Addio Imu, festeggiano i proprietari dei castelli

    Robin Hood, forse, non approverebbe. Ma la legge di Stabilità che abolisce l’Imu sulle prime case sarà approvata dal Parlamento, l’Italia diventerà il luogo ideale per chi possiede un castello, grazie al totale azzeramento di ogni imposta di proprietà. A rilevarlo non è un partito di estrema sinistra, ma LuxuryEstate.com, portale dedicato agli immobili di lusso e partner di Immobiliare.it. Il portale ha analizzato la pressione fiscale che grava sui castelli in alcune delle principali nazioni europee (Spagna, Regno Unito, Francia e Germania) confrontandola con lo scenario che va delineandosi in Italia.

    Risultato: in Italia i castelli rientrano nella categoria catastale A9 (castelli e palazzi di eminenti pregi artistici e storici) e, stando alla possibile riforma, saranno quelli che più di ogni altro immobile beneficeranno di consistenti tagli fiscali. Se sono registrati come residenza principale del proprietario, in media lo sconto è di circa 1.800 euro l’anno. A oggi la tassa è ancora in vigore e chi acquista un castello come prima casa non può beneficiare degli sgravi fiscali ai fini dell’Iva. Se finora gli alti costi di manutenzione e la pressione fiscale hanno spinto le famiglie proprietarie a valutare seriamente opportunità di vendita ad acquirenti stranieri (al momento i principali interessati), con il taglio delle tasse, questa tendenza potrebbe invertirsi e il numero delle vendite ridursi.

    La situazione fiscale è diversa per i castelli del Regno Unito, dove è più comune siano utilizzati come abitazioni. Per i costi di mantenimento, esistono delle società che aiutano i proprietari a sostenere le spese purché aprano al pubblico una parte delle loro dimore di interesse storico. Ma comprare un castello nel Regno Unito non è un’impresa accessibile a tutti, dato che per gli acquirenti stranieri sono previste diverse imposte aggiuntive e la pressione fiscale su questo tipo di immobili non sembra tendere al ribasso, anzi: in Scozia, per esempio, la Land and Buildings Transaction Tax è salita da poco dal 7% al 12%.

    Potrebbe essere più fortunato, invece, chi decide di comprare un castello in Spagna: qui, se il comune in cui si trova l’immobile riconosce il suo valore e lo dichiara monumento storico di interesse culturale, scatta l’abolizione della tassa di proprietà. Dall’analisi del portale, però, è risultato che molti dei castelli in vendita sul territorio spagnolo necessitano di importanti interventi di ristrutturazione. Cambia del tutto la situazione in Francia, dove non esiste la categoria immobiliare chateau e, di conseguenza, i castelli sono equiparati a tutti gli altri immobili, portando i proprietari a spendere mediamente tra i 4.500 e gli 8.500 euro l’anno.

    La Germania riserva una pressione fiscale più ridotta a chi decide di vivere in uno dei meravigliosi castelli che si trovano sul suo territorio; qui le tasse sulla proprietà oscillano tra il 3,5% e il 5% del valore dell’immobile. Se, però, il castello viene acquistato per uso privato, si applica un’Iva sulla compravendita pari al 19%. L’unico vantaggio, vista l’età dei castelli tedeschi, è l’esenzione dall’obbligo di redigere un certificato sulla prestazione energetica della dimora.

    E dire che per acquistare bisogna vantare un reddito elevato. I prezzi dei castelli partono dal milione fino ad arrivare a 15-20 milioni di euro.

    Il castello di Deruta
    Il castello di Deruta

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