di 3,3 miliardi di euro nel 2016. E questo senza contare gli effetti valutari negativi per 105 milioni di euro, dovuti principalmente dalla sterlina britannica, che hanno inciso pesantemente sul fatturato del 2016. Per Bosch Termotecnica, al netto degli effetti valutari, il fatturato è cresciuto del 3,1% rispetto all’anno precedente. Dall’inizio del 2015, la divisione ha fatto registrare una crescita complessiva dell’8%. «Nonostante la crescita globale debole e la congiuntura sfavorevole, nel 2016 abbiamo raggiunto i nostri obiettivi in termini di ricavi e siamo stati in grado di incrementare la nostra presenza in mercati importanti come: Germania, Regno Unito, America Latina, USA, Svizzera, Italia, Belgio, Russia, Turchia e Africa», è il commento di Uwe Glock, Cep della divisione Bosch Termotecnica. 

Tra i driver della domanda c’è l’aumento per impianti termotecnici compatibili con il web. «Oltre 265mila prodotti collegabili in rete venduti sino a oggi rendono Bosch Termotecnica il fornitore leader per le soluzioni di riscaldamento intelligente. Queste soluzioni offrono comodità, efficienza energetica, sicurezza operativa e qualità del servizio superiori», ha sottolineato Glock. «La generazione di prodotti lanciata nel 2015 ha avuto grande successo sul mercato ed è già disponibile in 29 Paesi. Intendiamo far perseguire questo successo». Bosch Termotecnica conta ovviamente di continuare su questa strada e presenterà altri prodotti di questa generazione all’ISH Energy 2017.

Industria 4.0

Anche nel settore della termotecnica gli acquirenti esprimono una forte preferenza per i prodotti e i servizi collegati in rete. «Bosch Termotecnica offre strumenti intelligenti che semplificano tutti i processi di lavoro. Questo permette agli installatori di focalizzarsi sul proprio core business per offrire ai clienti finali il miglior servizio possibile», ha aggiunto Thomas Bauer, membro del board di Bosch Termotecnica, riassumendo il significato delle soluzioni digitali proposte dall’azienda. 

I siti web più avanzati come www.cambioriscaldamento.it aiutano i partner commerciali ad aggiudicarsi nuovi clienti e ad agevolare la preparazione dei preventivi. Tutto quello che i clienti finali interessati devono fare è inserire pochi dettagli sulla propria abitazione e richiedere un preventivo per un nuovo sistema di riscaldamento. L’operazione dura in tutto un paio di minuti. Bosch Termotecnica invierà le informazioni ricevute dal cliente finale a un installatore termotecnico qualificato, che contatterà il cliente finale entro 24 ore e provvederà a preparare un preventivo personalizzato in modo tempestivo. Quindi, gli installatori riceveranno richieste digitali da clienti potenziali senza dover compiere particolari sforzi. I clienti finali, invece, verranno contattati soltanto da installatori termotecnici veramente esperti e qualificati. 

Scaldabagno Bosch con accensione elettronica
Scaldabagno Bosch con accensione elettronica

Le soluzioni di climatizzazione commerciale sono un segmento in forte crescita e di importanza strategica per la divisione di Bosch. «Abbiamo quindi deciso di ampliare la nostra offerta ai sistemi VRF, attraverso una joint-venture con il produttore cinese Midea», spiega un comunicato dell’azienda. Come indica il nome, i sistemi VRF si avvalgono di un flusso di refrigerante variabile per climatizzare gli edifici commerciali. I sistemi VRF sono commercializzati globalmente da Bosch Termotecnica sotto il marchio Bosch. «Questa joint-venture ha rafforzato la nostra posizione di mercato come fornitore di sistemi per il settore della climatizzazione commerciale e ci permette di sfruttare nuove opportunità di crescita. Ora offriamo unità trattamento aria, refrigeratori e dispositivi VRF, cioè tutta la tecnologia necessaria per gli edifici commerciali» ha spiegato Glock.

Betafence è sicurezza: infortuni giù del 50%

Betafence ha presentato B-Flex: l’innovativo palo di fissaggio anti-trauma, progettato e brevettato in Italia, migliora la sicurezza in campo di adulti e bambini, nella attività sportive non professionistiche. Grazie alla possibilità di ruotare alla base, controlla e attutisce la forza dell’urto, riducendo gli infortuni derivanti dall’impatto tra l’atleta e la recinzione perimetrale.

Lo sport non professionistico, soprattutto il calcio, in Italia è molto diffuso ed è un fenomeno che riguarda bambini e adulti. Nei campi di allenamento, nei campetti sportivi, negli oratori, nelle scuole, nelle aree gioco, nei parchi: avete mai pensato a quante sono le situazioni di gioco in cui gli atleti sono sottoposti a rischio d’infortuni derivanti dall’impatto con le recinzioni a bordo campo? Ogni anno si registrano migliaia d’ infortuni sportivi direttamente connessi alle strutture del campo da gioco: ecco perchè si rivelano particolarmente importanti soluzioni concepite per ridurre tali traumi, soprattutto quando i giocatori sono bambini e giovani atleti.

Funzionamento B-FLEX - Betafence
Funzionamento B-FLEX – Betafence

Ideato, progettato e brevettato da Betafence Italia, il palo anti-trauma B-Flex è una soluzione rivoluzionaria per la sicurezza e la riduzione degli infortuni in campo nell’attività non professionistica o delle serie minori.  Durante il contatto ravvicinato tra atleta e recinzione, l’innovativo palo flessibile assorbe l’energia cinetica generata durante l’urto: ciò avviene perché il sistema alla base del palo controlla ed attutisce la forza dell’urto, grazie alla sua possibilità di rotazione e traslazione.

Secondo le prove di laboratorio condotte da enti esterni, il nuovo sistema riduce l’impatto del 50% (rispetto ad un sistema con pali e recinzione tradizionali). Con B-Flex, i tempi di contatto sono più lunghi, con minori vibrazioni e minori rischi per il giocatore. Inoltre, il nuovo palo è ergonomico ossia senza punti pericolosi, caratteristica fondamentale in caso di urto. La funzionalità di B-Flex, di ruotare in seguito all’urto, è strettamente connessa alla tipologia di rete abbinata: si prevede infatti l’installazione (solo su piastra) con i rotoli di rete Plasitor (Plasitor Basic, Super e Super Plus).

Movimenti-palo B-FLEX - Betafence
Movimenti-palo B-FLEX – Betafence

Il sistema palo – rete ha un design gradevole a ridotto impatto nel contesto circostante. Il palo e la piastra di base mantengono aspetto e prestazioni nel tempo grazie alla zincatura a caldo sia internamente che esternamente con successivo rivestimento in poliestere. Si tratta quindi di un sistema durevole che non richiede manutenzione (verniciatura e pulizia). Disponibile di serie nel colore verde RAL 6005, B-Flex è presente in 4 altezze (min 180-max 250 cm) ed è costituito da tubolare in acciaio a sezione circolare.

Impatto-rete senza B-Flex e con B-Flex - Betafence
Impatto-rete senza B-Flex e con B-Flex – Betafence

 

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Il buon esempio di Trento: 9 milioni per l’edilizia scolastica

La Buona Scuola è realtà in Trentino-Alto Adige, nuovamente protagonista di politiche edilizie e sociali veramente attente al territorio e ai servizi per il cittadino. Infatti, dopo la scuola  in container ed ecofriendly più grande d’Europa di Bolzano, ecco l’impegno di Trento: la provincia autonoma infatti ha stanziato oltre 9 milioni di euro per le opere prioritarie in materia di edilizia scolastica.

La giunta, su proposta di Carlo Daldoss – assessore alla coesione territoriale, urbanistica, enti locali ed edilizia abitativa – ha disposto un duplice finanziamento per portare a termine più interventi per gli istituti provinciali. Una prima trance di 5.248.265 euro per la realizzazione della nuova scuola materna di Vallarsa (962.504 euro), del nuovo plesso scolastico  materno ed elementare di di Molina di Ledro (3.275.100) e dei lavori di riqualificazione dell’edificio sovra comunale di Commezzadura (1.010.660).

La seconda tranche dell’investimento – pari a 4.150.000 euro – è stata sbloccata con una seconda delibera, sempre con Carlo Daldoss primo firmatario: il capitale è indirizzato al comune di Ala per permettere la realizzazione dei lavori di ampliamento della scuola elementare e per la costruzione della nuova mensa scolastica, attraverso la riconversione dell’ex convitto S. Pellico, così da creare un unico polo scolastico comunale.

La buona scuola di Trento