Edilizia: la spirale dei sei anni neri sotto la lente

    Che l’edilizia se la passi male è noto. Ora, a spargere cenere sulla cenere, arriva anche una ricerca del Centro studi ImpresaLavoro. L’analisi ha concentrato l’attenzione sulla produzione, le ore lavorate e i permessi di costruzione. E non solo in Italia. Risultato: dal 2010 al 2016 abbiamo assistito a un crollo verticale che ci piazza tra i fanalini di coda in Europa. 

    Ecco i dati del disastro: la produzione è scesa del 32,2% in sei anni. Qualcuno fa peggio, ma è una magra consolazione: Slovenia (-45%), Cipro (-47%), Portogallo (-47,1%) e Grecia (-47,6%). Francia e Spagna, invece, hanno limitato i danni e arretrano rispettivamente del 12,9% e del 3,2%. E altri Paesi sono andati addirittura bene: Germania (+7,6%), Regno Unito (+11,3%) e Irlanda (+25,1%). L’Italia va otto volte peggio dalla media dei Paesi dell’Unione europea a 28: -32,2% contro -3,9%. 

    Come è altrettanto noto, la crisi ha falcidiato imprese e numero di occupati. Rispetto al 2010, in Italia nel 2016 si sono lavorate nel settore costruzioni quasi un terzo in meno delle ore (-28,6%), con evidenti e gravi ripercussioni sull’occupazione e sul numero di lavoratori lasciati a casa dalle aziende in crisi. In Europa solo Cipro (-41,0%) e Portogallo (-44,1%) registrano un dato peggiore del nostro. Arretrano anche la Grecia (-17,4%) e la Francia (-9.6%) ma in misura decisamente più contenuta della nostra. Le ore lavorate aumentano invece in Gran Bretagna (+11,2%), in Germania (+11,8%) e soprattutto in Irlanda (+32,6%). Il dato italiano nel periodo di riferimento risulti quasi 17 volte peggiore di quello della media Ue (-28,6% contro -1,7%).

    La crisi e la diminuzione delle aree fabbricabili hanno giocato contro: l’andamento dei permessi di concessi per l’edificazione di nuove residenze civili dal 2010 si è più che dimezzato (-65,7%). Il dato, però, si aggiunge alla recente indagine dell’Istat secondo la quale  in alcune aree del Paese l’urbanizzazione ha raggiunto livelli tali da saturare le aree edificabili. In Europa solo Cipro (-74,5%) e Grecia (-86,2%) registrano un dato peggiore del nostro a fronte di una media europea stabile (-0,1%).cantiere-5

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