La casa del futuro: non sempre smart equivale a utile

Molte delle innovazioni tecnologiche degli ultimi anni sono state introdotte con l’obiettivo di semplificare la vita degli utenti. Anche nelle case. Così con un sensore e un click o schiacciando un pulsante, ecco che anche il più banale degli elettrodomestici è connesso e smart. Ma quanto intelligentemente? Non sempre smart equivale a utile, infatti a volte è più facile e veloce accendere le luci di casa dall’interruttore che dall’applicazione scaricata sullo smartphone per il controllo remoto. E il risultato è che se non serve veramente, la tecnologia non sarà un successo commerciale. Per questo si sta facendo avanti una nuova tendenza che punta a eliminare i dispositivi separati e a prevedere sensori integrati con il sistema: sempre usando l’esempio di impianto di illuminazione, ecco che le luci in soggiorno si accendono quando l’impianto rileva la presenza di una persona. Anche sotto il profilo della sicurezza l’interfaccia deve cambiare, non è possibile pensare che la serratura intelligente che apre e chiude casa sia nell’app del cellulare protetto solo dal pin. La chiave di casa nel futuro sarà biometrica, come accade nei film, l’occhio o la pelle del dito che interagiscono con la domotica senza intermediari. E ancora, come le persone, anche i sistemi impareranno con l’esperienza, e gli algoritmi che li governano, giorno per giorno tracceranno i comportamenti dei residenti per scoprire abitudini e preferenze. Insomma, le cose, i dispositivi gli elettrodomestici diventeranno con il tempo sempre più intelligenti, al punto di essere capaci di prevedere i nostri comportamenti. E quindi non sarà nemmeno necessario programmare orari o temperature perché l’impianto domotico conosce già i nostri movimenti. E ancora, i sistemi renderanno alcune componenti obsolete o poco sostenibili. Per esempio i vetri smart che si scuriscono automaticamente quando c’è troppo sole, manderanno in soffitta le persiane. Perché un simile scenario diventi realtà diffusa gli analisti sono convinti si debba aspettare almeno 15 anni. La Mattel intanto ha già fiutato l’inarrestabile cambiamento e ha dotato la Barbie di una smart home per le future padrone di casa.futurehouse

 

 

 

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