Isole minori come laboratori per l’ambiente (se non inquinano)

Greening the Islands e Marevivo  sono due associazioni che si battono per l’ambiente, in particolare per le isole minori: ambienti che possono essere considerati laboratori naturali per l’utilizzo delle energie rinnovabili. Le due associazioni hanno consegnato al sottosegretario del ministero dell’Ambiente con delega al mare, Silvia Velo, un documento di raccomandazioni per il futuro delle isole e la loro valorizzazione ambientale. Le isole, secondo il documento, chiedono ai governi di proteggere l’ambiente delle isole per conferire loro una maggiore resilienza al cambiamento climatico e buone pratiche e investimenti in ricerca, sviluppo e messa in atto di soluzioni sostenibili sulle isole, attraverso la riduzione di iter burocratici, nonché in cultura per stimolare un maggiore senso di appartenenza al territorio.

Al mondo ci sono 47 nazioni insulari: su 193 paesi Onu, il 24% sono Stati confinati su isole e, considerando tutti i 205 paesi al mondo, la rappresentanza di stati insulari è del 23%. Che le isole siano solo vittime dell’inquinamento mondiale, per la verità, è tutto da dimostrare. Isole come Taiwan o la Gran Bretagna vantano un grande sviluppo industriale, con largo utilizzo di carbone e produzione di Co2. Certo, Tonga, Tuvalu, Palau e le Isole Salomone non sono fra queste ultime. Nel suo piccolo, in Italia su 47 isole minori i Comuni sono 36, per un totale di 220 mila abitanti, di cui oltre 50mila non sono ancora collegati alla rete elettrica nazionale. Le isole ed in particolare le isole minori, già in condizioni “normali” devono affrontare sfide continue molto grandi, ma proprio perché soggetti fragili sono più propensi ad una maggiore adaptation e quindi a trovare soluzioni più innovative perché partono già con dei gap.

L'isola di Taiwan
L’isola di Taiwan

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