Sensori e impianti connessi: l’internet delle cose nelle case

Conviene investire nelle smart home se il consumatore medio sembra essere ancora piuttosto freddo nei confronti della domotica perciò restio ad acquistare  sistemi di automazione per il riscaldamento, la sicurezza e l’illuminazione di casa? Secondo la società di consulenza Accenture sì, e cita come esempio il mondo delle assicurazioni che sta allocando le maggiori risorse in questo settore con l’obiettivo di acquisire soluzioni per controllare la sicurezza delle case e nelle case. La strategia è quella di differenziarsi con servizi ad alto valore aggiunto e per questo punta anche a semplificare la relazione con i clienti attraverso l’Internet delle cose e le applicazioni per smartphone.

Invece di puntare sulla convenienza della polizza, l’intento è di stringere accordi con start up e produttori di dispositivi connessi per offrire al cliente i benefici tangibili della tecnologia.  Quali? Per esempio la riduzione del rischio di incidenti domestici e furti grazie all’installazione di specifici device. Oppure l’invio di suggerimenti  derivati dai dati registrati dai dispositivi connessi, che potrebbero rilevare  di qualche parametro fuori norma negli impianti o negli elettrodomestici. Insomma, il concetto è simile a quello della scatola nera, ma diffuso per casa, che darebbe alle assicurazioni e alla amministrazioni pubbliche la possibilità di valorizzare i dati raccolti su incendi, allagamenti e furti.

Negli Stati Uniti lo stanno già facendo: State Farm, la compagnia famosa per aver aperto a Chicago un caffè battezzato Next Door dove tenere corsi gratuiti su argomenti assicurativi, previdenziali e finanziari, ha lanciato una polizza che prevede l’implementazione di Canary, un sistema per il monitoraggio delle proprietà immobiliari da smartphone, l’allarme antincendio Nest Protect di Google, e Ring, un dispositivo inserito nel campanello che controlla le porte. E chi lo installa ha un rimborso in caso di effrazione.

Questa ondata tecnologie connesse sta profondamente cambiando le prospettive, le tecniche di valutazione e gestione dei rischi e di conseguenza i modelli di business delle compagnie assicurative  facendo emergere nuovi concorrenti. Certo, forse non tutti vorranno avere per casa dei droni che sfrecciano sul soffitto, e non è detto che gli orologi o le camicie con sensori  collegati al gestionale del broker diventeranno una moda, ma è sicuro che aumenteranno la trasparenza. Già accade con le automobili con impatti significativi sui premi. Ma attenzione, come per le macchine senza guidatore, in caso di ecosistemi intelligenti, la responsabilità si sposta sul produttore.smarthome_medium

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