Rapporto di Federcostruzioni: nel 2016 si fermerà il calo

    Nel 2014 la filiera delle costruzioni ha perso 125mila posti di lavoro rispetto all’anno precedente (-4,6%) con una contrazione della produzione del 3% in termini reali e del 3,5% in valore. Il dato è contenuto nel Rapporto 2015 – Il Sistema delle Costruzioni in Italia, elaborato da Federcostruzioni e frutto della collaborazione tra 17 centri studi e 80 associazioni di categoria per oltre 30mila imprese. Rispetto ai cali degli anni precedenti si tratta di una perdita meno eclatante, ma resta più elevata del calo rilevato dalla produzione nazionale nello stesso periodo (0,7%). Le costruzioni restano comunque un settore di grande peso nell’economia nazionale, con un valore della produzione di oltre 403 miliardi di euro e circa 2,6 milioni di occupati (il 12% sul dato complessivo). Se però si guarda all’effetto crisi degli ultimi anni, il bilancioè più pesante: dal 2008 al 2014 sono stati persi 2.077 posti di lavoro a settimana e 125 miliardi di euro di valore della produzione. In sei anni sono andati perduti 650mila posti di lavoro di cui 75 miliardi per le costruzioni. Che hanno trascinato i settori industriali collegati: la siderurgia (-40%), l’industria macchine per il movimento terra (-45%), il cemento e il calcestruzzo (-50%), il commercio di macchine per il movimento terra, da cantiere e per l’edilizia (-65%) e i laterizi (-70%). Questi ultimi sono sopravvissuti grazie all’export: +23% tra il 2009 e il 2014, mentre le importazione sono modeste. Il risultato è un vantaggio per la bilancia commerciale che nel 2014 ha sfiorato i 30 miliardi di euro (nel 2008 era di 26,1 miliardi).

    Come sarà il 2016? Le previsioni sono di cauto ottimismo. Si passa infatti da -9,5% del 2012 a -5,7% del 2013 a -3,0% del 2014, fino a una previsione di -0,5% per il 2015 e di -0,1% per il 2016. Insomma, ancora una flessione, seppure contenuta.

    «Seppure per il 2014 ne emerge un quadro tutt’altro che positivo, si prefigura uno scenario di ripresa che appare realisticamente all’orizzonte dei prossimi anni», secondo il presidente di Federcostruzioni, Rudy Girardi. «Nonostante il 2015 segni un andamento produttivo in lieve riduzione, dovrebbe prefigurare il punto di partenza per il ritorno a ritmi di crescita».

    «Il settore delle costruzioni è quello che ha pagato a più caro prezzo la crisi economica: di tutti i posti di lavoro persi durante la crisi, oltre il 50% è stato perso nel settore delle Costruzioni», ha commentato l’economista Luigi Guiso, docente di Economia presso l’Einaudi Institute for Economics and Finance di Roma, il quale però vede per il 2016 un segno positivo, «a seconda delle misure messe in campo dal Governo».cantiere11

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