Previsioni: per il 2015 la piastrella sarà d’oro

    La piastrella è impermeabile anche alla crisi dell’edilizia. E le previsioni per il 2015 sono rosee, con vendite in crescita del +2,2%, per un ulteriore ridimensionamento (-3,5%) del mercato interno, ma un export che salirà del 3,7%. La produzione confermerà il trend di crescita, con +2,3% atteso per il 2015.

    Anche il 2014, in ogni caso, ha visto una ripresa nelle vendite (+0,8%), anche se ad un tasso più limitato rispetto allo scorso anno, ma nel 2015 è atteso un consolidamento della tendenza su valori più consistenti, sia per le vendite (+2,2%) che per la produzione (+2,3%). Tutto merito dell’export, che bilancia la crisi sul mercato interno. I dati sono emersi al convegno di fine anno di Confindustria Ceramica. Positivo anche l’esame dei bilanci 2013 del settore. Il campione analizzato da Banca Popolare dell’Emilia Romagna mostra un Ebitdamedio dell’8,6%, risultato di un valore di 9,7% per i gruppi con fatturato superiore ai 120 milioni di euro e di 6,9% per le aziende con fatturato compreso tra i 40 ed i 120 milioni di euro e 7,7% per le aziende più piccole. L’incidenza del circolante sul fatturato 2014 del 41,6% a livello di settore, dopo che questo stesso indicatore nel 2009 aveva raggiunto il record del 49,6%, è da attribuirsi ad un generalizzato calo delle scorte e ad una maggiore selezione dei crediti commerciali, in tutti i mercati del mondo a partire da quello italiano.  piastrelle

    Il 2014, in ogni caso, si chiude per la ceramica con esportazioni superiori ai 310 milioni di metri quadrati (+3,0%), e con un ulteriore calo del mercato italiano del -6,9%, tale da portare l’assorbimento a poco sopra gli 80 milioni di metri quadrati. Tra le aree geografiche che hanno messo a segno le migliori performance nel 2014 si registrano l’Europa Occidentale (+4,5%) trainata dalla Germania e il Far East (+6,3%). Stabile il mercato Nord Americano (-0,3%) dopo le forti crescite registrate nel corso degli ultimi due anni, mentre postive evidenze (+3,8%) emergono dalle economie dell’Europa Centro Orientale, ad eccezione della Russia che sconta la difficile situazione interna. La produzione torna a crescere del 4,5%, arrivando a 380 milioni di metri quadrati: una espansione dovuta sia alla crescita delle esportazioni, sia al completamento del ciclo di destoccaggio di prodotti finiti presenti in eccesso nei nostri magazzini.

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