Ruredil – Carlo Luisi, direttore vendite Ruredil
“Interventi anti-sfondellamento certificato”
Ruredil – Carlo Luisi, direttore vendite Ruredil
“Interventi anti-sfondellamento certificato”
Rivit – Manuele Avanzolini, amministratore delegato Rivit
“La nostra nuova saldatrice”
Le compravendite immobiliari continuano a salire, ma i prezzi delle case continuano a scendere. Lo dice il Primo Rapporto 2017 sul mercato immobiliare realizzato da Nomisma, presentato nella mattinata di mercoledì 22 marzo a Milano, presso la sala assemblee di Mediobanca. Insomma, nel 2016 nelle grandi città (procedendo in ordine alfabetico: Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Roma, Torino e Venezia) il calo medio registrato è stato dell’1,5% per le abitazioni usate, del 2,3% per gli uffici, dell’1,6% per i negozi e del 4% per i capannoni industriali. Passando dunque alle tredici città intermedie (come Ancona, Bergamo, Brescia, Livorno, Messina, Modena, Novara, Parma, Perugia, Salerno, Taranto, Trieste e Verona) ecco una flessione del 2% per le abitazioni usate, del 2,4% per gli uffici, dell’1,4% per i negozi e del 2,6% per i magazzini.
“Seppur in un quadro di maggiore oculatezza e rigore non vi è dubbio che la ripresa in atto presenti tratti di fragilità. La composizione della domanda rivela non solo il perdurante attendismo della componente di investimento, anche l’esposizione del comparto alle scelte delle banche e, più in generale, alla concretizzazione delle aspettative di crescita del Paese” precisa l’istituto di studi economici di Bologna, che riporta quindi come l’anno passato le compravendite residenziali siano state 528.865, mentre quest’anno ne siano previste 565.391 (+7%), e ben 584.523 (+3% su base annua) per il 2018, fino alle 616.513 nel 2019 (+5%).
E invece, passando in rassegna il volume degli investimenti immobiliari corporate, il 2016 si è chiuso con la cifra record di 9,1 miliardi di euro (per il primo trimestre 2017 la previsione è di un volume pari a 1,6 miliardi di Euro). Basti pensare che il l 2015 si era chiuso a 8 miliardi. Il peso degli investimenti immobiliari in Italia sul totale degli investimenti in Europa è stato del 3,6% nel 2016 (2,9% nel 2015, 2,4% nel 2014). Per Nomisma a spingere gli investimenti a livelli record hanno concorso “sia l’interesse per il nostro Paese degli operatori stranieri sia la ritrovata vitalità degli investitori domestici il cui contributo in termini di movimentazione del mercato ha raggiunto all’incirca il 40%”. Sul fronte delle unità immobiliari per l’impresa (uffici, negozi, laboratori e capannoni), il 2016 ha rappresentato l’anno di inversione del trend con un aumento significativo dei contratti (+17%) con punte di +19% nei comuni periferici dei maggiori capoluoghi italiani e del 23% nei comuni minori delle città intermedie. Nel corso del 2016 le transazioni sono cresciute del 12,5% nel segmento direzionale, del 16,6% in quello commerciale e del 22,1% nel comparto industriale.
L’incremento delle erogazioni ben esemplifica il cambio di orientamento e il parziale ripristino di una logica competitiva tra gli istituti sopravvissuti alla lunga fase recessiva. Nello specifico, nel 2016 ne sono stati erogati per 49,3 miliardi e le previsioni per l’anno in corso portano a una cifra totale di 52,1 miliardi. Per il 2018 la differenza rispetto all’anno precedente è prevista praticamente nulla mentre per il 2019 la crescita delle erogazioni è stimata più intensa (nell’ordine dei 55 miliardi). L’incidenza delle surroghe e sostituzioni sulle erogazioni totali è stata nel 2016 del 26,3% (28,4% nel 2015, 7,5% nel 2014). Considerando le erogazioni nette (depurando la componente di surroga e sostituzione) ci si attesta a 36,3 miliardi nel 2016 (+23,1% di variazione annuale delle erogazioni nette). Ma le preoccupazioni per Nomisma riguardano “il brutale riprezzamento dei crediti e con essi delle garanzie reali sottostanti”. Infatti, ne rischia di scaturire “un impoverimento generale, quantomeno della componente di ricchezza immobiliare percepita.
L’entità di non performing loans che continuano ad appesantire i bilanci bancari sono un serio rischio sistemico: “Il probabile scivolamento in situazione di default di una parte significativa degli incagli attuali è una minaccia potenziale che solo un inguaribile ottimismo o la costrizione del vincolo di bilancio induce a ritenere non già di certa inesigibilità”, afferma sempre Nomisma, secondo la quale “i prestiti deteriorati sono arrivati ad attestarsi a quasi 326 miliardi (+274% rispetto al 2008) di cui 197 miliardi già annoverati tra le sofferenze”. Sul fronte dei prezzi delle case “è a causa al perdurante eccesso di offerta e alla relativa fragilità economica della domanda che si deve la dicotomia di andamento tra attività transattiva e evoluzione dei valori di mercato: infatti all’impennata delle compravendite registrata nel 2016 e protrattasi nei primi mesi di questo, seppur con accenti meno marcati, continua a far riscontro la flessione dei prezzi e in particolare per le città intermedie un chiaro calo di intensità della spinta ribassista non si è ancora registrato”, conclude l’istituto di ricerca.
PILE/2 – Maurilio Fumagalli, mastrolattoniere e titolare della Lattoneria Fumagalli
“Lunga vita alle coperture”
PILE/1 – Fabio Montagnoli, presidente Pile (Produttori Installatori Lattoneria Edile)
“Una scuola per la formazione”
Bonus edilizio, dalla Lombardia il 21% delle richieste totali
La Legge di Stabilità 2017 ha prorogato la detrazione Irpef del 50% per gli investimenti di recupero del patrimonio edilizio e le ristrutturazioni degli immobili adibiti a uso residenziale, fino a un limite di spesa pari a 96mila euro per unità immobiliare. Alla luce dell’opportunità di ottenere consistenti deduzioni per rimettere in sesto la propria abitazione, l’Osservatorio di ProntoPro.it ha condotto un’indagine sulle richieste registrate dal portale nel primo trimestre dell’anno. Il Nord è l’area geografica che primeggia con il 56% di richieste, seguito a debita distanza dal Sud (25%) e dal Centro (20%).
Analizzando i dati per regione, la tendenza viene parzialmente confermata: è la Lombardia a capitanare la classifica con il 21% di richieste, staccando nettamente le altre regioni. Al secondo posto troviamo il Lazio con il 10%, seguito ex aequo da Emilia Romagna, Piemonte e Puglia, che si fermano al 9%. Con il 7%, il Veneto precede Sicilia, Campania e Toscana, che rimangono indietro di un punto percentuale. Fanalino di coda, la Sardegna, da cui proviene soltanto il 3% delle richieste.
Ma per quali interventi in particolare si richiedono i preventivi? Il 9% del totale delle richieste è relativo alla ristrutturazione del bagno: anche in questo caso, è sempre il Nord a dominare la classifica con il 72% di richieste. Secondo posto per il Centro che, con il 14%, supera il Sud (13%). Anche per quanto riguarda gli interventi di ristrutturazione del bagno, la Lombardia si riconferma la regione con il maggior numero di richieste di preventivo (30%), seguita dall’Emilia Romagna da cui proviene il 23% delle richieste. Il resto delle regioni si distanzia di molto in termini percentuali: il Lazio si ferma all’11%, la Toscana al 10%, la Campania all’8%. Percentuali a una cifra anche per Veneto (7%), Piemonte (6%) e Umbria (4%), quest’ultima a pari merito con la Liguria e la Sicilia.
“Dall’indagine che abbiamo condotto – sottolinea Silvia Wang, co-founder di ProntoPro.it – abbiamo notato come le richieste pervenute siano frutto di una notevole sensibilità dei cittadini italiani nei confronti dei provvedimenti fiscali atti, in buona sostanza, a farli risparmiare per puntare al miglioramento della qualità del patrimonio immobiliare italiano. Un dato molto interessante è quello relativo al Nord Italia, che risulta in qualche modo più attento a questi temi di quanto non lo siano le altre aree del Paese”.
Di seguito la tabella che comprende le regioni in cui è stato registrato il maggior numero di richieste di preventivo per la ristrutturazione della casa:
Finstral – Luis Oberrauch, vicepresidente Finstral
“L’infisso con la buccia di riso”
Edil Inox – Alberto Tava, amministratore unico di Edil Inox
“Un passaggio tetto per scongiurare gli incendi”
Fakro – Bruno Pernpruner, direttore Fakro Italia
“La nuova sfida: le finestre verticali”
Dakota – Antonio Belotti, direttore commerciale del Gruppo
“Un’innovativa lastra per l’esterno”
Anvides – Giovanni Napolitano, consigliere Anvides
“Suggerimenti per scegliere il colore”
Il ritardo dell’edilizia
Restano ancora superiori a cento giorni, ma comunque in calo rispetto ai 150 giorni di tre anni fa, i tempi medi di pagamento delle fatture commerciali emesse dalle imprese fornitrici del comparto edile italiano nei confronti dei loro clienti pubblici e privati. Restano elevati anche gli attuali livelli d’insolvenza registrati nel settore, ma non si attende per quest’anno un significativo peggioramento della situazione. È questo, in sintesi, il quadro delineato da Atradius, tra i principali gruppi mondiali attivi nell’assicurazione del credito, cauzioni e recupero crediti a livello internazionale, all’interno dell’osservatorio dedicato al comparto edile in Italia e nel mondo (Market Monitor). A soffrire sono soprattutto le Pmi, le piccole cooperative e i consorzi focalizzati sul mercato domestico sia dell’edilizia residenziale che delle opere pubbliche, soprattutto a causa di un maggior inasprimento delle condizioni di accesso al credito bancario, che non sembrano destinate a diventare più flessibile almeno nel breve periodo.
Dal confronto tra il mondo dell’edilizia del nostro Paese, e quello di altri Paesi europei ed extra Unione Europea, emerge una perdurante criticità delle performance di pagamento delle fatture commerciali all’interno del comparto dell’edilizia. È il caso di Belgio, Francia e Regno Unito dove restano elevati i ritardi di pagamento, in fase di cronicizzazione o addirittura peggioramento atteso nei prossimi sei mesi. Prospettive positive, invece, si registrano in Germania (calo del 2% delle insolvenze nel settore, con atteso livellamento almeno nei primi mesi dell’anno) e Paesi Bassi, ove le imprese del comparto prevedono una sostanziale crescita dei ricavi quest’anno, a beneficio dei loro livelli di liquidità. Migliora la situazione anche in Spagna, dove il comparto si attende una stabilizzazione dei già migliorati livelli d’insolvenza, previsti in ulteriore decremento quest’anno. Al di fuori della Ue, criticità sulle tempistiche di pagamento delle fatture nel comparto dell’edilizia si attendono in Arabia Saudita (atteso incremento di circa il 30% dei ritardi di pagamento) e Singapore (5%) .
Aitiva – Olga Bottaro, presidente onorario Aitiva
“A Genova un laboratorio del colore”
Progress Profiles – Dennis Bordin, presidente
“Innovativi supporti per pavimenti sopraelevati”
Winkler – Paolo Ghezzi, direttore commerciale
“Rivoluzionario sistema impermeabilizzante liquido”
Vanoncini – Mirko Berizzi, direttore tecnico
“Pacchetti e soluzioni nuove a secco”