Donne e architettura, torna il premio arcVision di Italcementi

Donne da valorizzare, anche nell’architettura. Lo spazio e le occasioni non mancano. Lo testimonia l’arcVision Prize–Women and Architecture, premio internazionale istituito da Italcementi nel 2013. L’obiettivo è promuovere le figure femminili capaci di introdurre novità di carattere progettuale, teorico e pratico in ambito architettonico con una particolare interpretazione dei valori sociali. Insomma, brave e con sensibilità al contesto. Un premio che quest’anno assume un carattere speciale, vista la concomitanza con l’Expo. «Nell’anno in cui Milano ospita l’Esposizione Universale, arcVision Prize ha voluto coinvolgere nella terza edizione del proprio premio di Architettura le Ambassador di We-Women for Expo, nella convinzione che la buona architettura sia fatta di capacità creative e tecniche, ma anche di immaginazione, di sentimenti, di cuore», ha spiegato  Carlo Pesenti consigliere delegato di Italcementi. «Qualità che le donne sanno esaltare, riempiendo di significato e di sensibilità la loro attività quotidiana, che sia essa recitare, fare sport, guidare un’impresa o progettare un nuovo edificio». Secondo il numero uno operativo del gruppo bergamasco, l’arcVision Prize vuole premiare idee e progetti innovativi, sostenibili e sociali, orientati alla bellezza e alla funzionalità del costruire e dell’abitare.

Da sinistra, Stefano Casciani, Odile Decq, Carlo Pesenti, Sergio Crippa
Da sinistra, Stefano Casciani, Odile Decq, Carlo Pesenti, Sergio Crippa

Veniamo alla giuria, tutta al femminile, composta da professioniste di eccellenza: Shaikha Al Maskari (membro del consiglio direttivo dell’Arab International Women’s Forum-Aiwf), Vera Baboun (Sindaco di Betlemme), Daria Bignardi (scrittrice e giornalista, ambasciatrice di WEWomen for Expo), Odile Decq (titolare dello studio di architettura Odile Decq), Yvonne Farrell (cofondatrice dello studio di architettura Grafton Architects) Louisa Hutton (socia fondatrice dello studio d’architettura Sauerbruch Hutton), Suhasini Mani Ratnam (attrice, produttrice e scrittrice indiana), Samia Nkrumah (presidente del Centro Panafricano Kwame Nkrumah), Benedetta Tagliabue (titolare dello studio Miralles Tagliabue Embt), Martha Thorne (direttore Pritzker Prize, prestigioso riconoscimento per l’architettura). «L’arcVision Prize ha per me un grande significato in quanto il suo scopo è di riconoscere la leadership del ruolo delle donne e la loro professionalità nel campo dell’architettura», ha commentato Odile Decq. La giuria sceglierà tra una quarantina di progetti selezionati da un gruppo internazionale di advisor, e poi valutati da una commissione tecnico-culturale, guidata da Stefano Casciani, direttore scientifico del Premio. La giuria si riunirà a Bergamo dal 5 al 6 marzo e i risultati saranno resi ufficiali la sera del 6 marzo 2015 presso i.lab, il Centro Ricerca e Innovazione di Italcementi Group a Bergamo, per sottolineare insieme la Giornata Internazionale della Donna. I progetti e i profili delle finaliste saranno poi inseriti in un numero speciale di arcVision, rivista edita dal Gruppo Italcementi dal 1997 con l’obiettivo di avvicinare cultura d’impresa e cultura architettonica. Per la prima volta verranno anche raccolte in un pamphlet le interviste fatte a tutte le candidate finaliste di questa edizione del Premio, un modo per evidenziare che dietro alle architetture e agli edifici c’è un lavoro, una poetica, una sensibilità, influenzata dal vissuto e dalle esperienze di ogni progettista.

Odile Decq e Carlo Pesenti
Odile Decq e Carlo Pesenti

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