Nomisma: mercato delle case ancora timido

    Mercato immobiliare in ripresa, ma avanti piano. Secondo il centro studi di Nomisma, «il timido ottimismo che si era diffuso sul finire del 2013, in riferimento alle prospettive del settore immobiliare, ha trovato solo parziale riscontro nelle effettive dinamiche registrate. L’attesa interruzione della flessione delle transazioni di unità immobiliari, sia residenziali sia di impresa, non ha avuto luogo e nonostante la revisione dei prezzi, l’entità degli sconti e l’evidente eccesso di offerta, la ripresa delle compravendite stenta a decollare», si legge nell’Osservatorio sul Mercato Immobiliare, curato dal centro studi bolognese e relativo a 13 città intermedie (Ancona, Bergamo, Brescia, Livorno, Messina, Modena, Novara, Parma, Perugia, Salerno, Taranto, Trieste e Verona). Pesano l’incertezza che caratterizza l’attuale congiuntura economica e le strategie restrittive del sistema bancario: secondo Nomisma, a un persistente incremento delle richieste di finanziamento continua a contrapporsi una gestione dell’offerta, nella maggior parte dei casi, ancora attenta e selettiva. Tanto che gli analisti non escludono una nuova discesa dei valori delle case, dato che il cammino di graduale risalita «si preannuncia comunque lento e non privo di insidie». Le quasi 404 mila compravendite di unità abitative del 2013 «rappresentano il punto più basso di una curva, la cui tendenza, dopo il flesso di questi mesi, assumerà un’inclinazione progressivamente più spiccata senza, tuttavia, consentire fino al 2016 il superamento della soglia delle 500 mila transazioni, fino ad un paio di anni fa ritenuta incomprimibile». Negli ultimi cinque anni in Italia il mercato delle compravendite si è ridimensionato del 41% nel settore residenziale (vale a dire 280.900 transazioni in meno, mediamente 56.200 all’anno) e del 46% per quello degli immobili destinati al terziario e al commercio. La lettura d’insieme è di progressivo esaurimento della forte spinta recessiva e di graduale stabilizzazione del mercato su quantità che, rispetto al periodo pre-crisi, si sono ridimensionate tra il 40-50%. Se all’interno del segmento residenziale dei maggiori mercati è possibile percepire l’interruzione della tendenza negativa, nei 13 mercati intermedi si percepisce una debole inversione di segno. In conclusione, si può proporre anche per i 13 mercati intermedi la lettura di un «timido miglioramento».

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