Villa Pomaria rinasce con BigMat Focardi e Cerbai

Grazie a un intervento di ristrutturazione, un rustico ottocentesco a ridosso del borgo storico di Querceto, frazione del comune di Sesto Fiorentino, è rinato dopo decenni di incuria e degrado. Parte dei possedimenti e dei poderi della congregazione delle suore di Santa Marta, insediatesi in paese nel 1928, Villa Pomaria è stata oggetto di recupero edilizio per effettuare un cambio di destinazione d’uso e da casa colonica in Classe G è diventata una villa divisa in tre appartamenti in Classe A.

La Villa Pomaria risanata
La Villa Pomaria risanata

Il progetto è firmato dallo studio Mannini, che opera nel campo delle nuove costruzioni residenziali e nel recupero del patrimonio edilizio esistente, mentre BigMat Focardi e Cerbai, hanno fornito i materiali necessari per la realizzazione. Non solo, Alessandro Cerbai, uno dei titolari del punto vendita, ha supervisionato e coordinato i lavori. Una sinergia e una collaborazione che non si è esaurita con l’intervento di Villa Pomaria, ma prosegue con successo nell’opera di restauro del complesso immobiliare ex-podere Le campore – La chiusa  di Sesto Fiorentino, sottoposto a tutela dalla soprintendenza locale.

La casa colonia prima dell'intervento di ristrutturazione
La casa colonia prima dell’intervento di ristrutturazione

Il contesto e il progetto

Secondo il Catasto Leopoldino del 1835 circa, la struttura era originariamente composta solo da due delle sette sezioni attuali, poi ampliata tra le seconda metà dell’Ottocento e la prima del Novecento con l’aggiunta di un’unità sul lato destro, di una seconda abitazione colonica su quello sinistro e di alcuni annessi al piano terra caratterizzati da grandi archi (poi tamponati), mentre la sesta e la settima sezione, tra cui un portico aggiunto attorno al 1940, sono state inglobate successivamente. Una stratificazione che ha generato un fabbricato allungato in senso longitudinale, con un unico affaccio verso sud, verso l’aia, il campo coltivato a ulivi e gli annessi esterni quali l’ex fienile, il pozzo, il forno, il pollaio e la porcilaia. Una morfologia, che lo studio Mannini, ha voluto rispettare nel lavoro di risanamento degli ambienti anche per mettere in evidenza alcuni elementi caratteristici tipici della costruzione colonica come i due grandi archi, facilmente individuabili in facciata anche se tamponati.

Le aperture ad arco ripristinate
Le aperture ad arco ripristinate

Il restauro esterno

L’intervento, durato 36 mesi, ha coinvolto un’area complessiva di 3.300 metri quadrati, di cui 290 di copertura con tegole romane invecchiate in cotto. È stata rifatta la copertura in legno e della gronda con i travicelli appena smensolati, l’inserimento di infissi in legno, di persiane al primo piano, di portoni a bande orizzontali con spigoli mussati come da tradizione toscana al piano terra. In facciata è stato applicato dell’intonaco chiaro termoisolante Kerakoll e a decorazione delle aperture quadrate è stato steso un intonaco di colore grigio. E sono state ripristinate due aperture già esistenti con architrave leggermente arcuato. L’aia invece, è stata restaurata recuperando le lastre esistenti in pietra alberese, materiale utilizzato anche per lastricare la restante parte frontale dell’edificio e la zona attorno all’ex fienile, mentre il dislivello tra l’aia e la zona più interna è stato regolato da una gradonata in pietra. Gli unici elementi nuovi sono due pergolati in legno, uno in corrispondenza del lato del fienile, in sostituzione di alcune baracche da smantellare, e l’altro a definizione dei posti auto, disposti a ridosso del muro di confine verso nord. Infine, il cancello in legno è stato sostituito con un doppio cancello in ferro a disegno semplice, affiancato da alcuni colonnini e da una recinzione in muratura intonacata e con la sommità baulata, così come doveva essere in origine.

L’intervento interno

Le due unità residenziali già esistenti, quella terratetto a matrice colonica e quella al primo piano di epoca fascista, sono state risanate per ricavarne tre nuovi nuclei abitativi con ingressi separati. Nella prima, oltre alla dotazione di servizi igienici è stata riposizionata la scala, troppo ripida e collocata in prossimità di un varco chiuso da un portone. Ricostruita in legno a elementi “a giorno”, è stata inserita tenendo conto dell’orditura dei solai e della distribuzione delle stanze a piano terra e al primo piano, cercando di limitarne al massimo l’ingombro.

Invece, nella seconda unità, non volendo modificare l’antica scala originale, nonostante la sua ripidità, i lavori si sono limitati all’inserimento dei servizi igienici e alla rettifica dei tramezzi interni, senza alterarne la tipologia e la distribuzione già esistenti. Le restanti unità del piano terra sono state invece accorpate in una sola, costituendo così il terzo appartamento, in cui sono stati inseriti servizi igienici, impianti, pavimenti e rivestimenti, porte e serramenti realizzati da artigiani locali, e infissi in legno a eccezione di quelli in ferro verniciato grigio e vetro montati a filo interno per tamponare gli archi e salvaguardare la caratteristica di vuoto.

Per il progetto di ristrutturazione sono stati forniti molti materiali tra cui diversi prodotti Kerakoll, quali Biocalce Termointonaco, Biocalce Zoccolatura, Biocalce Intonaco, Biocalce Intonachino 00 e Biocalce Tinteggio.

 

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