Basta costruire. Un’opinione legittima, anche se in tempi di crisi sembra un’insulto alle aziende dell’edilizia. Ma il paradosso è che la provocazione è espressa su invito dell’associazione del costruttori, l’Ance. Ha proporre lo stop, perlomeno fino a quando non sia restaurato l’intero patrimonio storico italiano (cioè mai) è stato Vittorio Sgarbi, noto a pari merito come critico d’arte e come polemista. Sgarbi lo chiama «un patto tra Stato e costruttori per recuperare il patrimonio degli edifici storici». Ma in realtà è uno stop assoluto, visto che restaurare tutti gli edifici storici italiani è impossibile se non in decenni, e ammesso che esistano le risorse per farlo. Ma tant’è: esiste anche una trattoria a Roma dove i clienti apprezzano l’oste che li insulta. Più o meno la filosofia è la stessa.
«Più della metà del costruito in Italia è stato realizzato dal 1959 in poi: in soli 60 anni abbiamo costruito più che nei precedenti 2700», ha puntato il dito Sgarbi. «La velocità e la sregolatezza sono nemiche della qualità. Se io potessi attribuirmi l’incarico di ministro del Patrimonio, autorizzerei una costruzione ex-novo soltanto dopo che l’ultimo edificio storico di pregio sia stato opportunamente restaurato. Quello che manca è appunto un accordo tra il pubblico e costruttori per un serio piano di recupero del costruito, già eccedente rispetto al reale fabbisogno».
Vittorio Sgarbi
Sgarbi ha partecipato al dibattito pubblico organizzato dai giovani costruttori di Ance Veneto a Villa Varda di Brugnera (Pordenone) per il terzo appuntamento del Ciclo del Bello. Il critico d’arte e polemista davanti a una platea di 250 persone composta da imprenditori edili, progettisti ma anche tanta gente comune, era chiamato a dire la sua sul tema portante della conferenza: Il valore del bello e della qualità delle costruzioni. Argomento al quale i giovani costruttori dell’Ance si mostrano molto sensibili da tempo. Come spiega Giovanni Prearo, presidente di Ance Veneto Giovani, «Il Ciclo del Bello, quattro conferenze organizzate in alcune delle più belle ville venete, nasce proprio dalla volontà di diffondere una nuova cultura del costruire, più attenta alla qualità secondo il binomio classico di forma e sostanza: non c’è bellezza estetica che non sposi la qualità, l’etica e la cultura del lavoro». «La speculazione prima e la crisi economica poi», gli ha fatto eco Marco Bertuzzo, del Gruppo Giovani imprenditori Ance Pordenone e Trieste, «hanno calpestato in passato questi valori che noi, proprio perché rappresentiamo le nuove generazioni, intendiamo rifondare. Per fare questo occorre instaurare un rapporto virtuoso tra committente, progettista e costruttore e combattere le logiche di ribasso, sconto e minor prezzo possibile». «Logiche che spesso condizionano anche i cittadini comuni, che si trovano spesso nel ruolo di committenti», rilancia Prearo.
Presentato a Milano il Salone Internazionale della Ceramica per l’Architettura e dell’Arredobagno, che si terrà dal 25 al 29 settembre a Bologna. A quattro mesi dall’evento, il Salone è sold out, un mese prima rispetto al 2016, per lo spazio dedicato alla ceramica, quello per gli altri materiali da pavimentazione, la superficie dedicata ai colorifici e quella delle aree esterne che è al 102% della superficie dello scorso anno – una percentuale in più ottenuta attraverso l’ulteriore ottimizzazione di spazi disponibili.
Un Cersaie in ottima salute anche per l’arredobagno – il secondo asse portante della Fiera Internazionale – che vede ad oggi una superficie già assegnata pari al 97% di quella disponibile, con diverse trattative in corso per allocare gli ultimi spazi disponibili e che consentiranno di vedere ai nastri di partenza circa 150 aziende – italiane ed estere – di questo comparto. Una conferma della centralità internazionale di una manifestazione che punta a superare il risultato di partecipazione dello scorso anno, 852 espositori provenienti da 43 Paesi del mondo Cersaie, la più grande e qualificata rassegna internazionale per i settori della ceramica e dell’arredobagno, si conferma con queste premesse l’appuntamento di riferimento mondiale del trade internazionale per conoscere le tendenze estetiche, tipologiche e tecnologiche, ma anche per essere il luogo di confronto fondamentale tra il mondo della produzione e quello della distribuzione.
Le ragioni di questo successo sono molteplici. Accanto alla peculiarità forte di Cersaie come fiera per il sistema della distribuzione di tutto il mondo unita alla buona congiuntura che si sta registrando sia in Italia che all’estero, vanno aggiunti i luoghi tematici, quali la ‘Galleria dell’Architettura’ con il programma culturale “costruire, abitare, pensare” e i Cafè della Stampa, luoghi di conversazione presso la lounge della Galleria per approfondire temi di attualità e di interesse per i partecipanti di Cersaie. Importanti sono anche gli eventi organizzati per i posatori presso la Città della Posa e l’iniziativa ideata per i consumatori finali con il progetto Cersaie Disegna la Tua Casa presso l’Agorà della Stampa, localizzata al Centro Servizi della Fiera.
L’Agenzia delle Entrate considererà validi i bonus mobili richiesti anche da chi ha iniziato i lavori di ristrutturazione nel 2017. La Legge di bilancio approvata a dicembre, in cui sono contenute le modifiche alle norme in vigore lo scorso anno, aveva infatti suscitato dubbi sulla legittimità del bonus riguarda all’anno in corso.
L’Agenzia delle Entrare è stata quindi sollecitata a rispondere al quesito. Secondo l’Agenzia, quindi, chi ha avviato i lavori nel 2017 può detrarre le spese per l’acquisto dei mobili destinati agli appartamenti nei quali sono stati eseguiti i lavori. La detrazione è pari al 50% della spesa su un tetto massimo di 10.000 euro. Lo stesso concetto è applicabile per le parti comuni dei condomini. In questo caso il bonus sarà ripartito in proporzione ai millesimi di chi ha partecipato alla spesa.
La società specializzata nella distribuzione di isolanti in lana di roccia e in lana di vetro per l’isolamento termico e acustico crea due nuove controllate per coprire meglio le zone del Nordest e della Lombardia. E per il futuro…
Gianluca Menozzi
L’isolamento è uno dei trend dell’edilizia. Proprio per questo le imprese che producono e distribuiscono materiali isolanti, per paradosso, non devono rimanere isolate. Insomma, i materiali devono stare sempre più vicini ai propri clienti. Ed è quanto ha deciso XT Insulation, una delle maggiori realtà nazionali nella distribuzione di isolanti in lana di roccia e in lana di vetro per l’isolamento termico e acustico. XT Insulation, infatti, ha deciso di creare due nuove società per la distribuzione. Come spiega a YouTrade, Gianluca Menozzi, presidente di XT Insulation Spa.
Domanda. Di che si tratta?
Risposta. Abbiamo costituito due nuove società, XT Insulation Nordest e XT Insulation Lombardia, che dovranno sviluppare sotto il nostro diretto controllo un nuovo modo di fare distribuzione, nei mercati locali di Lombardia e Triveneto sia nell’ambito dell’isolamento per l’edilizia che in campo industriale.
D. Com’è nata l’idea di questa iniziativa?
R. Con l’intento di trovare nuove soluzioni per avvicinarsi sempre più al territorio del Nord Italia, creando un nuovo modello di business in grado di intercettare un mercato di prossimità, che da lunga distanza non era possibile sviluppare e fornire per diversi motivi, per esempio per modeste quantità, disponibilità immediata della merce in loco, incidenza dei trasporti.
D. Quale impatto prevedete sul vostro business?
R. L’intenzione è quella di aumentare in modo importante il volume complessivo d’affari sia in termini di merce che di risultati, diversificandone però le fonti. Per cui l’iniziativa non riguarda solo edilizia. E questo sarà possibile grazie alla grande esperienza e specializzazione del nostro personale tecnico e commerciale.
D. Quali compiti avranno, nello specifico, le due nuove società?
R. Le due nuove realtà, ognuna per la propria area di competenza, grazie a una stretta collaborazione con tutta la catena produttiva partendo dalla progettazione dovranno, attraverso le proprie reti tecnico-commerciali, sviluppare un lavoro sinergico con la progettazione, passando per la distribuzione e arrivando all’impresa-applicatore con un’offerta integrata, che abbia la capacità di soddisfare le esigenze del mercato sia in termini di consulenza che di servizio.
XT Insulation
D. Chi sono i diretti responsabili delle nuove società?
R. Il controllo e la gestione delle due nuove realtà è in mano al management di XT Insulation. Nello specifico, la parte di sviluppo commerciale sarà di competenza di Alberto Zanichelli per XT Insulation Lombardia e di Andrea Baldo per XT Insulation Nordest.
D. Le aziende saranno sotto il totale controllo della casa madre o sono coinvolte altre aziende?
R. Le due nuove società sono sotto il controllo di XT Insulation spa. Nella compagine sociale di entrambe sono presenti però anche realtà locali di primaria importanza storica e strategica in ambito distributivo sui territori di competenza. Per XT Insulation Nordest, per esempio, è presente anche la Epiù, distributore veneto con 12 punti vendita presenti nelle provincie di Padova, Treviso, Venezia e Vicenza. Nella società dedicata alla Lombardia, invece, ci sono due grandi realtà lombarde specializzate nella distribuzione di sistemi a secco (cartongesso) e edilizia leggera. In questo caso, siamo riusciti a coinvolgere nel nostro nuovo progetto, due concorrenti, la Ediltech, storico distributore di Brescia, ed Eurogips, che ha cinque punti vendita nelle provincie di Bergamo, Milano, Monza Brianza e Lecco.
D. Che cosa cambia per i fornitori?
R. Per i fornitori di lana di roccia e di lana di vetro ai quali XT Insulation si rivolge da anni, i cambiamenti potranno essere solo positivi, in quanto il modello di business che le due nuove realtà porteranno avanti non potrà che rafforzare il rapporto. E siamo certi che per i nostri fornitori questa sia una grande opportunità di crescita.
D. Nell’azione pratica che cosa cambia per i rivenditori?
R. I rivenditori locali avranno la possibilità di affidarsi a un partner competente e attrezzato per dare risposte rapide e un servizio puntuale a ogni loro richiesta relativa al mercato delle fibre minerali, al corretto isolamento termico, l’ideale isolamento acustico ed il sicuro isolamento e protezione dal fuoco.
D. Le due nuove società sono state create anche per far fronte a un mercato che è diverso rispetto al passato. Qual è la situazione oggi?
R. Il mercato edile che ci troviamo ad affrontare è estremamente complicato e in continuo cambiamento, estremamente differente rispetto al passato, molto più frammentato e con grande richiesta di specializzazione, all’interno di questo cambiamento siamo convinti che queste nostre nuove iniziative possano trovare la giusta collocazione.
D. Che tipo di mercato dell’edilizia avete in mente?
R. Nella nostra visione la specializzazione viene al primo posto. Ci rivolgiamo al mercato come problem solver e non solo come fornitori di beni e prodotti. La nostra idea è quella di un mercato differenziato: da una parte la Gdo, che prenderà sempre più piede, e dall’altra una richiesta in aumento di elevata specializzazione.
D. Qual è l’evoluzione futura della distribuzione?
R. La distribuzione è a un bivio: da una parte ci sono i grandi gruppi con decine di punti vendita, dall’altra la rivendita edile a conduzione familiare. Ormai si passa dalla dimensione mega alla micro e la forbice è destinata ad amplificarsi in futuro. La distribuzione dovrà gioco forza decidere da che parte stare: o diventa parte della Gdo, o si specializza a sua volta.
D. Quale sarà il peso della Gdo e quanto può influire sul vostro business?
R. La Gdo avrà in futuro un peso sempre maggiore nel settore della distribuzione edile, fatto di grandi volumi e presenza territoriale, ma influirà minimamente sul nostro modello di business in quanto la domande poste a noi e alla Gdo sono estremamente diverse. Il nostro modello di business sarà differente dalla Gdo, perché andrà nella direzione di offrire innanzitutto consulenza specialistica, calcoli e consulenza gratuita per tutti i nostri clienti e comunque prodotti isolanti selezionati con il miglior rapporto costo-prestazione.
D. Le due nuove società si occupano delle aree del Veneto e Lombardia. Pensate di replicare l’iniziativa altrove?
R. Innanzitutto partiamo dal Triveneto e dalla Lombardia, perché oltre all’Emilia Romagna dove noi abbiamo la sede, riteniamo siano ancor oggi aree di primaria importanza strategica per il nostro mercato, edile ed industriale. Non è detto che ci si fermi qui….
D. Infine, quali sono le previsioni di business per 2017 di XT Insulation?
R. Nonostante il perdurare di una situazione economica difficile del mercato italiano, XT Insulation ha sempre mantenuto sin dalla sua costituzione nel 2014 degli ottimi risultati, sia in termini di fatturato che di redditività. Per il 2017 prevediamo di mantenere questo trend.
A sinistra Davide Farina, a destra Veda Mario titolare della VMC (Veda Mario Chiusure) e dello show room che si presenta quasi come un atelier
Hormann e Vmc
L’azienda specializzata in finestre e soluzioni di accesso per edifici e garage inaugura il 9 giugno un grande spazio espositivo di Vmc a Chiuro, vicino a Sondrio. Con sistemi domotici e prodotti a prova di dispersione del calore.
A sinistra Davide Farina, a destra Veda Mario titolare della VMC (Veda Mario Chiusure) e dello show room che si presenta quasi come un atelier
Tutte le novità e i prodotti di Hörmann Italia hanno da oggi un nuovo spazio espositivo di Vmc partner di lungo corso dell’azienda. Si trova a Chiuro, in provincia di Sondrio, lungo la Strada Statale dello Stelvio. Qui è stato individuato il nuovo showroom dell’azienda, tra i principali player nel settore di porte, portoni, telai e motorizzazioni. «Lo spazio presenta una superficie di circa 250 metri quadri, di cui 200 destinati all’esposizione», racconta a Condominio Sostenibile e Certificato Davide Farina, area manager Nord Ovest di Hörmann Italia. «Questo showroom ci dà la possibilità di presentare tutti i nostri prodotti e offrire la massima scelta al cliente finale. Non solo privati, ma anche professionisti impegnati in interventi di progettazione di nuovi edifici o di ristrutturazione».
Lo spazio espositivo della Vmc, concessionario Hörmann a Chiuro vicino Sondrio
Nel punto vendita sarà così possibile toccare con mano tutte le novità in termini di porte e portoni dell’azienda tedesca, tra cui l’ultimo nato: il portone sezionale da garage Lpu 67 Thermo, in vendita da luglio anche sul mercato italiano. «Questo portone si caratterizza per gli elementi a separazione termica con uno spessore di 67 millimetri, che permettono di elevare ancora di più le prestazioni in termini di coibentazione. Oltre al risparmio energetico, Hörmann è molto attenta anche al comfort e alla sicurezza, con lo sviluppo di tutta una serie di dispositivi di motorizzazione collaudati e certificati». E non solo per portoni e cancelli. L’azienda offre, infatti, tutti i vantaggi dell’automazione anche in casa con i sistemi di motorizzazione PortaMatic che permettono di aprire automaticamente le porte per interni con un semplice telecomando.
«Una soluzione che si inserisce nella diffusione di sistemi domotici, a vantaggio non solo delle persone diversamente abili o anziane, ma anche di chi desidera maggiore comfort nella propria abitazione», commenta Farina. Motivo in più per scegliere di sostituire porte e finestre di casa, operazione che tra l’altro rientra nei Bonus Casa al 65%. Vasta anche la gamma di soluzioni per i condomini a cui Hörmann propone portoni per garage collettivi che garantiscono uno scorrimento estremamente silenzioso in ogni fase di apertura e chiusura, grazie all’avvio e all’arresto rallentati, e porte di ingresso che hanno anche la possibilità di inserire elementi accessori. «Scegliere Hörmann significa scegliere prodotti di qualità, dalle tecnologie avanzate. Il nome del marchio è una garanzia di affidabilità e durabilità, oltre che di innovazione. Siamo sempre al lavoro per il continuo miglioramento dei nostri prodotti in modo da rispondere in maniera rapida ed efficiente alle diverse esigenze del cliente finale».
La storica realtà di Feltre (Belluno) nell’edilizia e nell’idraulica inaugura venerdì 26 maggio il nuovo showroom dedicato alle finiture di interni e arredobagno.
Una nuova sala mostra ricavata da spazi espositivi completamente rinnovati che presenta prodotti di alta gamma con personale specializzato per interpretare i bisogni e le esigenze del cliente: sono questi i punti di forza del nuovo showroom Habimat di BigMat De Mas Annibale & C. a Feltre (BL) che sarà inaugurato venerdì 26 maggio. Per l’occasione è previsto un evento aperto al pubblico “Sinfonia in showroom” che dalle ore 16 vedrà gli allievi della Scuola Comunale di Musica “A. Miari” di Belluno esibirsi nello showroom.
Il pubblico potrà ammirare il nuovo spazio al primo piano, con 600 mq dedicati al mondo delle finiture e dell’interior design, che va ad aggiungersi agli altri 600 mq del piano terra che ospita il reparto idraulica. Un open space dove progettisti, architetti, designer, arredatori e clienti privati possono scoprire le novità e le tendenze per progettare e arredare gli ambienti di casa secondo i trend del momento. Uno spazio espositivo, organizzato in ambientazioni curate nei minimi dettagli secondo i principi di stile e design che caratterizzano Habimat«Il nostro showroom è specializzato in tutto quello che riguarda il mondo del bagno: dai rivestimenti alle finiture, dalla rubinetteria ai sanitari, dagli accessori agli elementi d’arredo – racconta Andrea De Mas, uno dei titolari –, offriamo soluzioni complete grazie anche al vasto assortimento del nostro reparto di idraulica».
Un servizio dalla A alla Z che non si limita solo all’ampia varietà di prodotti ma comprende anche la progettazione in 3D dei vari ambienti, la consulenza e l’assistenza sia in fase iniziale sia in fase post vendita. «La formazione per noi è molto importante, rappresenta un valore aggiunto per la nostra attività – spiega De Mas – rendendoci non solo più preparati a rispondere alle esigenze dei clienti, oggi più che mai attenti e informati, ma anche più competitivi rispetto alla concorrenza. Nel nostro showroom addetti al settore e privati trovano soluzioni non solo prodotti». Formazione a 360 gradi che riguarda sia lo staff sia i professionisti: il team dello showroom Habimat De Mas ha seguito i corsi per la progettazione e per la posa della BigMat Design School, mentre per i professionisti «nei prossimi mesi organizzeremo – prosegue Andrea De Mas – diversi momenti di approfondimento, in collaborazione con i marchi partner, e in futuro vorremmo estendere queste iniziative anche al pubblico di privati che rappresentano gran parte della nostra utenza».
Da sempre punto di riferimento nel mondo dell’edilizia bellunese, BigMat De Mas, storica realtà della zona nata negli anni ’30, con l’apertura del nuovo showroom punta ad ampliare il proprio target: «la scelta dell’insegna Habimat – conclude De Mas – ci ha permesso di entrare a far parte di un Gruppo solido, una realtà in continuo sviluppo che ben presto potrà competere a livello nazionale con la grande distribuzione. Un marchio che cresce sempre di più e la cui forza è rappresentata non solo dall’alta qualità della rete di showroom ma anche dalla strategia di comunicazione messa in campo che ci permette di aumentare la nostra visibilità e di farci conoscere ulteriormente. Un altro valore aggiunto del format HABIMAT è lo spirito di collaborazione degli showroom che riescono a diversificare la propria offerta in modo che ciascuno possa proporre soluzioni complementari e specifiche per il territorio in cui opera».
I custodi e guardiani della casa che prevengono i danni domestici causati da perdite d’acqua e allagamenti. Si chiamano Grohe Sense e Grohe Sense Guard, le ultime novità intelligenti di casa Grohe ideate per la Smart Home. Grohe Sense monitora l’umidità, rileva perdite e avvisa il proprietario di casa tramite smartphone in caso di qualsiasi problema. Grohe Sense Guard, installato tra le tubazioni idriche principali, è in grado di rilevare le micro-perdite e interrompere automaticamente l’erogazione dell’acqua in caso di guasti alle tubature.
Grohe Sense
Totale sicurezza contro gli allagamenti
Grohe Sense e Grohe Sense Guard sono due veri e propri guardiani per la tua casa. I due sensori prevengono, infatti, i numerosi rischi collegati agli allagamenti domestici. Secondo una ricerca condotta da Grohe, più del 50% delle famiglie in Europa (il 71% in Italia) hanno dovuto far fronte a problemi domestici causati da allagamenti almeno una volta nella loro vita. Eppure, come dimostrato dai dati forniti dalla German Insurance Association1, sarebbe stato possibile evitare almeno il 93% di questi inconvenienti con una semplice prevenzione.
Prodotti innovativi per un futuro intelligente
Grohe Sense è un sensore intelligente che monitora costantemente il livello di umidità e la temperatura, avvisando l’utente nel caso vengano rilevati i primi segni d’allagamento. Posizionato sul pavimento, il sensore avvisa con un segnale acustico e manda un messaggio sullo smartphone dell’utente attraverso l’applicazione Grohe Ondus. Sense misura inoltre l’umidità, avvisando se questa scende al di sotto del livello preimpostato o se vengono superati i livelli di umidità che possono arrecare danni agli ambienti domestici e alla salute.
Grohe Sense Guard installato tra le tubazioni idriche principali è in grado di rilevare le micro-perdite e interrompere automaticamente l’erogazione dell’acqua in caso di guasti più gravi. Anche Grohe Sense Guard è gestibile da remoto grazie all’app Grohe Ondus: basterà guardare il proprio smartphone per sapere se tutto è sotto controllo, prima che una goccia si trasformi in lago. Questo Sensore è in grado, inoltre, di monitorare il consumo d’acqua domestico, osservabile facilmente sul cellulare grazie all’app Grohe.
Grohe Sense Guard
Il sistema per la completa protezione della casa
“Il nostro obiettivo è quello di rendere l’acqua una fonte di piacere e benessere, non un problema. Spesso sono necessarie settimane o addirittura mesi per riparare i danni domestici causati dagli allagamenti. La prevenzione è quindi di fondamentale importanza. Ecco perchè Grohe ha sviluppato Grohe Sense e Sense Guard, due preziosi strumenti che si prendono cura degli ambienti domestici” dichiara Michael Rauterkus, Ceo di Grohe Ag.
Il caloriferoOrigami, disegnato da Alberto Meda per Tubes Radiatori, ha vinto il Red Dot Design Award 2017, un nuovo e prestigioso riconoscimento a conferma del suo design innovativo. Sì, perché Origami è stato selezionato da una giuria di 40 esperti internazionali che, con criteri di valutazione quali l’innovazione, la funzionalità, la qualità e l’attenzione all’ecologia, ha concesso il marchio di qualità Red Dot solo ai prodotti che si distinguono per queste caratteristiche. La cerimonia di premiazione per il Product Design 2017 si terrà lunedì 3 luglio 2017 a Essen presso l’Aalto‐Theater e il Red Dot Design Museum.
Origami, Tubes Radiatori
Origami, presentato in occasione del Salone del Mobile 2016, oltre al Red Dot Design Award ha vinto anche il Salone del Mobile. Milano Award 2016, l’Archiproducts Design Award 2016, il Good Design Award 2016 e il Design Plus Award Powered by ISH 2017. Estensibile e ripiegabile come un paravento, avvolgente e invitante come un abbraccio, capace di portare calore in ogni ambiente della casa attraverso una presenza importante ma discreta, identitaria ma mutevole: questo è Origami, disegnato da Alberto Meda, un radiatore elettrico plug & play ad alta efficienza che dialoga con lo spazio in cui viene installato affiancando alle funzioni, proprie o accessorie, la possibilità di separare due ambienti, di preservare la privacy, di amplificare un’atmosfera di riservatezza, aumentando la sensazione di benessere.
Origami – Tubes Radiatori
Origami è connotato da una flessibilità dimensionale resa possibile dalla sapiente capacità costruttiva di Tubes e dall’utilizzo della tecnologia dell’estrusione dell’alluminio. La complessa ingegnerizzazione del progetto, sviluppata dai tecnici dell’azienda, permette di dar vita a elementi di altezza diversa e consente, già in fase di estrusione, l’integrazione delle funzioni: grazie al calore generato anche per convezione dagli elementi cavi del radiatore, è così possibile garantire un incremento della capacità e dell’efficienza termica. Origami è disponibile in tre versioni: free-standing, a parete e totem, ognuna delle quali adattabile a ciascun ambiente della casa e caratterizzata anche grazie agli accessori che la completano.
Origami by Tubes Radiatori
Tubes Radiatori
Tubes rappresenta, nel segmento produttivo dei radiatori e scaldasalviette, l’evoluzione di una realtà imprenditoriale che vanta un’esperienza ventennale. Azienda sita nel cuore del nord-‐est sin dagli inizi, nel 1994, ha dimostrato sensibilità nel captare le aspettative del mercato. Tubes ha puntato sull’innovazione per creare un’identità propria e connotata, dando avvio a un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione in campo tecnico ed estetico, condotto in parallelo su materiali, processi di lavorazione, forme e dimensioni. Tre le collezioni di punta dell’azienda: Basics, Extras ed Elements. Quest’ultima, con la direzione artistica di Ludovica+Roberto Palomba, ha il merito di aver conferito una nuova identità al calorifero, grazie anche al contributo stilistico di autorevoli firme del design internazionale, fino a trasformarlo da mero componente d’impianto a elemento tecnologico della struttura architettonica.
Il core business dell’azienda bergamasca è la produzione e distribuzione di pavimentazioni, rivestimenti, monoliti e ciottoli, esposti a Stone City. Così ora l’impresa si rivolge ai rivenditori: attenti, la progettazione outdoor è un mercato in grande espansione. Con molte novità
Chi lo avrebbe mai detto che il futuro dell’outdoor design è il ritorno alla pietra? Pochi, giusto? Sbagliato. Lo testimonia dal 1929 Granulati Zandobbio, azienda storica del bergamasco, specializzata in attività di cava, che fornisce soluzioni in pietra per l’arredo del giardino e degli ambienti esterni. Materiali lapidei, pavimentazioni, rivestimenti, monoliti e prodotti decorativi per gli spazi outdoor sono in bella mostra a Stone City: 5mila metri quadri di showroom all’aperto, suddivisi per tematiche ed esigenze (vedi anche YouTrade numero 76). Il parco espositivo permanente, inaugurato nel 2012 a Bolgare (Bergamo) lungo l’A4 Milano-Venezia, è ora pronto a ospitare il nuovo quartier generale dell’azienda. Gianni Sottocornola, quarta generazione alla guida dell’impresa, racconta il progetto in cantiere, il valore estetico della pietra e le ultime novità di un mercato in espansione. Con un consiglio ai rivenditori.
Domanda. Gli spazi esterni hanno bisogno di un’attenta progettazione: quanto questa istanza è accolta in Italia?
Risposta. Anche qui da noi si presta sempre più attenzione a come si realizzano gli ambienti esterni. La domanda di soluzioni per migliorare l’outdoor, arredandolo, è in continua crescita. Ci sono segnali importanti da parte del consumatore, che sta iniziando a concepire con più forza lo spazio esterno alla casa come un ampliamentoproseguimento di quello interno. E i clienti guardano maggiormente alla qualità dei prodotti rispetto al passato. Inoltre, l’outdoor è un settore merceologico con interessanti margini di crescita, che può dare una spinta importante al commercio delle rivendite edili.
D. Ci sono differenze tra l’Italia e altri Paesi? Se sì, quali?
R. Ci sono e sono sensibili, nonostante il mercato interno stia appunto cambiando. A oggi le disparità tra i mercati esteri, penso a quelli nordeuropei come Germania, Paesi Bassi e Inghilterra, sono notevoli perché l’ambiente esterno tipico italiano è per il 95% dedicato al verde, mentre all’estero è l’opposto. Negli altri paesi il 95% dello spazio outdoor viene infatti “arredato” con pietre naturali, ghiaia o pavimentazioni di vario genere, e destinato ad attività ludiche.
D. Secondo lei, quali sono le tre regole d’oro della progettazione outdoor?
R. Anzitutto, immaginarsi l’esterno come un luogo accogliente dove passare il proprio tempo in tranquillità. In Italia siamo più propensi al verde, all’estero preferiscono un bel patio dove godersi l’aria aperta. Secondo, scegliere prodotti idonei e di qualità, quindi durevoli e belli nonostante il passare del tempo. Ultima regola aurea è farsi consigliare da professionisti con esperienza. Purtroppo non avendo ancora una cultura matura in tema di outdoor, gli italiani si danno spesso al faida-te. In sé non c’è nulla di male, salvo poi dover rimediare a quegli errori che si creano a causa di una mano non esperta.
D. Quali sono, dunque, le soluzioni che proponete?
R. La nostra azienda ha voluto creare un parco espositivo, Stone City, dedicato esclusivamente al mondo degli esterni. Chi viene in visita può vedere numerose realizzazioni esclusive per l’arredo da esterno: 5mila metri quadri di showroom all’aperto, suddivisi per tematiche ed esigenze.
D. Un elemento molto amato è il ciottolo. Come può essere utilizzato per finire gli spazi esterni?
R. Il ciottolo è uno dei nostri prodotti di punta ed è un elemento di complemento, applicato per curare appunto le finiture e le decorazioni. Infatti, una volta realizzata la parte strutturale della pavimentazione, il ciottolo è quell’elemento che dà qualcosa in più all’arredo finale. La ciliegina sulla torta, insomma.
D. Infine, parliamo del concorso Stone City Headquarters: a chi si rivolge, quali sono i suoi obiettivi e i criteri in base ai quali verrà scelto il progetto vincitore?
R. Una piccola premessa. Il nostro parco espositivo Stone City si trova lungo l’autostrada A4 Milano-Venezia (in Via Europa, 38, 24060 Bolgare, Bergamo, ndr) e ci ha aiutato molto a crescere in questi anni, soprattutto per quanto concerne le pavimentazioni. Abbiamo dunque deciso di ampliarlo, creando una palazzina che rappresenti un inno all’estetica. Ecco perché abbiamo lanciato un concorso di idee per coinvolgere gli studi di architettura e valutare idee belle e vincenti. È proprio la bellezza il criterio principe di questo concorso, nonché pilastro fondamentale della nuova struttura. Vogliamo che Stone City Headquarters sia un simbolo unico, esclusivo e scenografico. Voglio quindi invitare tutti i lettori di YouTrade a venirci a trovare: non ve ne pentirete!
Diversamente roccia
Granulati Zandobbio ha da poco pubblicato un nuovo catalogo dedicato a L’Altra Pietra . «È un’alternativa più che valida per qualità, estetica, struttura e dimensioni alla pietra naturale e classica che abbiamo sempre prodotto», spiega Gianni Sottocornola. «La nostra esclusiva Altra Pietra è in gres porcellanato ad alto spessore (2 centimetri), ed è addirittura meglio della pietra naturale, sotto più punti di vista: dalla pulizia alla resistenza, passando per il colore. Si tratta di un prodotto che ci sta dando enormi soddisfazioni di mercato, sia in Italia che fuori dai confini nazionali».
Radial Alu G è il sistema radiante a secco, a pavimento ribassato, per la climatizzazione invernale ed estiva degli ambienti, composto da pannelli in Eps realizzati in Neopor di Basf accoppiati a fogli di alluminio, ideale in ambito di ristrutturazioni di edifici civili. Il sistema è studiato per garantire il massimo comfort e per risolvere i tipici problemi che si incontrano durante le ristrutturazioni di edifici:
Tempi di lavoro e costi di cantiere ridotti, poiché il sistema può essere posato su pavimenti pre-esistenti, con conseguente risparmio di denaro. Questo lo rende il prodotto ideale in caso di sostituzione, in breve tempo, dell’impianto di riscaldamento e senza essere costretti a rimuovere tutto il pavimento, ma semplicemente posando il sistema sulla pavimentazione esistente.
Problemi di spazio, nei casi in cui, una volta rimossa la pavimentazione esistente, risulta esserci poco spazio disponibile tra la soletta e la soglia in cui posare l’impianto radiante; il sistema RADIAL ALU G occupa soli 3 cm di spesso.
Problemi di carico sulla soletta dell’edificio, se esiste l’impossibilità di aumentare il carico della pavimentazione; Radial Alu G è composto da pannelli in EPS e altri elementi che fanno risultare il sistema leggero e al contempo isolante.
L’ulteriore vantaggio di Radial Alu G è la posa a secco che elimina quindi la realizzazione del massetto tradizionale, che comporterebbe tempi più lunghi di realizzazione e maggiori investimenti in termini di persone, mezzi e costi, senza escludere eventuali problematiche legate alla posa. Inoltre, l’asciugatura del massetto può richiedere anche più di tre settimane, causando maggiori tempi di attesa per il cliente. L’assenza del massetto cementizio permette a Radial Alu G di esprimere valori di inerzia termica estremamente bassi, caratteristica che permette di portare l’ambiente alla temperatura desiderata in tempi molto brevi rispetto ai sistemi radianti a umido.
Il sistema nel dettaglio
Il sistema è composto da due pannelli in Eps, Radial Alu G pannello e Radial Alu G testa, realizzati con Neopor di Basf, in cui sono ricavati i canali per l’alloggiamento delle tubazioni, e da un rivestimento superiore, costituito da un foglio removibile di alluminio che segue fedelmente la superficie del pannello, avvolgendo le tubazioni e garantendo l’ottimale diffusione del calore verso l’alto. Il sistema, sulla parte superiore, comprende un foglio di polietilene, che funge da barriera al vapore, e lamiere in acciaio zincato, che contribuiscono ad aumentare la resistenza a compressione del pannello e a distribuire in modo uniforme i carichi applicati in superficie.
Un’indagine di Solo Affitti, rete immobiliare specializzata nella locazione, indica in Verona la città italiana dove è più diffuso il ricorso al canone concordato, con la quasi totalità degli accordi (99%). La durata del contratto a canone concordato, esteso dal governo a tutte le città (prima era riservato a quelle in tensione abitativa) non può essere inferiore a tre anni, rinnovabile tacitamente per altri due (3+2), in compenso gode di un’aliquota ridotta al 10%.
Il canone concordato è molto apprezzato soprattutto nel Centro e Nord Italia. Subito dopo Verona, Grosseto e Forlì, le città dove il contratto 3+2 è largamente utilizzato sono Asti e Arezzo, con una percentuale del 90% ciascuna, e Latina (89%). A seguire nella classifica elaborata da Solo Affitti, troviamo altre 3 città del Centro Italia: Latina, Livorno e Perugia, tutte con una percentuale dell’88%. Secondo le rilevazioni, l’applicazione del canone concordato è molto diffusa a Bolzano (88%), Frosinone (85%) e Gorizia (80%). Per trovare le prime città dell’Italia meridionale o insulare dobbiamo spostarci a Sassari, dove quasi 2 nuovi contratti di locazione su 3 (60%) sono a canone concordato. Seguono Palermo e Oristano, dove l’utilizzo di questo contratto è superiore alla metà dei casi (55%).
La diffusione del contratto 3+2 è sotto la soglia del 50% a Barletta (41%) e Cagliari (40%), mentre in poco più di un caso su 3 (35%) è utilizzato a Catanzaro e Bari. Solo Affitti rileva che nonostante il recente rinnovo degli accordi territoriali, questo tipo di contratto stenta a decollare a Napoli (28%) e Milano (15%), forse anche perché i canoni concordati su alcune aree si discostano troppo dai prezzi di mercato.
Il vetro temperato antigrandine delle finestre Fakro assicura eccellenti performances anche in caso di perturbazioni e maltempo. Sono molti gli aspetti da considerare nella valutazione di una finestra da tetto: un buon serramento non può infatti prescindere da un design esclusivo, una concreta praticità d’utilizzo, un’importante luminosità e elevate performance in termini di efficienza energetica e sicurezza. Non bisogna tuttavia tralasciare un altro aspetto significativo nonché determinante per assicurare un alto livello di durabilità e sicurezza della finestra: la resistenza alle intemperie.
Secondo player mondiale nel mercato delle finestre da tetto, da 25 anni costantemente teso all’innovazione tecnologica e alla qualità del dettaglio, il Gruppo Fakro produce una vasta gamma di soluzioni caratterizzate non solo da un pregevole appeal ma anche da materiali all’avanguardia. Ne sono un esempio i vetri temperati ad alta resistenza utilizzati per le finestre Fakro: in grado di aumentare la sicurezza dei serramenti anche durante precipitazioni molto intense di pioggia o di grandine, questi speciali vetri proteggono efficacemente la mansarda dal maltempo. Nel caso in cui si verifichino eventi anomali capaci di danneggiare il vetro, Fakro offre inoltre una garanzia a tempo indeterminato, a riprova del suo costante impegno ad offrire ai propri clienti il massimo grado di qualità e servizio.
Luoghi da sogno che incantano, atolli paradisiaci di finissima sabbia bianca per chi ama crogiolarsi al sole o foreste profonde per gli animi più intrepidi. Da sempre mete ambite in tutto il mondo, i tropici sono l’emblema della suggestione esotica e si sviluppano nell’immaginario comune attorno a colori caleidoscopici e storie di flora e fauna dagli innumerevoli aspetti. E così, tra le Galapagos e le Seychelles, se da un lato le dune modellate dal vento si lasciano accarezzare dall’acqua cristallina, dall’altro incontrano il verde lussureggiante e selvaggio, creando immagini spesso difficili da replicare.
WallPepper ha accolto la sfida reinterpretando sulle sue carte da parati questi sogni di natura tropicale e di paesaggi rari: ne è nata nel 2017 la collezione Tropikos, con soggetti ora dettagliati ora solo espressi attraverso sfumature di colore che catturano l’essenza dei luoghi più misteriosi. Chineleaves, Jungle, Palmania, Drops e Touke Touke Jungle sono solo alcuni dei soggetti che esplorano ventagli di foglie e tetti di liane, attraverso colori talmente vividi da sembrare iridescenti. Tropical Pop e Amazzonia accolgono invece palette differenti, tra bruciati e tonalità fluo che forniscono una nuova interpretazione dell’ambiente tropicale, con un approccio più caldo e colorato. A popolare questi habitat, poi, fenicotteri, tucani e coloratissimi pappagalli, da soli o in piccoli stormi.
Lì dove la costa incontra il mare, la collezione Naturalis con i soggetti Fondale e Quies, racconta i fondali marini e le barriere coralline, tra letti di conchiglie e nugoli di creature subacquee. Le carte da parati WallPepper sono composte esclusivamente da fibre tessili, agave e cellulosa, prive di PVC e stampate con inchiostri ecologici. Questo le rende ideali anche per l’utilizzo in ambienti domestici a stretto contatto con i bambini o per gli spazi contract. Anche nell’afa della metropoli, quindi, o tra le mura di casa propria, con WallPepper è possibile sognare, esplorare e viaggiare con la mente, ad occhi aperti, verso mete lontane e inesplorate, per vivere l’estate ai tropici tutto l’anno.
Con un neologismo che ne esalta l’aspetto positivo, la Doxa, chiama la nuova era del lavoro zainocrazia. Con un altro neologismo, il Comune di Milano ha promosso la «Settimana del Lavoro Agile». Tradotto, significa niente ufficio, lavoro flessibile, mobile e, secondo qualcuno, un po’ precario. La Doxa ha stabilito che sono oltre 250 mila i «lavoratori agili» in Italia, ossia coloro che godono di discrezionalità nella definizione delle modalità d’impiego in termini di luoghi, orari e strumenti utilizzati per svolgere al meglio le proprie mansioni. E sono pari al 7% di tutti gli impiegati, quadri e dirigenti, secondo l’Osservatorio sullo «smart working» del Politecnico di Milano, curato proprio da Doxa. «Si tratta di persone assunte all’interno di aziende perlopiù medio-grandi e grandi, dislocate prevalentemente nel Nord Italia, in quasi 7 casi su 10 sono uomini (a sorpresa) e hanno un’età media di 41 anni» specifica Vilma Scarpino, amministratore delegato di Doxa. «Fare lavoro agile significa rimettere in discussione stereotipi relativi a luoghi, orari e strumenti di lavoro consentendo alle persone di raggiungere una maggiore efficacia professionale e un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata».
Imprese, che godono di una attrattività migliore a fronte di un aumento della produttività, di una riduzione dell’assenteismo e degli straordinari e in definitiva di una riduzione dei costi. Lavoratori, che a fronte di una maggiore flessibilità si dichiarano più motivati e soddisfatti del proprio work-life balance, seppure lavorino di più: 9 ore al giorno in media contro le canoniche 8. E aziende che grazie alla riduzione degli spostamenti dei singoli e del minore impatto ambientale prodotto dalle società ne trae ovvi benefici.
Nel Jobs Act Autonomi, approvato il 10 maggio scorso con il via libera in terza lettura dal Senato, riflettori accesi anche sul lavoro agile o smart working. Finora il tutto era regolato dalla contrattazione individuale o aziendale e dunque di secondo livello. Ora c’è una normativa nazionale, che tra le altre misure garantisce stesso stipendio, parità contrattuale e diritto alla disconnessione a chi lavora in remoto. E in molti sono pronti a scommettere che farà da volano allo smart working. Incentivando tassi di crescita ancora più forti rispetto a quelli registrati finora: +40% negli anni tra il 2013 e il 2016.
Nomadismo dell’era digitale
Ma la zainocrazia va oltre il concetto stesso di lavoro agile e fotografa un vero e proprio modo d’essere. Quello del nomade professionale che si districa tra luoghi e mansioni. Anche in qualità di imprenditore di se stesso, cogliendo le opportunità offerte dal mercato del lavoro. Ovunque esse si trovino. E, con questa accezione, i 250 mila «lavoratori agili» diventano molti, molti di più. Quanti? Difficile stimarlo. Anche perché non ci sono parametri adeguati per fare i calcoli. Avere la partita Iva non basta. Quelle attive in Italia stando proprio al Giornale delle Partite Iva sono 6,2 milioni. Ma il focus non è su quelle. Parola di Leonardo Previ, docente di Gestione delle Risorse Umane all’Università Cattolica di Milano e autore di «Zainocrazia» (in fase di pubblicazione): «Gli zainocrati sono i nostri figli, coloro che con l’aiuto di uno zaino sono in grado di affrontare al meglio la volatilità, l’incertezza, la complessità e l’ambiguità dell’odierno mercato del lavoro sfruttando al meglio le proprie capacità fisiche e mentali». E sugli oggetti da mettere nello zaino Previ è categorico: «un mazzo di tessere per i mezzi pubblici, un taccuino, un computer molto leggero e… abbondanza di spazio vuoto».
L’introduzione su larga scala del 5G e dei satelliti porrà le basi per collegare il settore automobilistico ad altri settori al di fuori dell’ecosistema tradizionale, aprendo la strada ad alleanze intelligenti e trasversali. In futuro, le automobili saranno dotate di applicazioni cloud integrate per portare salute e benessere al loro interno. Il primo passo sarà l’integrazione di dispositivi specifici, come umidificatori e aria condizionata, sensori di frequenza cardiaca nelle cinture di sicurezza, dispositivi indossabili e applicazioni sanitarie. A un livello successivo, il quadro comandi del veicolo o i parabrezza con funzionalità di realtà aumentata potranno essere utilizzati per visualizzare dati relativi alla salute, come avvisi o statistiche sui parametri vitali dei passeggeri, finché entrambi gli ecosistemi non saranno perfettamente integrati. Questa tendenza porterà anche un aumento del valore dei dati. Le case automobilistiche e i fornitori troveranno nuovi modi per monetizzare l’enorme quantità di dati a cui avranno accesso.
All’evento Intelligent Mobility di Frost & Sullivan, che si terrà il 29 giugno al Jumeirah Carlton Hotel di Londra, Olivia Price-Walker, Principal Consultant del gruppo per l’Innovazione Visionaria di Frost & Sullivan, offrirà maggiori approfondimenti e preziose best practice sul ruolo che salute e benessere avranno nelle automobili del futuro. «Entro il 2030, il mondo della sanità sarà irriconoscibile: gli attuali giganti della gestione dati – Ibm, Amazon, Google – saranno i nostri fornitori di servizi sanitari. Le nostre automobili, case e posti di lavoro saranno i nostri ospedali. La maggior parte della popolazione mondiale avrà il proprio genoma sequenziato e la medicina di precisione rivoluzionerà le cure sanitarie accurate. La salute sarà democratizzata, basata sui dati, automatizzata e guidata dai consumatori stessi. Con l’ingresso massiccio di nuovi operatori in questo mercato, è giunto il momento che il settore della mobilità faccia la propria mossa».
Nelle strutture logistiche è fondamentale che i varchi, presenti sia all’esterno che all’interno dell’edificio, siano chiusi in modo funzionale. Per questo è importante che, già nella fase di progettazione, sia ben chiara la tipologia di utilizzo della futura chiusura, in modo da poterla scegliere in base alle esigenze. Quali siano i fattori da tenere in considerazione per tale scelta lo spiega Michael Rahe, Product Manager per l’area portoni industriali dell’azienda Hörmann.
Michael Rahe
Il portone industriale più idoneo
Affinché il portone industriale sia funzionale al campo d’impiego, è prima di tutto necessario sapere quale sarà l’utilizzo che se ne dovrà fare e in che contesto. Da una parte devono essere considerati i requisiti imposti a livello normativo in tema di sicurezza; dall’altra occorrerà conoscere il settore in cui opererà l’edificio per valutare le varie esigenze in termini di efficienza energetica, frequenze d’apertura o comfort. Per quanto riguarda la sicurezza, è necessario che i portoni scelti rispettino la normativa europea EN 13241-1 che regolamenta i requisiti prestazionali e di sicurezza per tutte le chiusure automatizzate e manuali in settori privati, commerciali e pubblici. Secondo la EN 13241-1, è fondamentale che i portoni si arrestino automaticamente se persone o oggetti si trovano al di sotto e che la forza al momento del contatto sia limitata; in alternativa, il portone deve evitare completamente il contatto e compiere un’inversione di marcia. Prima di sceglierne una chiusura quindi, è necessario controllare che questa sia dotata di marcatura CE per essere sicuri che siano rispettate le disposizioni in questione.
Altro tema importante è poi quello dell’efficienza energetica. In un periodo storico in cui l’energia da riscaldamento diventa sempre più costosa e le disposizioni del regolamento sul risparmio energetico (EnEV) sempre più severe, aumentano in generale anche le esigenze di una buona coibentazione termica. In particolare, i portoni sulla facciata esterna devono essere ben coibentati per garantire che non vada perso calore prezioso all’interno. Esistono poi settori in cui le performances energetiche rappresentano un valore aggiunto ancora più importante, rispetto ad altri.
Giocano poi un ruolo importante anche altre caratteristiche funzionali, che possono variare fortemente in base all’uso. Ad esempio, le aziende che operano nel comparto logistico registrano molteplici cicli di apertura al giorno e devono quindi prediligere prodotti in grado di offrire performance elevate in tal senso. In altri settori invece, l’apertura del portone avviene solo di rado e quindi è preferibile orientarsi verso una chiusura con portina pedonale inserita per il passaggio del personale. Fornitore globale per la logistica, Hörmann offre un’ampia gamma di soluzioni: dal portone sezionale industriale, alla serranda avvolgibile fino al portone a scorrimento rapido o al portone scorrevole nonché con impacchettamento a libro.
Portoni sezionali industriali
Per chiudere i varchi di un edificio vengono spesso impiegati portoni sezionali industriali. In generale, i portoni sezionali industriali si aprono in verticale e non debordano, lasciando sempre libero lo spazio attiguo sia dentro che fuori l’edificio. In base all’architettura e all’altezza del capannone, essi sono disponibili in diverse applicazioni. Solitamente, il portone, in fase di apertura, scorre in orizzontale sotto il soffitto ma, in caso di edifici con altezze elevate, è possibile anche farlo scorrere su guide disposte in verticale, tali da lasciare libero il soffitto.
Per una coibentazione termica più performante, Hörmann ha poi ideato una speciale linea di portoni sezionali con elementi a doppia parete e a taglio termico con uno spessore di 67 millimetri. Per non disperdere inoltre troppa energia in fase di apertura, i portoni sezionali industriali Hörmann possono essere equipaggiati con una portina pedonale inserita che permette il passaggio del personale senza necessità di aprire completamente il portone.
Per il settore logistico, esistono in più portoni sezionali industriali che soddisfano i requisiti dei punti di attracco per carico-scarico. I portoni Hörmann ad esempio permettono a veicoli commerciali di diversa grandezza di caricare e scaricare in un solo punto grazie al portone sezionale divisibile Parcel Walk. Per gli autocarri grandi viene aperta solo la parte superiore del portone, mentre lo zoccolo dei pannelli rimane al suolo. I furgoni più piccoli vengono invece caricati e scaricati a livello del pavimento del capannone, aprendolo.
Serrande avvolgibili industriali
Anche le serrande avvolgibili industriali – con manto composto da elementi in acciaio o in alluminio – rappresentano soluzioni assai funzionali per la chiusura degli edifici. Il loro più significativo vantaggio è che sono prodotti salvaspazio: grazie alla costruzione compatta, si adattano a situazioni di montaggio con rapporti di spazio ridotti perché richiedono un’altezza architrave minima. La serranda si avvolge su se stessa anche all’interno di un cassonetto, lasciando libera l’area del soffitto. Sul mercato, le serrande avvolgibili sono proposte in versione manuale, ideale per l’utilizzo in capannoni non molto frequentati, ma anche in versione automatica. Ad esempio, le serrande avvolgibili DD S6 Hörmann, sono equipaggiate con motorizzazione a variatore di frequenza e raggiungono velocità di apertura di 1,1 metri al secondo. Ciò migliora i processi aziendali e riduce le perdite termiche. In tal senso, le serrande avvolgibili sono una buona alternativa economica ai portoni a scorrimento rapido.
Portoni a scorrimento rapido
I portoni a scorrimento rapido si distinguono per le loro elevate velocità di apertura e chiusura. Sono utilizzati sia all’esterno che all’interno e si differenziano in virtù della tipologia di manto. Da un lato possono disporre di elementi a doppia parete schiumati, che forniscono una coibentazione termica elevata e sono adatti quindi soprattutto come chiusura esterna; dall’altro, i portoni a scorrimento rapido sono disponibili anche con manto particolarmente flessibile, ideali per separare le diverse aree all’interno dell’edificio. Grazie alla loro elevata velocità, è possibile spostarsi rapidamente tra un’area e l’altra, anche con veicoli di trasporto, per processi aziendali sempre più ottimali. Anche in termini di portoni a scorrimento rapido, Hörmann offre un’ampia gamma di soluzioni idonee alle varie esigenze.
Portoni scorrevoli
Se all’interno dell’edificio è indispensabile separare vaste aree, sono spesso utilizzati i portoni scorrevoli in abbinamento a quelli con protezione antincendio e tagliafumo. Accanto ai modelli con scorrimento laterale, nonchè alle varianti a uno e a due battenti, possono essere utilizzate anche esecuzioni a libro per situazioni di montaggio con spazio ridotto accanto al varco. Per permettere al personale di passare attraverso la chiusura anche a portone chiuso, è possibile integrare portine pedonali, con o senza soglia.