L’edilizia in Europa va così così. Con tendenza al grigio. Secondo i dati Eurostat, la produzione edilizia nell’eurozona è calata dello 0,5% a giugno rispetto a maggio, quando era già scesa dello 0,2%. In sostanza, va bene solo all’Est. Ma bisogna tenere conto che, rispetto a giugno 2016, è cresciuta del 3,4%. Insomma, una frenata estiva. Anche nella Ue nel suo complesso l’indice ha registrato un calo, – 0,2%, dopo il -0,5% del mese precedente, mentre su anno ha segnato +3,6%. E l’Italia? Non si sa, «i dati sono confidenziali», dive Eurostat. Tra i Paesi che hanno visto i cali più significativi vi sono Germania (-1%), Belgio e Francia (-0,7%) e Gran Bretagna (-0,2%), mentre la produzione edilizia ha registrato gli aumenti maggiori in Slovenia (+12,1%), Spagna e Slovacchia (+2,2%), e Polonia (+2,1%).
Il fascicolo di fabbricato? Vade retro, dice Confappi
Il fascicolo di fabbricato, secondo architetti, ingegneri, geologi (la lista potrebbe essere lunga), consentirebbe di radiografare lo stato di salute di un edificio. E potrebbe indicare quando è necessario intervenire per mettere in sicurezza un condominio o una palazzina. Ma i proprietario di casa considerano questa spesa del tutto inutile (tranne quando crolla qualcosa, forse).
La Confappi (Confederazione della Piccola Proprietà Immobiliare), infatti, si scaglia contro il Fascicolo del fabbricato. Così com’è stato pensato fino ad oggi, sostiene l’associazione, «non è affatto utile, al contrario rappresenta l’ennesima spesa a carico dei proprietari». Lo sostiene il presidente di Silvio Rezzonico, dopo il dibattito sul Fascicolo del fabbricato, in seguito al crollo della palazzina a Torre Annunziata, in Campania, che ha causato otto vittime. «In questi ultimi giorni il ministro Delrio ha parlato di istituire l’obbligo di un certificato di stabilità; potrebbe anche essere una buona idea, ma a patto che sia una cosa seria e mirata», ha detto Rezzonico, senza precisare che cosa intende per «seria e mirata». Nel 2003 la Corte Costituzionale, ricorda Confappi, ha già dichiarato incostituzionali le leggi regionali di Campania e Lazio, che istituivano il libretto del fabbricato. Rezzonico osserva come «sia farlocco un fascicolo del fabbricato con i prezzi ridicoli e le caratteristiche prospettate dai fautori dell’iniziativa. Il libretto sarebbe del tutto inadeguato a garantire la sicurezza e l’incolumità pubblica e gioverebbe solo a procacciare lavoro a professionisti poco professionali, che lavorerebbero a prezzi stracciati in una materia di accertamenti complessi e difficili».
Insomma, meglio lasciare le cose come stanno. Anche se ogni tanto crollano.
Isolanti, la tedesca Xella acquista la spagnola Ursa
La tedesca Xella International acquista Ursa. A vendere è l’azionista di maggioranza dell’azienda, il fondo americano Kkr. I termini finanziari della transazione non sono stati resi noti. Ursa ha sede a Madrid e fattura circa 400 milioni di euro: è uno dei principali fornitori di materiale isolante in Europa, in particolare di lana minerale e polistirene estruso. Xella è un gruppo con sede a Duisburg, in Germania, che produce e commercializza materiali da costruzione, pannelli in fibra di cartone in gesso e pannelli di rivestimento in cemento, assieme a calce e calcare. La società è attiva in tre segmenti di business: materiali da costruzione, rivestimento secco e calce.
Il fondo Kkr è stato azionista di maggioranza di Ursa dal 2015. Dopo il forte calo del mercato russo, Kkr ha rafforzato il team di gestione di Ursa e riorganizzato e razionalizzato le sue operazioni. Questo ha permesso all’azienda di raggiungere nuovi livelli di crescita, aumentare la capacità in molti dei suoi impianti produttivi, e grazie a miglioramenti operativi, ha fatto lievitare i suoi risultati.
Aitec all’attacco dell’Antitrust: il cemento è trasparente
L’Antitrust accusa le imprese del cemento di aver costituito un cartello per controllare i prezzi. La conclusione dell’indagine dell’Autorità sulla concorrenza non vede, però, d’accordo Aitec, l’Associazione delle imprese del settore. E annuncia che ricorrerà al Tar e al Consiglio di Stato, nel caso il tribunale non dovesse accogliere il ricorso, «per ristabilire la verità».
L’indagine dell’Antitrust è stata avviata nel novembre del 2015 e prevede una intesa tra le aziende restrittiva della concorrenza.
L’associazione, che aderisce a Confindustria, «ha operato un significativo e progressivo rafforzamento dei presidi interni di legalità: l’adozione di un codice di condotta e di linee guida sui rapporti con i partner commerciali; l’istituzione di un gruppo consultivo di esperti sulla legalità ed etica; l’adozione di un programma di compliance e la nomina di un compliance officer, per citare solo alcuni passaggi». Secondo le imprese del settore, l’Antitrust «ha seguito una tesi precostituita e non corroborata da evidenze fattuali, vedendo nell’Associazione il foro improprio di interlocuzioni illecite tra concorrenti. In particolare, in contrasto con il precedente procedimento comunitario, è stato messo sotto accusa un sistema di raccolta di dati aggregati da cui era impossibile risalire alle informazioni relative ai singoli operatori. Tale sistema era stato introdotto per far fronte ai ritardi nel rilascio delle statistiche ufficiali del Mise, nonché affidato in gestione ad una società terza accreditata per assicurare la confidenzialità dei dati aziendali oggetto di distribuzione».
Occupazione, l’edilizia riparte da Bergamo
I dati sull’occupazione in Italia alternano dati confortanti ad altri meno positivi. Un settore, però, ha da tempo la lancetta spostata sul rosso: l’edilizia. Sorprendentemente, però, arrivano dati in controtendenza. Bergamo, capitale italiana del settore, dopo anni di crisi sembra indicare una svolta: secondo la rilevazione periodica a cura del Sistema Excelsior del ministero del lavoro, Unioncamere e Camera di commercio di Bergamo, sono oltre 1.500 i posti da ricoprire nel settore dell’edilizia. In generale, nell’area di Bergamo ci sono altre 6mila richieste di operai qualificati, anche se solo il 28% dei contratti sarà a tempo indeterminato. Ma la sorpresa arriva, appunto, dal settore dell’edilizia. In tutto, secondo l’indagine, sono quasi 19 mila le assunzioni previste nel trimestre luglio-settembre.
Mutuo, un’Odissea italiana: 4 mesi per ottenerlo
In Italia per ottenere un mutuo bisogna aspettare 134 giorni. È il risultato di uno studio condotto congiuntamente da Facile.it e Mutui.it, che hanno monitorato l’iter burocratico di un campione di circa 1800 pratiche concluse tra il 1 gennaio 2016 e il 30 giugno scorso. La media italiana è appunto di 134 giorni, più di quattro mesi. Tanto, troppo.
La regione tartaruga è l’Umbria, dove per ottenere l’erogazione di un mutuo prima casa, il temo medio di attesa (che intercorre tra la richiesta di informazioni e l’erogazione) è di 153 giorni, praticamente 5 mesi. Ovviamente, differenze sensibili esistono in base alla tipologia di mutuo richiesto: infatti, si va dai 115 giorni del finanziamento per liquidità ai 140 di quello legato alla surroga, il più lento in assoluto.
Passando alle regioni, in Sardegna e in Piemonte ci vogliono in media 147 giorni; sopra la media italiana anche Calabria (143), Puglia (139), Campania (138) e Lombardia (135, dove però Milano impiega 143 giorni e mentre Sondrio solo 102). La maglia nera provinciale va a Pisa (204 giorni di media). I mutui più veloci sono invece in Friuli Venezia Giulia (94 giorni), seguiti da quelli del Trentino-Alto Adige (112), Liguria (115) e Veneto (120 giorni). Il primato del Friuli Venezia Giulia resta anche a livello provinciale: Udine e Gorizia sono al top delle province più rapide, 82 ed 83 giorni.
Saint-Gobain fa shopping in Germania e Brasile
Shopping in Germania e in Brasile per Saint-Gobain. La multinazionale francese di prodotti per l’edilizia, ha siglato l’acquisizione del 100% del capitale di due aziende: la tedesca Kirson e la brasiliana TedBond.
Kirson è un importante player nel mercato europeo dei pannelli. Fondata nel 1963 e situata in Baviera, Kirson produce pannelli metallici di rinforzo e una serie di prodotti che prevedono l’uso di tessuti-non-tessuti all’interno dei pannelli. Queste soluzioni sono destinate principalmente all’impermeabilizzazione dei tetti nonché utilizzate come rivestimenti per i pavimenti e pannelli di costruzione. Nel 2016 i ricavi di Kirson hanno raggiunto i 27 milioni di euro. L’integrazione di Kirson nella attività dei materiali ad alte prestazioni di Saint-Gobain completerà l’offerta del brand Adfors per il mercato delle membrane impermeabilizzanti, contribuendo a sviluppare le vendite in tutto il mondo.
TekBond opera invece nel mercato degli adesivi destinati al settore delle costruzioni e all’area automotive. L’azienda produce e distribuisce una vasta gamma di adesivi, sigillanti, spray e nastri di mascheratura in tutto il Brasile. La sua offerta si basa su una conoscenza approfondita del mercato e dei clienti per adeguare le proprie formulazioni di prodotto alle specificità locali. Ora entrerà a far parte della divisione High-Performance Materials. Questa acquisizione permetterà a Saint-Gobain di creare in Brasile importanti sinergie con le linee di business Abrasives, Mortar e Flat Glass.
I due progetti sono soggetti all’approvazione delle autorità Antitrust dei rispettivi Paesi di riferimento.
Con YouTrade la congiuntura ogni trimestre: dati e previsioni
Virginia Gambino Editore presenta una grande iniziativa: un Osservatorio trimestrale sul mercato della distribuzione e dell’edilizia. L’analisi congiunturale è condotta dal Centro Studi YouTrade su imprese della distribuzione e della produzione: ha lo scopo di monitorare l’andamento del settore. I primi risultati sono subito molto interessanti: per esempio, nel primo trimestre dell’anno, rispetto all’ultimo quarter del 2016, il 45% delle imprese contattate ha denunciato un calo del fatturato, mentre il 32% lo ha considerato stabile e il 23% in aumento. Insomma, una leggera maggioranza (il 55%) vede il proprio business in miglioramento o, comunque, non in crisi.
Ma il risultato più stimolante è quello che riguarda il confronto tra il periodo gennaio-marzo 2016 e il corrispettivo del 2017. In questo caso la grande maggioranza (58%) delle imprese segnala un netto miglioramento dei ricavi, mentre solo il 27% ha il segno rosso sui conti. Da sottolineare anche l’andamento degli ordini: rispetto all’anno precedente, nel periodo considerato le commesse alle imprese sono state in aumento per il 65% degli intervistati, con solo il 9% che lamenta un decadimento delle richieste. Nell’analisi non mancano le previsioni: il 73% degli imprenditori interrogati si attende un fatturato stabile o comunque in aumento, mentre solo il 27% è più o meno pessimista sul proprio business.
Ma questi sono solo alcuni dei dati contenuti nella prima Indagine congiunturale curata dal Centro Studi YouTrade. Un’analisi che, accumulando i dati, sarà ancora più completa e interessante nelle prossime occasioni. Virginia Gambino Editore ha deciso di offrire la prima uscita di questo osservatorio assieme a questa newsletter. Per leggerla basta cliccare qui e scaricare il pdf allegato.
Le prossime analisi saranno invece riservate agli abbonati al mensile YouTrade. Un motivo in più per sottoscrivere l’abbonamento se non lo avete già fatto.
Finco l’ancia l’allarme: non stravolgere il codice degli appalti
«Facciamo chiarezza una volta per tutte su questa faccenda: vogliamo (vogliono) difendere aziende e lavoratori o certe aziende (da loro controllate) e certi lavoratori (quelli tesserati)?». Inizia così una nota di Finco che prende spunto sulla ventilata possibilità di un ritocco (sarebbe il terzo) al codice degli appalti, riguardo alle attività in house (cioè applati pubblici assegnati al proprio interno) e alla manutenzione. In particolare, Finco denuncia una lobby congiunta dei concessionari e dei sindacati.
«Un fatto è certo: se i lavori vanno fatti, a farli saranno imprese e lavoratori ma non è detto (anzi sarebbe opportuno che non sia) che debbano essere sempre le stesse aziende e le stesse maestranze a lavorare, mettendo peraltro fuori mercato gli altri soggetti. E le stesse normative europee vanno in questa direzione», accusa la Federazione di industrie prodotti impianti e servizi.
«Preoccupa apprendere – se risulta vero quanto riportato da organi di stampa – che il Mit ed il Mise abbiano avuto un atteggiamento di apertura (verso cosa? Verso una modifica del Correttivo Appalti, che è stato in Parlamento per due anni, con oltre 20 audizioni, poi in Esecutivo, oggetto di dibattito intenso e diffuso, che riguarda una materia che intercetta il 15% del Pil Nazionale e 1.500.000 lavoratori) verso la tutela – anticoncorrenziale – di 3.000 dipendenti, per eccesso, che potrebbero, forse, essere a rischio (rischio tutto da verificare stanti le sicure clausole sociali che sarebbero applicate in caso di subentro aziendale).
Ma scherziamo? No, non scherziamo purtroppo , visto il singolare quesito (auspicio?) rivolto dal Mit – e per fortuna subito chiarito da Anac – circa una possibile interpretazione in base alla quale la data da cui deve essere previsto il vigore del tetto del 20 % dell’in-house (cioè della possibilità di dare lavoro a se stessi negli appalti pubblici) si sarebbe potuta riferire non all’obbligo operativo della norma, ma interpretare come quella in cui i soggetti al tetto predispongono il piano per arrivare al tetto medesimo. Confidiamo».
Casa vacanze: su le compravendite, giù i prezzi
Gli italiani tornano a comprare la seconda casa per trascorrervi le vacanze. L’Osservatorio Nazionale Immobiliare Turistico 2017 di Fimaa-Confcommercio, realizzato con la collaborazione di Nomisma, ha sondato l’andamento del mercato 2017 delle case vacanze in Italia, analizzando i dati delle compravendite e delle locazioni di 203 località di mare e 112 di montagna e lago. Ebbene? La ricerca segnala un’importante crescita delle compravendite di abitazioni nelle località turistiche: rispetto al 2015 le transazioni immobiliari sono cresciute del 20,2%. Entrando nello specifico, le località di mare hanno fatto registrare un +19,9%, quelle montane +23,5% e quelle di lago +15,2%.
Nel 2017 il prezzo medio per l’acquisto di un’abitazione turistica in Italia si è attestato sui 2.229 euro al mq commerciale, con un trend dei prezzi di vendita delle case per vacanza in ulteriore contrazione: il dato medio fa segnare una flessione annua pari a -2,5%. L’Umbria è la regione che ha registrato il calo più intenso (-4,5%), a seguire Abruzzo (-3,2%), Lazio, Lombardia, Marche, Toscana e Valle d’Aosta (-3,0%); più contenuto il dato in Puglia (-0,9%), mentre in Calabria si è rilevata una sostanziale stabilità.
Tra le località nostrane, Santa Margherita Ligure (in provincia di Genova) si è nuovamente confermata in cima alla classifica per quanto riguarda i prezzi massimi di compravendita di appartamenti top o nuovi, con valori pari a 13.600 €/mq. Completano il podio Forte dei Marmi (Lucca) con 13.100 €/mq e Capri (napoli) con 13.000 €/mq. A seguire, si trovano le più rinomate località montane italiane: Madonna di Campiglio (Trento), Courmayeur (Aosta) e Cortina d’Ampezzo (Belluno).
Ikea entra nel business dei pannelli solari
C’è un nuovo concorrente sul mercato dei pannelli solari: Ikea. L’azienda svedese ha deciso di commercializzare sia pannelli solari che le batterie per la casa che servono per accumulare l’energia prodotta dal fotovoltaico. L’azienda allarga, insomma, il suo raggio d’azione dall’arredamento al settore delle energie rinnovabili per le abitazioni. La nuova area è, al momento, disponibile solo in Gran Bretagna, ma la commercializzazione dovrebbe essere estesa anche in altri Paesi. I pannelli solari con marchio Ikea sono offerti con una garanzia di 25 anni, oltre a una garanzia di sei anni sull’installazione e su tutto ciò che riguarda l’hardware del sistema e le sue prestazioni. L’azienda ha siglato un accordo con un’impresa, Solarcentury, che fornisce i pannelli solari e cura l’installazione per i clienti Ikea.
Prima casa, la sisma-agevolazione può diventare doppia
È in arrivo una nuova agevolazione fiscale se la prima casa diventa inagibile a causa di un terremoto: infatti, il proprietario di un’immobile dichiarato inagibile con provvedimento delle autorità competenti, può fruire del bonus prima casa per l’acquisto di una nuova abitazione. È il chiarimento fornito dalla risoluzione n. 107/E, con la quale l’Agenzia delle entrate ha risposto all’interpello di un contribuente interessato dagli eventi sismici dell’agosto e dell’ottobre del 2016.
In particolare, la risoluzione risponde al caso specifico di un contribuente che, beneficiando delle facilitazioni per la prima casa, aveva acquistato una abitazione dichiarata successivamente inagibile, con ordinanza del sindaco, a causa dello sciame sismico tra l’agosto e l’ottobre 2016. Il contribuente ha chiesto, quindi, chiarimenti all’Agenzia sulla possibilità di acquistare una nuova abitazione fruendo nuovamente del beneficio. L’Agenzia precisa che l’agevolazione prima casa per un nuovo acquisto può essere riconosciuta al proprietario di un altro immobile acquistato già fruendo dello stesso beneficio, se quest’ultimo non risulta idoneo, sulla base di criteri oggettivi, a sopperire alle esigenze abitative del contribuente.
La risoluzione chiarisce che nel caso di un evento sismico si configura una fattispecie non prevedibile e non evitabile, che ha comportato l’impossibilità per il contribuente di continuare ad utilizzare l’immobile acquistato per finalità abitative. L’oggettiva impossibilità risulta attestata, inoltre, dall’ordinanza dell’autorità competente che ha dichiarato l’inagibilità dell’immobile che, dunque, non potrà più essere utilizzato per la sua funzione abitativa fino a nuova disposizione. Fino a quando permarrà la dichiarazione di inagibilità dell’immobile, quindi, il contribuente potrà beneficiare delle agevolazioni per l’acquisto di un nuovo immobile, anche se ha già fruito dello stesso beneficio per l’acquisto dell’abitazione dichiarata inagibile. Se successivamente al nuovo acquisto agevolato, viene revocata dagli organi competenti la dichiarazione di inagibilità, resta comunque acquisito il beneficio goduto dal contribuente per il nuovo immobile: al momento del nuovo acquisto, infatti, risultavano soddisfatte le condizioni previste dalla normativa in materia di “prima casa” per godere della facilitazione.
Betonrossi protagonista a Grazzano Visconti con il calcestruzzo drenante Drainbeton
Nello storico borgo medievale di Grazzano Visconti, in provincia di Piacenza, Betonrossi ha contribuito alla riqualificazione della pavimentazione della Strada della Cà Matta, una delle principali vie cittadine, tra le più trafficate da macchine e pullman in quanto a servizio dei parcheggi del borgo. La sfida da affrontare consisteva nell’eseguire un intervento efficiente dal punto di vista tecnico, ma che rispettasse l’ambiente e che fosse cromaticamente integrato al paesaggio e all’atmosfera tipica del rinomato comune.
Grazie al suo DrainBeton, innovativo calcestruzzo drenante e fonoassorbente ad elevate prestazioni, Betonrossi ha permesso la realizzazione di una pavimentazione in grado di valorizzare l’ambiente senza deturparlo, rendendo possibile così una reale integrazione della strada nel paesaggio e garantendo un efficace deflusso delle acque piovane. L’intervento ha previsto la riqualificazione della pavimentazione stradale attraverso la rimozione del conglomerato bituminoso presente, che si stava degradando a causa dell’elevato stress subito, la sistemazione e regolarizzazione del sottofondo e il successivo impiego del calcestruzzo drenante DrainBeton, appositamente studiato e brevettato da Betonrossi per il settore delle pavimentazioni stradali. Il prodotto è stato steso con finitrice stradale in colorazione naturale (grigio cemento) e successivamente colorato con soluzioni mineralizzanti a base di resine.
La pigmentazione della pavimentazione è stata effettuata dopo circa una settimana di maturazione del calcestruzzo drenante. Questa soluzione ha permesso di ottenere una tinta perfettamente definita da un codice RAL, indicato dalla Committenza, con una resa omogenea su tutta la superficie, con la garanzia di una maggior resistenza della tessitura superficiale alle sollecitazioni dovute al costante passaggio di veicoli, mantenendo inalterate le caratteristiche di drenabilità del prodotto.
Unico brevettato in Italia nell’ambito delle applicazioni stradali, Drainbeton si applica “a freddo”, quindi senza emissione di fumi nell’ambiente, né rischi per la sicurezza degli operatori, oltreché con notevole risparmio energetico. Inoltre abbassa sensibilmente, rispetto alle stese bituminose ordinarie, la percezione del calore, rendendo migliore la percorribilità da parte dell’utente. Può essere realizzato nella colorazione naturale, oppure pigmentato in qualunque tonalità cromatica. L’elevata percentuale di vuoti interconnessi, consente di drenare anche più di 30 l/mq ogni secondo, garantendo comunque elevati valori di resistenza ai carichi.
La miscela di DrainBeton è stata appositamente studiata per essere stesa mediante finitrice stradale, consentendo una maggiore rapidità di stesa e garantendo il pieno controllo delle caratteristiche planoaltimetriche e di regolarità superficiale della pavimentazione, che già dopo 3-4 giorni dalla stesa raggiunge valori di resistenza sufficienti a consentire l’apertura della strada al traffico veicolare, compreso l’eventuale passaggio dei mezzi di cantiere.
Ceced: elettrodomestici sempre più tech
Economia circolare, smartness e connettività degli elettrodomestici sono i temi dominanti per definire lo scenario, immediato e a medio termine, del settore industriale degli elettrodomestici e del loro utilizzo nelle famiglie italiane. E di tutta Europa, dato che l’industria degli elettrodomestici in Italia da sempre opera per tutta l’Europa. Questi temi sono stati presentati a Roma da Manuela Soffientini, presidente di Confindustria Ceced Italia (associazione aderente a Anie Confindustria, che riunisce 103 imprese che operano nel settore degli apparecchi domestici e professionali e rappresentano oltre il 90% del mercato) che raccoglie le industrie di apparecchi domestici e professionali in Italia. «Il settore degli elettrodomestici è un comparto strategico della casa delle tecnologie Anie. Non solo per peso specifico (28%, di cui 21% apparecchi domestici e 7% apparecchi professionali e ristorazione collettiva), ma anche per tutto ciò che rappresenta in termini di innovazione ed evoluzione perché le sfide presenti e future del settore sono emblematiche di tutto il grande comparto manifatturiero dell’elettrotecnica e dell’elettronica», ha commentato Giuliano Busetto, presidente di Anie. «È un settore che ha fatto la storia dell’industria nazionale. Molti brand sono stati per anni il simbolo dell’italianità e, entrando nelle case e nella quotidianità degli italiani, hanno mostrato il volto buono e bello della tecnologia, integrando funzionalità e design».
La connettività degli elettrodomestici è già una realtà, ha esordito Soffientini: il mercato europeo offre oltre 2.100 modelli connessi in rete. E sono in costante aumento partendo da zero, cinque anni fa. In Italia nel primo semestre 2017, il 18,3% (dato GfK) delle lavabiancheria vendute è connesso: si tratta dei modelli più performanti e a maggior valore aggiunto, che sono diventati la caratteristica qualitativa del made in Italy, riposizionato sul medio-alto di gamma e non più produttore di volumi, anche se la promozionalità non aiuta a riconoscere compiutamente questo valore.
La connettività rientra nel nuovo paradigma della smartness, che significa l’uso più razionale e consapevole delle risorse energetiche a partire dagli elettrodomestici in uso in ogni famiglia fino alla smart grid, cioè la rete elettrica “intelligente” passando per l’edificio e la città smart. I produttori di elettrodomestici stanno operando verso la facilità d’uso e l’interoperabilità universale della connettività per consolidare la nuova cultura di consumi sostenibili con i relativi vantaggi ecologici ed economici. La connettività è uno strumento che può contribuire al successo dell’economia circolare, scenario culturale, regolatorio, operativo, che sarà la sintesi del futuro del settore degli apparecchi domestici e Cedec Italia Associazione Nazionale Produttori di Apparecchi Domestici e Professionali
Soffientini ha ricordato che non si tratta di un obiettivo lontano, ma di una serie di condizioni che già ora vanno considerate nell’impostazione dei prodotti che saranno sul mercato nei prossimi anni. I principi che costituiscono l‘economia circolare sono in discussione a livello Ue in particolare con la revisione della Direttiva Quadro sui Rifiuti e la Direttiva Raee (Rifiuti Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) con riferimento all’ecodesign, all’utilizzo delle materie prime seconde, al ricondizionamento, al riciclaggio e al trattamento del fine vita.
I produttori in Italia, in sintonia con le altre associazioni nazionali in Ceced Europa, avanzano la richiesta di una normativa che non interferisca con quelle esistenti; definisca i perimetri di competenza dei diversi attori del sistema, ciascuno per il proprio ruolo, lasciando la giusta flessibilità ai singoli stati membri. Un esempio è il decreto del Ministero dell’Ambiente n.140 del 10 giugno 2016 che fornisce un’apertura del mercato del ricondizionamento prodotti a soggetti che, a oggi, non sono tenuti a rispondere ad alcun tipo di requisito: potrebbero così sorgere rischi per il consumatore in termini di sicurezza e prestazioni senza che sia possibile risalire con certezza a chi ha immesso nel mercato il prodotto ricondizionato. I produttori lavorano per l’Europa e innovano a livello europeo e mondiale: con questa visione, le industrie in Italia si sono riposizionate, mantenendo il secondo posto in Europa, dietro la Germania, per fatturato, numero di addetti, contributo al Pil. Questo permette di guardare oltre le difficoltà produttive nel primo semestre 2017, mentre prosegue il processo delle apparecchiature professionali: fatturato in crescita di +5% con 70% all’export.
Nessun singolo mercato nazionale europeo ha oggi dimensioni per le quali sia possibile rientrare dagli investimenti indispensabili per la continua innovazione in prestazioni, connettività, smartness, che è la politica industriale più efficace e irrinunciabile per i produttori in Italia.
Knauf Insulation investe in Lussemburgo sulla lana di roccia
Knauf Insulation investe nella lana minerale. Il piano prevede la costruzione ex novo di un impianto produttivo in Lussemburgo, che creerà 120 nuovi posti di lavoro. L’azienda, in questo modo, vuole ottimizzare le prestazioni della linea produttiva e introdurre nuove tecnologie e soluzioni di prodotto. «Già da tempo registriamo una sensibile crescita nel mercato della lana minerale di roccia nell’Europa occidentale», commenta Mark Leverton, regional managing director per l’area Western Europe di Knauf Insulation. «Per questo, oggi siamo particolarmente lieti di annunciare questo importante investimento, che sottolinea ancora una volta la posizione di Knauf Insulation come attore principale nel mercato globale dell’isolamento». Secondo Jean-Claude Carlin, Ceo di Knauf Insulation, «l’importanza degli investimenti annunciati è destinata a diventare un vero fattore di cambiamento, sia in termini di miglioramento del servizio rivolto alla nostra crescente clientela, sia nel portare la qualità del prodotto a nuove vette».