Dierre: porte aperte all’innovazione. Intervista a Vincenzo De Robertis

Due novità di grande rilievo: la porta di Dierre si apre sul 2023 con i fuochi d’artificio, dopo un 2022 che ha segnato un boom. Il successo, insomma, sembra blindato come i sistemi di ingresso prodotti dall’azienda piemontese. Ma non è quello che pensa l’azienda, che per continuare sulla strada giusta continua a investire sul prodotto: perché il futuro cambia in fretta e non bisogna mai abbassare la guardia, spiega a YouTrade il presidente di Dierre Group, Vincenzo De Robertis.

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Domanda. Il 2022 è stato un anno con molte soddisfazioni per Dierre. Può spiegare perché?

Risposta. Un anno molto particolare oserei dire. I bonus casa e il superbonus che implodono, i prezzi che salgono continuamente da due anni, l’offerta che non riesce a star dietro alla domanda. Per le porte blindate posso confermare un grande boom che non si vedeva da un po’ di tempo, e soprattutto un cambiamento della cultura del cliente su tematiche su cui noi investiamo già dal 2009: il risparmio energetico e l’acustica innanzitutto. I consumatori sono sempre più sensibili alle prestazioni della porta d’ingresso, che è a tutti gli effetti il primo serramento di casa. La sicurezza è quasi data per scontata e cresce l’interesse verso il taglio termico. Questo a oggi. Il mercato è in costante evoluzione, spinto da detrazioni fiscali e bonus, e aziende come la nostra hanno il dovere di guardare sempre avanti, per anticipare il futuro e tenere alto l’interesse sulla qualità dei prodotti.

D. In quale misura il sistema porte è stato toccato dai superbonus?
R. Serramenti e porte d’ingresso sono stati non solo toccati ma, se mi si passa la battuta, travolti dal superbonus. Ben venga questa tempesta, che ha scosso un mercato che da tempo non viveva un dinamismo simile. Ovviamente i problemi non sono mancati e hanno coinvolto tutta la filiera, come abbiamo avuto modo di osservare. Il mio timore è che molti consumatori, influenzati dai bonus, non abbiano compreso fino in fondo il prezzo reale dei prodotti, perché tanto non lo pagavano per intero. In linea generale, però, la nostra valutazione è positiva e i dati dimostrano l’influsso positivo generato dal superbonus sul comparto edilizio italiano.

D. Ma rimane in vigore l’incentivo per le porte blindate: quanto incide sul business?
R. Possiamo stimare in un 35% l’incidenza del bonus sicurezza sulle vendite di porte blindate.

D. Che cosa rappresenta Dierre nel panorama chiusure tecniche?
R. Anche nel campo delle chiusure tecniche (porte tagliafuoco, multifunzione, i controtelai per porte scorrevoli) siamo un player di primo piano. Il mondo dell’antincendio e dei controtelai per noi rappresenta la seconda quota di mercato, subito dopo le blindate. Siamo molto forti con le nostre omologhe in tutta Europa e sui controtelai per porte scorrevoli siamo i numeri uno in tutta la penisola iberica, dove abbiamo anche uno stabilimento produttivo.

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La porta blindata Sleek Out
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Dettaglio porta blindata Sleek Out

D. Avete in programma novità per quest’anno?
R. Tantissime, non saprei da dove iniziare. Stiamo lavorando dalla pandemia a moltissimi progetti evolutivi sia sulle strategie di marketing e commerciali che sui nuovi prodotti e processi produttivi. Quest’anno arrivano due grandissime novità nella gamma di porte blindate: D180 e Sleek Out. Sono entrambe porte di design, ma con elevati contenuti tecnologici. Voglio soffermarmi su Sleek Out, un prodotto di alta gamma che unisce un design ricercato a prestazioni di eccellenza. Si tratta di una porta blindata filomuro con apertura a 180 gradi, con una cerniera in alluminio ispirata alla tecnologia aeronautica, che consente di raggiungere risultati iper performanti in termini di acustica e termica grazie alla doppia battuta, ma soprattutto al telaio e alla carenatura con taglio termico. Una tecnologia che abbiamo studiato con Schüco. Davvero con Sleek Out il design non ha confini: massime prestazioni, massime dimensioni, minimo spessore e massimo design. I valori di serie sono 1,2 W/(m2 x K) e 42 dB. D180, invece, nasce invece per un’ampia fascia di pubblico. Anche questa porta monta una cerniera brevettata Dierre, che consente l’apertura 180 gradi con doppia battuta di chiusura e installazione filotelaio (attenzione, non filomuro). La trasmittanza termica di serie è di 1,3 W/(m2 x K), mentre l’abbattimento acustico raggiunge, sempre di serie, 38 dB.

D. In che modo interagite con il mondo delle rivendite?
R. Per noi il rapporto con le rivendite è sempre stato prioritario e già nel 2006 abbiamo elaborato una vision commerciale pensata per definire un posizionamento chiaro dei nostri prodotti in showroom, in modo da fornire ai consumatori i migliori servizi di consulenza e assistenza su tutto il territorio nazionale. Negli anni abbiamo strutturato la rete dei Dierre Point e poi quella dei Dierre Partner, rivenditori autorizzati e competenti su tutta la gamma delle nostre soluzioni. Oggi siamo alla vigilia di un nuovo cambiamento che alzerà ulteriormente l’asticella della qualità, fornendo ancora più supporto ai rivenditori. Mi riferisco a nuovi layout espositivi, ma anche alla nascita di un’Accademia Dierre che coinvolgerà anche i posatori, con momenti di formazione dal vivo e online, in modo da consentire a tutta la filiera di essere sempre aggiornata e preparata. Nel mondo della rivendita edile abbiamo una novità ancora più forte che coinvolge servizio, prodotto e supporto ma non voglio ancora svelarla.

D. Una porta va esposta per valutarne i pregi. I rivenditori hanno sufficienti showroom?
R. Sì, certo, una porta va toccata oltre che vista, ma va anche capita in tutti i suoi dettagli, sia estetici sia tecnici. La cultura su questi prodotti è sempre più importante e deve essere trasferita in showroom dai nostri professionisti. Io credo che in Italia su questo fronte ci sia ancora molta strada da percorrere, soprattutto nel settore porte e serramenti, e noi ci stiamo impegnando per supportare la nostra rete.

D. Quando è acquistata una porta, quali sono gli elementi che portano a una scelta piuttosto che a un’altra?
R. In passato il prezzo era l’elemento decisivo per la scelta. Oggi le cose stanno lentamente cambiando e chi acquista una porta valuta una pluralità di fattori: come dicevo le sue prestazioni, l’efficienza energetica e le tecnologie che racchiude, ma anche, in misura crescente, il suo design. Gli italiani sono sempre sensibili all’estetica di un prodotto.

D. È possibile parlare di un mondo Dierre? In che cosa consiste?
R. Il pay off sul nostro logo lo indica bene. La tua casa è la tua vita: «Your home your life». Nel mondo Dierre possiamo trovare tutte le porte e le chiusure necessarie a un’abitazione. Partendo dalle blindate, che restano il nostro core business, ma anche porte interne, portoni per garage, porte tagliafuoco, chiusure multifunzione, controtelai per porte scorrevoli a scomparsa, pannelli per blindate, serrature e casseforti, cilindri di sicurezza, chiavi di ultima generazione. Insomma, tutte le chiusure a parte il serramento. Prodotti progettati e costruiti interamente in Italia. Ecco perché nel mondo dell’edilizia, residenziale e non, possiamo essere un partner unico e un riferimento affidabile per i nostri clienti.

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Porta tagliafuoco Dierre New Idra

D. Quanto è importante l’aggiunta di un servizio accanto alla semplice vendita di un prodotto?
R. Oggi i servizi che ruotano attorno al prodotto sono quasi più importanti del prodotto stesso. Anche nel caso di porte come le nostre, certificate, tecnologiche e di altissima qualità, che però non possono prescindere da un meticoloso servizio pre e post vendita con rivenditori affidabili e un’assistenza professionale. Una garanzia per il cliente, insomma, che sa di poter contare sempre su di noi. Questa è d’altra parte la vera forza di un’organizzazione industriale.

D. È cambiato il concetto di sicurezza?
R. Certamente. La sicurezza oggi è un punto di partenza, un requisito indispensabile a cui dobbiamo aggiungere trasmittanza termica, abbattimento acustico e, sempre di più, la sicurezza antincendio. La stessa classificazione di sicurezza poi, partendo almeno dalla Classe 3, non è più sufficiente, perché una porta deve essere anche certificata. Insomma, la direzione è quella di un aumento costante della qualità.

D. Le porte sono ora anche legate al mondo digitale. Le porte smart piacciono agli utenti?
R. Sempre di più. Porte con serrature motorizzate connesse alla domotica e con tantissimi accessori digital. Noi produciamo porte elettroniche dagli anni Novanta. La prima fu Elettra e poi Bi-Elettra. Oggi è nata dal 2020 Next Elettra, connessa in bluetooth e in wifi, gestibile da remoto con l’app e modulare, ovvero un prodotto che nasce per essere continuamente rinnovato e integrare nuove funzioni. Posso aggiornarlo costantemente nel tempo e ha anche un allarme incluso. Anche l’assistenza qui è all’avanguardia. I nostri tecnici riescono ad analizzare molto velocemente ogni eventuale anomalia, come se fosse un’automobile. Poi, c’è Hibry, che invece è una porta elettronica e meccanica allo stesso tempo, ibrida insomma, alla portata di tutti ovvero giovane e accessibile con un design molto accattivante.

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Porta blindata Dierre Next Elettra in versione rasomuro con rivestimento liscio in noce tabacco

D. Che cosa rende una porta più sicura?
R. Tantissimi dettagli. I rostri, i deviatori, il telaio e il controtelaio e l’anta stessa con il suo contenuto. Per essere veramente sicura deve essere una porta a doppia lamiera, costruita cioè con due fogli di lamiera che racchiudono omega triangolari rinforzate. Ma noi abbiamo sviluppato un’anta di nuova generazione. Caratterizzata da un sandwich prestazionale all’interno della scatola dei due fogli di lamiera, ha una stratigrafia di materiali che danno robustezza, sicurezza e riducono la presenza del ferro, ovviamente il primo conduttore termico per eccellenza. In questo modo riusciamo a migliorare le prestazioni termiche e acustiche.

D. Quali sono le tendenze per l’aspetto design?
R. Negli anni le porte hanno subito un’evoluzione che le ha trasformate in elementi di arredo, trascendendo quasi l’aspetto funzionale. Lo vediamo in ognuno dei progetti a cui lavoriamo collaborando con grandi studi di architettura, sia nel settore contract che nell’edilizia residenziale. Principalmente andiamo in due direzioni: la personalizzazione in termini di colori e finiture, per amalgamarsi al progetto architettonico di un edificio, e le modalità di installazione. Su questo secondo punto direi che il filomuro è una delle tendenze che si è affermata negli ultimi anni, coinvolgendo non solo le porte interne ma addirittura le porte blindate.

D. È possibile una personalizzazione?
R. La nostra forza è questa: coniugare l’industrializzazione alla cura artigianale e alla personalizzazione di ogni porta. Lo facciamo nelle nostre linee speciali, ma abbiamo addirittura un servizio di falegnameria nato per le esigenze dei clienti che vivono nei centri storici delle nostre meravigliose città. Aggiungiamo a questo l’assistenza dei nostri partner in tutta Italia, che ci aiutano a personalizzare anche la posa per andare davvero incontro a ogni tipo di richiesta.

D. Avete il polso anche dei mercati esteri. Qual è la situazione rispetto all’Italia?
R. Rispetto all’Italia la pandemia ha causato un rallentamento più marcato, che non è stato ancora pienamente riassorbito. Si tratta di una differenza che può sorprendere, ma che si spiega con il peso che da noi hanno avuto i diversi bonus edilizi.

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Vista degli stabilimenti Dierre

D. Ambiente, sostenibilità: sono concetti che coinvolgono l’utente finale?
R. L’attenzione alla sostenibilità ormai coinvolge l’utente finale a diversi livelli, su ogni categoria di prodotto. Si tratta di una sensibilità che le persone hanno affinato nel tempo e che per noi significa, per esempio, produrre le nostre porte impiegando una quota crescente di energie rinnovabili e selezionando attentamente le materie prime che utilizziamo.

D. Siete preoccupati per un rallentamento dell’economia, o non vedete segnali di questo tipo?
R. Per ora osserviamo una sostanziale stabilità. Prevediamo una leggera frenata nel campo delle porte blindate nel 2024, che però dovrebbe essere compensata dalla crescita di altri comparti, come quello delle chiusure tecniche.

D. Il rincaro delle materie prime e l’inflazione sono due problemi attuali: qual è la vostra sensazione?
R. In una situazione così variabile chi si azzarda a fare previsioni ha elevate probabilità di essere smentito. La verità è che questo stato di incertezza è determinato da fattori esterni sui quali possiamo influire solo in parte. Possiamo solo auspicare che la situazione internazionale ritrovi la stabilità, nell’interesse di tutti.

D. Quali sono le vostre previsioni per il 2023?
R. L’aumento dei prezzi delle materie prime e dei costi dell’energia difficilmente consentiranno una ulteriore fase di crescita. Potremmo assistere a una flessione contenuta delle vendite, ma è presto per dirlo adesso. La cosa davvero importante è guardare al futuro in ottica strategica, per mettere le basi di un nuovo periodo di espansione.

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