A Parigi vogliono costruire un grattacielo (quasi) di legno

    Edifici sempre più alti, forme bizzarre e meravigliose: ovunque sorgono nuovi grattacieli con vetrate infinite che rappresentano l’epitome della città moderna. Ma sotto questa estetica contemporanea si trova essenzialmente la stessa struttura in acciaio o in cemento armato che ancora sostiene i primi grattacieli del 19esimo secolo di New York, Chicago e Parigi. Uno dei progetti presentati dall’architetto di Vancouver Michael Green al concorso Réinventer Paris, istituito dall’amministrazione comunale alla ricerca di nuove idee per il rilancio l’architettura della città, potrebbe cambiare le cose partendo da uno dei materiali da costruzione più antichi, il legno. Attenzione, non uno qualsiasi, ma tavole costituite da diversi strati di pannelli di legno incollati insieme a 90 gradi per formare uno spessore fino a 40 centimetri con una stabilità dimensionale e una resistenza sufficiente a edificare una torre di 35 piani del complesso disegnato dall’architetto e battezzato Baobab. Già dal nome si capisce che non si tratta di chalet messi uno sopra l’altro, ma la tecnica è è quella dei prefabbricati: le tavole, perfettamente tagliate e dimensionate, potrebbero essere trasportate in cantiere, per essere posizionate e avvitate in loco. Un po’ come i mobili Ikea.

    L’idea potrebbe suscitare qualche timore anche se si trattasse di una casetta a due piani, ma in realtà la struttura non è completamente in legno: lo sono le pareti, le colonne, la cavità per l’ascensore e le scale, ma l’acciaio è indispensabile per fornire la resistenza e flessibilità per resistere alla spinta laterale dal vento, mentre il calcestruzzo viene utilizzato nelle fondazioni e il piano terra per fornire una base stabile per la costruzione. Infatti, ammette Green, l’idea non è quella di abbandonare cemento e acciaio, ma solo di regolare le proporzioni, e aumentare la quantità di legno, materiale a basso consumo energetico. Il motivo è ovviamente il cambiamento climatico poiché il legno assorbe, attraverso la fotosintesi, l’anidride carbonica. Secondo i costruttori il complesso Baobab potrebbe smaltire 3.700 tonnellate di Co2, ossia l’inquinamento di 2.207 veicoli su strada.

    Rendering del progetto Baobab di Michael Green per il concorso Réinventer Paris
    Rendering del progetto Baobab di Michael Green per il concorso Réinventer Paris

    2 Commenti

    LASCIA UN COMMENTO

    Inserisci il commento
    Inserisci il tuo nome qui