Sicilia-gattopardo: l’Ance vuole meno autonomia

La Sicilia farebbe bene a omologarsi con il resto del territorio, perché l’autonomia speciale è diventata solo causa di ritardi, danni e ostacoli all’attività d’impresa. La denuncia è dall’Ance Sicilia, secondo la quale nel settore dell’edilizia, da 13 anni la Regione si rifiuta di recepire, malgrado i continui solleciti, le semplificazioni decise dal Parlamento nazionale e contenute nel Dpr numero 380 del 2001, né legifera in materia. Di conseguenza, queste e tutte le altre semplificazioni che a cascata sono contenute nel Decreto del fare e nel Decreto sblocca Italia in Sicilia non si applicano. Né potranno esserlo le novità che saranno apportate al Testo unico dell’Edilizia predisposte dal ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi. Per fare un esempio, in tutta Italia, ma non in Sicilia, è possibile demolire vecchi edifici e ricostruirli modificando la sagoma precedente. Tale divieto impedisce a molte imprese di lavorare nel settore privato come alternativa al blocco delle opere pubbliche. Ciò accade nonostante numerose sentenze della Corte costituzionale abbiano stabilito che norme di questa portata si applicano automaticamente anche alle Regioni a Statuto speciale. Tant’è che l’Ance Sicilia si rivolgerà al premier Matteo Renzi chiedendogli di inserire nei prossimi provvedimenti la dicitura «legge di grande riforma economico-sociale»: è l’unico modo previsto dall’ordinamento per aggirare l’obbligo di recepimento da parte della Regione e ottenere così l’applicazione automatica in Sicilia.

Palermo
Palermo

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il commento
Inserisci il tuo nome qui