Le cappe per cucina russe emigrano in Svizzera. Ad acquistarle è il Gruppo Franke, azienda con sede ad Aarburg, che ha ora la quota di maggioranza di Elikor, impresa con leadership sul mercato russo. L’obiettivo di Franke è utilizzare il know-how di Faber, tra le più grandi aziende produttrici di cappe da cucina a uso domestico. Faber, Business Unit per le cappe all’interno del Gruppo Franke, coopererà con Elikor in modo da rafforzare ulteriormente la posizione del gruppo con sede a Kaluga, in Russia, al fine di proseguire lo sviluppo di prodotti di fascia alta: cappe da cucina progettate con un design al tempo stesso moderno e tradizionale.
L’acquisizione di una quota di maggioranza di Elikor è parte integrante della strategia di crescita di Franke nel settore cappe da cucina, il cui obiettivo principale è quello di rafforzare la presenza a livello globale, la capacità produttiva così come le competenze in ricerca e sviluppo di Faber in modo da promuovere la sua posizione di leadership nel settore produttivo delle cappe da cucina.
Elikor è stata fondata nel 1995, è un’azienda leader nella produzione di cappe da cucina con un design moderno e allo stesso tempo tradizionale. Oggi più di 5 milioni di famiglie russe hanno scelto Elikor. L’azienda ha le sue sedi produttive a Kaluga, Russia, dove vengono realizzate circa 600mila unità all’anno.
Il Gruppo Franke appartiene al Gruppo Artemis ed è leader mondiale nella fornitura di soluzioni per cucine domestiche, bagni residenziali e pubblici, ristorazione professionale e preparazione del caffè.
Il Gruppo opera in tutto il mondo e impiega circa 9.000 persone in 40 paesi, con vendite di oltre 2 miliardi di franchi. In Italia, Franke ha la sua sede dal 1969 a Peschiera del Garda, importante sito produttivo di lavelli da cucina, piani cottura e forni rivolti alla fascia medio/alta del mercato. Include anche Faber, azienda con sede a Fabriano, tra i leader mondiali nel settore delle cappe da cucina.
Come si legge su YouTrade di marzo, le scuole in Italia hanno bisogno di molte cure. Anzi, sono in gran parte a rischio, come testimoniano i periodici crolli di intonaco, le crepe e, purtroppo, il puntuale sbriciolamento degli edifici quando si verifica un sisma.
Ora anche il ministero dell’Istruzione certifica ufficialmente che la grande maggioranza degli edifici scolastici è inadeguata e, peggio, a rischio crollo in caso di sisma.
Secondo i dati del Miur, infatti, circa 2.700 scuole italiane si trovano in zone a elevato rischio di terremoti, ma non hanno strutture antisismiche. Il ministero, confortando le analisi note, testimonia che nove scuole su dieci non garantiscono una assoluta sicurezza a studenti e insegnanti. Per la precisione, insicure anche se con diversi gradi, sono 44.486 scuole pubbliche su un totale di 50.804. Ma questo calcolo non comprende le strutture delle province autonome di Trento e Bolzano.
D2U, Design to Users, lo studio milanese diretto da Jacopo della Fontana e Corrado Caruso, ha aperto al pubblico le porte dei suoi uffici in occasione dell’iniziativa Open! Studi aperti 2017 promossa da Il Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori che coinvolge centinaia di studi di progettazione in tutta Italia con l’obiettivo far conoscere al pubblico e non solo agli addetti ai lavori, il mondo dell’architettura, l’importanza della figura del progettista e delle sue specializzazioni.
L’evento di D2U è inoltre inserito nel palinsesto della Settimana del lavoro agile organizzata dal Comune di Milano. Giunto ormai alla quarta edizione , questo appuntamento ha avuto un ottimo riscontro tanto che da singola giornata si è esteso ad una settimana, in cui le aziende che aderiscono hanno la possibilità di sperimentare il lavoro agile per ben cinque giorni feriali. Lo smart working è una modalità flessibile di esecuzione del rapporto di lavoro, allo scopo di incrementare la produttività e agevolare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro; non richiede una postazione fissa in ufficio e consente di svolgere i propri compiti ovunque – da casa, da un ufficio decentrato, da una postazione in coworking. E’ un “format” che soddisfa chi lavora e nel contempo rende le imprese più competitive.
“Smart design per smart working” è stata la tematica al centro della serata organizzata da D2U, con l’obiettivo di far conoscere agli addetti ai lavori e agli appassionati di design l’importanza di una progettazione sostenibile, flessibile ed efficiente degli spazi di lavoro che rispetti l’ambiente favorendo il benessere delle persone. Inoltre, all’evento sono intervenuti Jacopo della Fontana e Corrado Caruso, soci fondatori D2U, che hanno illustrato il loro punto di vista sul tema e alcune case history significative. Da segnalare anche la presenza di Andrea Montuschi, Presidente di Best place to work, società internazionale specializzata nel rating dell’ambiente organizzativo e del clima lavorativo aziendale.
Che i bonus abbiano dato una mano all’edilizia si sa. Che abbiano aiutato anche chi li ha utilizzati si sa un po’ meno. In ogni caso, recupero, efficienza e sicurezza antisismica possono influire anche sull’economia del Paese in modo sostanziale. I numeri, contenuti nel rapporto Una nuova edilizia contro la crisi di Cresme e Fondazione Symbola, lo confermano: lo scorso anno il credito di imposta per le ristrutturazioni e l’ecobonus hanno generato 28,2 miliardi di euro di investimenti, con un incremento del 12,3% sul 2015, e attivato 419 mila posti di lavoro tra diretti e indotto. In dieci anni, tra 2007 al 2016 i lavori di manutenzione straordinaria incentivati con il credito di imposta sono stati pari a 190 miliardi di euro. Tanto che oggi il 79% del valore della produzione del settore edilizia si deve alla riqualificazione del patrimonio esistente.
Milano, periferia Est
Il bilancio
Insomma, gli incentivi fiscali sono stati l’ancora di salvezza per l’edilizia, che ha perso 600 mila posti di lavoro dal 2008. «Per rilanciare il nostro mercato interno e l’occupazione non possiamo ripartire dalla vecchia edilizia speculativa, quella del cemento e del consumo di suolo», spiega il presidente della Fondazione Symbola, Ermete Realacci. «Bisogna cambiare rotta puntando verso quella nuova edilizia che è già in marcia e che incrocia le sfide della sicurezza antisismica, della ricostruzione post-terremoto, dell’efficienza energetica, della riqualificazione e rigenerazione urbana».
Secondo il direttore del Cresme, Lorenzo Bellicini, il prossimo futuro «potrebbe essere definito come il primo ciclo dell’ambiente costruito. La riqualificazione del patrimonio esistente è ormai pari al 79% del valore della produzione del settore nel 2016, e dall’altro che questo mercato non può essere più solo letto attraverso la sua variabile edilizia, ma attraverso l’integrazione tra costruzioni, impianti e servizi».
Lorenzo Bellicini
I numeri
Il rapporto indica anche che le ristrutturazioni incidono positivamente sul valore dell’immobile: a fronte di un intervento medio di 14.500 euro, un’abitazione ristrutturata aumenta il suo valore di 65.750 euro.Mediamente le case ristrutturate immesse sul mercato nel 2016 hanno avuto un valore del 29% superiore a quelle non ristrutturate. E hanno un prezzo medio superiore anche rispetto alle case nuove. A titolo puramente indicativo si può ipotizzare che se tutte le abitazioni messe sul mercato immobiliare nel 2016 fossero riqualificate, il valore del patrimonio edilizio residenziale in offerta sarebbe rivalutato di 20 miliardi di euro. Secondo un sondaggio Ipsos emerge che il 76% degli italiani conosce l’ecobonus, il 15% dei quali afferma di averlo utilizzato. Ma il sismabonus è invece meno noto: a oggi il 46% degli italiani non ne conosce l’esistenza. E questo nonostante che sette italiani su dieci si dicano propensi a spendere di più per avere case più sicure dal punto di vista sismico e con maggiore efficienza energetica.
Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato la nuova Legge Quadro per il contenimento graduale del consumo di suolo. Il nuovo testo normativo in materia urbanistica è stato votato dopo un approfondito confronto sull’articolato e sulla manovra emendativa sviluppato dapprima dell’Ufficio di Presidenza della competente Commissione poi dal Consiglio regionale in aula. Le stesse opposizioni hanno parlato di confronto vero svolto appunto in Commissione come nella discussione generale in aula. Obiettivo: coniugare assieme sostenibilità, tutela dell’ecosistema e sviluppo, partendo dal presupposto incontrovertibile che la Regione, assieme alla Lombardia, ha fino ad ora consumato più suolo in Italia. Era quindi opportuno segnare un cambio di prospettiva in ordine allo sfruttamento del territorio veneto.
«È difficile esprimere un’opinione netta sulla nuova legge regionale sul consumo di suolo prima di averne esaminato il testo. Al di là delle semplificazioni del dibattito politico e di quello giornalistico, si tratta di un testo di legge molto articolato i cui effetti, a partire dall’indagine che coinvolgerà i Comuni sulla delimitazione dell’urbanizzazione consolidata sino alla definizione della capacità edificatoria nella fase transitoria, dovranno essere monitorati con molta attenzione». È il commento di Giovanni Salmistrari, presidente di Ance Veneto, sull’approvazione della nuova legge sul consumo di suolo approvata dal Consiglio regionale Veneto.
La sede della Regione Veneto, a Venezia
«Se il dibattito si sposta sul piano del principio e della filosofia della legge, la posizione dell’Ance è molto chiara: il contenimento del consumo di suolo, accompagnato da efficaci politiche a sostegno della rigenerazione urbana, sarà inevitabilmente tra i capisaldi delle politiche di pianificazione urbanistica dei prossimi anni», continua Salmistrari. «Uno sviluppo basato su una previsione di crescita demografica non più attendibile e che non tenga conto di una necessaria rivitalizzazione dei centri città è destinato a creare nuovi squilibri economici e imprenditoriali. Come ogni grande trasformazione, d’altro canto, occorre naturalmente un approccio graduale. Non si può pensare di bloccare da subito ogni intervento per il quale non sia sufficiente un titolo edilizio diretto, anche se il promotore ha già stipulato con il Comune la convenzione urbanistica. Bisogna rispettare i diritti acquisiti e crediamo, a una prima analisi, che la legge ne abbia tenuto conto. Ora occorre far partire seriamente il mercato della rigenerazione urbana. La legge regionale prevede alcuni stanziamenti, ma occorrerà certamente un approccio più avanzato, con il sostegno della legislazione nazionale: occorre accorciare il gap di costo, attraverso specifici accorgimenti fiscali, tra nuovo e ristrutturazione. Sarebbe stato utile, ad esempio, che la legge regionale avesse previsto il riconoscimento di “pubblico interesse” negli interventi di riqualificazione o rigenerazione urbana, un passaggio che consentirebbe di superare gli impasse legati alla polverizzazione delle proprietà coinvolte, per esempio nei grandi condomini».
«Credo che vada dato atto ad Ance Veneto, infine, di aver voluto cercare sin da subito la mediazione delle sue posizioni con quelle di altri portatori di interesse. L’Ance è stata uno dei soggetti promotori di Urbanmeta, coordinamento di quasi 20 associazioni regionali di categoria, università, ordini professionali e società civile, che hanno dialogato con Giunta e Consiglio regionali su una proposta unitaria e condivisa. Un approccio innovativo che evidenzia la capacità di affrontare responsabilmente un tema così delicato».
Novità nel mondo dei laterizi. Monier ha siglato un accordo per l’acquisizione di Sereni Coperture, storico produttore di tegole in laterizio. Tramite questa acquisizione Monier pone le basi per l’ampliamento della propria offerta sia in Italia che all’estero e dà continuità a un marchio che, dagli anni Sessanta rappresenta un punto di riferimento per molti professionisti del settore. Monier continua a operare con la rete di vendita esistente a marchio Sereni Coperture la cui gamma prodotti, oltre alle tegole, include i componenti per il tetto Monier. La presenza significativa di Sereni Coperture in paesi extraeuropei consente di rafforzare il posizionamento di Monier favorendone l’ingresso in nuovi mercati con ottime prospettive di sviluppo per il business.
«L’acquisizione di Sereni Coperture rappresenta un passo in avanti importante del nostro processo di crescita e offre nuove opportunità di sviluppo anche nei mercati extraeuropei. Intendiamo proseguire su questo percorso assicurando ai clienti di Sereni Coperture continuità operativa e gestionale e l’applicazione dei severi standard qualitativi del Gruppo Monier», commenta Luciano Ravazzini, direttore generale di Monier.
L’industria manifatturiera a livello globale accoglie con favore l’utilizzo della Internet of Things adottando dispositivi intelligenti e dispositivi di intelligenza integrata per incrementare la produttività. La conferma arriva da un recente studio sull’utilizzo della IoT nel comparto manifatturiero, realizzato a livello globale dall’Istituto Mpi e promosso dal network internazionale di revisione e consulenza aziendale Bdo: il 72% degli operatori del manifatturiero nel mondo, infatti, ha visto aumentare la propria produttività, mentre il 69% ha confermato una maggiore redditività nel 2016 a seguito dell’implementazione di IoT in impianti e processi.1
In generale la IoT è indicata come driver di una migliore gestione ed efficienza produttiva, il 50% delle aziende partecipanti allo studio dichiara, infatti, di essere più competitiva grazie all’introduzione dell’IoT mentre il 14% dichiara avanzati progressi nell’adozione di IoT.
Tuttavia, i risultati della ricerca mettono in luce che molti operatori del manifatturiero non hanno stanziato investimenti sufficienti per il rafforzamento del proprio comparto R&D, ricerca e sviluppo, e della sicurezza informatica, la cosiddetta cybersecurity. Infatti, lo studio rileva che la maggior parte delle imprese manifatturiere non sembra aver adottato né una strategia chiara per proteggere i propri dati e le proprie infrastrutture da attacchi di terze parti né soluzioni per mitigare i rischi associati alle vulnerabilità di IoT. Lo studio di BDO sottolinea come 1 corporation su 5 del settore manifatturiero (20%) dichiara di non essere sicura dell’efficacia del programma di cybersecurity predisposto in azienda per l’IoT o di non ritenere pienamente affidabili le loro soluzioni per la sicurezza connessa all’IoT. Inoltre, circa 6 multinazionali manifatturiere su 10 (58%) non hanno pianificato o non stanno progettando di ricorrere a incentivi e a crediti fiscali relativi ai loro investimenti IoT, con una quota significativa, il 37%, che dichiara di non essere nemmeno al corrente che esistano incentivi in tema di R&D.
Macchina utensile (particolare)
I produttori non pongono la corretta attenzione alla sicurezza dei dati della propria supply chain e dei prodotti – Poiché i cyber attacker spesso sfruttano le vulnerabilità di terze parti per accedere ai loro eventuali obiettivi, qualsiasi difetto di sicurezza nelle reti di fornitori dei produttori si trasforma in alto rischio. La maggior parte dei produttori sembra essere consapevole di queste potenziali vulnerabilità e ha implementato misure per affrontare attivamente e fattivamente il rischio di cybercrime perpetrato da terze parti, ma una quota significativa, il 27%, non dispone di una politica di sicurezza rivolta ai partner della supply chain e altri fornitori.
Gli operatori dell’industria manifatturiera non si avvalgono appieno dei crediti di R&S con i quali potrebbero finanziare l’innovazione nelle loro operazioni – Uno dei più grandi ostacoli per l’adozione dei cambiamenti tecnologici, compresa la IoT, è il suo finanziamento. La maggior parte dei produttori (79%) sta investendo nella IoT e quasi un terzo (31%) dichiara che il budget e le risorse da dedicare per l’applicazione della IoT sia la loro sfida più grande. Tuttavia, solo il 43% prevede di chiedere credito e incentivi fiscali per i loro sforzi di R&S relativi alla IoT, il che significa che la maggior parte dei produttori lascia inattivate preziose risorse finanziarie per il loro sostegno.
Le ultime rilevazioni Istat2, infatti, pur indicando che la spesa per ricerca e sviluppo in Italia aumenti sia in termini assoluti sia in rapporto al Pil (1,38%), rivelano tuttavia che il valore è inferiore a quello della media europea (2,04%), ed è ancora distante dall’obiettivo nazionale Strategia Europa 2020 (1,53%) e da quello europeo del 3%.
L’industria lapidea mondiale si riconosce in unico appuntamento: Marmomac. E la 52esima edizione della manifestazione – punto di riferimento internazionale per il business e la cultura della pietra naturale, dai prodotti grezzi ai semilavorati, da macchinari, tecnologie e accessori per la lavorazione fino alla ultime applicazioni e nel design – è in programma alla Fiera di Verona dal 27 al 30 settembre 2017.
Marmomac accompagna e riflette l’evoluzione di un comparto che nel 2016 ha visto aumentare del 3% sul 2015 l’attività mondiale di cava, con 145 milioni di tonnellate di marmi e granitiestratti, mentre l’interscambio mondiale ha toccato quota 22 miliardi di euro. E anche se negli ultimi venti anni sono mutati gli equilibri di mercato – con il baricentro sempre più spostato in Asia, grazie a Cina, India e Turchia che insieme esprimono oltre il 55% della produzione lapidea globale –, il ruolo guida nel business, nella cultura, formazione e sperimentazione di settore resta a Verona e si identifica con Marmomac.
Il salone si è sviluppato in uno dei maggiori distretti di lavorazione della pietra al mondo ed è espressione dell’eccellenza unica del Made in Italy. Anche se l’export lapideo italiano nel 2016, dopo sei anni consecutivi di crescita, ha rallentato del 4%, fermandosi ad un controvalore di 2,1 miliardi di euro, il valore aggiunto dei materiali lavorati dalle aziende tricolori ha toccato il massimo storico, raggiungendo la quotazione di 60 euro al metro quadrato, contro una media dei concorrenti che si ferma a 32 euro. Stesso discorso per i macchinari e le tecnologie dedicate che vedono primeggiare quelle progettare in Italia, con una quota del 38% delle vendite complessive e un prezzo al quintale salito dai 1.112 euro del 2015 ai 1.184 dell’anno scorso, nonostante, anche in questo caso, le esportazioni nel 2016, pari a 680 milioni di euro, abbiano registrato una contrazione dell’11 per cento.
Maurizio Danese, presidente di Veronafiere – «Marmomac ad ogni nuova edizione rafforza la propria leadership di piattaforma globale per business, formazione e innovazione legati alla pietra naturale. Un ruolo riconosciuto anche dal Governo italiano che dal 2015 ha inserito la rassegna tra quelle strategiche nell’ambito del Piano di promozione straordinaria del Made in Italy portato avanti dal Mise-ministero per lo Sviluppo economico e da Ice-Agenzia. Anche per questa edizione continua il percorso di sviluppo della manifestazione che sarà rafforzato ulteriormente dalla recente trasformazione di Veronafiere in SpA, dal nuovo piano industriale da 100 milioni di euro di investimenti al 2020 e dalla digital transformation collegati».
Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere – «I dati 2017, seppur non ancora definitivi, indicano anche quest’anno un incremento delle aziende straniere con nuove presenze da Argentina, Georgia, Irlanda, Messico e Slovenia mentre tra le collettive di buyer già confermate spiccano quelle di alcuni Paesi come l’Iran, quinto produttore lapideo al mondo, e Corea del Sud, terzo importatore di materiali dell’area asiatica, con un boom del 24% nel 2016. Il profilo internazionale di Marmomac cresce ad ogni edizione potendo contare sul programma di iniziative di Veronafiere che presidiano Nord America, Nord Africa e Sud America dove siamo presenti con Veronafiere do Brasil, controllata del Gruppo, senza dimenticare l’esplorazione di nuovi mercati come il Libano, meta quest’anno della missione commerciale “We speak stone”».
Il successo di Marmomac risiede soprattutto dalla capacità di coniugare gli affari alla cultura di un prodotto che in Italia ha tradizioni millenarie ma guarda al futuro. Un concetto che a Marmomac 2017 trova espressione con “The Italian Stone Theatre“: un padiglione di 3.500 metri quadrati allestito in collaborazione con Mise, Ice e Confindustria Marmomacchine, dove tre mostre – “Territorio & Design”, “Macchine Virtuose” e “Soul of City” – raccontano l’iterazione tra pietra, tecnologie di lavorazione, sperimentazione e design attraverso progetti d’avanguardia di famosi architetti e designer. Marmomac da sempre fa dell’internazionalità uno dei punti di forza come dimostrano i numeri dell’edizione 2016, con il 64% del 1.670 espositori e il 60% dei 67mila visitatori provenienti dall’estero, da oltre 145 nazioni.
Sempre sul fronte dell’attività di incoming di operatori dall’estero, prosegue anche nel 2017 la collaborazione di Marmomac con Ice e Confindustria Marmomacchine tra le attività legate al Piano di promozione straordinaria del Made in Italy, promosso dal Mise. A Verona è inoltre previsto l’arrivo di selezionate delegazioni commerciali, protagoniste di incontri b2b, momenti di formazione tecnica e visite alle aziende del territorio. Spazio anche alla terza edizione dell’International Stone Summit: conferenza mondiale dedicata alla pietra naturale che vede la partecipazione delle principali associazioni internazionali del marmo. Dopo il debutto nel 2016, confermata la consegna del riconoscimento ‘Icon Award’, che individua tra le opere esposte all’interno di ‘The Italian Stone Theatre’ quella che diventerà l’immagine della campagna di Marmomac 2018. Per il sesto anno, poi, va in scena Marmomac & the City, che porta nelle vie e nei cortili del centro storico di Verona 12 opere e installazioni in pietra, valorizzando ulteriormente quelle realizzate delle aziende per le mostre della scorsa edizione di ‘The Italian Stone Theatre’. Ritorna, infine, anche il 11° Best Communicator Award: premio di Marmomac alla cura e all’originalità dell’allestimento fieristico delle aziende espositrici.
Spunta una novità nella manovra di bilancio aggiuntiva che deve essere approvata dalle Camere. Con un emendamento, la commissione Bilancio della Camera ha modificato la posizione sulla mediazione civile. Ora, se sarà approvato nella stesura finale, viene di fatto reso permanente l’obbligo preventivo di mediazione in tema di liti di condominio, diritti reali e successori. Ricordiamo che sono oltre 1 milione i procedimenti in corso che hanno come oggetto controversie condominiali. L’emendamento cancella, quindi, il periodo transitorio della mediazione e introduce l’obbligo per il ministero della Giustizia, dal 2018, di riferire annualmente al Parlamento sugli effetti prodotti e sui risultati conseguiti dalla mediazione. Il meccanismo di risoluzione delle controversie al di fuori dalle aule giudiziarie era in precedenza stato introdotto, ma in via sperimentale, al 20 settembre 2017. Secondo i dati ufficiali, la mediazione ha diminuito le cause civili del 12.5% nel 2016, evitando 200mila cause alle aule dei tribunali.
Una porta blindata con prestazioni elevate in uno spessore ridotto. Classe antieffrazione 3, trasmittanza termica di serie di 1,3 w/m2K e 40 dB di isolamento acustico, tutto in soli 63 mm di spessore: è Dierre Tablet.Un mix di prestazioni esaltate della flessibilità, per adattarsi a tutte le esigenze di protezione ma anche per facilitare installazione e manutenzione della porta. Dierre Tablet è infatti disponibile in quattro diversi modelli, ognuno in versione normale e Plus, quest’ultimo con la cornice brevettata Fast Grip che blocca il pannello di rivestimento dell’anta e ne facilita lo smontaggio in caso di sostituzione. Tutti e quattro i modelli sono dotati di 6 rostri sul lato delle cerniere e 2 deviatori che ancorano saldamente l’anta al telaio della porta impedendone lo scardinamento e altre operazioni di scasso.
Serrature su misura
La porta blindata Tablet può combinare serrature a cilindro e doppia mappa, con sistemi di chiusura indipendenti e dispositivi antieffrazione brevettati da Dierre per impedire ogni effrazione. Lock Trap System, ad esempio, blocca la serratura dai tentativi di manomissione e la sblocca solo quando viene inserita la chiave originale, mentre MIA, in caso di furto o smarrimento delle chiavi, consente la rapida e semplice sostituzione del blocchetto centrale in piena autonomia, senza che sia necessario l’intervento di un tecnico esterno. Lock Bloking System protegge infine la serratura dai ladri che cercano di strappare letteralmente il cilindro con la tecnica chiamata “attacco del tubo”. L’attenzione ai particolari che non trascura le personalizzazioni di finiture, materiali e colori che rendono Dierre Tablet una porta estremamente versatile e adattabile ad ogni ambiente.
Disponibile anche nel modello Swing Tablet – con cerniere a scomparsa e apertura dell’anta a 110° – o in versione Classe 4 antieffrazione, con deviatore triplice sul lato inferiore e superiore della porta e defender di sicurezza per proteggere il cilindro all’esterno dell’anta.
L’edilizia incontra le nuove esigenze abitative, con BigMat Edil Palmieri un progetto di riconversione del patrimonio costruito: da un vecchio edificio rurale nasce un complesso residenziale di mini appartamenti per giovani e pendolari. Giovani coppie in cerca della prima casa, nuclei mono famigliari, single o anche pendolari e trasfertisti che per lavoro viaggiano molto, la demografia italiana sta cambiando e con essa anche le esigenze abitative. L’edilizia deve inevitabilmente tener conto di queste nuove necessità e modellarsi su di esse, concentrandosi sulla progettazione di complessi multi residenziali e sulla riqualificazione di quelli esistenti che uniscano spazi pubblici e privati creando soluzioni abitative agili e pratiche senza perdere però di vista caratteristiche costruttive importanti come il comfort, la gestione intelligente dello spazio, la compatibilità con l’ambiente esterno. La realizzazione del complesso residenziale Casa Ostiana, in provincia di Roma, è un ottimo esempio di come poter recuperare il costruito esistente per adattarlo ai nuovi trend abitativi senza perdere il legame con il territorio e curando l’estetica della costruzione.
Il contesto e l’edificio esistente
BigMat Edil Palmieri di Segni (Roma) e lo Studio Ipotesi “U” sono stati i protagonisti della ristrutturazione di un edificio rurale del 1985 da cui sono stati ricavati otto unità abitative semiarredate da affittare. L’edificio sorge a Colleferro (Rm) in una zona immersa nella quiete ma a pochi chilometri dal centro urbano e dai principali servizi, sulla via Consolare Latina e a 50 chilometri dalla Capitale, luogo ricco di storicità e insediamento antico risalente all’età del bronzo.
L’intervento
La volontà dei committenti del progetto è stata chiara fin da subito: recuperare, ristrutturare e riusare un vecchio edificio rurale per realizzare mini appartamenti da affittare ai trasfertisti delle fabbriche vicine e a giovani coppie. In un momento in cui l’urbanistica esorta a non cementificare ma invita a riutilizzare l’esistente, i committenti hanno accolto e messo in pratica tale esortazione. Il complesso di appartamenti è visibile dalla strada consolare, vicino a un vecchio casale antico di epoca latina. La struttura esterna è dinamica e molto particolare, caratterizzata visivamente dal rivestimento in mattoni faccia-vista e da un portico di 120 mq con travi di legno lamellare curvo. Situato in una zona panoramica, l’edificio non aveva spazi privati all’aperto come terrazzi e portici, ed è stata quindi inserita un’appendice al complesso esistente realizzata con travi di legno lamellare: un’architettura contemporanea e completamente aperta sul panorama che ha creato dei soggiorni all’aperto per ciascun mini appartamento.
Ecco come appariva casa Ostiana prima dei lavori
Grande professionalità e maestria artigianale nella messa in opera della facciata come sottolinea l’architetto Roberto Felici dello Studio Ipotesi “U”: «In cantiere ha operato un gruppo di lavoro straordinario, il risultato ottenuto è eccellente soprattutto grazie ai professionisti che hanno contribuito con grande dedizione». Ogni unità è composta da una camera da letto, un bagno e un soggiorno con angolo cottura; dotati di terrazza porticata, termo-camino, sistema di allarme, illuminazione notturna a Led, isolamento acustico, isolamento termico, finestre a taglio termico, piazzale condominiale, posti auto, cantina e zona barbecue. I nuovi appartamenti sono stati progettati in modo funzionale e ben rifiniti, realizzati con materiali di prima qualità e, come spiega l’architetto Felici, «sono stati tutti affittati velocemente perché rispondono a una domanda reale nel territorio e si trovano in una zona panoramica molto bella, accanto a un vecchio casale in una zona che si dice fosse anche territorio di caccia di Caio Giulio Cesare».
Il ricorso all’isolamento a cappotto, abbinato a un isolamento termico del tetto, ha permesso di raggiungere la classe energetica A per l’intero edificio. Alla realizzazione del progetto hanno collaborato oltre all’architetto Roberto Felici anche l’ingegner Aldo Tedeschi per la progettazione, e l’impresa Dierre Edilizia di Mauro Deodati per la realizzazione dei lavori. I lavori di posa delle piastrelle sono stati eseguiti da Elio Rinaldi D.I., azienda nata nel 1988 a Segni e attiva in provincia di Roma e Frosinone nella realizzazione di opere di elevato valore architettonico.
La partnership con BigMat Edil Palmeri è stata fondamentale per una ristrutturazione curata nei dettagli costruttivi ma anche dal punto di vista estetico grazie alla fornitura di materiali e prodotti di grande qualità. «Trattandosi di un edificio di oltre 30 anni, mai abitato peraltro, abbiamo dovuto risolvere alcune problematiche relative all’isolamento termico dell’edificio oltre che al consolidamento della muratura» spiega Massimo Palmieri, titolare di BigMat Edil Palmieri; per farlo sono stati utilizzati i blocchi termici rettificati BIO-PLAN di Wienerberger e il pannello di polistirene grafitato ECAP GTX da 100 mm di Edilteco per il rivestimento a cappotto di tutto l’edificio. Per l’isolamento termico e la ventilazione del tetto è stato applicato il pannello Isotec XL di Brianza Plastica, con uno spessore di 100 mm; il coppo Max di San Marco Laterizi è stato invece impiegato per la copertura. Le membrane bituminose autoadesive con isolamento termico Isobase di Index sono state utilizzate per l’isolamento termico e la copertura delle travi in lamellare curvo in facciata; collanti, intonaci e rasanti sono di Weber.
È stata prestata attenzione anche al comfort acustico con le membrane e i pannelli di Isolmant per l’isolamento della muratura verticale e dei solai, e alla scelta di tubi e accessori Redi Phonoline per la riduzione del rumore degli impianti idraulici in tutto l’edificio. Per lo scarico fumi sono state scelte canne inox, mono e doppia parete, di Landini e gli impianti di depurazione sono a firma Rototec. Altrettanta cura è stata posta nella scelta delle finiture per l’interno con i grès porcellanati Del Conca e Pastorelli per le pavimentazioni, i rivestimenti interni ed esterni alle abitazioni e per gli spazi comuni. Per le pitture esterne e interne sono stati applicati prodotti Kerakoll e in ogni appartamento è stato posto un camino interno.
Estetica in facciata
«La filosofia che ha guidato questo progetto è scaturita da una profonda lettura della società attuale e cosa possa essere l’architettura oggi – racconta l’architetto Roberto Felici –. Una società tremolante, insicura, senza radici solide può produrre un’architettura altrettanto “ballerina” e mobile, ma non per questo non bella e incisiva, anche intrigante e divertente. La leggerezza vince sulla forza di gravità». Tutto il pensiero dell’architetto Felici è espresso nella facciata del complesso residenziale che, ispirata alla danza e all’architettura in movimento e in costante evoluzione, raffigura quasi il profilo di figure danzanti, ricreate con un materiale tradizionale e tipicamente rurale i mattoncini facciavista per una eccellente realizzazione di particolari inconsueti. «La mia idea di architettura si basa sul riutilizzo e il recupero di materiali tradizionali, come la pietra o il legno, con BigMat Edil Palmieri abbiamo instaurato un rapporto collaborativo e propositivo, soprattutto nella ricerca dei materiali e delle soluzioni – racconta l’architetto Felici –. Il titolare Massimo Palmieri e il suo staff sono sempre pronti a cogliere idee innovative».
Il ruolo di bigmat
BigMat Edil Palmieri da oltre 50 anni è punto di riferimento nel settore dell’edilizia e delle ceramiche nella zona di Segni (Rm). L’azienda, nata da Alfredo e Ostiana Palmieri nel 1962, è stata portata avanti dal figlio Massimo che ne ha preso le redini nel 1989. Primo Socio BigMat del Lazio, nel 2006, Edil Palmieri ha fatto dell’innovazione, della conoscenza tecnica e della soddisfazione di tutte le tipologie di clienti, dal professionista al privato, una sfida quotidiana: ciò che muove l’azienda, è l’amore per la casa. L’esperienza e la professionalità tramandate di padre in figlio hanno consentito all’attività di crescere e migliorare. Passo fondamentale è stato la ristrutturazione e l’ampliamento della sede nel 2006, con l’inaugurazione del nuovo showroom per le finiture d’interno e l’apertura a nuovi sistemi costruttivi, che spaziano dal legno lamellare ai sistemi di costruzione a secco, fino alle novità in tema di isolamento termico. «Il progetto del complesso di mini appartamenti è frutto di una collaborazione solida e duratura con l’architetto Felici» aggiunge Massimo Palmieri. Negli anni è diventato un punto di riferimento per architetti, arredatori e aziende edilizie; nel Punto Vendita è possibile trovare un vasto assortimento di prodotti: pavimenti e rivestimenti, finiture, mobili e arredobagno, parquet, materiali edili, termici, idraulici e cartongesso. BigMat Edil Palmieri offre un servizio di progettazione e fornitura di strutture e tetti in legno lamellare.
Roberto Felici • Laureato in Architettura presso l’Università La Sapienza di Roma e iscritto all’Ordine degli Architetti di Roma, è intervenuto in diversi dibattiti e convegni sull’architettura e sul design in tutta Italia. Studioso di urbanistica è stato assessore all’Urbanistica e Ambiente a Colleferro (RM) dal 1994 al 2002, periodo durante il quale ha condotto nuovi programmi urbanistici per complessi di riqualificazione e di recupero oltre alla realizzazione di nuovi piani di viabilità e opere pubbliche. È stato componente e poi presidente della Commissione Edilizia Urbanistica del Comune di Colleferro (RM) dal 1994 al 1997, oltre ad essere stato componente della Commissione Urbanistica del Comune di Gavignano (RM). Ha partecipato al concorso di design “Mexi design Contest” dove il suo progetto è stato segnalato così come al concorso internazionale di design Kortrijk in Belgio, al concorso internazionale SUN DESIGN 91 di Rimini e a “La casa più bella del mondo” concorso internazionale di architettura di Reggio Emilia.
Aldo Tedeschi • Laureato in Ingegneria Civile Edile presso l’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma è iscritto all’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma ed esercita l’attività professionale prevalentemente nel settore dei lavori pubblici e dell’urbanistica.
Mauro Deodati • Titolare di Dierre Edilizia di Colleferro (RM), impresa di costruzioni che opera dal 1992 nel settore delle costruzioni e ristrutturazioni, sono specializzati anche nella rimozione dell’amianto e nei lavori aerei con piattaforme; collaborano con BigMat Edil Palmieri da oltre 20 anni.
I numeri dell’intervento
Tipo di intervento: ristrutturazione di edificio rurale in complesso di mini appartamenti
Luogo: Colleferro (RM)
Progettisti: architetto Roberto Felici dello Studio Ipotesi “U” e ingegner Aldo Tedeschi
Direttore dei lavori: ingegner Aldo Tedeschi
Impresa costruttrice: Dierre Edilizia
Posatore piastrelle: Elio Rinaldi D.I.
Posatore mattoni facciavista: Ge.Ma. Edilizia
Tempi di intervento: 18 mesi circa
Classe energetica: raggiunta la Classe A
Materiali forniti da: BigMat Edil Palmieri di Segni (Rm)
Si chiama Residenza Borgogna non a caso: il nuovo edificio costruito di recente a Paderno Dugnano (Milano) si presenta come immobile di lusso realizzato con materiali e finiture di alta qualità e dettagli accuratamente progettati nell’inusuale colore omonimo. I raffinati fregi ornamentali, i parapetti in ferro, le pareti scala e l’elegante recinzione decorativa: ogni dettaglio estetico della nuova residenza di Paderno Dugnano si caratterizza per la scelta della tonalità di tendenza che imperversa, dalla moda al beauty fino all’arredamento: il borgogna, un colore caldo, intenso e ricercato.
Una residenza bella, efficiente ed ecologica: ospitante otto appartamenti di pregio in alta classe energetica, l’edificio è dotato infatti di impianti tecnologici innovativi, che utilizzano prevalentemente energie rinnovabili. La più grande particolarità è però l’inserimento in un parco meraviglioso di 300 mq nel quale è presente anche una piccola collina con cedri, tassi e piante secolari. In questo contesto di rara bellezza era necessario scegliere una recinzione protettiva di pregio estetico, capace di dare un tocco di raffinatezza senza risultare invasiva nel paesaggio circostante.
L’impresa edile costruttrice si è rivolta a Betafence, azienda leader nell’ambito delle recinzioni per la protezione della casa e del giardino. Da un’attenta valutazione, i tecnici Betafence hanno consigliato l’impiego di Decofor, una recinzione di tipo decorativo, con una particolare curvatura verso l’alto e un buon livello di sicurezza garantito. La personalizzazione con il color borgogna ha permesso di richiamare tutti li altri elementi ornamentali della costruzione, in un gioco di armonia cromatica nobile e originale. Gli speciali trattamenti protettivi del rivestimento, fanno sì che la recinzione mantenga un aspetto perfetto nel tempo, preservando il decoro dello stabile negli anni.
Pannello Decofor Arco
Caratterizzato da lunghezza massima di 2015 mm e altezza massima al centro 148,60 cm, Decofor Arco presenta una struttura articolata in grado di conferire al sistema un’elevata rigidità: il pannello è costituito, infatti, da robusti fili elettrosaldati (con doppio filo orizzontale da 8 mm e verticale da 6 mm) a maglie rettangolari (200×65 mm) abbinati a pali a sezione quadrata in lamiera di acciaio zincata (con sezione 60 x 60 x 1,50 mm dotati di cappuccio provvisto di sfera metallica ornamentale), saldati con sicuri collari di fissaggio. Facile da installare.
Cancello Decofor
Il panello di recinzione Decofor Arco si abbina perfettamente ai cancelli Decofor Arco. Disponibili nella versione pedonale, con serratura elettrica e carraio, predisposto per la motorizzazione, i cancelli Decofor Arco sono ideali per tutte le applicazioni di edilizia residenziale. Caratterizzati da un riquadro tubolare rettangolare 60x40x2 mm e cerniere regolabili che permettono di ottenere l’apertura delle ante fino a 180°, i cancelli presentano un sistema di pali (con sezione 80x80x3 mm pedonale, 100x100x3 mmm carraio) estremamente resistenti e robusti. Il sistema completo è disponibile nel colore nero della gamma RAL o in altri colori su richiesta.
Affittare un immobile rende il 4,8%? La risposta del network immobiliare Tecnocasa è «sì». La cifra percentuale scaturisce dall’ennesima e ricorrente analisi di Tecnocasa, che sostiene di misurare i rendimenti delle abitazioni nelle principali città italiane. Risultato: «Il rendimento annuo lordo nelle grandi città italiane si è attestato intorno al 4,8%, in crescita dello 0,1% rispetto ad un anno fa». Un numero su cui, però, è necessaria una riflessione.
Primo, si tratta di un rendimento annuo lordo di un immobile. Cioè sul 4,2% bisogna poi togliere le tasse, quindi non è quello che intasca chi investe in un appartamento.
Secondo, la cifra riflette il rapporto tra i canoni di locazione annui (cioè la somma delle 12 mensilità) e il capitale investito per l’acquisto dell’immobile. Già, ma qual è il capitale investito per l’immobile? Tecnocasa fa sapere che «la curva dei prezzi è stata calcolata facendo riferimento alle variazioni degli immobili per quanto riguarda il compravenduto della tipologia medio usato (immobili con caratteristiche e finiture non di particolare pregio ma neppure economiche e con più di 10 anni di età)».
E se, invece, chi investe in immobili ha acquistato un appartamento nuovo da mettere a reddito? Se ne ha acquistato uno è ha dovuto riqualificarlo spendendo altri soldi?Ovviamente avrebbe pagato di più e il rendimento (lordo) sarebbe di gran lunga minore. Inoltre, anche prendendo per buona la media indicata, dire che un immobile rende il 4,8% è sviante, visto che il numero riflette solo una singola categoria in una singola metratura. Il calcolo dell’andamento delle variazioni dei canoni di locazione nel tempo di Tecnocasa, infatti, è stato elaborato solo su un bilocale. Senza contare che gli affitti variano anche del 100% da una città all’altra e da una zona all’altra della stessa città.
Il vero rendimento di un immobile sta soprattutto nel suo utilizzo, un valore consumato dal proprietario. Che, grazie ai bonus casa, e al risparmio energetico conseguente può essere moltiplicato. Dire che un immobile medio (definizione senza senso) rende un tot, è solo fare cattiva e interessata disinformazione. Un singolo proprietario si illude se crede di improvvisarsi speculatore immobiliare. Non ci è riuscito nemmeno Stefano Ricucci, ora ospitato nel carcere di Regina Coeli.
Infine, una corretta informazione prevede che il rendimento andrebbe contestualizzato. Per esempio, un Btp acquistato nel 2004 rendeva fino a 4,81% (rendimento ponderato, fonte ministero del Tesoro). E se consideriamo l’indice Ftse Mib, che indica l’andamento della Borsa italiana, al 16 maggio 2017 sullo stesso periodo considerato da Tecnocasa (dal 2004) rileviamo un rendimento del 6,97%. È lecito, quindi, affermare che investire in Borsa è più remunerativo di investire in immobili? Sarebbe una semplificazione, anzi, una sciocchezza. Almeno pari a quelle che indicano un rendimento medio degli immobili.
Knauf Insulation, sempre attenta e orientata allo sviluppo di soluzioni efficaci, versatili e prestazionali per tutte le esigenze costruttive, presenta al mercato SmartRoof All-Fix Thermal, il pannello in lana minerale ad elevate prestazioni specificatamente studiato per l’isolamento dei tetti piani pedonabili. SmartRoof All-Fix Thermal completa la gamma SmartRoof dedicata ai pannelli portanti da copertura, soluzioni isolanti in lana minerale caratterizzate dal comune denominatore di un’eccellente combinazione tra performance meccaniche e termiche.
Nato dalla ricerca Knauf Insulation, SmartRoof All-Fix Thermal è un pannello rigido isolante rivestito su un lato con velo vetro rinforzato, un materiale che lo rende ulteriormente performante e compatibile con tutte le soluzioni di rivestimento e le più comuni modalità di impermeabilizzazione. Il rivestimento in velo vetro rinforzato, come efficace alternativa ai comuni rivestimenti bituminosi, risulta altamente versatile e permette di essere perfettamente abbinato sia ad impermeabilizzazioni con membrane bituminose fissate mediante sfiammatura, che a membrane sintetiche fissate con termosaldatura o con fissaggi meccanici.
Grazie alla sua composizione SmartRoof All-Fix Thermal si caratterizza per l’elevata resistenza al fuoco, classificato in Euroclasse A2. Il velo vetro rinforzato, unitamente alle qualità della lana minerale ne fanno una soluzione altamente performante in termini di resistenza al fuoco e sicurezza passiva alla fiamma diretta. Il nuovo pannello SmartRoof All-Fix Thermal offre ai coperturisti anche il grandissimo vantaggio della pedonabilità: il tetto piano infatti è maggiormente sollecitato e soggetto rispetto ai tetti a falda a necessità di calpestio per interventi di manutenzione, così come – in fase di realizzazione – per l’installazione dei vari elementi che compongono la copertura. SmartRoof All-Fix Thermal presenta innalzati valori di carico puntuale rispetto alla gamma standard, con prestazioni di resistenza meccanica di alto livello.
Il pannello, disponibile nel formato 1000×1200 mm e negli spessori da 40 a 160 mm, risponde a tutte le esigenze di isolamento termico in maniera efficace e ottimale con un parametro di conducibilità termica molto elevato di 0,036 W/mK già a partire dallo spessore 50 mm. I pannelli della gamma SmartRoof All-Fix Thermal garantiscono la migliore performance termica con migliore sforzo in compressione e la più ampia versatilità di impiego con tutti i sistemi di impermeabilizzazione presenti sul mercato.
Giunge quest’anno sua alla nona edizione il Bilancio di Sostenibilità Florim, il report annuale che offre una sintesi dei risultati ottenuti dall’azienda in ambito economico, sociale e ambientale. Il documento condivide con gli stakeholder in modo trasparente e sintetico i valori, le azioni e i risultati conseguiti dal Gruppo, annunciando gli obiettivi in programma per il prossimo futuro.
«Senza dubbio, l’anno trascorso, ci ha visti ancora fortemente impegnati a fare impresa in un modo che va oltre il raggiungimento del mero risultato economico” sottolinea il Presidente Claudio Lucchese nella lettera di introduzione a questa edizione del Bilancio, che così prosegue: «Ci siamo distinti per iniziative virtuose che sento potranno rimanere nel tempo portando al nome Florim il meritato riconoscimento di immagine. Mi fa piacere pensare che, ancora una volta, troverete nel contenuto di questo documento una conferma di come sia possibile, se pur con molte difficoltà, riuscire a mantenere la qualità ad alti livelli, anche se il contesto in cui si opera continua a rimanere denso di incertezze».
Florim, Milano
Parole di soddisfazione che trovano conferma nei numeri. Il profilo economico di sintesi restituisce infatti dati significativi di miglioramento su tutti gli indicatori fondamentali: Ricavi netti: 406,8 Mln di € (+8,7% dal 2015); Utile netto: 49,3 Mln di € (+13,9% dal 2015); Investimenti totali: oltre 200 Mln di € negli ultimi 5 anni.
Investimenti che il Gruppo ha concentrato all’interno delle fabbriche italiane e americane oltre che nell’immagine, affiancando nuove vetrine a quelle già esistenti a Milano per dare visibilità a Cedit, marchio rilanciato lo scorso anno sulla scena internazionale con una esclusiva gamma dedicata. Il Presidente Lucchese conclude la lettera con una frase di ringraziamento: «Sono molto orgoglioso di poter indicare in tutti i dipendenti della Florim, in Italia e all’estero, la più grande risorsa di cui l’azienda dispone. Rivolgo quindi un meritatissimo “grazie” a tutti coloro che con impegno costante, con senso di appartenenza e con reciproca collaborazione rappresentano un grande patrimonio che si consolida nel tempo».