Censis: nessuna crisi per il business del «tarocco»

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Chi acquista merce falsa

L’Italia ha un business del «tarocco» che frena l’economia. Un’indagine del Censis indica che se i prodotti contraffatti fossero realizzati e commercializzati sul mercato legale si avrebbero 17,7 miliardi di euro di produzione aggiuntiva, con conseguenti 6,4 miliardi di valore aggiunto. Insomma, magari darà lavoro (nero) a immigrati o ad alcune fasce di popolazione al Sud, ma è anche un freno tirato per chi produce regolarmente. Se tutto fosse regolare, infatti, la produzione aggiuntiva genererebbe acquisti di materie prime, semilavorati e servizi dall’estero per un valore delle importazioni pari a 5,6 miliardi di euro e assorbirebbe 105mila lavoratori regolari occupati a tempo pieno. I falsi provocano, inoltre, anche pesanti perdite per il bilancio dello Stato in termini di mancati introiti fiscali. Per tutti i settori, a eccezione dei medicinali, si registra però una contrazione del fatturato della contraffazione rispetto al 2010. Il protrarsi della crisi spinge i consumatori ad adottare strategie di contenimento delle spese anche quando si tratta di prodotti tarocchi. C’è un effetto deflazione anche nel comparto del falso, con un abbassamento dei prezzi dei prodotti contraffatti venduti in strada. Sempre secondo il Censis, il valore medio unitario degli articoli sequestrati dalle Dogane e dalla Guardia di finanza si e’ ridotto negli ultimi cinque anni da 13 a 10,7 euro (-17,7%). Non è calata la contraffazione e l’abitudine dei consumatori ad acquistare merci false,  ma si è verificata una flessione dei prezzi, per andare incontro alle ridotte disponibilità di spesa dei clienti.

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