Cna scende in campo per il riuso degli scarti edili

    Rifiuti: le differenze tra la norma nazionale e quella comunitaria da sempre hanno creato complicazioni e inefficienze nel settore dell’edilizia. Eclatante è stato il provvedimento, estremamente cautelativo, che classificava temporaneamente i calcinacci di ogni dimensione e tipologia raccolti dai cantieri come materiali speciali pericolosi. Ora per fortuna non è più così, ma si tratta comunque di una voce che, secondo il Rapporto Rifiuti Speciali 2015 redatto da Ispra, rappresenta il 37,4% di questa categoria, pari a 49 milioni di tonnellate. Lo studio però evidenzia che in Italia la maggioranza dei rifiuti da costruzione vengono portati in discarica, che di conseguenza è una delle forme di smaltimento più utilizzate: circa il 35,7% del totale. Proprio su questi numeri si basa l’analisi di Cna Costruzioni: lo scarso ricorso al recupero dei rifiuti da costruzione e demolizione è frutto anche della poca attenzione del legislatore circa le esigenze dei cantieri, la mancanza di un’offerta organica sul territorio nazionale e il problema dei costi. E infatti, la norma di semplificazione della disciplina in materia di terre e rocce da scavo all’esame delle commissioni Ambiente sia di Montecitorio che di Palazzo Madama potrebbe indirizzare alla discarica il materiale di risulta di svariati cantieri.

    Così la confederazione delle imprese ha deciso di inviare alla Commissione Europea, prima dell’avvio dei lavori sulla direttiva quadro in materia (l’obiettivo è recuperare il 70% in peso dei rifiuti da demolizione e costruzione entro il 2020), una serie di proposte per incentivare e facilitare il riuso e la rigenerazione degli scarti edili, e per favorire l’introduzione più massiccia di materiali riciclati nel comparto delle costruzioni. La prima proposta è quella di introdurre un provvedimento fiscale che incentivi in forma di sgravi per chi acquista materiali riciclati da una parte, e dall’altra per chi appronta tecniche selettive di demolizione in modo da agevolare il recupero dei materiali. La seconda richiesta è la semplificazione delle norme amministrative e dei regolamenti per il recupero e l’utilizzo in cantiere di una parte del materiale di risulta. Seguono l’indicazione di esempi concreti di produzione e relativa commercializzazione di materiali riciclati tramite impianti fissi. Infine, si punta sulla formazione degli operatori per promuovere le possibili modalità di riciclo dei materiali e far conoscere le buone pratiche messe in campo.Rifiuti_cantiere

    LASCIA UN COMMENTO

    Inserisci il commento
    Inserisci il tuo nome qui