Cinque materie e 257 colori trasformano il mosaico in una tavolozza su misura per ogni tipologia di progetti. Innovazione nella forma e nella scelta dei materiali, varietà e ampiezza di gamma caratterizzano un’offerta allargata e trasversale nella rinnovata gamma 10×10 di Mosaico+ che unisce in un’unica campionatura le tessere delle collezioni Vetrina, Doro, Concerto, Perle e Metal.
Tute le collezioni garantiscono la massima versatilità di utilizzo e in molti casi sono pensate per dialogare tra loro, diventando un abaco multiforme da cui attingere per creare progetti personalizzati, destinati a spazi residenziali e commerciali. Il mosaico esprime così un’energia creativa nuova, che si realizza attraverso una libertà compositiva organizzata e modulare, in linea con la filosofia di Mosaico+: offrire singole materie, e colori per guidare con esperienza il processo di realizzazione di un prodotto “su misura”, customizzato.
Fassa Bortolo presenta la nuova mazzetta colori in-living paints per l’indoor, una gamma speciale di tinte riservate agli interni. Costituita da nove sezioni, le tinte sono suddivise in base alla cromaticità: dai colori chiarissimi di “Pure” a quelli luminosi di “Sunny”, fino a quelli più di tendenza della selezione “Tech”.
La mazzetta in-living paints di Fassa Bortolo segue i trend del gusto, della moda e dello stile abitativo contemporaneo, per adeguarsi a qualsiasi esigenza estetica e architettonica. Sviluppata con una visione innovativa e con un focus sulla componente estetica del colore, a cui hanno contribuito architetti, interior designer, arredatori, in-living paints .
La nuova gamma di colori è realizzabile unicamente con il Sistema Tintometrico ColorLife Fassa Bortolo. La mappa delle rivendite dove scoprire la mazzetta in-living paints è disponibile sul sito www.fassabortolo.it.
Compleanno da 50 candeline per Viero Paints, il brand specializzato in finiture decorative del Gruppo Cromology, che festeggia questo importante traguardo con un nuovo progetto insieme all’artista Fabrizio Da Prato, autore dell’installazione Richiami: opere d’arte pittoriche dipinte in studio su un supporto di manifesti promozionali salvati dal macero, che saranno affisse per le piazze e le vie di Pistoia dal 17 al 31 luglio.
Viero Paints metterà a disposizione dell’artista le sue pitture e rivestimenti decorativi, in un percorso di promozione dei giovani talenti con l’obiettivo di anticipare i trend, accrescere il know how, stimolare l’innovazione e la creatività. Grazie ai progetti Viero per l’Arte e, più in generale, Cromology per l’arte, sarà possibile utilizzare per la prima volta vernici, intonaci, sabbie, stucchi e impasti materici non per il convenzionale utilizzo ornamentale ma con finalità creative e concettuali.
«Siamo felicissimi di partecipare a questo progetto e approfittiamo del nostro 50° anniversario per lanciare Viero per L’Arte – dichiara Barbara Pezzini, marketing manager Viero Paints –. L’arte come massima espressione della creatività si sposa pienamente con i valori che esporta Viero attraverso la sua gamma di decorativi rivolti al mondo dell’architettura e del design: cultura, bellezza e italianità. In particolare con l’installazione Richiami a Pistoia – capitale Italiana della cultura per il 2017 – il progetto diventa un simbolo di divulgazione e quindi perfetto per celebrare il marchio e le nostre eccellenze».
Presente in oltre 30 paesi con distributori specializzati, applicatori professionisti, architetti e designer, Viero Paints nel solo 2017 ha aperto più di 10 showroom in Arabia Saudita, Cina, Olanda, Repubblica Ceca, Romania e prossimamente anche in Azerbaijan.
Mittel, merchant bank quotata in Borsa, investe nel capitale sociale di Ceramica Cielo. La società finanziaria ha acquistato l’80% del capitale. Il restante 20% rimane ad Alessio Coramusi, socio fondatore di Ceramica Cielo, manterrà la carica di amministratore delegato e rimarrà azionista della società. Ceramica Cielo, fondata nel 1999 a Fabrica di Roma (Viterbo), ha realizzato nell’esercizio 2016 ricavi per circa 19 milioni di euro, di cui oltre il 20% all’estero, con una marginalità operativa (Ebitda) superiore al 20%. L’investimento di Mittel è di 15 milioni.
L’operazione di investimento si inserisce nel progetto di Mittel che prevede l’acquisizione di quote di maggioranza in piccole e medie imprese italiane con lo scopo di realizzare strategie imprenditoriali per contribuire alla creazione di valore nel lungo termine. Il settore dell’arredo bagno e, nello specifico, i prodotti di design e lusso, rappresentano un’industria in cui l’Italia detiene una importante e riconosciuta posizione a livello internazionale e in cui Mittel ritiene vi siano ampi spazi per creare, sfruttando l’acquisizione di Ceramica Cielo, una piattaforma di aggregazione che possa coinvolgere più aziende anche operanti in segmenti diversi.
«L’operazione di ingresso nel capitale di Ceramica Cielo si inserisce in perfetta coerenza nel nostro progetto di creazione del valore», spiega Rosario Bifulco, presidente e ad di Mittel. «Il settore dell’arredamento di design e di lusso è un’eccellenza italiana, con un’offerta caratterizzata da dimensioni limitate e basso livello di concentrazione. Con Ceramica Cielo abbiamo individuato una delle eccellenze italiane e abbiamo trovato in Alessio Coramusi un imprenditore di grande livello con una visione sul progetto strategico di sviluppo di un polo nell’arredo bagno allineata alla nostra. Grazie a lui ci stiamo già muovendo nella ricerca e nell’analisi di altre opportunità».
Prodotti di Ceramica Cielo
«La globalizzazione impone scelte che guardino a lungo termine, con una chiara esigenza di rafforzamento e consolidamento sui mercati. La decisione di far entrare un gruppo quotato in Borsa nel capitale sociale è una scelta strategica al fine di poter dare un forte impulso alla crescita, anche attraverso l’ambizioso piano di investimenti previsto. Mittel è una merchant bank con un focus su piccole e medie imprese italiane e con un approccio di matrice industriale», ha commentato Coramusi. «Con Mittel e con il suo presidente, Rosario Bifulco, manager ed imprenditore di grandissimo livello, siamo subito entrati in sintonia, e quando abbiamo sottoposto il nostro progetto di espansione ed aggregazione di aziende nel settore dell’arredo bagno, hanno creduto in noi e nel piano industriale presentato. L’obiettivo è crescere, investire, svilupparci e perché no, acquisire nuovi brand a noi affini e sinergici, per poter essere per i nostri clienti un partner sempre più strategico ed innovativo e per creare, attraverso Ceramica Cielo, uno tra i primi gruppi Italiani nel settore dell’arredo bagno di design, con un’operazione che si configura come la prima nel suo genere nel nostro settore. L’Italia per noi è il primo mercato ed abbiamo tutta l’intenzione di farlo crescere ulteriormente e consolidarlo. Ugualmente ambiziosi saranno i progetti internazionali. Questa scelta strategica permetterà all’Azienda di poter portare avanti un piano industriale ambizioso ed innovativo, attraverso importanti investimenti sia sul mercato nazionale sia su quello internazionale. Adesso il focus è su vari fronti. Per quanto riguarda l’estero, abbiamo allo studio l’apertura di uno show-room a Londra ed abbiamo dato incarico a uno studio legale americano la costituzione della Cielo Usa. Allo stesso tempo abbiamo avviato i progetti per l’aumento della nostra capacità produttiva, che prevedono investimenti in impianti e macchinari nonché un aumento della superficie produttiva di circa 10.000 metri quadri».
Nonostante la diffusione dell’edilizia sostenibile stia crescendo in Italia e lo dimostra anche il progressivo aumento del numero di edifici certificati Leed-Gbc, c’è ancora tanto da fare soprattutto su scala urbana. È la conclusione, non sorprendente, di un incontro tenuto martedì 20 giugno 2017 all’assessorato all’Ambiente del Comune di Milano. La tavola rotonda era riservata agli amministratori comunali italiani, con l’obiettivo di approfondire il tema della rigenerazione urbana e confrontarsi sulle best practice di riqualificazione urbana sostenibile.
L’iniziativa si inserisce tra le azioni di dialogo con le Pubbliche Amministrazioni che Gbc Italia intende costruire per riuscire a rispettare gli obiettivi presi alla COP21 insieme alWorld GBC e prosegue quanto già avviato con il progetto europeo Build Upon per la riqualificazione degli edifici esistenti.
Oltre alla vicepresidente di Gbc Italia, Nadia Boschi, alla tavola rotonda hanno partecipato il Presidente del World Gbc Tai Lee Siang, Marco Granelli, assessore alla mobilità e all’ambiente del Comune di Milano, Gloria Zavatta, amministratore dell’Agenzia Mobilità Ambiente e Territorio Comune di Milano; Rosa Gilardi, dirigente dell’area Urbanistica del Comune di Torino; Alex Pratissoli, Assessore alla Rigenerazione Urbana e del Territorio del Comune di Reggio Emilia; Andrea Civati, Assessore alla pianificazione territoriale e ai lavori pubblici del Comune di Varese eNicoletta Antonias di Italferr.
«Se vogliamo raggiungere i target degli Accordi di Parigi e abbassare il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C, dobbiamo agire in grande e dobbiamo pensare in grande –ha affermato Tai Lee Siang – Se pensiamo ad un edificio alla volta, non ci arriveremo mai, per questo dobbiamo agire su scala urbana e di Paese».
Tai Lee Siang ha ringraziato e incoraggiato GBC Italia a continuare il dialogo con le amministrazioni pubbliche per facilitare la condivisione delle best practice e ha focalizzato l’attenzione su tre punti principali: innanzitutto la realtà urbana delle città italiane è molto diversa e questo è un aspetto molto positivo perché c’è un adattamento rispetto al contesto culturale sociale ed economico. Successivamente ha sottolineato l’importanza del cambiamento culturale: la cultura è più durevole degli edifici. Gli edifici prima o poi passeranno ma se si costruisce la cultura, quella resterà per sempre. Gli italiani hanno uno modo di vivere che è di per sé sostenibile, ma devono ritornare alle loro radici culturali per trovare nell’antichità l’essenza della sostenibilità. Per ultimo, ma non meno importante, tutti i tipi di business devono ora considerare gli aspetti sociali, economici e ambientali. Il processo di rigenerazione non deve essere funzionale solo ad aumentare il profitto del real estate ma deve essere vincente tre volte, apportando benefici anche alla comunità e all’ambiente.
Tai Lee Siang
Nadia Boschi, vicepresidente di Gbc Italia ha sottolineato l’attenzione su alcuni dei principali punti emersi dal confronto: «Innanzitutto è importante sottolineare che le persone sono sempre state al centro del confronto. In secondo luogo, l’importanza delpartenariato tra Pubblico e Privato. Questo rapporto deve essere riformulato, trovando una soluzione di maggiore equilibrio che riconosce gli interessi dell’obiettivo pubblico nel tutelare gli interessi della comunità e l’esigenza dell’operatore privato nel creare valore. Un altro tema fondamentale emerso è l’utilità di avere sistemi di riferimento energetico ambientali (Leed, Gbc quartieri, Gbc condomini) per valutare in mondo terzo l’effettivo avanzamento nella riduzione di emissioni di CO2. Gli strumenti verificati da terza parte sono determinanti perché qualificano l’investimento privato e sono nell’interesse del bene pubblico».
Per quanto riguarda la mobilità è intervenuto l’assessore del Comune di Milano, Marco Granelli: «Oggi le città devono essere capaci di indurre pratiche di buoni stili di vita, come l’andare in bici, che aiutano l’ambiente, la salute e migliorano quindi la qualità della vita dei cittadini. La scommessa di Milano è quella di rendere possibili questi stili di vita in un territorio molto vasto che è quello della città metropolitana. Il Comune di Milano negli ultimi 5 anni ha investito molto nel trasporto intermodale e nel bike e car sharing che ha permesso di facilitare il cambiamento di comportamento dei cittadini. Un altro sforzo della nostra amministrazione è quello di integrare le periferie con il resto della città e fare in modo che pratiche di stili di vita salutari si diffondano ovunque».
Alex Pratissoli del Comune di Reggio Emilia ha ringraziato GBC Italia per l’occasione offerta: «Siamo di fronte alla prima grande rivoluzione del settore delle costruzioni e il pubblico deve accompagnare il settore delle costruzioni verso questa sfida che rappresenta anche un’opportunità economica. Il ruolo del pubblico deve inoltre essere molto chiaro sulla riduzione di consumo del suolo, specialmente del territorio agricolo. Occorre una politica chiara di riduzione del consumo di suolo come condizione necessaria per attivare processi di rigenerazione diffusi. Questo ci aspetta come amministrazioni. Stiamo attendendo da tanto una legge nazionale sull’urbanistica e di riduzione del consumo di suolo».
Gloria Zavatta di Amat ha elencato le tantissime esperienze e gli strumenti di pianificazione che si rivolgono alla riduzione della impronta ambientale del Comune di Milano ad includere l’ultimo progetto di rigenerazione urbana in corso Clever. «Il problema è il commitment e l’implementazione. Inoltre c’è un problema che riguarda il tema della cultura: il Comune di Milano ha messo a punto un bando per incentivare il privato alla riqualificazione delle proprie abitazioni, un milione di euro a fondo perduto. Tutte azioni e interventi che possono attivare la consapevolezza sui temi della riqualificazione energetica anche sul fronte privato».
per Rosa Gilardi, dirigente Area Urbanistica Città di Torino, «le amministrazioni pubbliche hanno la necessità di misurare la qualità degli interventi di rigenerazione attraverso fattori raffrontabili e oggettivi. È importante capire quali siano gli indicatori più appropriati per valutare la qualità complessiva dell’ambiente urbano. A questo proposito la Città di Torino è capofila del progetto Cesba Med- Sustainable Med Cities, dell’iniziativa Europea Iterreg, che sta condividendo con 13 partner di 7 nazioni un insieme di indicatori che agiscano non solo alla scala di edificio ma anche a quella dell’isolato e del quartiere. È inoltre fondamentale affrontare anche gli aspetti sociali delle aree urbane come la sicurezza, l’integrazione e l’accessibilità dei servizi primari e di vicinato, che contribuiscono a caratterizzare la qualità dell’ambiente urbano per i cittadini».
Secondo Andrea Civati, assessore alla pianificazione territoriale e ai lavori pubblici della Città di Varese, «i temi di rigenerazione urbana, di riduzione del consumo di suolo e di efficientamento del patrimonio edilizio anche privato rappresentano al giorno d’oggi scelte obbligate per le città italiane. La città di Varese sta affrontando un’operazione di riqualificazione urbana, il progetto Stazioni, finanziato per 18 milioni di Euro a livello nazionale nell’ambito del Bando Periferie. Si prevede un incremento delle aree verdi e delle alberature e la valorizzazione delle modalità di spostamento sostenibile. Anche il piano di governo del territorio di Varese punta sull’azzeramento del consumo di suolo e sulla rivalutazione dei tessuti edificabili, anche attraverso la scelta impopolare di ridurre gli indici di edificabilità. Le amministrazioni non dovrebbero essere lasciate sole in queste scelte ambiziose, servirebbe una direzione politica nazionale per ridurre il consumo di suolo nelle città».
Infine, per Nicoletta Antonias, controllo ambientale cantieri di Italferr «intendiamo lavorare insieme alle città per poter raggiungere gli obiettivi di sostenibilità che ci siamo posti come Gruppo Ferrovie, noi crediamo molto nella progettazione degli edifici e delle opere infrastrutturali sostenibili. Italferr infatti, già prima del 2010 aveva elaborato alcune metodologie internamente, sia per misurare la sostenibilità ambientale dell’intervento che per valorizzare i territori che i progetti attraversano mediante la bonifica dei terreni e le indagini archeologiche preventive. In Italferr abbiamo scelto di aderire spontaneamente alla Iso 14010 e di sviluppare un tool di valutazione dell’impronta climatica dei progetti. Nel tempo questa decisione si è tradotta nella stipula di un contratto con le aziende costruttrici per fare in modo che le aziende che realizzano l’opera rendicontino le emissioni di CO2 prodotte. Quindi abbiamo trovato nei protocolli di sostenibilità Leed e Envision la possibilità di tradurre quei criteri, quegli indicatori, già stabiliti nelle nostre metodologie, nell’ambito di un protocollo riconosciuto a livello internazionale. È per noi un’opportunità importante poter siglare un impegno in una lingua che sia nota a tutti. Abbiamo lavorato alla stesura delle linee guida per l’applicazione del protocollo Envision in Italia che oggi sono al vaglio di approvazione, e intendiamo applicarle al primo progetto pilota in Italia con il supporto di Gbc per la parte Leed del progetto».
Un’analisi delle tendenze in materia di home design e di acquisti online. È stato l’obiettivo di un sondaggio che ha coinvolto 3mila utenti italiani tra professionisti, amanti e appassionati di home design e promosso dal sito di e-commerce LoveTheDesign. Non sorprendentemente, chi frequenta il sito è un amante del design. Per i design lovers interpellati, l’home design è diventato un everyday topic, cioè da tenere d’occhio ogni giorno (lo fa oltre il 60% degli intervistati) cerca ispirazione online ogni giorno. Le 27 domande del sondaggio, suddivise in tre aree tematiche e quattro prospettive analitiche di osservazione, cioè per fasce d’età e attitudine, ha stabilito che chi ha risposto per l’87% nella fascia 35-55 anni vive in un casa di proprietà, mentre il 32% in fascia 25-35 comprerà casa entro cinque anni e acquista regolarmente design online, con una media di sei shopping l’anno. Ancora: brand e designer sono centrali nel momento di ispirazione, ma non in quello dell’acquisto.
Nella fascia di età 25-35 anni sono i giovani brand internazionali che hanno investito in comunicazione a guadagnare significative quote di awareness rispetto a marchi storici del design italiano. Gli under 25 anni cercano ispirazione e acquistano home design esclusivamente online, non utilizzano canali retail fisici.
Inoltre, l’home design è un mercato stagionale: la maggior parte degli acquisti è concentrata nei mesi invernali e primaverili.
Soldi da restituire (con calma) per ricostruire le zone terremotate. Dallo Stato, o più precisamente dalla Cassa depositi e prestiti e dalla Bei (Banca europea per gli investimenti), arrivano 5 miliardi. Serviranno alla ricostruzione. Tra questi finanziamenti c’è anche 1 miliardo messo in campo dal ministero per L’Economia ed erogato attraverso la Bei (a qualcosa serve l’Europa, pare).
Il vicepresidente della Banca europea per gli investimenti Dario Scannapieco e l’Ad della Cassa depositi e prestiti, Fabio Gallia, hanno sottoscritto il contratto di finanziamento che consentirà di rendere subito disponibili i fondi per la ricostruzione privata. I fondi saranno utilizzati a coprire i costi per il recupero e la messa in sicurezza delle abitazioni danneggiate, delle imprese e delle strutture produttive (come magazzini, capannoni, beni strumentali, scorte e simili). Nel dettaglio, quattro miliardi sono stati deliberati da Cdp a favore del settore privato (famiglie e imprese), di cui uno è fornito dalla Bei.Quest’ultima ha deliberato un finanziamento per l’ulteriore cifra di 1 miliardo da destinare direttamente al ministero dell’Economia per la ricostruzione degli edifici pubblici (scuole, ospedali, tribunali, uffici amministrativi e simili) che sarà perfezionato a breve.
Il finanziamento da Bei a Cdp si basa sul meccanismo del credito d’imposta, già sperimentato con successo nel caso del sisma Emilia del 2012. Ha un duplice vantaggio: da una parte rende immediatamente disponibili le risorse da parte delle banche, dall’altra permette un risparmio per i conti pubblici quantificabile in quasi 200 milioni
Terremoto in Umbria
di euro su base di 25 anni. Il risparmio per i conti dello Stato è determinato dalle condizioni di maggior favore in termini di tassi della raccolta Bei.
In Italia ci sono 16 milioni di metri quadri da ristrutturare, per un giro d’affari potenziale di 6,75 miliardi di euro. I numeri sulla casa li dà Agentpricing, agenzia di valutazione immobiliare oltre che piattaforma che analizza i big data del real estate. Ebbene, oggigiorno sui portali di compravendita online sono presenti circa 235mila appartamenti in vendita che necessitano di una ristrutturazione (piccola o grossa che sia), su un totale di oltre 1 milione e 500mila immobili a destinazione residenziale. Questa tipologia di abitazioni costano, in media, il 35% in meno rispetto a quelle nuove e hanno tempistiche di messa in vendita più lunghe anche del 60% (oltre 4 mesi in più). In complesso, i metri quadri da ristrutturare in toto sono praticamente 5 milioni (4.922.000 per l’esattezza), mentre quelli da sistemare in modo parziale sono 11.030.000, per un totale di 15,95 milioni di metri quadri. Infine, il costo medio per gli interventi di riqualificazione è di 700 euro al metro quadro per un investimento medio di 20 mila euro, mentre per le unità in buono stato sono sufficienti interventi più leggeri, al costo di circa 300 euro al mero quadro.
Novità per Isotex che presenta il nuovo blocco cassero in legno cemento HDIII 44/20 con grafite Neopor di Basf, per prestazioni ancora più performanti. Il blocco va infatti a migliorare ancora di più le prestazioni di isolamento termico del blocco HDIII 44/18 con grafite, già top gamma della gamma Isotex.
Lo spessore dell‘inserto di isolante passa dai 18 ai 20 centimetri, mantenendo lo spessore del getto di calcestruzzo di 15 centimetri, come richiesto dalle norme tecniche vigenti stabilite dal Decreto Ministeriale 14/01/2008. Anche questa nuova proposta di Isotex si inserisce in un approccio aziendale che mira a proporre sistemi che non solo si conformano ai requisiti tecnici e normativi, ma che siano in grado di anticipare le richieste di un mercato specializzato e di professionisti esigenti.
L’utilizzo dell’isolante in EPS con grafite Basf di altissima qualità consente di ridurre la trasmittanza termica del 12% arrivando a U=0,15 W/m²K. Inoltre con il blocco HDIII 44/20 è possibile conservare lo stesso spessore della parete finita, le caratteristiche strutturali (antisismica), di inerzia termica e risparmio energetico, isolamento acustico, resistenza al fuoco e permeabilità al vapore.
Con la nuova sede a Cervignano del Friuli fanno 23. Ma Zanutta, grande gruppo della distribuzione che spazia dal materiale per l’edilizia all’arredo, ha in progetto un salto ancora più ampio rispetto al suo luogo di nascita, Carlino, in provincia di Udine: l’azienda, infatti, programma l’apertura di una filiale a Parigi.
Nel frattempo, però, Vincenzo Zanutta, amministratore delegato del gruppo che impiega 350 dipendenti e ha registrato un fatturato salito a circa 80 milioni nel 2016, è impegnato nell’avviamento del nuovo punto vendita, inaugurato nei primi giorni di giugno. Lo spazio è organizzato su mille metri quadrati di salone espositivo, dove si trova un’area dedicata alle cucine, con i prodotti Scavolini, bagni, ceramiche, idraulica, ma dove sono disponibili anche le soluzioni per edilizia, ferramenta o arredo giardino. L’investimento è di circa 1,5 milioni e serve anche a dare lavoro a una ventina di addetti. Insomma, un’iniziativa in controtendenza se si considera la lunga crisi dell’edilizia e la difficoltà di molte rivendite di materiali edili, come hanno testimoniato durante l’inaugurazione il presidente di Ance Friuli, Andrea Comar, l’assessore regionale alle Infrastrutture, Maria Grazia Santoro, e il vicepresidente della Provincia di Udine, Franco Mattiussi.
Inaugurazione della sede di Cervignano della Zanutta
Proprio per questo Zanutta ha puntato le carte su innovazione, arredo, e su quello che è un segmento in crescita, cioè la ristrutturazione dell’esistente. Ma non solo. La scelta di puntare anche sulle cucine segna un salto di qualità: non a caso all’inaugurazione del punto vendita è stato chiamato per uno showcooking uno degli chef più popolari, Carlo Cracco, ambasciatore della Scavolini oltre che giudice in televisione di Masterchef. «Una partnership che ci apre al segmento delle cucine, in linea con le strategie intraprese in questi anni per reagire alla crisi del mercato delle costruzioni», ha spiegato Zanutta. «Purtroppo il nostro settore non naviga ancora in un mare tranquillo, ma noi abbiamo scelto la strada dell’investimento e della diversificazione per rispondere a un mercato ormai sempre più trainato dalle ristrutturazioni».
Vincenzo Zanutta
Un altro salto di qualità, Zanutta l’ha compiuto invece con l’acquisizione dell’ex Godeassi Edilizia, circa un anno fa, che ha permesso al gruppo della distribuzione di essere ancora più presente nell’area della Bassa Friulana, dove è già presente a Muzzana del Turgnano, oltre che nella sede originaria di Carlino e a Pocenia. Ma ora il gruppo vuole aprire le porte della Francia.
La sede della Zanutta a CervignanoCarlo Cracco in azione
Il sito industriale di Feltre (Belluno, Veneto), che festeggia quest’anno i 20 anni di attività, ha vinto il premio interno Energy Award 2017 assegnato per gli elevati standard di sostenibilità raggiunti. L’anima green di Wienerberger, leader mondiale nella produzione di laterizi, promuove un modello di sostenibilità già dai propri stabilimenti produttivi, giudicati ogni anno da una commissione interna per gli standard operativi e per il consumo di energia. Il premio annuale Energy Award è, infatti, il riconoscimento assegnato da Wienerberger al sito produttivo della business unit CBME (Clay Building Material Europe, che comprende tutti i paesi dell’Unione Europea e l’India) che ha raggiunto gli obiettivi di produzione a minor consumo di energia con conseguente riduzione di emissione di CO2 all’interno del Gruppo Wienerberger.
Stabilimento di Feltre, Wienerberger
Un traguardo importante che trasforma Feltre in un punto di riferimento e in una best practice per tutti gli altri siti produttivi del gruppo Wienerberger: «Ricevere questo premio – ha affermato Erico Vardanega, Responsabile dello stabilimento di Feltre – ci riempie di gioia e ci dà la grinta per continuare a fare sempre meglio. Questo premio va ad aggiungersi alle altre certificazioni che rappresentano un vanto per la nostra azienda, che viene riconosciuta sul mercato come leader nella produzione di laterizi innovativi grazie a una profonda attenzione e rispetto dell’ambiente che ci circonda». Attenzione che si traduce nella certificazione di conformità alla norma ISO 14001, parte di una serie di norme internazionali sul Sistema di Gestione Ambientale per individuare, controllare e monitorare gli aspetti ambientali, che definisce un quadro sistematico per l’integrazione delle pratiche a protezione dell’ambiente per prevenire l’inquinamento e ridurre l’entità dei rifiuti, il consumo di energia e dei materiali. Tutti requisiti posseduti da Wienerberger che ha scelto come ente certificatore il Bureau Veritas Certification, il primo organismo al mondo a essere stato accreditato per la certificazione ISO 14001.
Erico Vardanega, Responsabile dello stabilimento di Feltre
Sostenibilità, abbattimento dei consumi e rispetto dell’ambiente sono i valori che contraddistinguono sin dalla nascita il gruppo Wienerberger, che quest’anno festeggia l’importante anniversario di 20 anni di attività e presenza in Italia proprio a Feltre, dove nel 1997 venne aperto il primo stabilimento italiano. Un doppio traguardo condiviso con tutti i dipendenti in una giornata di festa, sabato 17 giugno, alla presenza dell’amministratore delegato Gülnaz Atila, del responsabile dello stabilimento di Feltre, Erico Vardanega, dell’Area Manager di Feltre Oscar Tison e dell’architetto Valentino Stella, progettista che ha firmato la realizzazione della scuola Papa Luciani di San Vito di Cadore, che anche grazie all’utilizzo delle innovative soluzioni Wienerberger ha ottenuto la certificazione di classe A+.
L’ottimizzazione delle materie prime, l‘interazione responsabile con i siti di estrazione e produzione, e la migliore conservazione delle risorse sono i capisaldi su cui si basa la politica di sostenibilità ambientale firmata Wienerberger. Un impegno costante quello del gruppo internazionale, da sempre attento a promuovere e ottimizzare la compatibilità tra la propria attività e l’ambiente, attraverso un approccio innovativo che, unendo efficienza economica e ambientale, porta a una riduzione del consumo di risorse utilizzate nel processo produttivo, dei rifiuti e dell’inquinamento che ne derivano.
È davvero l’ora la svolta? I dati sull’edilizia fanno intravedere un cambiamento positivo dopo anni di crisi del settore. Ma le aziende vogliono sicurezza, capire dove e come va il mercato, scoprire le tecnologie e le strategie di management adeguate per cavalcare, davvero, questa svolta. Interrogativi, analisi e, soprattutto, notizie su questo tema sono i protagonisti dell’agenda del X Convegno di YouTrade in programma a Milano il 19 settembre nella sala Cariplo di via Romagnosi. La scaletta prevede una introduzione di carattere generale, sui grandi trend (con qualche sorpresa) che segneranno il 2018. Si passerà poi a parlare del mercato dell’edilizia, con i dati congiunturali e le previsioni curate dal Centro Studi YouTrade. Protagoniste della giornata anche norme e regole che cambiano, accanto alle buone pratiche di management destinate alle rivendite di materiali edili. All’appuntamento non mancherà, come sempre, lo spazio dedicato al dibattito a conclusione del talk show. Momento che, però, non concluderà l’evento. Quest’anno, infatti, c’è una novità: la possibilità di seguire a scelta uno dei tre workshop in programma nel pomeriggio. Saranno focalizzati sulle tecnologie utili per l’impresa, sulla gestione delle risorse finanziarie e sulla cura di layout, magazzini e scaffali della rivendita.
Un gruppo nato in Belgio, ma ormai globale: Etex impiega 15mila persone in oltre cento aziende presenti in 42 Paesi. Uno di questi è la Francia. Al centro di ricerca di Avignone, infatti, è affidato il compito di sviluppare soluzioni per i prodotti a base gesso e per la protezione al fuoco. Un compito non semplice ed importante, come emerso durante una giornata dedicata alla stampa, a cui era presente YouTrade. Ma l’obiettivo del gruppo è preciso: puntare tutto sull’innovazione distribuita su tre centri di R & S. E con un traguardo ambizioso: il 20% del fatturato deve provenire da prodotti che hanno meno di cinque anni di vita. Questa innovazione al cubo, nel caso del centro di sviluppo nella capitale della Provenza, si traduce, per esempio, nelle attività di Etex Building Performance, specializzata in lastre in gesso, lastre in fibrocemento, sistemi a secco e per la protezione dal fuoco, Façade Fibre, materiali per facciate in cemento, Industry Industrial, soluzioni dalle elevate prestazioni termiche e di protezione passiva dal fuoco, Etex Roofing per coperture.
Innovazione al centro
L’innovazione, insomma, è un aspetto centrale della strategia dell’azienda come ha avuto modo di spiegare, in altra occasione, Paul Van Oyen, Ceo del gruppo: «Vogliamo ispirare i costruttori, architetti, imprese edili, così come i distributori e progettisti. I nostri standard sono molto alti, come i nostri prodotti. Sono di alta qualità e devono durare per decenni. Miglioriamo continuamente i nostri processi di produzione per aumentarne ulteriormente la qualità, utilizzando meno materie prime e consumando meno energia lungo la strada», è la filosofia del manager. «Guidiamo costantemente l’innovazione per generare nuovi prodotti e soluzioni, offrendo il miglior rapporto qualità-prezzo. Quello delle costruzioni è un mercato strettamente regolato: abbiamo un impegno a migliorare i materiali esistenti, studiare le migliori pratiche e applicare le idee. Il risultato ci proponiamo di raggiungere? Soluzioni costruttive accessibili e sostenibili per le persone di tutto il mondo».
Centro di ricerca Etex ad Avignone
Il gruppo
Etex ha oltre un secolo. È stata fondata nel 1905 da Alphonse Emsens, in Belgio. Nel 1981 ha affiancato la produzione di sistemi di protezione passiva del fuoco e ha continuato a crescere fino ad acquisire nel 2011 la divisione Gypsum del Gruppo Lafarge, uno dei colossi francesi di materiali per edilizia. Attualmente Etex conta 107 siti produttivi, 102 aziende controllate in 42 Paesi. Oltre al centro di ricerca di Avignone, ci sono quelli belgi di Tisselt, dedicato a sistemi di isolamento ad alte prestazioni e sistemi di protezione passiva dal fuoco, e Kapelle-op-den-Bos, specializzato nella ricerca e sviluppo di soluzioni per le coperture, le facciate e sistemi a secco. Etex ha chiuso il 2016 con un fatturato di 2,8 miliardi di euro.
I prodotti
La divisione Etex Building Performances è specializzata in sistemi a secco e per la protezione dal fuoco. I prodotti sono commercializzati con marchi come Siniat, Promat, Eos, Durlock, Kalsi. La divisione produce in particolare lastre in cartongesso per interni ed esterni, lastre in fibrocemento, sistemi di protezione dal fuoco, sistemi modulari per la prefabbricazione. Con una attenzione particolare al risparmio nei tempi di montaggio in cantiere. Secondo quanto calcolato dalla società, con i sistemi a secco si può ottenere un incremento del 27% della velocità di installazione, con conseguenti notevoli risparmi.
Investire sul mattone è una tradizione per gli italiani. Ma per chi ha un congruo capitale disponibile oggi ha una alternativa all’acquisto del solito appartamento: comprare un albergo. Secondo le sime di Scenari Immobiliari, presentate a Milano, il 2016 è stato un anno florido per il settore, caratterizzato da un forte interesse per gli investimenti. La undicesima edizione del Rapporto 2017 sul mercato immobiliare alberghiero, realizzato in collaborazione con Allegroitalia Hotel & Condo, indica che il fatturato del mercato immobiliare alberghiero italiano è aumentato del 14,3%, a quota 2,4 miliardi, sommando contratti di vendita e locazione. L’aumento segue il trend immobiliare europeo del settore e ora sembra recuperare il tempo perduto rispetto ad altre nazioni: c’è un maggiore interesse da parte delle grandi catene dell’hotellerie, l’espansione del settore lusso, ma anche economy, e un grande patrimonio di immobili da valorizzare. Per il futuro le prospettive sono ancora positive: il primo semestre del 2017 è apparso in linea con il 2016 e an he per il 2018 dovrebbe mantenersi tale.
Milano e il Gbc Italia hanno ospitato sotto l’occhio vigile della Madonnina Tai Lee Siang, presidente del World Gbc, la più grande organizzazione internazionale attiva nel mercato delle costruzionisostenibili. Tai Lee Siang è stato protagonista della tavola rotonda riservata agli amministratori comunali italiani, occasione per approfondire il tema – sempre più pressante e centrale – della rigenerazione urbana delle città, oltre che per parlare della case history di Singapore, modello di riferimento per l’edilizia sostenibile in Asia e, più in generale, nel mondo intero. Tai Lee Siang è stato tra i promotori della rigenerazione green di Singapore, presiedendo le commissioni governative che hanno fondato lo sviluppo urbano sulla conservazione dell’ambiente e delle risorse. Una politica di centrale importanza è stata l’introduzione del GreenMark, uno strumento di rating modellato sulla base di Leed, ma con la differenza di essere stato lanciato da un’agenzia governativa e progettato soprattutto con lo scopo di abbattere il consumo di energia e di acqua. Singapore è un caso di eccellenza per la crescita esponenziale di greenbuilding certificati che rappresentano più di un quinto dell’intera area dell’isola città-stato e che interessano una popolazione di ben 5 milioni di persone.
Un’immagine della conferenza stampa
I rappresentanti delle amministrazioni locali che hanno partecipato al meeting a loro riservato hanno raccontato l’esperienza virtuosa dei propri comuni e si sono confrontati sulle strategie di promozione di tutti quei progetti di riqualificazione urbana orientata allo sviluppo sostenibile. I partecipanti alla tavola rotonda sono stati Marco Granelli, Assessore alla mobilità e all’ambiente del Comune di Milano; Gloria Zavatta, amministratrice unica dell’ Agenzia Mobilità Ambiente e Territorio (Comune di Milano); Rosa Gilardi, Dirigente Area Urbanistica del Comune di Torino; Alex Pratissoli, Assessore alla Rigenerazione Urabana e del Territorio del Comune di Reggio Emilia; Andrea Civati, Assessore alla pianificazione territoriale e ai lavori pubblici del comune di Varese. A moderare il dibattito è stata la vicepresidente di Gbc Italia, Nadia Boschi, che ha dunque moderato e inaugurato la conferenza stampa pomeridiana, tenutasi non a caso a Palazzo Ricordi, edificio storico (nella centralissima via Giovanni Berchet) certificato Leed Core&Shell. La vice presidente Gbc Italia ha parlato della importanza – per non dire urgenza – di pensare e costruire green, facilitando il più possibile la sinergia tra settore pubblico e privato, così da ridisegnare (e bene) le città, ripensando il costruito. Ne va delle salute urbana e dei cittadini in toto. Infatti, i benefici sono per tutti: il benessere è ambientale, sociale ed economico. E allora, no al consumo di territorio, sì a politiche di rigenerazione del tessuto urbano. Riqualificando, riqualificando e, ancora, riqualificando. Gloria Zavatta di Amat, l’assessore di Reggio Emilia Pratissoli, il collega varesotto Andrea Civati e anche la collega torinese Rosa Gilardi hanno toccato un tema comune, ovvero quello della cultura della sostenibilità. Una grande sfida per le amministrazioni (da quelle locali a quelle nazionali), ancora da vincere. Perché bisogna promuovere un Rinascimento sostenibile per la casa dell’uomo. Paese, città o metropoli che sia.