Calcestruzzo con il segno meno per il decimo anno

    Non si ferma la crisi del calcestruzzo. Se a fine 2015 la stima di crescita degli investimenti in costruzioni faceva ben sperare – grazie all’aumento delle risorse conseguenti alla fine del Patto di Stabilità – oggi bisogna constatare che la produzione del calcestruzzo preconfezionato continua ad avere il freno a mano tirato, rimanendo impantanato nella palude della crisi.  Insomma, le aspettative di ripresa dell’industria edile sono state disattese. È l’amara constatazione dell’Atecap (Associazione tecnico economica del calcestruzzo preconfezionato), che aveva sperato nell’arrivo di una nuova e più florida stagione per il mondo delle costruzioni.  A fine 2015 si era registrato un aumento dei bandi di gara ed erano state stanziate risorse per nuove infrastrutture, ma a settembre 2016 non si può che rilevare la difficoltà.

    I dati di produzione di calcestruzzo preconfezionato del primo semestre 2016 dicono che il settore si avvia verso il decimo anno consecutivo di contrazione dei volumi: -9,5% per il 2016 rispetto all’anno scorso. Ciò significa chiudere l’anno a poco meno di 23 milioni di metri cubo prodotti, quando nel 2007 erano oltre 72 milioni. Le ragioni dell’ulteriore ribasso? L’atteggiamento attendista delle stazioni appaltanti nell’attesa che si completi la definizione del corpo normativo relativo al nuovo codice degli appalti e la debole crescita dell’economia italiana, spinta principalmente dal contributo positivo dei consumi interni piuttosto che degli investimenti che non ha consolidato la ripresa.

    Andrea Bolondi, direttore operativo dei produttori italiani di calcestruzzo preconfezionato, ha così commentato i dati: “Nella seconda parte dell’anno presumibilmente si recupererà solo una parte del calo registrato nei primi sei mesi del 2016. Molte aziende contano su una ripresa del portafoglio ordini che però si trasforma a fatica in produzione a causa dei blocchi e dei ritardi nella cantierabilità delle opere a cui fornire calcestruzzo, con un conseguente rischio in termini di credito e pagamenti. Gli investimenti in costruzioni restano purtroppo ancora al palo e non sembrano esserci, almeno nell’immediato, le condizioni per un’effettiva ripresa. Dopo dieci anni di calo ininterrotto dei volumi il settore del calcestruzzo preconfezionato è un comparto industriale logoro con una struttura produttiva altamente sovradimensionata”.

    Edilizia, la crisi del calcestruzzo

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