Il Colorificio San Marco presenta Acrisyl fondo finitura, in grado di risolvere ogni problema di muffe o alghe dalle facciate.Con l’arrivo della pioggia e delle temperature autunnali, alghe, funghi e altri microorganismi sono un problema per le facciate. Questo spiacevole fenomeno, il cui sviluppo è determinato soprattutto dall’’umidità, può essere sconfitto grazie al nuovo Acrisyl Fondo Finitura l’innovativa finitura ideata dal Colorificio San Marco, in grado di proteggere qualsiasi edificio.
Acrisyl, non solo riesce a mascherare eventuali imperfezioni del supporto o le disomogeneità superficiali delle pitturazioni sottostanti, ma, grazie alle sue caratteristiche silossaniche, assicura alta traspirabilità e una vera e propria protezione contro muffa e alghe. Inoltre, Acrisyl dona alle facciate un elegante aspetto opaco, garantisce la stabilità dei colori anche intensi e protegge i muri dalle piogge, grazie a una buona idrorepellenza.
La formazione di una patina biologica sulle facciate è favorita dagli agenti atmosferici dunque quest’anno,in cui non si può contare su di una prolungata esposizione solare ed essicamento delle mura, possiamo solo affidarci all’efficacia del nuovo fondo di finitura Acrisyl del Colorificio San Marco, vera armatura contro la proliferazione di alghe e muffe.
Palladio, sistema di recinzione di design per rinnovare gli spazi esterni
Gli spazi esterni costituiscono la prima area di una struttura residenziale visibile all’occhio di un visitatore, sia che si tratti di una villetta singola, sia di condominio o residence. Una vecchia rete ammalorata, una recinzione messa in opera senza particolare accuratezza, una siepe non tagliata certo non sono elementi in grado di favorire una percezione positiva di quel giardino e di quell’abitazione. Oltre a non garantire un adeguato livello di protezione per evitare l’ingresso di malintenzionati o per prevenire eventuali fughe nel caso siano presenti animali domestici.
Valutare di rinnovare gli esterni cambiando la protezione perimetrale esistente con una moderna recinzione in acciaio, di produzione industriale è una scelta di qualità, di estetica, di tutela del decoro architettonico e senza dubbio di funzionalità. In questo senso Betafence, azienda leader mondiale nei sistemi di recinzione, offre varie soluzioni per il perimetro di aree residenziali. Palladio è la recinzione più classica della gamma e adatta ai contesti architettonici tipicamente italiani;La stessa curvatura della sua sommità richiama la dolcezza dei declivi italiani o le onde del mare mediterraneo. La sua armonia estetica, l’equilibrio delle forme, l’essenzialità delle linee ne determinano un’integrazione facile e a ridotto impatto nel contesto sia naturale che architettonico. La distanza tra gli elementi verticali permette un‘ottima visibilità rendendola una recinzione “leggera” e versatile.
La robustezza che connota il prodottone determina la buona capacità di protezione, un buon livello di sicurezza e un’alta stabilità. Lo specifico set di fissaggio che consente un’installazione facile, veloce, completamente integrata e discreta, anche su muretto, permette di adattare la recinzione a qualsiasi situazione. Grazie agli speciali trattamenti anti-usura del rivestimento, è particolarmente resistente e durevole nel tempo.
Disponibile in diverse altezze, presenta una larghezza standard di 2000 mm. Di serie nei colori micaceo o nero, su richiesta, può esser personalizzato in altri colori. Completa il sistema il cancello Palladio, a battente o carraio, una chiusura robusta, di elevato valore estetico e ampia possibilità di personalizzazione. La sua particolarità è la specchiatura effetto legno chiaro o scuro che offre un tocco in più di bellezza, naturalità e matericità. Per un risultato di alto pregio estetico e per migliorare l’illuminazione e la sicurezza nelle ore notturne, i pannelli Palladio possono essere installati con B-Lux un esclusivo palo di design con illuminazione integrata.
Ultimi mesi per le detrazioni del 65%, dal 2018 gli incentivi scendono al 50%
Sostituire porte e finestre, permette di ridurre le spese e migliorare il comfort domestico, ottenendo un immediato risparmio sulla bolletta, soprattutto durante la stagione fredda. Fino al 31 Dicembre 2017 a questi benefici si sommano le detrazioni fiscali del 65% riservate agli interventi di efficientamento energetico delle abitazioni. Secondo il disegno di legge di Bilancio 2018, però, questi incentivi scenderanno al 50% nel prossimo anno. Non cambiano i meccanismi per usufruire dell’incentivo: i pagamenti dovranno essere effettuati con bonifico bancario o postale e il rimborso Irpef avverrà in dieci anni, con rate di pari importo. Possono beneficiaredell’agevolazione non solo i proprietari degli immobili, ma anche inquilini, familiari, conviventi del possessore dell’immobile, purché sostengano le spese e le fatture e i bonifici risultino intestati a lui.
Synergy Out: la porta blindata Dierre super isolante
Dierre Synergy Out è la prima porta blindata dotata di telaio in acciaio rivestito in Pvc. Una soluzione brevettata da Dierre che consente di eliminare i problemi di condensa e umidità nelle stagioni più fredde ed è 7 volte più isolante di un normale telaio in acciaio. Inoltre, in soli 77 mm di spessore, Synergy Out integra 5 diverse caratteristiche di protezione: antieffrazione in Classe 3, tenuta all’aria in Classe 4 e tenuta all’acqua in Classe 8A ma anche insonorizzazione e soprattutto isolamento termico secondo i più recenti standard CasaClima.
Omero: la finestra clima Navello
Grazie a un maggiore spessore del battente (92 mm), la finestra Omero è uno dei serramenti in legno più isolanti oggi in commercio. Può ospitare un vetro triplo con trasmittanza termica ridotta (Ug=0,5): in questo modo la dispersione termica complessiva del serramento raggiunge valori tra i più bassi sul mercato con un Uw inferiore a 1, un’efficienza energetica che supera i severi standard CasaClima.
FederlegnoArredo applaude il governo Gentiloni. «Voglio ringraziare il Governo, a nome della filiera che rappresento, per l’attenzione dimostrata al nostro comparto e il tempestivo intervento nella direzione di salvaguardare migliaia di posti di lavoro e incentivare l’economia reale. Siamo fiduciosi e ora auspichiamo un via libera da parte del Senato, per il bene di un settore cardine dell’economia italiana», commenta il presidente di FederlegnoArredo, Emanuele Orsini, riguardo la bozza di testo del Ddl sulla legge di Bilancio. «Risulta infatti prorogato per il 2018 il bonus mobili, la possibilità di detrarre dalla dichiarazione dei redditi fino a 10 mila euro per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici destinati a immobili ristrutturati. L’incentivo sarebbe scaduto alla fine di quest’anno, ma nei giorni scorsi il presidente di FederlegnoArredo ha lanciato l’allarme, ricordando come l’eliminazione del bonus mobili causerebbe un calo dei consumi di 1,4 miliardi di euro».
Secondo le stime di FederlegnoArredo, il bonus mobili ha mosso acquisti per un totale di 4,5 miliardi di euro, interessando circa 280mila contribuenti nel solo 2016. E il bonus ha portato benefici anche allo Stato. Il mancato gettito Irpef dovuto all’incentivo fiscale è stato compensato da un gettito Iva aggiuntivo di 252 milioni nel 2016.
Per valorizzare la famiglia di colori Sfide d’Arte, Fassa Bortolo presenta Glitter, uno speciale additivo in pasta ad uso interno, da abbinare con i prodotti decorativi della linea Desideri (Minerale, Cristallo e Luce). L’applicazione garantisce un risultato materico molto attraente e la parete, grazie alla luminosità dei glitter, si anima attirando l’attenzione. Per ottenere il miglior risultato estetico si consiglia di stendere il prodotto a pennello. L’effetto luminescente varia a seconda del colore con cui viene addizionato il glitter. Per ulteriori informazioni sui sistemi e sui nostri servizi di consulenza ed assistenza tecnica, visitare il sito www.fassabortolo.it.
Vola il mercato delle macchine per costruzioni. Secondo i dati di Unacea, nei primi nove mesi del 2017 sono state immesse sul mercato italiano 7.964 macchine, con una crescita del 13% rispetto a quanto rilevato lo scorso anno. Più in dettaglio, le macchine movimento terra vendute sono 7.551, con una crescita su base annua del 13%, positivo anche il settore delle macchine stradali (+11%) con 318 macchine vendute. Buono inoltre l’andamento della produzione italiana di settore che nel 2016 ha raggiunto il valore di 2,6 miliardi di euro, e che si stima in moderata crescita anche nel 2017. Permane infine una forte propensione all’export, con una media nazionale del 75% di prodotto esportato e picchi fino al 95%. «Il mercato e l’industria nazionale continuano a mostrare segni di ripresa, tuttavia sono ancora molte le occasioni perse. Da tempo chiediamo che vengano considerate dalle amministrazioni comunali le problematiche legate alle emissioni nei centri urbani delle macchine per costruzioni più obsolete», commenta Paolo Venturi, presidente di Unacea. «Le misure introdotte nel 2017 in materia, che prendono in considerazione oltre alle emissioni del traffico privato anche quelle legate all’agricoltura e al riscaldamento, sembrerebbero andare nella giusta direzione. Eppure resta escluso il settore delle macchine costruzioni, dove continuano a non sussistere limiti all’uso di macchine obsolete, e che rappresenterebbe invece un contributo importante per il miglioramento della qualità dell’aria».
Nasce FTU-V, la nuova finestra a bilico di Fakro, dal design contemporaneo ed essenziale, ideale anche per ambienti ad elevata umidità, come bagno e cucina. Con le cerniere poste a metà dell’altezza della finestra, questo modello garantisce un’adeguata aerazione e illuminazione della mansarda. Realizzato in legno di pino accuratamente selezionato e impregnato sottovuoto (in grado di rendere il legno resistente anche alle muffe più insidiose), questo modello è rifinito con tre mani di vernice poliuretanica di colore bianco, in grado di creare una superficie duratura e perfettamente liscia.
Come tutte le finestre Fakro, anche questo modello presenta inoltre l’innovativa tecnologia thermoPro che permette di abbassare la trasmittanza termica migliorando l’efficienza energetica delle finestre, aumenta la loro impermeabilità all’aria e garantisce un migliore scarico della condensa. Con una superficie vetrata molto ampia, la finestra FTU-V è inoltre dotata del sistema di ventilazione V40, che permette un ottimale ricambio d’aria anche a finestra chiusa, conferendo maggior salubrità agli ambienti anche durante la stagione invernale o in caso di mal tempo, e del sistema topSafe, utile a rafforzare la costruzione del serramento per una maggiore resistenza contro l’effrazione.
Grazie al battente del serramento che può ruotare di 180° ed è munito di un mirato sistema di bloccaggio, FTU-V permette operazioni di pulizia più agevoli e sicure. Da citare è inoltre la maniglia, posta nella parte inferiore del battente e quindi nel punto più facilmente raggiungibile del serramento, e contraddistinta da una microapertura a due scatti.
La finestra è valorizzabile con tutti gli accessori Fakro, dalla tenda parasole alle tende oscuranti/ombreggianti o ancora alle tende plissettate, ed è disponibile anche in versione automatizzata, con sistema Z-WAVE.
Jcb ha rinnovato due delle sue pale gommate di gamma intermedia dotandole di nuove funzioni di controllo e gestione, tra cui la possibilità di eseguire i controlli di manutenzione periodica dalla cabina CommandPlus. Le pale gommate Jcb 411 e 417, questi i modelli rinnovati, ora sono anche dotate di motori Tier 4 Final, e adottano molte delle funzioni innovative che caratterizzano l’ammiraglia della società, ossia la pala 457.
Le caratteristiche principali delle nuove pale gommate Jcb 411 e 417 sono:
Cabina CommandPlus con maggiore spazio, nuovi controlli e livelli di rumorosità ridotti;
Scelta di sedili altamente tecnologici, nuovi comandi montati sul sedile e due livelli di rivestimenti per la cabina;
Nuovo freno di stazionamento elettrico e ventilatore di raffreddamento motore bidirezionale reattivo alle variazioni di temperatura, disponibili su richiesta;
Motore Tier 4 Final senza il costoso filtro antiparticolato (no DPF).
I modelli Jcb 411 e 417 sono progettati ed equipaggiati principalmente per impieghi gravosi, per l’utilizzo in magazzini di materiali sfusi e per lo svolgimento di attività di movimentazione e carico. Macchine da carico agili e versatili, sono caratterizzate da una postazione di guida dominante che ne rende agevole il posizionamento e la manovrabilità anche negli spazi di lavoro più angusti.
Le pale gommate 411 e 417 sono dotate di motore Jcb EcoMax da 81 kW (109 CV) per il modello 411 e 93 kW (125 CV) per il modello 417. Entrambe le versioni di questo innovativo e pluripremiato motore sono dotate di un efficiente sistema di riduzione catalitica selettiva (SCR). Insieme a un processo di combustione “pulito”, ciò garantisce la conformità ai requisiti di emissioni Stage IV/Tier 4 Final senza l’impiego di catalizzatore ossidante (DOC) né di costoso filtro antiparticolato (no DPF). In questo modo si evita l’esigenza del processo di rigenerazione, spesso necessario per la pulizia periodica dei sistemi DPF.
Un gruppo di raffreddamento maggiorato è montato di serie e gli acquirenti possono optare per il nuovo ventilatore a comando idraulico con regolazione della velocità in base alla temperatura ambiente per ottimizzare il raffreddamento e i consumi di carburante, che può essere impostato per invertire periodicamente il flusso d’aria per la rimozione dei detriti.
Differenziali a coppia proporzionale sono montati di serie sugli assali JCB per impieghi gravosi delle macchine, con differenziali anteriore e posteriore limited slip opzionali, per garantire una maggiore forza di trazione per le pale gommate utilizzate prevalentemente fuori strada.
La possibilità di scollegare la trasmissione tramite il pedale del freno libera i giri del motore per ottimizzare le prestazioni idrauliche riducendo al contempo l’usura del freno e il consumo di carburante. I modelli 411 e 417 sono dotati di trasmissione Powershift a quattro marce, in grado di raggiungere i 40 km/h.
Cabina CommandPlus
La spaziosa cabina CommandPlus offre ai modelli Jcb 411 e 417 nuovi livelli di informazioni, controllo e comfort, oltre a straordinaria visibilità e una migliore insonorizzazione che la rendono ottimale per attività prolungate al posto di guida. Nelle fredde mattine invernali i cristalli si disappannano più rapidamente grazie a un sistema di condizionamento e climatizzazione automatico che garantisce una migliore ventilazione e distribuzione del flusso di aria. Sono inoltre presenti ampi vani portaoggetti per l’operatore.
Sono disponibili cabine con due differenti livelli di caratteristiche tecnologiche. La dotazione standard comprende un piantone sterzo regolabile, sedile a sospensioni pneumatiche, oscurante a rullo per parabrezza, specchi retrovisori esterni riscaldati e una presa di alimentazione da 12 V. L’opzione con caratteristiche tecnologiche di più alto livello offre agli operatori un sedile deluxe, doppio oscurante a rullo e tappetini in gomma rimovibili nei vani portaoggetti su entrambi i lati del quadro della strumentazione.
È prevista, inoltre, una seconda videata di informazioni con display telecamera integrato e sistema di controllo CommandPlus, che consente di effettuare la regolazione da cabina della portata di olio dei circuiti ausiliari, di abilitare il sistema opzionale di sospensione del braccio e gli intervalli di tempo per il ventilatore con inversione del senso di rotazione, se previsto. È disponibile, inoltre, un’opzione di “help” che descrive la funzione degli interruttori di comando ed è particolarmente utile per operatori occasionali e stagionali.
Gli operatori possono eseguire dalla cabina i controlli di manutenzione periodica giornaliera, ad esempio il controllo dei livelli dell’olio motore e dell’additivo per emissioni gasolio (DEF). Ciò non solo consente di risparmiare tempo ma incoraggia gli operatori a eseguire con regolarità questi importanti controlli. L’ampia scelta di nuovi comandi joystick e multileva per il sistema idraulico soddisfa le diverse preferenze degli operatori. Entrambi i modelli sono montati di serie sul sedile, includono un commutatore di marcia avanti/retromarcia rotativo e garantiscono il controllo proporzionale di tutte le funzioni della pala gommata.
Sono disponibili nuove opzioni di illuminazione a LED con una durata utile notevolmente superiore in sostituzione delle luci standard o alogene per garantire agli operatore una visibilità ancora migliore attorno alla macchina quando lavorano al buio.
Impianto idraulico e prestazioni
Il modello 411 dispone di un impianto idraulico con pompa a ingranaggi che produce 123 l/min a piena potenza, mentre il modello 417 è dotato di un sistema a portata variabile su richiesta “load sensing” con fino a 156 l/min. Oltre a fornire olio ai cilindri dello sterzo articolato e all’impianto frenante servoassistito delle quattro ruote, le pompe alimentano i bracci della pala e il carrello standard o con attacco rapido che può funzionare con una vasta gamma di attrezzature JCB.
Il modello 411 da 8,7 t è dotato di bracci di sollevamento JCB a coppia elevata che offrono 3,36 m di altezza di carico con l’attacco rapido Quickhitch e un carico di ribaltamento in massima sterzata di poco superiore a 5.000 kg con una benna per impieghi generali da 1,2-1,6 m3.
Per il modello JCB 417 sono disponibili tre opzioni di bracci pala con altezza di carico di 4,2 m per il caricamento di tramogge in uno stabilimento di betonaggio o per il carico di autocarri dalle fiancate alte. La capacità di carico di ribaltamento in massima sterzata è di circa 3.900 kg per questa configurazione, con capacità fino a 5.800 kg con attacco rapido sui bracci standard e altezza di carico di 3,3 metri.
L’inquinamento nelle città è in prima pagina. Per questo alcune città del nord hanno anche cercato di introdurre una campagna di sensibilizzazione per tenere le caldaie ancora spente, visto le temperature alte registrate negli ultimi giorni. Ma ridurre, o addirittura eliminare, l’inquinamento in città è possibile. Per esempio, attraverso una tecnologia semplice ed economica potremmo riscaldare i nostri edifici senza utilizzare i combustibili fossili. Se a Milano fossero sostituiti la metà degli impianti per il riscaldamento a gasolio potremmo dimezzare le emissioni in pochissimo tempo. È il succo delle riflessioni di Riccardo Bani, presidente di Teon, azienda che produce pompe di calore.
Considerando la sola anidride carbonica, ragiona Bani, l’intervento avrebbe l’effetto equivalente di togliere dalla circolazione 134.000 auto in città (su di un parco registrato di ca. 700.000 automobili): una coda più lunga della distanza Milano-Roma. Per le famiglie milanesi vorrebbe dire respirare aria più pulita e risparmiare sulla bolletta energetica.
Piani alti a Milano
In realtà le pompe di calore sono molto più efficienti delle caldaie, non emettono inquinanti nel luogo d’uso e fanno ricorso al 70%-80% di energia rinnovabile. La firma del protocollo di Kyoto ha dato l’avvio ad una grande trasformazione nel settore della produzione di energia elettrica in Italia così come nella mobilità. «Oggi, ad esempio, il 40% dell’energia elettrica consumata è generata da fonti rinnovabili, in particolare da impianti fotovoltaici o eolici, anche attraverso un nuovo modello di produzione rinnovabile diffusa. La diffusione (incentivata) di veicoli elettrici e biocombustibili sta aprendo le nostre città ad una mobilità sempre più sostenibile», nota Bani. «Nessun progresso di rilievo invece, nel settore del riscaldamento, al punto che oggi esso rappresenta la principale fonte di inquinamento delle nostre aree urbane in termini di PM10. In media, il contributo fornito dal riscaldamento alle emissioni di particolato primario è pari a circa il 43%. Non solo; sebbene le emissioni provenienti dal settore industriale e dai trasporti su strada siano diminuite dal 2000 del 63% e del 50% rispettivamente, quelle da riscaldamento sono aumentate del 47% (e del 62% a livello nazionale)».
Le pompe di calore, secondo il presidente di Teon, introducono energia rinnovabile pulita anche nel settore del riscaldamento. Sono macchine intrinsecamente ben più efficienti delle caldaie perché non creano energia termica ma la estraggono da una sorgente fredda trasportandola a una destinazione calda e, visto che fanno il contrario di quello che farebbe madre natura, hanno necessità di consumare energia elettrica, anche se in quantità di molto inferiore all’energia offerta (detta utile).
Per rendere disponibile in ambiente 100 unità di energia termica, una caldaia deve bruciare circa 120 unità di energia chimica del combustibile fossile o biomassa: le pompe di calore invece utilizzano 30 unità di energia elettrica (a zero emissioni in-loco) per rendere disponibili le stesse 100 unità di energia termica utile, estraendole dalla fonte rinnovabile (acqua o aria).
Riccardo Bani, presidente di Teon
Nel solo comune di Milano sono oggi presenti oltre 2000 centrali termiche a gasolio di taglia media pari a 200kW, utilizzate per il riscaldamento centralizzato. Durante la stagione invernale (15 ottobre-15 aprile) queste caldaie riversano nell’aria della città 12,7 tonnellate di PM10, 250 tonnellate di SO2, 150 tonnellate di NOx e più di 188 mila tonnellate di CO2.
Sostituire, ad esempio, la metà di questi impianti con la tecnologia della pompa di calore (una penetrazione dell’1,5% rispetto alle centrali termiche complessive del Comune) implicherebbe il dimezzamento di tutte emissioni sopra indicate. Considerando la sola anidride carbonica, l’intervento avrebbe l’effetto di togliere dalla circolazione 134.000 auto in città (su di un parco registrato di 700.000 automobili): una coda più lunga della distanza Milano-Roma.
Non solo: la bolletta a carico dei cittadini interessati sarebbe ridotta di 26 milioni di euro ogni anno (ovvero del 60% della spesa indirizzata) e il risparmio equivalente di carburante per auto di ulteriori 80 milioni di euro.
L’Osservatorio permanente del Design Adi ha inserito la guida di BTicino nell’Adi Design Index 2017, nella sezione design per la comunicazione. Sono state 772 le candidature, e solo 204 le soluzioni selezionate e inserite nell’Adi Design Index 2017, volume che raggruppa i migliori progetti di design del 2016 selezionati dall’Osservatorio permanete di Adi. Tra questi c’è il manuale di corporate identity per lo sviluppo delle app destinate al cliente finale dei prodotti di BTicino e Legrand. L’Osservatorio permanente del Design Adi sottolinea come «La forte notorietà di BTicino e Legrand è legata agli interruttori, nella più ampia accezione del termine. L’evoluzione tecnologica e culturale del mercato di riferimento ha determinato un pari cambiamento nell’offerta dei prodotti, ma anche un cambio nell’esperienza di fruizione: molti dei prodotti proposti da BTicino e Legrand possono incorporare oggi tecnologie digitali che consentono di fornire servizi a maggiore valore aggiunto. Tra questi, molti offrono un’app come funzione addizionale o sono nativamente studiati per essere gestiti tramite app. Per continuare con le stesse qualità distintive di BTicino e Legrand, sono state create delle linee guida capaci di garantire il giusto equilibrio tra l’esperienza digitale e la coerenza con il marchio, fornendo la flessibilità utile a ottimizzare l’esperienza dell’utilizzatore».
Guida per gli utenti di BTicino
Grazie all’inserimento nell’ADI Index 2017, il progetto potrà partecipare il prossimo anno alla attribuzione del XXV Compasso d’Oro Adi, il premio che una prestigiosa Giuria internazionale attribuisce ogni due anni. La selezione è stata condotta secondo una rigorosa metodologia di lavoro ed esclusivi criteri di merito, quali originalità e innovazione funzionale e tipologica, e sintesi formale raggiunta, da una giuria composta da oltre cento esperti, organizzati in commissioni.
La filosofia che ha guidato BTicino Design nella costruzione del manuale di corporate identity per le app destinate al cliente non professionale si basa sulla decisione di sviluppare un linguaggio di comunicazione riconoscibile e omogeneo per tutte le applicazioni. Un format attraverso cui l’utilizzatore tramite il suo smartphone potesse accrescere la sua esperienza e ottenere un effettivo valore d’uso.
Il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, in visita nel quartier generale Basf a Ludwigshafen, in Germania
Il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, ha visitato il quartier generale Basf a Ludwigshafen, in Germania, il polo chimico integrato più grande al mondo. Galletti è stato accolto da Saori Dubourg, membro del consiglio di amministrazione di Basf e da una delegazione di manager aziendali, tra cui Andreas Riehemann, amministratore delegato di Basf Italia. Obiettivo della visita: le tecniche sviluppate nel corso degli anni per il sistema di produzione integrata Verbund, che permette agli oltre 200 impianti produttivi del sito di essere connessi in modo intelligente per utilizzare al meglio l’energia, le materie prime e ridurre al massimo gli impatti ambientali.
Il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, in visita nel quartier generale Basf a Ludwigshafen, in Germania
Grazie al sistema Verbund, applicato in sei siti produttivi nel mondo, Basf nel 2016 ha risparmiato energia per 19 milioni di Megawatt/ora, che equivale a 3,8 milioni di tonnellate di Co2 in meno nell’ambiente. La visita si è focalizzata su quattro principali aree tematiche: efficienza energetica, sostenibilità ambientale, tecnologie per la mobilità intelligente e sviluppo di polimeri biodegradabili e compostabili. Galletti ha visitato anche gli impianti di termovalorizzazione dei rifiuti e cogenerazione energetica, che garantiscono allo stabilimento oltre il 90% del fabbisogno energetico di 6 TWh, e il centro di monitoraggio e controllo ambientale, che verifica in tempo reale la qualità dell’aria e delle acque. Da ultimo, il laboratorio di ricerca avanzata, dove si sviluppano tecnologie all’avanguardia per catalizzatori di nuova generazione e batterie destinate al settore automotive. «BASF è impegnata ad identificare prodotti e soluzioni innovative che abbiano un effetto concreto in termini di economia circolare e siamo felici di averle condivise con il ministro Galletti», ha commentato Dubourg. «Sono venuto in Germania per conoscere una grande realtà globale e confrontarmi su quel cambiamento profondo di mentalità che interessa l’economia europea nel suo rapporto con la sostenibilità», ha chiosato Galletti. «Basf dimostra nei fatti che il mondo industriale sta cambiando: con l’attenzione al contenimento delle emissioni, al riciclo e alla rigenerazione, puntando sull’efficienza energetica e sulle tecnologie in grado di ridurre gli impatti sull’ambiente. Il futuro si chiama economia circolare: un processo irreversibile del nostro sistema produttivo, che trova anche la chimica italiana estremamente attenta e consapevole. Questo è un settore decisivo su cui rafforzare la leadership europea sull’ambiente, in linea con gli impegni presi alla Cop21 di Parigi», ha concluso Galletti. «Siamo orgogliosi di aver mostrato al ministro come per Basf la sostenibilità e l’innovazione viaggino di pari passo. Il sito Verbund di Ludwigshafen è un chiaro segnale della possibilità di coniugare lo sviluppo del più grande polo chimico al mondo, con l’innovazione ed il rispetto per l’ambiente», ha commentato Riehemann al termine della visita.
Si costruisce meno e, inevitabilmente, ne risente anche l’occupazione. Nel primo semestre 2017, secondo l’Osservatorio Casse edili del Sistema Bilaterale delle Costruzioni, il numero delle ore lavorate è sceso del 3,7% rispetto allo stesso periodo del 2016. E se nel Nord Ovest il calo è dello 0.5% e nel Nord Est dell’1,7%, nel Centro sale al 2,4%, per raggiungere l’11,7% al Sud. In queste regioni il calo del numero degli operai ha sfiorato il 14% a fronte di un dato medio nazionale del 4,5%. Da segnalare la crescita occupazionale, seppure dello 0,1%, nel Nord Est. Senza fine appare inoltre la riduzione del numero delle imprese attive che nel primo semestre è stato mediamente del 4,6%, ma che al Sud ha raggiunto l’8,3% e nelle Isole il 9,5%.
Le difficoltà dell’industria delle costruzioni viene confermata anche dai dati Istat sull’andamento dell’occupazione destagionalizzata che nel secondo semestre dell’anno in corso si è ridotta del 2,1%. Considerato che nel Sistema Bilaterale delle Costruzioni si riconoscono soprattutto le imprese più strutturate orientate al mercato delle opere pubbliche il dato fa scopa con il forte ridimensionamento degli investimenti in opere pubbliche come sottolinea il direttore del Cresme, Lorenzo Bellicini: «Una contrazione che è arrivata come una vera sorpresa anche rispetto alle azioni e alle risorse che sembravano essere disponibili. Soprattutto ha colpito nel 2016 la frenata della spesa degli enti locali. Uno dei temi che va evidenziato risulta essere quindi quello della capacità di spesa del settore pubblico, in un quadro tecnico e normativo più complesso».
Secondo il Rapporto Formedil, i 103 enti che fanno parte del sistema hanno svolto nel 2016 12.514 corsi per 298.500 ore di formazione, coinvolgendo circa 150.000 allievi. L’investimento nell’anno è stato di 74 milioni, di questi il 67% sono stati contributi ricevuti dalle Casse edili, il 19% sono risorse pubbliche e un 13% di risorse private. Dal 2009 al 2016 il sistema che fa capo a Formedil ha formato oltre 1 milione e 141 mila tra operai e tecnici.
Shopping in Usa per Hörmann, gruppo specializzato in chiusure. L’azienda ha acquistato la Tnr Industrial Doors con sede a Barrie (Toronto), nello stato federale dell’Ontario, Canada. la Tnr Industrial Doors è un’azienda fondata nel 2003, che conta 65 dipendenti e raggiunge un fatturato di circa 15 milioni di euro grazie a una rete di rivenditori ben strutturata. L’azienda nordamericana produce e commercializza portoni a scorrimento rapido, serrande avvolgibili e, soprattutto, speciali portoni in gomma piena che, in virtù della loro robustezza e durata, sono ampiamente utilizzati nell’industria mineraria. Un prodotto proposto da un numero esiguo di aziende nel mondo: questi portoni sono commercializzati da Tnr a livello globale. «I portoni speciali completano la gamma di prodotti con cui siamo presenti sul mercato americano», affermato Christoph Hörmann, titolare dell’omonimo Gruppo. «Grazie alla nostra azienda Hörmann Flexon Llc, che produce e distribuisce portoni industriali, potremo sfruttare importanti sinergie per lo sviluppo sul territorio di queste nuove chiusure industriali. I rivenditori Hörmann Flexon potranno ricevere in futuro tutti i portoni industriali di cui necessitano, da un unico fornitore». L’attuale direttrice di Tnr, Cathy Buckingham, manterrà il suo incarico al vertice ed il marchio continuerà a esistere come Tnr Industrial Doors.
Tra i fattori cruciali e critici dei percorsi di inserimento degli immigrati c’è la sistemazione abitativa. Un aspetto sempre più pressante, visto che gli stranieri regolarmente residenti in Italia sono più di 5 milioni, con una percentuale sul totale della popolazione in linea con il resto d’Europa. A questi vanno aggiunti circa 70mila studenti universitari, il cui numero è raddoppiato in dieci anni. Una sfera, quella relativa all’accesso alla casa, rispetto alla quale la condizione media degli stranieri fatica ad uscire dalla precarietà, specie nelle grandi città.
La presenza straniera si concentra nelle grandi città del Centronord: a fronte di una media nazionale di stranieri residenti sul totale dell’8,3%, a Milano la quota si attesta al 19%, a Torino e Bologna sopra al 15%, a Roma e Venezia attorno al 13%.
Il 64,7% dei lavoratori immigrati vive in affitto, e il 93% degli studenti stranieri, con un’alta percentuale di sovraffollamento. Secondo una ricerca di Sidief e Banca d’Italia, l’8,9% degli stranieri abita presso il luogo di lavoro e il 7,3% da parenti e connazionali. Solo il 19,1% (e il 7% degli studenti) vive in una casa di proprietà. Ma, attenzione: negli ultimi dieci anni gli immigrati hanno comprato circa 850mila alloggi, perlopiù nei piccoli comuni delle aree metropolitane o nelle periferie urbane, con una spesa media di poco superiore a 120mila euro. Negli ultimi anni, anche a causa della difficoltà di avere un mutuo, gli acquisti sono però scesi a circa 50mila l’anno, meno della metà rispetto al 2007/2008.
Sempre secondo la ricerca, i lavoratori immigrati nelle nostre città sono protagonisti di un mercato privato dell’affitto ma con risorse quantitative scarse, soprattutto relativamente a dimensione e qualità dell’alloggio. Quello appannaggio degli stranieri è infatti ancora un mercato immobiliare povero, fatto all’inizio di stanze (spesso anche in condivisione) e poi, col tempo, di micro-case, dove il fattore prezzo costituisce l’elemento centrale: 300-400 euro per una stanza, 700-900 euro per un alloggio, sono i parametri ricorrenti a Roma; analoghi costi per una stanza a Bologna mentre si scende leggermente sui 600-700 euro per l’alloggio.
Immigrati
Realtà complessa
Per quanto riguarda una delle categorie più immediatamente visibili, quella degli immigrati, i dati più aggiornati restituiscono, in relazione al tema della casa, una realtà complessa. Se tra gli italiani più del 67% vive in abitazione di proprietà e solo il 16% in affitto privato, tra i «nuovi italiani», cioè gli immigrati che si affacciano alla società italiana, le percentuali si invertono, con quasi il 65% di utenti che ricorrono al mercato dell’affitto, con una domanda potenziale pari a circa 3,2 milioni di persone.
«Sul tema casa in Italia possiamo prendere spunto dalle realtà europee, tenendo però presente che il nostro patrimonio immobiliare ha caratteristiche originali, sia per tipologia, che per distribuzione degli spazi interni e, non ultimo, per la storicità degli elementi», afferma Carola Giuseppetti, Consigliere e Direttore Generale Sidief. «A partire da queste caratteristiche, crediamo si possa lavorare su un modello diverso, che non concentri la nuova domanda in singoli stabili o quartieri, ma favorisca la distribuzione molecolare all’interno dei fabbricati e di più aree urbane».
Piemonte e Toscana si arricchiscono di due nuovi punti di riferimento firmati Habimat per il mondo delle finiture e dell’interior design grazie alle recenti inaugurazioni degli showroom Habimat Capri Ceramiche a Pray Biellese (Biella) e Habimat Focardi e Cerbai a Sesto Fiorentino (Firenze). Le due storiche realtà del Gruppo BigMat hanno da poco presentato al pubblico le nuove sale mostra, frutto di importanti interventi di restyling e di ridefinizione degli spazi delle aree espositive.
Habimat Capri Edilizia
Habimat Capri Ceramiche
Così a Pray Biellese i titolari di BigMat Capri Edilizia, Punto Vendita attivo sul territorio dal 1998, hanno rinnovato gli spazi dello storico showroom di famiglia Capri Ceramiche, attivo nel settore delle piastrelle e delle finiture per l’ambiente bagno dal 1976, recentemente acquisito e incorporato dalla realtà BigMat per dare vita a una sala mostra in cui le nuove frontiere del design incontrano la tradizione di una realtà consolidata e radicata sul territorio. Una superficie di oltre 320 mq ospita un’ampia gamma di finiture e rivestimenti affiancata da una selezione di prodotti per il mondo outdoor. Un percorso alla scoperta delle novità del mondo dell’interior design, accompagnati dalla competenza, dal know-how maturati dallo staff durante l’esperienza nello storico showroom biellese. Un teama completa disposizione della clientela per soddisfare ogni tipo di esigenza, dalla consulenza in fase iniziale alla progettazione fino alla posa in opera e all’assistenza in cantiere.Una squadra al servizio di architetti, interior designer, imprese e privati che possono inoltre contare sulla collaborazione di maestranze e artigiani locali grazie a cui Habimat Capri Ceramiche, come sottolinea il titolare Giovanni Capri, «è in grado di offrire, laddove i clienti lo richiedano, un servizio chiavi in mano; un supporto per noi prezioso e fondamentale per far sì che il lavoro finale sia perfettamente riuscito e risponda alle richieste del nostro pubblico». Un pacchetto completo che integra l’offerta legata alle finiture con l’esperienza pluriennale nell’ ambito dell’edilizia pesante per affrontare le nuove sfide del mercato: «Il rinnovamento dello showroom sotto l’insegna Habimat – conclude Capri – rappresenta da un lato una svolta guardando al futuro e dall’altro lato un punto di continuità con la nostra tradizione. L’acquisizione dello showroom di famiglia e dei suoi spazi permette a BigMat Capri Edilizia di completare, anche dal punto di vista delle finiture, l’offerta commerciale proposta operando in una struttura di oltre 1.000 mq e bene organizzata che ospiterà anche la nostra sede amministrativa e commerciale».
Giovanni Capri e la moglie Silvia
Habimat Focardi e Cerbai
Habimat Focardi e Cerbai
Anche il restyling del nuovo showroom Habimat di BigMat Focardi e Cerbai a Sesto Fiorentino (Fi) guarda ai nuovi scenari del mercato del mondo delle finiture in cui non manca la concorrenza della grande distribuzione: «Il nuovo showroom – afferma Matteo Cerbai, titolare insieme al padre Alessandro e al fratello Tommaso – è stato concepito proprio per differenziarsi ancor di più dalla grande distribuzione che tende a offrire prodotti standardizzati. La progettazione e l’assistenza tecnica che noi offriamo fanno invece la differenza. La preparazione dei collaboratori, il loro aggiornamento e la passione che mettiamo nel nostro mestiere ci permettono di creare ambienti unici». La nuova sala mostra, sviluppata su una superficie di 300 mq con un’ampia selezione di finiture, ceramiche, rubinetteria e complementi per l’ambiente bagno si contraddistingue, infatti,per la presenza di spazi e ambientazioni curate nei minimi dettagli e per la presenza di un’area dedicata ai professionisti che vede protagonista una collezione di mood board realizzata in collaborazione con la designer Marina Del Monaco, docente della BigMat Design School. Una “bacheca di tendenze” dove vengono proposti cinque stili di design diversi che combinano e intrecciano materiali, rivestimenti ed elementi dell’arredo bagno con una gamma di colori studiata ad hoc. Nello showroom sono stati inoltre creati otto box espositivi che ricreano dal vivo gli allestimenti progettati con piastrelle, mobili e complementi per il bagno. Proposte reali per guidare designer, architetti, progettisti e tutti coloro che vogliono creare ambienti coordinati e di tendenza nella scelta delle migliori soluzioni. Ispirazioni ma anche consulenza grazie al supporto e al know-how dello staff completato dalla presenza di un geometra e un architetto, entrambi specializzati nell’arredo di interni, per offrire un servizio che risponda in modo puntale alle richieste di un pubblico sempre più esigente.
Manovra al via, rimane l’ecobonus. I particolari si conosceranno nelle prossime ore. Intanto, il consiglio dei ministri ha dato il via alla legge di Bilancio, che dovrà però essere poi approvata da Camera e Senato. All’interno del governo c’era il desiderio di stabilizzare gli incentivi sulla casa o renderli almeno quinquennali per i condomini. Sicuramente il bonus casa sarà confermato anche nel 2018, ma forse con uno sconto fiscale un po’ più basso (al 50% anziché al 65%) per le finestre o le caldaie a condensazione, allargato anche agli incapienti grazie alla possibilità di cessione del credito. Una delle ipotesi è di legare l’entità dello sconto all’obiettivo di miglioramento energetico raggiunto. I particolari li conosceremo nelle prossime ore.