Un’indagine di Solo Affitti, rete immobiliare specializzata nella locazione, indica in Verona la città italiana dove è più diffuso il ricorso al canone concordato, con la quasi totalità degli accordi (99%). La durata del contratto a canone concordato, esteso dal governo a tutte le città (prima era riservato a quelle in tensione abitativa) non può essere inferiore a tre anni, rinnovabile tacitamente per altri due (3+2), in compenso gode di un’aliquota ridotta al 10%.
Il canone concordato è molto apprezzato soprattutto nel Centro e Nord Italia. Subito dopo Verona, Grosseto e Forlì, le città dove il contratto 3+2 è largamente utilizzato sono Asti e Arezzo, con una percentuale del 90% ciascuna, e Latina (89%). A seguire nella classifica elaborata da Solo Affitti, troviamo altre 3 città del Centro Italia: Latina, Livorno e Perugia, tutte con una percentuale dell’88%. Secondo le rilevazioni, l’applicazione del canone concordato è molto diffusa a Bolzano (88%), Frosinone (85%) e Gorizia (80%). Per trovare le prime città dell’Italia meridionale o insulare dobbiamo spostarci a Sassari, dove quasi 2 nuovi contratti di locazione su 3 (60%) sono a canone concordato. Seguono Palermo e Oristano, dove l’utilizzo di questo contratto è superiore alla metà dei casi (55%).
La diffusione del contratto 3+2 è sotto la soglia del 50% a Barletta (41%) e Cagliari (40%), mentre in poco più di un caso su 3 (35%) è utilizzato a Catanzaro e Bari. Solo Affitti rileva che nonostante il recente rinnovo degli accordi territoriali, questo tipo di contratto stenta a decollare a Napoli (28%) e Milano (15%), forse anche perché i canoni concordati su alcune aree si discostano troppo dai prezzi di mercato.
Affitti a canone concordato, a Verona il primato
Vetro antigrandine Fakro: la mansarda è più sicura
Finestre da tetto Fakro
Il vetro temperato antigrandine delle finestre Fakro assicura eccellenti performances anche in caso di perturbazioni e maltempo. Sono molti gli aspetti da considerare nella valutazione di una finestra da tetto: un buon serramento non può infatti prescindere da un design esclusivo, una concreta praticità d’utilizzo, un’importante luminosità e elevate performance in termini di efficienza energetica e sicurezza. Non bisogna tuttavia tralasciare un altro aspetto significativo nonché determinante per assicurare un alto livello di durabilità e sicurezza della finestra: la resistenza alle intemperie.
Secondo player mondiale nel mercato delle finestre da tetto, da 25 anni costantemente teso all’innovazione tecnologica e alla qualità del dettaglio, il Gruppo Fakro produce una vasta gamma di soluzioni caratterizzate non solo da un pregevole appeal ma anche da materiali all’avanguardia. Ne sono un esempio i vetri temperati ad alta resistenza utilizzati per le finestre Fakro: in grado di aumentare la sicurezza dei serramenti anche durante precipitazioni molto intense di pioggia o di grandine, questi speciali vetri proteggono efficacemente la mansarda dal maltempo. Nel caso in cui si verifichino eventi anomali capaci di danneggiare il vetro, Fakro offre inoltre una garanzia a tempo indeterminato, a riprova del suo costante impegno ad offrire ai propri clienti il massimo grado di qualità e servizio.
Estate ai tropici tutto l’anno, con WallPepper
WallPepper, carta da parati
Luoghi da sogno che incantano, atolli paradisiaci di finissima sabbia bianca per chi ama crogiolarsi al sole o foreste profonde per gli animi più intrepidi. Da sempre mete ambite in tutto il mondo, i tropici sono l’emblema della suggestione esotica e si sviluppano nell’immaginario comune attorno a colori caleidoscopici e storie di flora e fauna dagli innumerevoli aspetti. E così, tra le Galapagos e le Seychelles, se da un lato le dune modellate dal vento si lasciano accarezzare dall’acqua cristallina, dall’altro incontrano il verde lussureggiante e selvaggio, creando immagini spesso difficili da replicare.
WallPepper ha accolto la sfida reinterpretando sulle sue carte da parati questi sogni di natura tropicale e di paesaggi rari: ne è nata nel 2017 la collezione Tropikos, con soggetti ora dettagliati ora solo espressi attraverso sfumature di colore che catturano l’essenza dei luoghi più misteriosi. Chineleaves, Jungle, Palmania, Drops e Touke Touke Jungle sono solo alcuni dei soggetti che esplorano ventagli di foglie e tetti di liane, attraverso colori talmente vividi da sembrare iridescenti. Tropical Pop e Amazzonia accolgono invece palette differenti, tra bruciati e tonalità fluo che forniscono una nuova interpretazione dell’ambiente tropicale, con un approccio più caldo e colorato. A popolare questi habitat, poi, fenicotteri, tucani e coloratissimi pappagalli, da soli o in piccoli stormi.
Lì dove la costa incontra il mare, la collezione Naturalis con i soggetti Fondale e Quies, racconta i fondali marini e le barriere coralline, tra letti di conchiglie e nugoli di creature subacquee. Le carte da parati WallPepper sono composte esclusivamente da fibre tessili, agave e cellulosa, prive di PVC e stampate con inchiostri ecologici. Questo le rende ideali anche per l’utilizzo in ambienti domestici a stretto contatto con i bambini o per gli spazi contract. Anche nell’afa della metropoli, quindi, o tra le mura di casa propria, con WallPepper è possibile sognare, esplorare e viaggiare con la mente, ad occhi aperti, verso mete lontane e inesplorate, per vivere l’estate ai tropici tutto l’anno.
Senza ufficio, ma con zaino: c’è una nuova classe di lavoratori
Con un neologismo che ne esalta l’aspetto positivo, la Doxa, chiama la nuova era del lavoro zainocrazia. Con un altro neologismo, il Comune di Milano ha promosso la «Settimana del Lavoro Agile». Tradotto, significa niente ufficio, lavoro flessibile, mobile e, secondo qualcuno, un po’ precario. La Doxa ha stabilito che sono oltre 250 mila i «lavoratori agili» in Italia, ossia coloro che godono di discrezionalità nella definizione delle modalità d’impiego in termini di luoghi, orari e strumenti utilizzati per svolgere al meglio le proprie mansioni. E sono pari al 7% di tutti gli impiegati, quadri e dirigenti, secondo l’Osservatorio sullo «smart working» del Politecnico di Milano, curato proprio da Doxa. «Si tratta di persone assunte all’interno di aziende perlopiù medio-grandi e grandi, dislocate prevalentemente nel Nord Italia, in quasi 7 casi su 10 sono uomini (a sorpresa) e hanno un’età media di 41 anni» specifica Vilma Scarpino, amministratore delegato di Doxa. «Fare lavoro agile significa rimettere in discussione stereotipi relativi a luoghi, orari e strumenti di lavoro consentendo alle persone di raggiungere una maggiore efficacia professionale e un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata».
Imprese, che godono di una attrattività migliore a fronte di un aumento della produttività, di una riduzione dell’assenteismo e degli straordinari e in definitiva di una riduzione dei costi. Lavoratori, che a fronte di una maggiore flessibilità si dichiarano più motivati e soddisfatti del proprio work-life balance, seppure lavorino di più: 9 ore al giorno in media contro le canoniche 8. E aziende che grazie alla riduzione degli spostamenti dei singoli e del minore impatto ambientale prodotto dalle società ne trae ovvi benefici.
Nel Jobs Act Autonomi, approvato il 10 maggio scorso con il via libera in terza lettura dal Senato, riflettori accesi anche sul lavoro agile o smart working. Finora il tutto era regolato dalla contrattazione individuale o aziendale e dunque di secondo livello. Ora c’è una normativa nazionale, che tra le altre misure garantisce stesso stipendio, parità contrattuale e diritto alla disconnessione a chi lavora in remoto. E in molti sono pronti a scommettere che farà da volano allo smart working. Incentivando tassi di crescita ancora più forti rispetto a quelli registrati finora: +40% negli anni tra il 2013 e il 2016.
Ma la zainocrazia va oltre il concetto stesso di lavoro agile e fotografa un vero e proprio modo d’essere. Quello del nomade professionale che si districa tra luoghi e mansioni. Anche in qualità di imprenditore di se stesso, cogliendo le opportunità offerte dal mercato del lavoro. Ovunque esse si trovino. E, con questa accezione, i 250 mila «lavoratori agili» diventano molti, molti di più. Quanti? Difficile stimarlo. Anche perché non ci sono parametri adeguati per fare i calcoli. Avere la partita Iva non basta. Quelle attive in Italia stando proprio al Giornale delle Partite Iva sono 6,2 milioni. Ma il focus non è su quelle. Parola di Leonardo Previ, docente di Gestione delle Risorse Umane all’Università Cattolica di Milano e autore di «Zainocrazia» (in fase di pubblicazione): «Gli zainocrati sono i nostri figli, coloro che con l’aiuto di uno zaino sono in grado di affrontare al meglio la volatilità, l’incertezza, la complessità e l’ambiguità dell’odierno mercato del lavoro sfruttando al meglio le proprie capacità fisiche e mentali». E sugli oggetti da mettere nello zaino Previ è categorico: «un mazzo di tessere per i mezzi pubblici, un taccuino, un computer molto leggero e… abbondanza di spazio vuoto».
Rivoluzione nel mondo automotive con l’arrivo del 5G
L’introduzione su larga scala del 5G e dei satelliti porrà le basi per collegare il settore automobilistico ad altri settori al di fuori dell’ecosistema tradizionale, aprendo la strada ad alleanze intelligenti e trasversali. In futuro, le automobili saranno dotate di applicazioni cloud integrate per portare salute e benessere al loro interno. Il primo passo sarà l’integrazione di dispositivi specifici, come umidificatori e aria condizionata, sensori di frequenza cardiaca nelle cinture di sicurezza, dispositivi indossabili e applicazioni sanitarie. A un livello successivo, il quadro comandi del veicolo o i parabrezza con funzionalità di realtà aumentata potranno essere utilizzati per visualizzare dati relativi alla salute, come avvisi o statistiche sui parametri vitali dei passeggeri, finché entrambi gli ecosistemi non saranno perfettamente integrati. Questa tendenza porterà anche un aumento del valore dei dati. Le case automobilistiche e i fornitori troveranno nuovi modi per monetizzare l’enorme quantità di dati a cui avranno accesso.
All’evento Intelligent Mobility di Frost & Sullivan, che si terrà il 29 giugno al Jumeirah Carlton Hotel di Londra, Olivia Price-Walker, Principal Consultant del gruppo per l’Innovazione Visionaria di Frost & Sullivan, offrirà maggiori approfondimenti e preziose best practice sul ruolo che salute e benessere avranno nelle automobili del futuro. «Entro il 2030, il mondo della sanità sarà irriconoscibile: gli attuali giganti della gestione dati – Ibm, Amazon, Google – saranno i nostri fornitori di servizi sanitari. Le nostre automobili, case e posti di lavoro saranno i nostri ospedali. La maggior parte della popolazione mondiale avrà il proprio genoma sequenziato e la medicina di precisione rivoluzionerà le cure sanitarie accurate. La salute sarà democratizzata, basata sui dati, automatizzata e guidata dai consumatori stessi. Con l’ingresso massiccio di nuovi operatori in questo mercato, è giunto il momento che il settore della mobilità faccia la propria mossa».
Chiusure Hörmann per l’industria e la logistica
Nelle strutture logistiche è fondamentale che i varchi, presenti sia all’esterno che all’interno dell’edificio, siano chiusi in modo funzionale. Per questo è importante che, già nella fase di progettazione, sia ben chiara la tipologia di utilizzo della futura chiusura, in modo da poterla scegliere in base alle esigenze. Quali siano i fattori da tenere in considerazione per tale scelta lo spiega Michael Rahe, Product Manager per l’area portoni industriali dell’azienda Hörmann.
Il portone industriale più idoneo
Affinché il portone industriale sia funzionale al campo d’impiego, è prima di tutto necessario sapere quale sarà l’utilizzo che se ne dovrà fare e in che contesto. Da una parte devono essere considerati i requisiti imposti a livello normativo in tema di sicurezza; dall’altra occorrerà conoscere il settore in cui opererà l’edificio per valutare le varie esigenze in termini di efficienza energetica, frequenze d’apertura o comfort. Per quanto riguarda la sicurezza, è necessario che i portoni scelti rispettino la normativa europea EN 13241-1 che regolamenta i requisiti prestazionali e di sicurezza per tutte le chiusure automatizzate e manuali in settori privati, commerciali e pubblici. Secondo la EN 13241-1, è fondamentale che i portoni si arrestino automaticamente se persone o oggetti si trovano al di sotto e che la forza al momento del contatto sia limitata; in alternativa, il portone deve evitare completamente il contatto e compiere un’inversione di marcia. Prima di sceglierne una chiusura quindi, è necessario controllare che questa sia dotata di marcatura CE per essere sicuri che siano rispettate le disposizioni in questione.
Altro tema importante è poi quello dell’efficienza energetica. In un periodo storico in cui l’energia da riscaldamento diventa sempre più costosa e le disposizioni del regolamento sul risparmio energetico (EnEV) sempre più severe, aumentano in generale anche le esigenze di una buona coibentazione termica. In particolare, i portoni sulla facciata esterna devono essere ben coibentati per garantire che non vada perso calore prezioso all’interno. Esistono poi settori in cui le performances energetiche rappresentano un valore aggiunto ancora più importante, rispetto ad altri.
Giocano poi un ruolo importante anche altre caratteristiche funzionali, che possono variare fortemente in base all’uso. Ad esempio, le aziende che operano nel comparto logistico registrano molteplici cicli di apertura al giorno e devono quindi prediligere prodotti in grado di offrire performance elevate in tal senso. In altri settori invece, l’apertura del portone avviene solo di rado e quindi è preferibile orientarsi verso una chiusura con portina pedonale inserita per il passaggio del personale. Fornitore globale per la logistica, Hörmann offre un’ampia gamma di soluzioni: dal portone sezionale industriale, alla serranda avvolgibile fino al portone a scorrimento rapido o al portone scorrevole nonché con impacchettamento a libro.
Portoni sezionali industriali
Per chiudere i varchi di un edificio vengono spesso impiegati portoni sezionali industriali. In generale, i portoni sezionali industriali si aprono in verticale e non debordano, lasciando sempre libero lo spazio attiguo sia dentro che fuori l’edificio. In base all’architettura e all’altezza del capannone, essi sono disponibili in diverse applicazioni. Solitamente, il portone, in fase di apertura, scorre in orizzontale sotto il soffitto ma, in caso di edifici con altezze elevate, è possibile anche farlo scorrere su guide disposte in verticale, tali da lasciare libero il soffitto.
Per una coibentazione termica più performante, Hörmann ha poi ideato una speciale linea di portoni sezionali con elementi a doppia parete e a taglio termico con uno spessore di 67 millimetri. Per non disperdere inoltre troppa energia in fase di apertura, i portoni sezionali industriali Hörmann possono essere equipaggiati con una portina pedonale inserita che permette il passaggio del personale senza necessità di aprire completamente il portone.
Per il settore logistico, esistono in più portoni sezionali industriali che soddisfano i requisiti dei punti di attracco per carico-scarico. I portoni Hörmann ad esempio permettono a veicoli commerciali di diversa grandezza di caricare e scaricare in un solo punto grazie al portone sezionale divisibile Parcel Walk. Per gli autocarri grandi viene aperta solo la parte superiore del portone, mentre lo zoccolo dei pannelli rimane al suolo. I furgoni più piccoli vengono invece caricati e scaricati a livello del pavimento del capannone, aprendolo.
Serrande avvolgibili industriali
Anche le serrande avvolgibili industriali – con manto composto da elementi in acciaio o in alluminio – rappresentano soluzioni assai funzionali per la chiusura degli edifici. Il loro più significativo vantaggio è che sono prodotti salvaspazio: grazie alla costruzione compatta, si adattano a situazioni di montaggio con rapporti di spazio ridotti perché richiedono un’altezza architrave minima. La serranda si avvolge su se stessa anche all’interno di un cassonetto, lasciando libera l’area del soffitto. Sul mercato, le serrande avvolgibili sono proposte in versione manuale, ideale per l’utilizzo in capannoni non molto frequentati, ma anche in versione automatica. Ad esempio, le serrande avvolgibili DD S6 Hörmann, sono equipaggiate con motorizzazione a variatore di frequenza e raggiungono velocità di apertura di 1,1 metri al secondo. Ciò migliora i processi aziendali e riduce le perdite termiche. In tal senso, le serrande avvolgibili sono una buona alternativa economica ai portoni a scorrimento rapido.
Portoni a scorrimento rapido
I portoni a scorrimento rapido si distinguono per le loro elevate velocità di apertura e chiusura. Sono utilizzati sia all’esterno che all’interno e si differenziano in virtù della tipologia di manto. Da un lato possono disporre di elementi a doppia parete schiumati, che forniscono una coibentazione termica elevata e sono adatti quindi soprattutto come chiusura esterna; dall’altro, i portoni a scorrimento rapido sono disponibili anche con manto particolarmente flessibile, ideali per separare le diverse aree all’interno dell’edificio. Grazie alla loro elevata velocità, è possibile spostarsi rapidamente tra un’area e l’altra, anche con veicoli di trasporto, per processi aziendali sempre più ottimali. Anche in termini di portoni a scorrimento rapido, Hörmann offre un’ampia gamma di soluzioni idonee alle varie esigenze.
Portoni scorrevoli
Se all’interno dell’edificio è indispensabile separare vaste aree, sono spesso utilizzati i portoni scorrevoli in abbinamento a quelli con protezione antincendio e tagliafumo. Accanto ai modelli con scorrimento laterale, nonchè alle varianti a uno e a due battenti, possono essere utilizzate anche esecuzioni a libro per situazioni di montaggio con spazio ridotto accanto al varco. Per permettere al personale di passare attraverso la chiusura anche a portone chiuso, è possibile integrare portine pedonali, con o senza soglia.
Terre e rocce: le nuove regole per i cantieri
Meglio tardi, che mai. Arriva la riforma per la gestione delle terre e rocce di scavo. Il provvedimento è arrivato con il consiglio dei ministri, che ha varato definitivamente il Decreto sarà ora pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale per entrare in vigore. Il Dpr è composto da 31 articoli e dieci allegati. La riforma manda in pensione una serie di altre norme, come il il decreto ministeriale 161/2012 sulla gestione dei grandi cantieri, l’articolo 184-bis, comma 2-bis, Dlgs 152/2006 sul campo di applicazione, gli articoli 41, comma 2 e 41-bis Dl 69/2013 (legge 98/2013) sui materiali di riporto e sulla gestione dei piccoli cantieri.
Che cosa prevede
Il provvedimento distingue tra terre e rocce prodotte in cantieri di grandi e piccole dimensioni. Inoltre, introduce regole su terre e rocce dei cantieri di grandi dimensioni non soggetti a Via e ad Aia. Il testo approvato dal governo specifica anche in merito a terre e rocce come rifiuti, quelle escluse da questa categoria e quelle dei siti oggetto di bonifica. Obiettivo (ancora tutto da verificare) è la semplificazione delle procedure. Ora il deposito intermedio prima dell’utilizzo può essere effettuato anche in luogo diverso dal sito di produzione e da quello di destinazione, basta che il sito di deposito rientri nella stessa classe urbanistica di quello di produzione. Per i grandi cantieri scompare la comunicazione all’autorità competente di ogni trasporto di terre e rocce intese come sottoprodotti.
Altro snellimento: gestione e uso di terre e rocce come sottoprodotti non sono più subordinati alla approvazione del piano di utilizzo da parte dell’Autorità competente. Adesso, decorsi 90 giorni dalla presentazione del piano, il proponente può avviare la gestione nel rispetto del piano di utilizzo. Non solo, il piano di utilizzo potrà essere prorogato di due anni mediante semplice comunicazione al Comune e all’Arpa. È sufficiente, infatti, una comunicazione per apportare modifiche sostanziali al piano di utilizzo o per prorogarlo. In caso di amianto, ogni tipologia di cantiere può impiegare terre e rocce come sottoprodotti usando il parametro previsto dal Dlgs 152/2006 per le bonifiche (1.000 mg/kg).
Piccoli cantieri
Se vuole usare terre e rocce in quantità non superiore a 6mila cubi destinate a recuperi, ripristini, rimodellamenti, riempimenti o altri usi sul suolo, il produttore deve dimostrare il non superamento dei valori delle concentrazioni soglia di contaminazione previsti per le bonifiche con riferimento alle caratteristiche delle matrici ambientali e alla destinazione urbanistica indicata nel piano di utilizzo. Adesso, insomma, si può aggiornare la dichiarazione di utilizzo in presenza di variazioni delle condizioni previste per la sussistenza dei sottoprodotti. Il termine di utilizzo può essere proroga una sola volta e per quattro mesi. Se terre e rocce contengono materiali di riporto, la componente di materiali di origine antropica frammisti ai a quelli di origine naturale non può superare il 20% in peso da quantificarsi in base all’allegato 10.
Rifiuti terrosi
È stato modificato il volume del deposito temporaneo: ora è a 4mila metri cubi, di cui 800 se terre e rocce sono pericolose. Per le terre e rocce escluse dalla disciplina sui rifiuti nell’ambito di opere soggette a Via, i requisiti per l’esclusione sono dimostrati in fase di stesura dello Studio di impatto ambientale. Per i piani approvati prima dell’entrata in vigore del Dpr la disciplina abrogata è ultrattiva: si applica.
Wingrip Bituminoso, un classico Winkler che si rinnova
Le nuove caratteristiche dell’impermeabilizzante Winkler
Impermeabilizzante e ponte d’aggrappo universale, pronto all’uso. La comparsa nel mercato dei prodotti impermeabilizzanti del Wingrip Bituminoso, avvenuta qualche anno fa, aveva rivoluzionato non solo il concetto di impermeabilizzazione, ma anche quello della posa dei prodotti ceramici e dei rivestimenti. Oggi, con la nuova formulazione, Wingrip Bituminoso è riuscito a superare se stesso, migliorando ulteriormente le sue prestazioni di resistenza e di adesione, e alzando quindi l’asticella delle sue prestazioni tecniche.
Wingrip Bituminoso è un prodotto a base di speciali polimeri e bitumi in emulsione acquosa, senza solventi, pronto all’uso e garantisce una straordinaria rapidità di messa in opera. È stato specificamente formulato per realizzare, facilmente, uno strato impermeabile e adesivo di eccezionale resistenza ed efficacia su balconi, terrazze e bagni prima della posa di pavimenti e rivestimenti. È applicabile sia su superfici verticali che orizzontali ed è indicato per la sovrapposizione su piastrelle esistenti o su massetti cementizi. Realizza uno strato elastico estremamente tenace e coprente, garantendo poi la perfetta adesione della colla cementizia.
Grazie alla speciale formulazione, Wingrip Bituminoso non richiede alcun tipo di armatura, rinforzi o l’impiego di particolari adesivi, è sufficiente l’uso di una colla adeguata all’impiego. Nel caso di utilizzo di colle cementizie della gamma WINKLER, il ciclo sarà integralmente coperto da specifica garanzia assicurativa rilasciata da Reale Mutua Assicurazioni.
L’attenzione verso la certificazione (Classificazione secondo la norma Uni En 12004 :2003) del prodotto e la completa tutela sia dell’operatore che del cliente finale rendono Wingrip Bituminoso il partner ideale dei professionisti dell’impermeabilizzazione, impegnati a realizzare lo strato impermeabile e il ponte d’aggrappo per la posa di pavimenti ceramici e rivestimenti su terrazze, balconi, piatti doccia e bagni. Il suo ciclo di posa è realmente rapido e la superficie può essere rivestita già dopo 7 ore, in condizioni climatiche non estreme, permettendo così un evidente risparmio di tempo – mediamente del 50% rispetto ai prodotti tradizionali – e quindi di denaro, garantendo al cantiere oltre il 30% di marginalità.
La nuova formulazione, come sempre elaborata nei laboratori Winkler, presenta dunque due sostanziali miglioramenti che riguardano il “crack-bridging”, quindi l’elasticità del prodotto, e la sua resistenza. In genere, quando si aumenta l’elasticità le resistenze tendono a diminuire. Non è il caso del nuovo Wingrp Bituminoso che vede raddoppiati l’allungamento e la resistenza all’abrasione. Per comprendere facilmente la tenacia di questa nuova formulazione, basta pensare che 1 centimetro quadrato di prodotto è in grado di sostenere un peso di 7 chilogrammi.
Nella nuova edilizia, sempre più orientata verso soluzioni altamente performanti, certificate e garantite – e nel caso di Wingrip Bituminoso anche assicurate – il vantaggio competitivo è più che evidente. La tecnologia Winkler Safe prosegue quindi nella sua opera di ricerca e miglioramento delle prestazioni dei suoi prodotti, come sempre mettendo in primo piano, oltre al valore intrinseco delle sue formulazioni, la salute dell’uomo e dell’ambiente.
Il Sassuolo targato Mapei in onda per le popolazioni terremotate
Per il Sassuolo targato Mapei un grande palcoscenico televisivo (Rai Uno, lunedì 22 maggio, ore 21.25). Ma non è quello dello stadio: in diretta da Norcia, la squadra parteciperà al programma Un goal per l’Italia dedicato alle popolazioni terremotate dell’Umbria. Il programma coinvolge società calcistiche, dilettantistiche e professionistiche, del Centro Italia attive nei territori colpiti dagli eventi sismici dello scorso anno. L’evento televisivo ha come obiettivo la raccolta fondi per supportare il programma Il Calcio Aiuta, sviluppato dalla FIGC, con il patrocinio del Ministro per lo Sport e in collaborazione conVasco Errani, Commissario straordinario del governo per la ricostruzione, allo scopo di garantire il ritorno alla pratica sportiva nelle aree interessate dal sisma, in particolare per ragazzi e bambini. Le realtà calcistiche destinatarie delle donazioni sono state individuate dalla Figc in accordo con la Protezione Civile, al fine di realizzare azioni di sostegno concrete e attivabili in tempi brevi.
Gli strati del tetto secondo Monier
Il tetto di oggi assicura performance elevate, in termini di isolamento e di protezione, se chi lo progetta e chi lo realizza concretizza un insieme di strati differenti che interagiscono tra loro e concentrano in un pacchetto quella funzione che un tempo svolgeva il solaio della nonna. In passato, infatti, il sottotetto era quello spazio in cui si depositavano gli oggetti dismessi e che costituiva, soprattutto, una sorta di ‘bolla’ che isolava l’edifico e gli spazi abitativi sottostanti dall’ambiente esterno. Oggi, invece, il sottotetto si trasforma in mansarde abitabili realizzate proprio dove esistevano i vecchi solai. La funzione protettiva deve essere, quindi, necessariamente assolta da un tetto più complesso, costituito da diversi strati, ciascuno dei quali svolge una funzione importante e differente.
Il concetto di stratigrafia – Per meglio comprendere questo concetto, basti pensare al nostro abbigliamento, a quanto esso diventa complesso man mano che ci si avvicina alla stagione fredda. Tutti gli strati che indossiamo hanno la funzione di isolare il nostro corpo, trattenendo il calore, non facendo permeare il freddo e favorendo la traspirazione al tempo stesso.
L’edificio come una sorta di essere vivente – Le abitazioni devono essere pensate come a un organismo vivente. Devono ‘respirare’, trattenere il calore, far passare solo i ‘flussi’ che si desiderano, impedendo il passaggio a quelli indesiderati (il freddo in inverno e il caldo eccessivo in estate). Ecco così che la ‘bolla’ del solaio di un tempo si “compatta” nei numerosi strati del tetto di oggi.
Il sistema tetto integrato secondo Monier – Quando si parla di tetto non si intende un solo elemento, ma un insieme di elementi che, integrandosi tra loro, compongono il cosiddetto Sistema Tetto, tra i quali: il manto di copertura, lo strato isolante, lo strato impermeabilizzante, la linea di gronda, la linea di colmo, sistemi di evacuazione del fumo (torrette) e sistemi di deflusso dell’acqua piovana.
Per ciascuno di questi elementi, Monier, insieme ai marchi Wierer e Braas, propone ai progettisti e a coloro che si apprestano ad acquistare o a ristrutturare una casa, soluzioni per il tetto complete e personalizzabili secondo il proprio gusto e le proprie esigenze estetiche, capaci di assicurare la funzionalità dei sistemi e l’alta qualità dei prodotti. Soluzioni specifiche, innovative e funzionali che permettono la realizzazione di una ‘copertura a regola d’arte’ sia che si tratti di una residenza privata sia di un edificio pubblico.
Edilizia: la spirale dei sei anni neri sotto la lente
Che l’edilizia se la passi male è noto. Ora, a spargere cenere sulla cenere, arriva anche una ricerca del Centro studi ImpresaLavoro. L’analisi ha concentrato l’attenzione sulla produzione, le ore lavorate e i permessi di costruzione. E non solo in Italia. Risultato: dal 2010 al 2016 abbiamo assistito a un crollo verticale che ci piazza tra i fanalini di coda in Europa.
Ecco i dati del disastro: la produzione è scesa del 32,2% in sei anni. Qualcuno fa peggio, ma è una magra consolazione: Slovenia (-45%), Cipro (-47%), Portogallo (-47,1%) e Grecia (-47,6%). Francia e Spagna, invece, hanno limitato i danni e arretrano rispettivamente del 12,9% e del 3,2%. E altri Paesi sono andati addirittura bene: Germania (+7,6%), Regno Unito (+11,3%) e Irlanda (+25,1%). L’Italia va otto volte peggio dalla media dei Paesi dell’Unione europea a 28: -32,2% contro -3,9%.
Come è altrettanto noto, la crisi ha falcidiato imprese e numero di occupati. Rispetto al 2010, in Italia nel 2016 si sono lavorate nel settore costruzioni quasi un terzo in meno delle ore (-28,6%), con evidenti e gravi ripercussioni sull’occupazione e sul numero di lavoratori lasciati a casa dalle aziende in crisi. In Europa solo Cipro (-41,0%) e Portogallo (-44,1%) registrano un dato peggiore del nostro. Arretrano anche la Grecia (-17,4%) e la Francia (-9.6%) ma in misura decisamente più contenuta della nostra. Le ore lavorate aumentano invece in Gran Bretagna (+11,2%), in Germania (+11,8%) e soprattutto in Irlanda (+32,6%). Il dato italiano nel periodo di riferimento risulti quasi 17 volte peggiore di quello della media Ue (-28,6% contro -1,7%).
La crisi e la diminuzione delle aree fabbricabili hanno giocato contro: l’andamento dei permessi di concessi per l’edificazione di nuove residenze civili dal 2010 si è più che dimezzato (-65,7%). Il dato, però, si aggiunge alla recente indagine dell’Istat secondo la quale in alcune aree del Paese l’urbanizzazione ha raggiunto livelli tali da saturare le aree edificabili. In Europa solo Cipro (-74,5%) e Grecia (-86,2%) registrano un dato peggiore del nostro a fronte di una media europea stabile (-0,1%).
Wienerberger, i plus del laterizio per la Bioarchitettura
Laterizio e bioarchitettura, un binomio vincente perché l’argilla cotta consente alla casa di “respirare” massimizzando funzionalità e comfort. A dirlo è Massimiliano Pardi, architetto toscano specializzato in bioarchitettura e socio dal 2002 dell’Istituto Nazionale di Bioarchitettura di cui è stato, dal 2002 al 2008, vice presidente della sezione della provincia di Livorno Arcipelago Toscano, presidente dal 2008 al 2014 e segretario dal 2014 al 2017. Pardi ha scelto Porotherm Bio Plan 45 T – 0,09 di Wienerberger per la realizzazione di uno dei suoi ultimi progetti di bioarchitettura, un fabbricato a uso residenziale e commerciale che ha visto la luce a Portoferraio (Livorno), sull’isola d’Elba.
Il nuovo complesso di Portoferraio, realizzato a partire da un fabbricato di circa 9mila m3 fuori terra, è costituito da un piano interrato di 1,800 m2 dove trovano spazio una cinquantina di box auto, una decina di magazzini e diversi locali tecnici che ospitano la centrale delle pompe di calore, i bollitori dei collettori solari, la cisterna della raccolta delle acque meteoriche, i locali per il trattamento dell’acqua potabile e dell’acqua piovana e i locali per gli inverter per i pannelli fotovoltaici. Al piano terra vi sono invece dieci negozi che si affacciano su una piazza interna mentre al primo, al secondo e al piano attico si trovano trenta unità suddivise tra appartamenti e uffici. La struttura puntiforme è stata realizzata con pilastri e travi, mentre per la tamponatura interna ed esterna in laterizio sono state scelte le soluzioni Porotherm Bio Plan di Wienerberger.
Domanda. Architetto Pardi perché avete utilizzato il sistema rettificato Porotherm Bio Plan per il progetto di Portoferraio?
Risposta. «Le soluzioni Wienerberger sono state scelte perché il sistema di rettifica messo a punto dall’azienda meglio si integrava nella struttura puntiforme da noi progettata; una struttura semi prefabbricata con pilastri tubolari in ferro con travi a traliccio gettati in opera che richiedeva la posa di blocchi rettificati per permettere alle pareti di tamponamento perimetrali di incastrarsi alla perfezione tra gli impalcati dei vari livelli e le pilastrature dell’intero edificio. In particolare, utilizzando una sega a banco, abbiamo tagliato i laterizi realizzando, in prossimità dei pilastri e delle travi, scanalature larghe 10 cm per parte che hanno così permesso una correzione dei ponti termici migliore rispetto ai sistemi tradizionali».
D. Quali sono i vantaggi operativi e a livello di efficienza energetica che si possono ottenere con l’applicazione del sistema rettificato di Wienerberger?
R. «Con le soluzioni Wienerberger è possibile erigere una muratura di tamponamento omogenea e correggere in maniera più uniforme e puntuale i ponti termici causati da pilastri e travi in cemento armato. Inoltre, il giunto di malta tra un blocco e l’altro è quasi inesistente e quindi non comporta la formazione di ponti termici, che invece si vengono a creare con le malte da 3 cm di spessore utilizzate per la posa di blocchi non rettificati. A tutto questo si aggiunge poi che l’intonacatura dei blocchi rettificati risulta più semplice e quindi più veloce, così come più veloci e ridotti sono i tempi di posa. Infine, attraverso il sistema rettificato, la posa dei blocchi avviene quasi a secco, con il solo utilizzo di colla, andando così a eliminare l’umidità che invece si forma con i blocchi non rettificati, per la cui posa viene utilizzato il cemento, con l’aspettativa di avere sin dall’inizio una casa che offra un buon comfort abitativo».
D. Come si sposa la tecnologia della rettifica di Wienerberger con i progetti di bioedilizia e bioarchitettura?
R. Le soluzioni Wienerberger ben si sposano con i principi di bioedilizia in quanto sono blocchi in argilla cotta che permettono alla casa di “respirare” attraverso la libera uscita dei vapori consentendo così una migliore gestione dell’edificio all’insegna della sostenibilità, riducendo in questo modo gli impatti negativi sull’ambiente».
D. Quanto è importante oggi costruire edifici che si pongano l’obiettivo di raggiungere elevati livelli di efficienza energetica?
R. Oggi è importantissimo costruire edifici che guardino al raggiungimento di elevati livelli di efficienza energetica: si avranno minori emissioni di gas a effetto serra, una moderazione delle tariffe energetiche, una migliore gestione delle risorse naturali, una riduzione della spesa pubblica relativa all’energia e soprattutto una strategia che vada incontro alle richieste dell’Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva».
Efficienza, basso consumo energetico, comfort abitativo, innovazione e sostenibilità sono alcuni dei cardini su cui si basa l’attività di ricerca di Wienerberger, gruppo internazionale e leader mondiale nella produzione di soluzioni per l’involucro in laterizio, da sempre orientata verso l’elevata qualità del costruire. Nei prossimi anni si assisterà a un sempre maggiore richiesta di soluzioni altamente prestazionali e per questo diventerà sempre più importante offrire non solo prodotti di alta qualità ma pacchetti innovativi e completi per l’involucro con prestazioni dall’elevato valore aggiunto. Una risposta alle nuove esigenze di oggi e domani è rappresentata dal sistema rettificato Porotherm Bio Plan di Wienerberger, un innovativo sistema di soluzioni in laterizio ideali per realizzare progetti che garantiscono un migliore isolamento termico, un elevato comfort interno, sostenibilità, massima efficienza e risparmio energetico degli edifici.
I blocchi Porotherm Bio Plan, per murature monostrato portanti o da tamponamento, sono elementi con facce di appoggio superiori e inferiori rettificate. Le superfici sono perfettamente planari e parallele: questo permette di eseguire murature con giunti di malta di appena 1 mm, incrementando le performance energetiche ed evitando così fessurazioni e formazione di differenti colorazioni sugli intonaci.
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La congiuntura dell’edilizia e uno Speciale Design su YouTrade di maggio
L’edilizia va davvero meglio? O si tratta dell’ennesima illusione, che prelude a una cocente delusione? Federbeton, associazione che fa capo a Confindustria e riunisce le imprese del cemento, ha voluto andare a fondo e ha presentato un’analisi congiunturale che il nuovo numero di YouTrade di maggio pubblica in esclusiva. Un’anticipazione: le vendite di cemento si sono stabilizzate e le imprese hanno ricominciato a investire in costruzioni. I quattro trimestri dello scorso anno registrano una sequenza positiva rispettivamente di 1,3%, 1,2%, 1,8% e 1,3% del delta sul totale delle costruzioni e poi…
Oltre ai dati congiunturali, la rivista edita da Virginia Gambino Editore pubblica questo mese tanti altri articoli interessanti. Per esempio, un lungo approfondimento che riguarda da vicino il mondo dell’edilizia: i nuovi sistemi per facciate ventilate, consolidamento delle strutture e pareti esterne. Prodotti nuovi, soluzioni nuove, proposte nuove per raggiungere una maggiore efficienza e sicurezza. Il tutto all’interno di un ampio speciale che interesserà non solo chi costruisce, ma anche chi riqualifica edifici esistenti.
L’edilizia, da tempo, va di pari passo con un più moderno senso dell’estetica. L’occhio vuole la sua parte, ma senza rinunciare alla razionalità, alla comodità e, magari, a un prezzo adeguato. Le case sono arredate, dotate di accessori e impianti che, inevitabilmente, devono essere coordinati con il resto dell’abitazione e, se si tratta di interventi strutturali, con le tecnologie più avanzate. Tanti aspetti, insomma, che sono collaterali e complementari con il concetto di design. Milano, da questo punto di vista, offre tutti gli anni una straordinaria occasione per gli addetti ai lavori, ma anche per i privati cittadini: la Design Week. A manifestazione ormai conclusa, YouTrade ha cercato di scoprire come cambierà nel 2018 il design della design week (alcune variazioni sono già state decise) e ha selezionato in un grande servizio di 50 pagine gli spunti, le soluzioni e gli oggetti più interessanti. Un’occasione per avere sotto mano il meglio del design, che rischia di essere dimenticato una volta spente le luci della rassegna.
Non perdete questo numero speciale di YouTrade: sfoglia la rivista on line!