Edilizia, una bussola per esportare

Vendere all’estero si può, anche per il settore del commercio edile. Ma serve una mappa che indichi la strada che varca la frontiera. E, soprattutto, bisogna comprendere le dinamiche che regolano i mercati esteri. È il tema che Federico Della Puppa, docente allo Iuav, affronterà nel suo intervento al VII Convegno Nazionale di Youtrade, in programma il 10 settembre alla Fiera di Bergamo. «La crisi ha prodotto vari effetti sulle imprese italiane. La flessione del mercato interno e la carenza di investimenti ha spinto molte aziende a cercare altri canali di sbocco, tra cui una maggiore internazionalizzazione. Per i settori manifatturieri è stata una scelta quasi obbligata La bilancia commerciale di questi ultimi anni racconta di un nuovo protagonismo dei prodotti italiani all’estero», spiega Della Puppa. «Ma vi sono alcuni settori per i quali andare all’estero non è così semplice, perché non più che esportare prodotti, possono esportare processi e più che presentarsi con un marchio devono presentarsi come un pool di imprese. È il caso del settore delle costruzioni, nel quale le imprese, gravate da una crisi che dura ormai da oltre cinque anni, potrebbe trovare nuovi stimoli dall’apertura ai mercati esteri».

Federico Della Puppa
Federico Della Puppa

Per andare all’estero, insomma, servono adeguate strategie. «Serve soprattutto ragionare in termini di filiera e costruire partnership con soggetti esteri in grado di essere interlocutori solidi per il futuro. Andare all’estero deve essere una scelta ragionata e traguardata sul lungo periodo e non un palliativo in attesa che riprenda il mercato interno. Servono quindi scelte strategiche, obiettivi e azioni specifiche. È una sfida alla quale il settore, con i giusti supporti, può guardare con fiducia», conclude Della Puppa.

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