Ceramica, imprese e sindacati insieme anti Cina

Tutti insieme contro il dumping cinese. Il mondo della ceramica, imprese e sindacati, cioè  Confindustria Ceramica, assieme alle segreterie nazionali di Femca (Cisl e Uiltec-Uil), saranno il 15 febbraio alla manifestazione Eurofer-Sindacati Europei, indetta per ribadire alla Commissione Europea il «no» alla concessione dello status di economia di mercato alla Cina. Un accordo che spalancherebbe per molti prodotti cinesi, tra i quali la ceramica, le porte del mercato europeo. La manifestazione, che si terrà a Bruxelles, è nata attorno al tavolo che riunisce gli industriali ed i sindacati europei dell’acciaio, ma si è velocemente allargata a tutti quei settori industriali. Oltre alla la ceramica, le calzature, il tessile abbigliamento, mobili, bicilette, fertilizzanti, carbone, che soffrono della scorretta concorrenza posta in essere dai produttori cinesi.

Gli accordi per l’ingresso della Cina nel WTO nel 2001 prevedevano una verifica, dopo 15 anni, sull’esistenza dei requisiti di economia di mercato da parte del grande Paese asiatico, condizione particolarmente ambita perché dal riconoscimento di questo status dipende il modo di calcolare le misure antidumping. Dei cinque parametri richiesti, la Cina ne rispetta solo uno, ragione per cui l’eventuale, sbagliata, concessione andrebbe a minare uno dei fattori di riequilibrio della competitività (i dazi antidumping, appunto) delle produzioni europee.

Due settori, piastrelle e stoviglie ceramiche, hanno chiesto ed ottenuto, dopo approfondite e documentate indagini della Commissione Europea, significativi dazi antidumping nei confronti delle importazioni di analoghi prodotti cinesi. Lo svuotamento dell’efficacia dei dazi antidumping minerebbe la possibilità di un rinnovo di queste misure, che per il settore delle piastrelle di ceramica scadono nel 2016, mettendo a repentaglio posti di lavoro in tutta l’Unione Europea e principalmente in Italia, dove il solo settore della ceramica fattura complessivamente quasi 5,7 miliardi di euro e dà impiego a oltre 25.000 persone, senza contare l’indotto.dragone

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il commento
Inserisci il tuo nome qui