III Convegno YouTrade Sud: superbonus, crescita record e nuove sfide per il Mezzogiorno

Superbonus Sud

Le regioni del Sud (con in testa la Sicilia) hanno corso di più rispetto al Nord, merito soprattutto dell’effetto superbonus. Ora però sono alle prese con un delicato processo di riorganizzazione.

Recitava Lorenzo il Magnifico: «Quant’è bella giovinezza che si fugge tuttavia: chi vuol essere lieto, sia, del doman non v’è certezza».

Mai parole tanto conosciute, e spesso erroneamente attribuite a Dante, rappresentano oggi un’interpretazione della situazione economica internazionale e nazionale.

Il superbonus se n’è fuggito via, una stagione di giovinezza, nel senso di vigore, per le costruzioni neppure paragonabile a quella vissuta nei migliori periodi del boom economico.

Certamente negli ultimi quattro anni in Italia nel nostro settore chi voleva essere lieto ha avuto tutte le opportunità per farlo, ma oggi di fronte allo scenario internazionale, destabilizzato dai tanti conflitti ancora non risolti (Ucraina, Palestina, Golfo Persico, per citarne alcuni) e soprattutto reso sempre più incerto dalle politiche protezionistiche degli Stati Uniti e della nuova amministrazione Trump, non possiamo non convenire con le ultime parole del famoso versetto, perché del doman non c’è certezza. Nessuna, potremmo aggiungere.

La situazione

Eppure, a ben guardare, lo scenario nazionale fornisce molti segnali di certezza o, comunque, di moderata positività, primo fra tutti l’andamento dell’inflazione, ormai sotto controllo dopo anni difficili, dovuti all’innalzamento delle materie prime avvenuto a causa dell’invasione russa dell’Ucraina e della successiva speculazione internazionale.

I tassi di interesse sono in calo e la fiducia delle imprese di costruzioni in Italia è positiva e più elevata di quella europea, segno di uno stato di salute del settore ancora buono.

La produzione nelle costruzioni ha raggiunto +43 punti percentuali rispetto al valore medio pari a 100 del 2021.

Certamente lo scenario economico nazionale sconta il nostro ritardo in molti ambiti, come per molti investimenti, e la rendicontazione del Pnrr lo conferma, che rendono il nostro Paese più lento ai cambiamenti.

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