Nel 2017 muoverà i primi passi Edilizia 4.0

    L’Industria 4.0 è la parola d’ordine (finalmente anche quella del governo italiano), del 2017. E c’entra anche con l’edilizia. Il link, infatti, è forte. Perché tutte le attività produttive saranno toccate da quella che è già stata definita la quarta rivoluzione industriale.

    L’Industria 4.0 è un’idea nata in Germania cinque anni fa. Il governo tedesco l’ha adottata come linea guida della politica industriale. E i risultati si vedono. Il punto concettuale di partenza è piuttosto semplice: rendere tutta la filiera produttiva interconnessa,a partire dalla fabbrica. Ma, soprattutto rendere la filiera intelligente: gli stessi oggetti prodotti dalla fabbrica devono riuscire a «parlare» tra loro o, meglio, con quello che li circonda. Come esempio, durante l’intervento al convegno, è stata mostrato l’impatto della digitalizzazione dei processi su una fabbrica di trapani StanleyBlack&Decker: l’efficienza sulla linea di produzione digitalizzata è aumentata del 24%, i processi hanno registrato la notifica immediata, le decisioni sono state prese più velocemente, i difetti etichettatura sono diminuiti del 16%, la produzione è aumentata di circa il 10%. È una delle ragioni per cui l’Industria 4.0 è una strada di efficienza che trasformerà tutto il mondo della produzione, edilizia compresa.

    Italia ai primi passi

    Anche in Italia il processo di automazione e connessione tra i processi industriali avanza. Da un’analisi condotta da Federmeccanica su un campione di 527 imprese, risulta che il 64% ha adottato almeno una tecnologia 4.0 (tra le 11 considerate dal questionario). E chi ha investito in tecnologia esporta una quota maggiore del proprio fatturato (44% contro 33% di chi non ha investito), giudica alto il proprio livello di digitalizzazione (37% contro 14%), ha una quota più elevata di dipendenti laureati (19% contro 12%), investe di più in R&D e formazione, ha più contatti con università ed enti di ricerca. Tra le 11 tecnologie proposte, almeno il 50% degli intervistati dichiara di conoscere, in ordine decrescente di notorietà: sicurezza informatica (93%), robotica (85%), meccatronica (76%), stampa 3D (75%), cloud computing (72%), simulazione (71%), IoT (55%). Il numero medio di tecnologie effettivamente adottate è crescente in ragione del livello di digitalizzazione dichiarato: si passa da una media di 3,4 tecnologie per le imprese che dichiarano un basso livello di digitalizzazione ad una media di 4,8 e 5,7 per le imprese che dichiarano, rispettivamente, un grado di digitalizzazione medio e alto.

    Cloud computing e industria
    Cloud computing e industria

    Mattoni digitali

    Dalla meccanica all’edilizia e, successivamente, alla distribuzione, il passo è più breve di quanto ci si aspetti. Se i trapani Black&Decker sono prodotti in un ambiente smart, intelligente, può essere più semplice e soprattuto utile tracciare il loro percorso attraverso gli strumenti digitali a disposizione anche dopo che sono usciti dalla fabbrica. Tecnologie che superano il vecchio barcode, come Rfid, Nfc, Auto-Id, possono aiutare ad automatizzare un magazzino azzerando gli errori e ottimizzando spazio e tempo. Ma anche i costi, perché è molto più semplice adottare una supply chain che sia just in time. Traducendo in italiano: inutile inzeppare il magazzino di articoli che sono meno richiesti, ma si pagano in anticipo. Meglio, invece, avere a disposizione e a portata di mano solo quello che occorre al momento appropriato. Come? Analizzando i big data, altro capitolo dell’industria (o edilizia) 4.0. Ogni impresa, infatti, nasconde un tesoro nascosto: i dati relativi ai clienti, alle vendite e agli acquisti. E magari anche qualcosa di più.

    Cantiere digitalizzato
    Cantiere digitalizzato

    Birra e pannolini

    Un esempio pratico arriva da Walmart, il gigante americano della distribuzione: analizzando i dati relativi agli acquisti dei clienti, effettuati con la carta di credito (e quindi conoscendo i dati relativi a chi fa shopping), la catena di grande distribuzione si è accorta che gli uomini dai 25 ai 40 anni quando acquistano pannolini per neonati tendono anche a comprare casse di birra. È risultato che la birra è un acquisto che serve a gratificare gli uomini spediti a fare la spesa dalle mogli che hanno partorito. Walmart ha così deciso di installare un’isola con l’offerta di casse di birra vicino all’area in cui vende prodotti per bambini. Insomma, una ottimizzazione che è figlia dei big data. Ma l’analisi dei dati può anche servire a gestire processi di dynamic price, cioè di proposte di prezzi ad hoc per i diversi clienti, un processo che ovviamente è tagliato sulle vendite via web. Un po’ come succede con il prezzo dei biglietti aerei acquistati online, che cambia in base ai parametri di chi richiede (provare per credere).

    Impiantistica e internet delle cose
    Impiantistica e internet delle cose

    Ascensori che parlano

    L’Internet delle cose (Internet of things) è un altro caposaldo della industria-edilizia-distribuzione 4.0. Oltre a far dialogare i singoli oggetti (prodotti o componenti) e a ottimizzare la logistica, Internet delle cose può essere applicata anche a far lavorare meglio gli edifici. Ascensori, impianti di illuminazione e caldaie che scambiano dati con un software che ha il compito di far diminuire i consumi di energia, possono concorrere a un risparmio del 20% sui costi di gestione dell’immobile. Ma anche a rendere più semplice e sicura la gestione di attrezzature in un cantiere, o l’inventario dei prodotti di una rivendita.

    Anche la robotica è un aspetto che si estenderà dall’industria manifatturiera al mondo dell’edilizia. Dai droni che sorvolano un cantiere, fino a piccoli dispositivi in grado di installare cavi o materiale isolante in cavità dove l’uomo non arriva o dovrebbe intervenire con azioni di abbattimento di muri e intercapedini: i primi robot in grado di automatizzare e di sostituire l’uomo in alcune funzioni sono già stati prodotti. Tra gli aspetti interessanti di Industria 4.0 e che possono coinvolgere l’industria delle costruzioni c’è,infine, anche l’additive manufacturing. La stampa in 3D da tempo si è estesa al mondo dell’edilizia, con la possibilità di creare materiali ceramici o addirittura pareti di cemento. Quanto tempo passerà prima che un cliente chieda a una rivendita di stampargli un elemento con misure ad hoc?

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