La perlite diventa imbottitura del pannello isolante

Un additivo utilizzato da milioni di giardinieri per drenare del terreno potrebbe essere una soluzione economica all’isolamento termico. Harjit Singh, professore alla Brunel University di Londra è riuscito a realizzare in laboratorio dei pannelli sotto vuoto realizzati con delle sfere di perlite, una roccia vulcanica. Con una riduzione dei costi di produzione di almeno 30%, secondo l’accademico. Rispetto al materiale tradizionalmente usato, ossia la silice pirogenica rivestita di polietilene tereftalato (Pet) metallizzato, la perlite non solo è più economica, ma è meno energivora in produzione, dato che per produrla serve una temperatura di 1000 gradi, a fronte dei 3 mila gradi per gli altri materiali, ed è da cinque a otto volte più efficace di una forma di isolamento in lana di roccia o in pannelli in schiuma solida.

Perlite usata nel terreno
Perlite usata nel terreno

Un aspetto cruciale nella riqualificazione energetica degli edifici: con appena 2 centimetri di pannelli in perlite si otterrebbero gli stessi risultati di riscontrabili con uno spessore di 10 centimetri di schiuma solida. Insomma, Singh è certo che le potenzialità del nuovo materiale risolverebbero il problema del cappotto interno con soli 2,3 centimetri di pannello. Non solo, se fosse flessibile, questo è l’ulteriore obiettivo della ricerca, potrebbe essere utilizzato e posato come una carta da parati unendo più lastre di piccole dimensioni minimizzando i rischi di inefficienza che i tradizionali pannelli sotto vuoto corrono per qualsiasi danno, anche se minimo. Così l’idea di Singh e del suo team è quella di inserire il materiale in una maglia da ricoprire poi con un sottile strato di intonaco come si fa con il cartongesso. Il vantaggio sarebbe quello di procedere per interventi frammentati invece di prevedere un unico grande lavoro su tutto l’edificio, che spesso è ostacolato per problemi economici.

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