Previsioni rosee per il mercato immobiliare. Secondo il centro studi Scenari Immobiliari, in Italia nel 2017 il settore dovrebbe crescere del 4%. Un dato positivo, anche se inferiore all’8,4% di media in Europa. Le compravendite residenziali dovrebbero raggiungere almeno le 550mila unità. L’Outlook 2017 di Scenari Immobiliari indica che nel corso del 2016 il fatturato immobiliare italiano ha fatto registrare una crescita del 2,7% (per 114 miliardi di euro) contro il 4,6% degli altri Paesi europei. Solo nel Regno Unito si è registrato un calo del 14%. El divario non verrà colmato nel 2017. In base alla stima di Scenari Immobiliari, In Italia la crescita si attesterà sul 4%, mentre l’Europa si terrà sui livelli degli Stati uniti, con un 8,4% stimato. In ripresa anche il mercato inglese.
Per il presidente di Scenari Immobiliari, Mario Breglia, «La crisi è superata, ma siamo in una fase di ripresina del mercato nazionale. Disoccupazione che non cala e tassazione elevata rappresentano ostacoli a una vera ripresa. Nonostante una domanda potenziale stimata in 850mila case». Meglio il mercato commerciale. Da parte degli investitori istituzionali che quest’anno raggiungeranno i 10 miliardi di euro, per il 60% da parte straniera. Sempre secondo Scenari Immobiliari, che rispetto a dieci anni fa tutti i mercati europei (con l’eccezione della Germania) si sono contratti, mediamente del 13%. Anche le quotazioni residenziali nella maggior parte delle città europee si sono ridotte. Roma è sui livelli di dieci anni fa, mentre Milano cresce del 3%. Parigi ha perso il 15% e Madrid il 40%. Bene le città del nord Europa, dove è in corso un vero boom immobiliare.
Se siete costruttori andate in Iran. Nel 2016, nel Paese mediorientale il mercato delle costruzioni in Iran ha raggiunto un volume di oltre 154 miliardi di dollari, con un vero e proprio boom nell’edilizia residenziale: su oltre 15 milioni di famiglie iraniane il 70% punta alla casa di proprietà e, con un totale di 13,5 milioni di unità abitative, la domanda per il futuro è pari a 750mila nuovi alloggi all’anno. Proprio l’Iran è protagonista in questi giorni alla Fiera di Verona con 15 importanti buyer e come Paese Ospite della 30esima edizione di Samoter, il salone triennale dedicato alla macchine movimento terra, da cantiere e per l’edilizia in programma fino a sabato 25 febbraio.
Alla nazione mediorientale, oggi è stato attribuito anche il Premio Internazionale Samoter, per il notevole impulso dato allo sviluppo del settore. L’Osservatorio Samoter-Veronafiere, in collaborazione con Euro Orient Expo, conferma la crescita delle occasioni di business per le aziende della filiera dell’edilcantieristica in Iran.
Oltre ai grandi progetti nazionali, come l’ampliamento della rete ferroviaria, autostradale e la modernizzazione degli aeroporti di Qeshm e Kish, nei prossimi anni sono previsti importanti investimenti nel campo delle ristrutturazioni del patrimonio immobiliare privato. Si parla di mettere in sicurezza e a norma oltre 14mila metri quadrati di edifici, considerato che il 50% delle case ha più di 30 anni e l’intero paese è ad alto rischio sismico. Di conseguenza, è forte la richiesta di macchine movimento terra, macchine da scavo e gru, costruzioni prefabbricate, soluzioni “green” e prodotti antisismici, ambiti in cui eccellono i prodotti delle imprese made in Italy.
Cresce a doppia cifra il mercato della smart home (+23%): il giro di affari della casa connessa in Italia vale 185 milioni di euro nel 2016. Arrivano i prodotti nei negozi, anche se oltre l’80% del mercato passa ancora da installatori e distributori elettrici, numerose soluzioni offerte da start-up e lo sbarco dei colossi del web preannuncia un grande sviluppo nel 2017. La maggioranza delle soluzioni Smart Home in Italia riguarda la sicurezza e la gestione energetica della casa. Il 50% dei consumatori però pensa che le tecnologie non siano ancora abbastanza mature e il 67% teme rischi per sicurezza dei propri dati personali. Si affacciano sul mercato italiano grandi player come Google e Amazon, parallelamente proliferano le soluzioni sviluppate da start-up con offerte spesso complementari a quelle dei brand affermati. Compaiono i primi prodotti negli scaffali dei negozi (fisici e online) e cresce l’interesse dei consumatori verso soluzioni sempre più evolute che offrano però le necessarie garanzie di sicurezza e privacy. L’Internet of Things entra nelle case degli italiani e il mercato delle soluzioni IoT per la Smart Home nel nostro Paese vale 185 milioni di euro nel 2016, +23% rispetto all’anno precedente. Ma il suo potenziale è davvero enorme, perché la casa connessa si propone come il fulcro dell’ecosistema “internet delle cose”, capace di trainare dietro di sé diversi settori chiave del Made in Italy.
Internet of things
L’82% del mercato è ancora legato alla filiera tradizionale, composta da installatori e distributori di materiale elettrico, ma cresce la quota dei “nuovi” canali come retailer, eRetailer e assicurazioni che insieme rappresentano il 18% (circa 30 milioni di euro). I possibili impieghi sono molti e variegati, però la maggioranza delle oltre 290 soluzioni per la casa connessa censite in Italia e all’estero (il 31%) è dedicata alla sicurezza – tra videocamere di sorveglianza, serrature, videocitofoni connessi e sensori di movimento – seguita dalla gestione energetica, come le soluzioni per il controllo remoto degli elettrodomestici (10%), la gestione dei sistemi di riscaldamento e raffreddamento (8%), il monitoraggio dei consumi dei dispositivi elettrici (10%). L’offerta di prodotti per la Smart Home è in continuo divenire. Il 68% delle soluzioni sul mercato è “Do It Yourself”, con un processo di installazione semplificato, anche se non tutti gli utenti sono in grado di fare a meno del tecnico: il 70% di chi ha acquistato prodotti connessi si è rivolto a installatori o piccoli rivenditori. Il 52% delle soluzioni oggi è offerto da startup, che spesso sviluppano proposte complementari a quelle dei brand affermati. Ma in questi mesi si stanno affacciando sul mercato italiano anche i grandi operatori “Over The Top” con hub dotati di assistente vocale per dialogare con gli oggetti connessi (Google Home, Amazon Echo): l’ingresso dei grandi marchi spingerà certamente lo sviluppo della casa connessa, renderà più facile l’interoperabilità tra i vari oggetti (che resta ancora una grande barriera) e sarà fondamentale per aumentare la fiducia dei consumatori.
Angela Tumino
Sono alcuni dei risultati della ricerca Smart Home dell’Osservatorio Internet of Thingsdella School of Management del Politecnico di Milano, presentata questa mattina al convegno “Smart Home: l’Internet of Things entra dalla porta di casa”. «L’Internet of Things sta iniziando a entrare nelle case degli italiani, ma quello a cui stiamo assistendo è solo l’inizio di un percorso di crescita dal grande potenziale – diceAngela Tumino, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things -. Verso la casa connessa infatti oggi si muovono grandi player globali, startup, retailer, produttori, assicurazioni, utility e operatori delle telecomunicazioni. Per aprire davvero la porta all’innovazione è fondamentale offrire nuovi servizi ai consumatori: quelli più elementari come l’installazione, ancora indispensabile per una fetta importante della popolazione, e quelli evoluti che possano convincere gli utenti ancora scettici sul valore di una casa connessa». «Le applicazioni Smart Home consentono di raccogliere moltissimi dati sul funzionamento dei dispositivi connessi e sul comportamento delle persone nell’abitazione: questo sarà uno degli aspetti cruciali per lo sviluppo del mercato, anche se le strategie per la valorizzazione dei dati sono ancora poco definite dalle aziende – aggiunge Giulio Salvadori, Ricercatore dell’Osservatorio Internet of Things -. Ed è fondamentale prestare molta attenzione alla tutela della privacy e della sicurezza, perché i consumatori sono tendenzialmente restii a condividere i propri dati, a meno di ricevere in cambio vantaggi concreti».
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I canali di vendita
Nel 2016 per la prima volta sono nate aree dedicate alla Smart Home nei negozi di elettronica, sono state lanciate le prime proposte nel mondo della GDO, mentre si nota una discreta diffusione nei negozi del fai-da-te e sono visibili sezioni di vendita nei siti online dei principali eRetailer. Nonostante volumi ancora limitati (20 milioni di euro circa, il 13% del mercato), retailer e eRetailer hanno un ruolo importante potendo fungere da vero e proprio showroom dei prodotti, che sono oggi alla portata di un pubblico sempre più ampio. Con alcune barriere da superare: «La comunicazione dei produttori è spesso limitata e poco incisiva, i volantini promozionali non bastano a descrivere le caratteristiche e i benefici degli oggetti smart – rileva Angela Tumino-. Inoltre, non sempre il personale nei negozi risulta adeguatamente formato, anche se è pianificato l’inserimento di personale specializzato e dedicato nel corso del 2017».
Pur con livelli ancora embrionali, anche utility e operatori telco hanno iniziato a promuovere prodotti e servizi per la Smart Home. Le prime affiancano a soluzioni classiche – come il monitoraggio dei consumi energetici – prodotti per l’antintrusione e la videosorveglianza. Mentre le telco iniziano a offrire SIM dati con piani tariffari pensati per le applicazioni Smart Home da inserire in antifurti, caldaie, termostati, oppure direttamente prodotti connessi con associato un abbonamento per la connettività.
Oggi in Italia anche sei compagnie assicurative propongono polizze casa legate alla presenza di oggetti connessi (una in più dell’anno precedente) e alcuni grandi operatori stanno lavorando allo sviluppo della propria offerta, ma il mercato è ancora poco dinamico. Le polizze assicurative smart non si rivolgono solo alla casa, ma anche a uffici e piccoli esercizi commerciali per la rilevazione di allagamenti, incendi o eventuali intrusioni, a cui viene associato un servizio di assistenza 24 ore su 24. Cresce il numero di offerte per il wellness (ad esempio dispositivi wearable con sconti sulla polizza se si pratica attività fisica) o per l’eHealth (polizze scontate se associate all’acquisto di strumenti in grado di monitorare parametri vitali).
«Tra i numerosi canali di vendita disponibili, la filiera tradizionale mantiene per ora una posizione di predominio sul mercato, ma deve innovare per tenere il passo dei competitor, con nuovi attori dell’offerta e canali alternativi all’orizzonte– commenta Angela Tumino -. Gli installatori e i costruttori edili dimostrano una conoscenza limitata di prodotti e servizi e hanno realizzato finora pochi progetti. Gli architetti hanno una buona consapevolezza della rilevanza del tema, ma una conoscenza ancora superficiale. I produttori di domotica dovranno mettersi sempre più in gioco in prima persona e attribuire i giusti ruoli ai diversi attori coinvolti, facendosi carico delle attività di comunicazione per rafforzare il legame diretto con il consumatore finale».
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I consumatori
Il 26% dei consumatori italiani dispone di almeno un oggetto intelligente e connesso nella propria abitazione e il 58% ha intenzione di acquistarli in futuro. Lo rivela l’indagine realizzata dall’Osservatorio Internet of Things in collaborazione con Doxa su un campione rappresentativo degli utenti Internet dai 25 ai 70 anni, da cui emerge che gli italiani non ritengono ancora sufficientemente pronta l’offerta Smart Home: chi non dispone già di oggetti connessi nella sua abitazione nel 50% dei casi è “in attesa di soluzioni tecnologicamente più mature” per acquistarli. E c’è scarsa fiducia sulla possibilità che i dati personali siano protetti da eventuali attacchi da parte di hacker: il 67% dei potenziali acquirenti è preoccupato per i rischi di accesso o controllo degli oggetti connessi da parte di malintenzionati. La sicurezza si conferma al primo posto anche tra le preferenze dei consumatori che hanno già acquistato prodotti (13%), seguita da climatizzazione (8%), riscaldamento (8%) e gestione degli elettrodomestici da remoto (6%). In ogni caso, per i consumatori italiani è cruciale la presenza di installatori (come idraulici o elettricisti) o piccoli rivenditori: si è rivolto a questi il 70% di chi ha comprato oggetti connessi e lo farà una percentuale tra il 35% e il 60% (a seconda dell’oggetto) di chi acquisterà in futuro. Il 31% invece ha comprato online e il 30% tramite canali della GDO, come negozi di bricolage o elettronica. Proprio i negozi di elettronica spiccano come canali emergenti: metà dei consumatori intende acquistare oggetti smart in futuro direttamente in questi negozi.
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Le start-up
Sono 124 le start-up operanti nella Smart Home a livello globale, in continua crescita (+26% rispetto al 2015), di cui 89 finanziate da investitori istituzionali e capaci di raccogliere complessivamente negli ultimi tre anni quasi 1,2 miliardi di dollari. Le soluzioni offerte dalle startup sono principalmente in ambito sicurezza (22%), gestione scenari(20%) e monitoraggio dei consumi energetici (18%). Produttori, compagnie assicurative, utility e OTT guardano alle nuove realtà anche in otticaopen innovation, con accordi di partnership o acquisizioni.
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Le tecnologie
Sono diverse le tecnologie IoT a corto raggio per la Smart Home, a cui si aggiungono i protocolli LPWA (Low Power Wide Area), che aiutano a coprire esigenze specifiche. Almeno nel breve periodo non si intravede una convergenza verso un’unica soluzione, ma l’eterogeneità delle tecnologie di comunicazione non rappresenta necessariamente un ostacolo a un’esperienza omogenea e fluida per l’utente, che si può ottenere con diverse soluzioni. «La frammentazione delle soluzioni per la Smart Home, una delle principali barriere per gli utenti che vogliono acquistare dispositivi smart, è un fenomeno che appare in contrazione – spiega Giovanni Miragliotta, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things -. Le aziende si alleano tra di loro, si consolidano alleanze e consorzi (come l’Open Connectivity Foundation che può contare sulla presenza di oltre 300 membri) e oggi è possibile integrare i servizi a livello cloud con un’interfaccia unica verso gli utenti – ad esempio lo smartphone o un assistente vocale per la casa – superando la necessità di una reale interoperabilità tra i dispositivi fisici».
«Siamo presenti da 18 anni nella carpenteria mondiale, come specialisti nei tetti in legno, e nella progettazione e distribuzione delle viti. Inoltre, abbiamo una seconda linea specializzata nei sistema a terrazzo e un sistema certificato in tutti i punti vendita italiani ed europei specializzati nel fissaggio».
Alberto Cocco – Direttore commerciale Eterno Ivica
«Tantissime le novità per il fono-assorbimento. In più, anteprima assoluta per le soluzioni Phonolook, pannelli fonoassorbenti studiati per correggere le problematiche legate al riverbero acustico negli ambienti chiusi, declinati in un’ampia gamma di formati, geometrie e in 66 gradazioni cromatiche».
L’edilizia si è spostata sul mondo delle ristrutturazioni e riqualificazioni. Coinvolge, oltre gli operatori professionali, anche molti cittadini privati, proprietari di case che – con accresciuto interesse – vogliono seguire i lavori di ristrutturazione e decidere in prima persona quale soluzione adattare alle proprie necessità.
Come hanno reagito a questo trend i multipoint? YouTrade di febbraio ha messo sotto la lente attività e prospettive di 42 gruppi della distribuzione edile con più di quattro punti vendita. È una fotografia esclusiva, che mette in luce più di una prospettiva per l’anno in corso. Ma i lettori del mensile edito da Virginia Gambino Editore troveranno sul nuovo numero della rivista altri articoli di grande interesse: come gestire l’azienda nel delicato momento del passaggio generazionale, il punto sui lavori di ristrutturazione del patrimonio scolastico, che cosa fare delle grandi aree ex industriali che sono da riqualificare.
E, a proposito di interventi sul patrimonio edilizio esistente, YouTrade ospita un focus sulla sopraelevazione. L’edilizia, infatti, dà qualche segno di risveglio. Lo indica anche il numero di macchine per cantiere vendute: uno speciale all’interno del magazine è centrato proprio su questo argomento, con le novità esposte al Samoter. Novità come quelle che hanno animato Klimahouse e Bau, e che saranno anche al centro di Made Expo: trovate anche queste nel nuovo numero della rivista. Da non perdere.
Armando Settili, fondatore e amministratore delegato Proind
«Ci lavoravamo su da moltissimo tempo: finalmente abbiamo portato a termine l’acquisizione della Xypex, azienda leader mondiale nella produzione di speciali additivi per l’impermeabilizzazione del calcestruzzo per cristallizzazione». Sono queste le soddisfatte parole di Armando Settili, amministratore delegato della sua Proind, quando lo raggiungiamo telefonicamente per farci raccontare dell’affare andato in porto. Xypex è una società canadese, certificata a livello mondiale, che opera sul mercato internazionale da più di 40 anni e che ha all’attivo lavori di impermeabilizzazione molto importanti, quali il canale di Panama, l’Opera House di Sydney, lo stadio nazionale di Pechino (Nido d’uccello) e diverse metropolitane del mondo.
E allora, come si ottiene un calcestruzzo waterproof? «Con la semplice aggiunta – in fase produttiva del calcestruzzo stesso o in un secondo momento – dell’additivo Xypex Concentrate: un sacchetto dosato per ogni metro cubo di calcestruzzo e il gioco è fatto. Bene, abbiamo trovato la soluzione per il restauro degli edifici con murature già eseguite (male), attraverso le quali penetra acqua e umidità: basta applicare 1 millimetro di prodotto direttamente sulla muratura per avere la garanzia di una totale impermeabilizzazione della struttura, andando così a risolvere le annose infiltrazioni d’acqua e di umidità, compromettenti per lo stato di salute e solidità di un edificio. Di Xypec Concentrate esiste dunque una versione in polvere, Xypex ADD-1000 , che necessita semplicemente di un’aggiunta d’acqua per dare vita a una boiacca che può essere spruzzata o pennellata laddove c’è bisogno. Già, perché le problematiche dell’acqua sono questione seria, che richiedono altrettanti serie risposte come quelle fornite da Proind e Xypex.
E c’è di più, perché «i prodotti possono essere utilizzati anche in presenza di acqua potabile: un altro bel vantaggio non da poco. E poi, ancora, garantiscono un’impermeabilizzazione autorigenerante, nel senso che – qualora vi fosse un piccolo spostamento della struttura, con conseguenti crepe – sono capaci di autoripararsi». Insomma, la novità è grossa e sarà una delle più importanti presentate a Made Expo, in programma a Rho Fiera dall’8 all’11 marzo: «Presenteremo le innovazioni tecnologici, sicuri che il mercato le accoglierà più che positivamente: produttori di calcestruzzo, costruttori, imprese di ristrutturazione, ingegneri, architetti e geometri ne rimarranno tutti interessati e conquistati».
Armando Settili, fondatore e amministratore delegato Proind
Proind
La Proind, fondata nel 1978 da Armando Settili, opera nel settore edile della prefabbricazione, delle rivendite di materiali e prodotti speciali per l’edilizia, nonché nel settore del restauro delle opere civili, industriali e monumentali. La produzione aziendale comprende un’ampia gamma di additivi, disarmanti, protettivi ed impermeabilizzanti, per migliorare la qualità e la durabilità delle opere in calcestruzzo nonché per la protezione ed il restauro dei manufatti in calcestruzzo con linee di prodotti specifiche.
«Presentiamo NormaBlok Più Taglio Termico, nuova linea di blocchi in laterizio riempiti di polistirene additivato di grafite, studiata per impedire la risalita del freddo in senso verticale dalla fondazione e dal solaio. Con un’unica soluzione riusciamo a soddisfare tutte le esigenze di taglio termico verticale, anche in zona sismica».
«Come produttori di materiali per l’edilizia, abbiamo portato novità che riguardano la tecnologia Nanotherm: un massetto specifico per il sistema radiante a pavimento, a cui abbiamo abbinato una soluzione innovativa di un intonaco ad altissima trasmittanza».
Premiati a Firenze, in occasione della terza edizione del BigMarket, i vincitori delle borse di studio post lauream e dei master on-line della 24 Ore Business School. Sono cinque le tesi di laurea che si sono aggiudicate le altrettante borse di studio BigMat, dedicate ai laureati delle facoltà di Architettura e Ingegneria di tutta Italia, autori di tesi sui sistemi costruttivi in legno per abitazioni residenziali.
Premiati per la minuziosa analisi dei processi progettuali, produttivi e costruttivi da un punto di vista economico, per lo sviluppo dei temi del “costruire nel costruito”, della rigenerazione urbana e della sostenibilità, i progetti vincitori sono stati selezionati e valutati da una commissione formata da Rocco Alfano, presidente di BigMat Italia, dall’esperto del legno Peter Erlacher, dall’ingegner Pierluigi Sabato, ufficio tecnico BigMat Italia e dall’architetto Eva Goldschimdt, progettista strutture in legno MatService, i quali hanno assegnato a ciascun vincitore: un premio in denaro e un master on-line con attestato “Project Management” 24 Ore Business School.
L’iniziativa delle borse di studio BigMat, giunta alla terza edizione, è dimostrazione dell’impegno del Gruppo BigMat nella formazione dei futuri architetti e nell’approfondimento delle tecniche di utilizzo del legno in ambito edilizio favorendo l’approccio degli studenti a questo importante materiale in ambito strutturale e architettonico. La cerimonia di premiazione delle borse di studio BigMat si è svolta a Firenze presso la Fortezza da Basso, durante la working dinner in occasione del BigMarket, evento esclusivo riservato a titolari e dipendenti dei Punti Vendita BigMat e ai partner convenzionati.
Le borse di studio BigMat
Di seguito i nomi dei cinque vincitori e relativi titoli delle tesi:
– Jacopo Corà, Università degli Studi di Padova. Tesi di laurea “Comportamento sismico di strutture multipiano in X-Lam: un metodo di progetto e la sua validazione”;
– Mauro Fiorentino, Università degli Studi di Parma. Tesi di laurea “Progettazione e analisi energetica di un padiglione temporaneo – confronto tra analisi in regime dinamico e stazionario del progetto Modulo Eco”;
– Rosa Viviana Giancola, Università degli Studi G. D’Annunzio Chieti – Pescara. Tesi di laurea “Consolidamento delle strutture storiche”;
– Gaetano Natale, Università degli Studi di Napoli Federico II. Tesi di laurea “Nuovo plesso scolastico “Cintolese” – Monsummano Terme (Pt): progetto e valutazione economica”;
– Alessio Scarano, Politecnico di Torino. Tesi di laurea “Industrializzazione delle strutture intelaiate in legno: le pareti preassemblate”.
Dare forma al colore è la missione di Farberg, distributore dedicato esclusivamente alla crescita e alla realizzazione degli imbianchini professionisti, con sede a Ciserano, in provincia di Bergamo.
Fondata nel secondo dopoguerra dal Angelo Albani,l’attività è proseguita con i figli Bruno e Luigi, che negli anni Settanta hanno aperto una piccola fabbrica di pitture e rivestimenti murali, la Colorplast Italiana. Infine, nel dicembre del 1996, Paolo Albani e il fratello Andrea hanno dato vita al colorificio Italcolor, centro di distribuzione specializzato nel settore del colore in edilizia, diventata nel 2016 Farberg.
Con una presenza storica sul territorio, la rivendita si è completamente rinnovata, aprendo uno showroom di 300 metri quadri e una gamma di prodotti molto vasta, che arriva a contare oltre 7mila prodotti a magazzino: pitture per interni ed esterni; smalti e vernici; decorativi; isolamento termico a cappotto; pavimenti in legno, laminati e pvc; tappezzeria e carta da parati; vernici, pitture ed intonaci naturali; pavimenti in resina; vernici industriali; vernici ignifughe e intumescenti; attrezzature e utensili; prodotti speciali.
Per avere successo in un mercato sempre più competitivo però non basta avere i prodotti giusti. Per questo Farberg supporta i suoi clienti professionali con corsi di formazione, strumenti di gestione aziendale e comunicazione, progettazione gratuita del colore. Tra i servizi ci sono anche sessioni di massofisioterapia specifica per le problematiche fisiche tipiche degli imbianchini.
Un attività a 360 gradi nel mondo del colore che conta anche sulla professionalità dei produttori. «Il supporto dell’impresa produttrice è l’elemento che fa la differenza tra crescere, anche in periodo di crisi, o perdere terreno anno dopo anno. Supporto significa soprattutto assistenza tecnica, assistenza commerciale e condivisione di un progetto. Un progetto di crescita, appunto», spiega il titolare Paolo Albani. Come quello avviato con CAP Arreghini, azienda storica di Portogruaro (Venezia) specializzata in prodotti vernicianti. «Con CAP Arreghini abbiamo un rapporto molto stretto di collaborazione, che va oltre l’acquisto dei prodotti. Siamo molto simili perché facciamo della qualità, e non del prezzo, la nostra mission. Siamo due aziende famigliari che puntano a coltivare il rapporto con i clienti, coinvolgendoli in corsi formativi e aggiornamenti tecnici».
Vera Vaselli, Responsabile marketing Brianza Plastica
Vera Vaselli – Responsabile marketing Brianza Plastica
«Sempre più performante la gamma Isotec, il sistema termoisolante per tetti e facciate ventilate, si arricchisce con il nuovo pannello Isotec Parete Black, con aumentata classe di reazione al fuoco Bs2, dØ e nuovo correntino nero per una massima resa estetica. Ulteriormente migliorate anche le prestazioni isolanti di tutti i prodotti della gamma».
Marco Magistrali - Responsabile vendite prodotti speciali Betonrossi
Marco Magistrali – Responsabile vendite prodotti speciali Betonrossi
«DrainBeton è il nuovo calcestruzzo drenante e fonoassorbente, ideale per la realizzazione di strade, parcheggi e piste ciclabili. Garantire l’efficace deflusso delle acque piovane e una minore fonte di assorbimento termico rispetto ai conglomerati bituminosi, con un più rapido dissipamento del calore».
Costruzioni ancora in calo a dicembre. Secondo l’Istat, rispetto a dicembre 2015 è stato registrato un calo dello 0,2% per l’indice della produzione nelle costruzioni corretto per gli effetti di calendario e del 3,5% per quello grezzo (i giorni lavorativi sono stati 20 contro i 21 di dicembre 2015). Nella media del 2016 gli stessi indici diminuiscono, rispettivamente, dello 0,3% e dello 0,9%.
Aumento, invece, per l’indice relativo al costo delle costruzioni. Sempre secondo l’Istat, a dicembre 2016, rispetto al mese precedente, l’indice destagionalizzato della produzione è salito dell’1,0%. Sempre a dicembre gli indici di costo del settore sono lievitati dello 0,1% per il tronco stradale con tratto in galleria e dello 0,3% per quello senza tratto in galleria, mentre rimangono invariati per il fabbricato residenziale. Nonostante gli incrementi di novembre e dicembre, nel quarto trimestre dell’anno l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni è diminuito dello 0,7% rispetto al trimestre precedente.
In termini tendenziali, a dicembre gli indici del costo di costruzione aumentano dello 0,3% per il fabbricato residenziale, dello 0,6% per il tronco stradale con tratto in galleria e dell’1,0% per quello senza tratto in galleria. In media annua l’indice del costo di costruzione per il 2016 aumenta dello 0,3% rispetto all’anno precedente per il fabbricato residenziale, mentre diminuiscono dello 0,8% entrambi gli indici dei tronchi stradali, con tratto in galleria e senza tratto in galleria.