Commercio, le vendite a domicilio sono in aumento

Le vendite a domicilio mantengono un andamento positivo rispetto al commercio tradizionale che continua a subire le ripercussioni negative della stagnazione economica. Così nei primi nove mesi del 2014 le imprese associate Univendita (la maggiore associazione del settore della vendita a domicilio) registrano un fatturato record di 947 milioni e 428mila euro, con un incremento del 9,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il risultato conferma l’andamento crescente delle vendite nel 2014; anno che ha visto un primo trimestre a +6,2% e un secondo trimestre a +8,2%.

Secondo i dati Istat, infatti, nei primi nove mesi del 2014 il valore delle vendite del commercio fisso al dettaglio è diminuito dell’1,3% rispetto allo stesso periodo del 2013: le vendite della grande distribuzione sono diminuite dello 0,5%, mentre quelle dei piccoli esercizi commerciali sono calate dell’1,9%. Le prospettive di ripresa, quindi, appaiono ancora incerte e faticose: il Pil, nel terzo trimestre dell’anno, è diminuito dello 0,4% nei confronti dello stesso periodo dell’anno precedente, mentre l’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) ha registrato a settembre un calo dello 0,6% rispetto a un anno fa. Nonostante la fragilità dell’attuale situazione economica, la vendita diretta a domicilio è l’unica formula distributiva che, insieme con il commercio elettronico, continua a registrare risultati positivi. Tutti i comparti del settore rappresentati dalle aziende Univendita hanno registrato un andamento positivo. Nel dettaglio, i comparti più dinamici sono stati quelli dei “beni durevoli casa” (+10,0%) e di “altri beni e servizi”, che registra la crescita maggiore con un +16%, seguiti dagli “alimentari e beni di consumo casa” (+7,3%) e da “cosmesi e cura del corpo”, che ha segnato un incremento del 6,4%. Positivo anche l’andamento occupazionale: il numero degli addetti alla vendita è cresciuto del 7,3% rispetto allo stesso periodo del 2013, attestandosi a quota 68.652, con una componente femminile pari all’88,5%.

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