Un modello standard per abbassare i costi di social housing

    Ridurre i costi e i tempi di costruzione nell’edilizia sociale privata con un modello standard e replicabile. Quello che in tempi brevi verrà sperimentato nel cantiere di Merezzate, dove sono previsti 600 nuovi alloggi. Tutto parte dal Progetto 10.000, il bando indetto da InvestiRe e Fondazione Housing Sociale per individuare le soluzioni in grado di assicurare qualità abitativa e rendimento sufficiente per ottenere il cofinanziamento del Fondo Fia. L’idea è quella di realizzare 10 mila appartamenti in tutto il territorio utilizzando le risorse messe in campo per effettuare investimenti caratterizzati da piccoli rendimenti e ritorni nel lungo periodo, possibili solo a costi ridotti. Ma come abbassarli? Ormai un’operazione di social housing non punta solo alla qualità degli immobili, ma offre anche servizi di comunità e per farlo deve tenere conto di diversi aspetti: il costo dell’area, delle opere di urbanizzazione, per esempio strade, reti fognarie e scuole, quelli di costruzione, di allacciamento e tutte le spese tecniche per la progettazione e la direzione lavori. E poiché l’80% dell’importo complessivo è rappresentato dalla progettazione e dalla costruzione, diventa fondamentale intervenire in questi due ambiti per abbassare l’investimento totale.

    Uno dei due vincitori del bando Progetto 10.000, firmato dallo studio Beretta Associati e Mab Arquitectura in cordata Mangiavacchi Pedercini
    Uno dei due vincitori del bando Progetto 10.000, firmato dallo studio Beretta Associati e Mab Arquitectura in cordata Mangiavacchi Pedercini

    Così su circa 38 proposte sono state scelte quelle presentate dal Consorzio Arcale e dall’impresa Mangiavacchi Pedercini, che hanno lavorato per 8 mesi con il committente e i progettisti per identificare le soluzioni da applicare alle strutture e agli impianti e quindi adattare le tecnologie costruttive in modo da contenere i costi senza perdere in sicurezza, qualità ed efficienza energetica. Giorni passati ad affinare i progetti e definire le tipologie abitative, in linea, a corte o a torre, come quella proposta dallo studio Beretta Associati e Mab Arquitectura in cordata Mangiavacchi Pedercini per ottimizzare gli spazi. Già perché quando si parla di edilizia convenzionata è indispensabile ridurre al massimo il rapporto tra superficie lorda costruita e la superficie vendibile. In pratica, significa che se per vendere 100 metri quadrati bisogna costruirne 160, l’obiettivo è abbassare questo valore. Che in questo caso è sceso a 140, un 15% in meno equivalente a una riduzione dei costi tra il 5 e il 10% a seconda del terreno. Non solo, i prototipi di modello costruttivo si basano anche sulla scelta dei materiali in base alle loro caratteristiche, così gli edifici avranno la spina dorsale in cemento armato e una struttura leggera in acciaio e cemento per i solai. Per vedere il risultato di questo approccio di progettazione congiunta bisognerà aspettare la prossima estate quando inizieranno i lavori in cantiere.

    Le unità immobiliari a fila
    La tipologia abitativa in linea

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