Un taglio che piace: diminuire la burocrazia

Troppa burocrazia, troppi costi per le imprese e i cittadini.

Mentre il governo è impegnato nel mettere a punto la nuova legge di Bilancio 2026, che si preannuncia light (pochi soldi da spendere), vale la pena di ricordare un’altra era geologica, quella di 15 anni fa. Allora, il 24 marzo del 2010, il ministro per la Semplificazione Normativa, Roberto Calderoli, nel piazzale della Caserma dei Vigili del Fuoco di Roma accese un muro alto 16 metri composto da fogli di carta. Erano gli atti pubblici depennati con il provvedimento per la semplificazione burocratica: 375 mila norme, leggi, regolamenti considerati superflui furono simbolicamente e materialmente dati alle fiamme. Sono passati 13 anni e Calderoli è ancora ministro (questa volta alle Autonomie regionali). Ma anche il tema delle semplificazioni è rimasto di attualità. E la burocrazie è più salda che mai. Che cosa c’entra questo con la legge di Bilancio? È presto detto.

Troppe risorse inghiottite dalla burocrazia
Troppe risorse inghiottite dalla burocrazia

Quanto costa

Secondo il calcolo di Assolombarda, in Italia il costo della burocrazia è stimato dai 108 mila euro per una piccola impresa ai 710 mila euro per un’azienda di medie dimensioni. In termini di tempo, gli adempimenti burocratici impegnano le piccole e medie imprese, rispettivamente, tra i 45 e i 190 giorni da parte di un collaboratore dedicato. E tra le principali procedure esaminate, quelle ambientali risultano le più lunghe e complesse: reperire le informazioni di indirizzo sulle procedure ad esempio costa circa 50 ore per uomo, mentre compilare la domanda e gli allegati tecnici tra le 40 e le 120 ore per uomo. Altre 200 ore circa si perdono a causa della disomogeneità e mancata razionalizzazione dei controlli. L’esame e il rilascio delle autorizzazioni richiede da uno a cinque anni. Tra i problemi alla base, la mancata digitalizzazione della procedura e la carenza di personale sufficientemente qualificato per la gestione degli allegati tecnici.

Intendiamoci: tutte cose note. Ma non per questo meno importanti. Va aggiunto, per onestà di ragionamento, che un mondo in assoluto senza burocrazia non potrebbe esistere: che alcune attività di privati cittadini o di imprese siano registrate dallo Stato o da un ente locale è inevitabile e, in definitiva, una garanzia per gli stessi cittadini e aziende. Ma il troppo è troppo. Meglio sarebbe mettere da parte l’indulgenza, le sanatorie, i buffetti fiscali per chi sbaglia e in compenso evitare il sovraccarico burocratico. Vi rendiamo le cose facili, ma non ve ne approfittate o sono guai.

Gli adempimenti burocratici impegnano le piccole e medie imprese, rispettivamente, tra i 45 e i 190 giorni
Gli adempimenti burocratici impegnano le piccole e medie imprese, rispettivamente, tra i 45 e i 190 giorni

La classifica

D’altra parte l’Università di Göteborg ha messo a punto una comparazione internazionale, il Quality of Government Index, che considera le singole procedure burocratiche assieme ai loro effetti. Risultato: l’Italia, è terzultima tra i 36 Paesi Ocse. Senza contare gli inavvicinabili efficienti Paesi del Nord Europa che sono sul podio, la Germania, è 13esima e la Francia è 20esima. Insomma, per il governo, volendo, ci sarebbe un po’ di lavoro da fare.

Effetto della burocrazia
Effetto della burocrazia

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