Economia, i 10 trend del 2014

    Cosa troveranno gli imprenditori il prossimo anno? Per comprendere i principali trend del 2014, YouTrade ha interpellato analisti, verificato numeri e raccolto autorevoli pareri. Il risultato della ricerca è riassunto in 10 punti. Alcune tendenze sono blindate, sicure al 100%. Altre dipendono dalle bizze della politica, sulle quali – ahinoi –  non è possibile fare previsioni.

    Trend 1: Edilizia: potrebbe andare meglio, ma…

    D’altra parte, sarebbe anche difficile che andasse peggio, diciamolo. Sta di fatto che, seppure con timidezza, per il settore delle costruzioni le attese sono di un miglioramento, seppure selettivo. Quando il governo parlava di cancellazione dell’Imu, l’Ance si era spinta anche a fare due conti: i provvedimenti legati al decreto di cancellazione dell’Imu avrebbero portato a 44mila nuove compravendite e a un impatto davvero notevole sull’economia, stimato in 4,4 miliardi di euro. L’articolo 6 del decreto Imu, infatti, avrebbe rilanciato i mutui tramite la Cassa depositi e prestiti, che in sostanza avrebbe finanziato le banche per circa 2 miliardi. Le carte in tavolo sono state però scompaginate dal dietrofront mascherato del governo: è in arrivo infatti una nuova tassa sulla casa, la IUC (imposta unica comunale)) che, oltre alla componente patrimoniale dell’IMU, comprende la Tares e la Tasi per la parte dei rifiuti e dei servizi indivisibili. «La casa continua a essere un bancomat a cui lo stato e gli enti locali attingono per sopravvivere – ha dichiarato nei giorni scorsi Paolo Buzzetti, presidente nazionale dell’Ance, associazione di costruttori edili -. Sono 16 miliardi che in questi giorni arriveranno agli enti locali pagate dai cittadini». Quanto alla legge di stabilità, che ha incassato oggi la fiducia della Camera, «non basta per il rilancio del settore – ha detto Buzzetti che ha poi aggiunto -. Se riuscissimo ad avere una tassazione chiara sulla casa sarebbe un grande successo perché darebbe almeno una sicurezza e toglierebbe un elemento di grande instabilità». Insieme con il dl Stabilità, il Ministro per gli Affari regionali, Graziano Delrio, ha annunciato un decreto per correggere le detrazioni Tasi per le famiglie e coprire il mancato gettito ai Comuni di circa 1,2-1,3 miliardi. Qualcosa però si può ancora fare. Secondo l’Ance, l’allentamento del Patto di stabilità interno e la concessione di una flessibilità europea per gli investimenti pari allo 0,3% del Pil, potrebbe consentire d’investire in infrastrutture cinque miliardi di euro aggiuntivi nel 2014, utilizzando risorse già disponibili nelle casse di Comuni e Province. Questi fondi avrebbero effetti positivi sull’intera economia nazionale (+16,9 miliardi di euro) e sull’occupazione (+85mila posti di lavoro).

     

    Trend 2 –  Mutui più facili

    Non è un miraggio: sempre premesso che la spada di Damocle della politica potrebbe ribaltare le aspettative con una crisi di governo (con conseguenti tensioni sullo spread e sui tassi), molte banche si preparano a ritoccare verso il basso l’offerta dei propri prodotti legati al settore immobiliare. Nel primo scorcio del 2014 gli interessi chiesti su un mutuo dovrebbero scendere sotto la soglia del 3%, che da oltre un anno ha frenato la richiesta di prestiti da parte delle famiglie. Secondo Stefano Rossini, amministratore delegato di Mutuisupermarket.it, «per il 2014 le principali banche in Italia prevedono un aumento delle erogazioni del 10-20%». Inoltre da gennaio 2014 saranno disponibili i 2 miliardi di euro messi a disposizione dalla Cassa Depositi e Prestiti per l’acquisto della prima casa e per i lavori di ristrutturazione, con una garanzia fino al 50% del capitale del mutuo. Il Plafond Casa è entrato in vigore con la convenzione stipulata tra Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e Associazione Bancaria Italiana (ABI) il 21 novembre 2013, all’erogazione di mutui per acquistare abitazioni, preferibilmente di classe energetica A, B e C, ed effettuare interventi di ristrutturazione con miglioramento dell’efficienza energetica.

     

    Trend 3 – Tassi quasi fermi

    A proposito di mutui: il prossimo anno non ci saranno enormi variazioni sotto il profilo dei tassi. Dagli Stati Uniti arriverà un segnale di rialzo, con il declino della politica monetaria della Federal Reserve, che ha inondato di liquidità il mercato per cinque anni. Ma in Europa l’onda lunga arriverà forse più tardi. I prossimi mesi, infatti, ricalcheranno ancora quelli di fine 2013, con la Bce che lascia ai minimi i tassi per dare fiato a un’economia debole. Nella seconda a metà dell’anno, però, potrebbero cambiare le cose. Innanzitutto la Germania (che chiede un costo del denaro gestito in maniera più rigida) dopo aver messo alle spalle le elezioni avrà più margine di manovra. Inoltre, se la ripresa dovesse consolidarsi potrebbe farsi avanti la tentazione di un micro ritocco (magari lo 0,25%) verso l’alto. Niente di sconvolgente comunque, legato all’andamento dell’economia reale. Diverso il discorso dei tassi a lungo termine, che dovrebbero tendere più decisamente al rialzo.

     

    Trend 4 – Risveglio dell’immobiliare

    Ebbene sì, gli analisti si attendono una svolta. Non pensate a impennate dei prezzi di appartamenti e capannoni. Ma secondo l’Osservatorio di Scenari Immobiliari, il fatturato del settore nei cinque principali Paesi europei (Francia, Italia, Germania, Spagna e Inghilterra) potrebbe chiudere l’anno (il 2013) con una crescita dell’1% a quota 639.400 milioni di euro, dopo un calo di quasi il 3% nel 2012. Dal picco del 2007, poco prima dell’avvio della crisi immobiliare, il fatturato in questi cinque Paesi è sceso complessivamente del 14,3% (e si va dal -31,5% della Spagna al -12,2% della Gran Bretagna). E per l’Italia? Gli esperti prevedono per il 2014, quasi tutti sono concordi nell’attendersi una inversione di tendenza. La ripresa degli acquisti dovrebbe inoltre essere trainata dal repricing che negli ultimi anni ha riportato le abitazioni a quotazioni più realistiche, a volte anche con sconti sensibili, e ha innescato il ritorno alle trattative e alle transazioni. Insomma, la riduzione dei valori accompagnata da una relativa tenuta dei canoni ha permesso di rendere i rendimenti molto più appetibili.

     

    Trend 5 – Expo boom

    Il 2014 sarà l’anno pre-Expo. La manifestazione, che si svolgerà l’anno successivo, sarà il motore di un grande business. A partire, naturalmente, dalle grandi opere di realizzazione ancora in corso, ma che trascineranno tanti altri interventi minori, per esempio di riqualificazione o realizzazione di strutture ricettive. L’impatto dell’Expo 2015, in ogni caso, è stimato in 199mila occupati e oltre 10 miliardi di più per il Pil italiano. Ma in realtà bisogna pensare già al dopo Expo. Non a caso la Arexpo, società proprietaria delle aree di Rho dove sorgerà il sito espositivo, sta esaminando le 12 proposte per il bando consultivo finalizzato alla raccolta di idee e progetti per il parco tematico di 43 ettari che sarà realizzato dopo che saranno smantellati i padiglioni. Insomma, ci sarà da lavorare anche dopo il 2015. Da notare che delle 15 proposte, due hanno un carattere sportivo. E questo sarebbe da legare a una possibile candidatura alle Olimpiadi del 2024 avanzata dalla Regione Lombardia. Sarebbe come pescare un jolly dal mazzo di carte. In ogni caso, per il dopo Expo sarà bandita una gara di attuazione per un investimento che complessivamente si aggira intorno a 1,2 miliardi.

     

    Trend 6 – Consumi al rallentatore

    Zero è meglio di meno. Ma non ci sarà da fare i salti di gioia neppure il prossimo anno: le previsioni dei principali istituti di ricerca prevedono che nel 2014 la diminuzione della domanda si arresti, ma non aumenti, se non di qualche zero virgola. Più precisamente, i consumi privati italiani sono attesi in calo del 2,3% quest’anno e attorno allo zero l’anno prossimo, numeri simili a quelli della Spagna ma distanti da Francia e Germania. La domanda interna rimarrà debole perché qualsiasi politica fiscale o di bilancio non darà i suoi frutti immediatamente, ma dopo mesi. Continueremo a tirare la cinghia, perché le politiche di bilancio e il Fiscal compact firmato due anni fa non consentono deroghe.

     

    Trend 7 – Occupazione al palo

    Una ripresa modesta dei consumi interni non servirà a creare un ritorno dell’occupazione ai livelli pre-crisi, tantomeno nel 2014. I provvedimenti a favore dei giovani e per incentivare le assunzioni, a giudizio degli esperti, potranno avere qualche efficacia solo sugli impieghi temporanei. D’altra parte, è un trend che non riguarda solo l’Italia. Anche la Germania, che è portata a modello, negli ultimi anni ha creato per la maggior parte posti di lavoro temporanei o a basso reddito.

     

    Trend 8 – Più vendite all’estero

    Il 2014 vedrà confermata la tendenza dell’anno in corso. Con un mercato interno debole, vedrà incrementare il fatturato chi si affaccia sui mercati esteri. Secondo il documento preparato in occasione del forum Ambrosetti, per esempio, il saldo positivo dell’export dell’Italia dovrebbe assestarsi allo 0,6% quest’anno e al 3,4% nel 2014. Un dato confortante, se si pensa che la Germania farà un po’ meglio, ma non così tanto: +0,7% nel 2013 e +4,8% per il prossimo anno.

     

    Trend 9 – Tasse: novità per l’acquisto di immobili

    Dal gennaio 2014 cambia il prelievo sulle transazioni immobiliari. Il decreto Istruzione ha cambiato a sorpresa i termini che erano previsti dal provvedimento di fine 2011. In particolare, si abbassa l’imposta di registro per l’acquisto della prima casa dal 3 al 2% (tranne per le abitazioni di lusso), anche se per seconde case, abitazioni di pregio e fabbricati strumentali si alza dal 7 al 9%. L’imposta ipotecaria e catastale sulle compravendite per la prima casa scende da 168 a 50 euro. Possono però salire a 200, a seconda che il venditore sia un privato o un’impresa. Addio anche a tutte le agevolazioni tributarie relative ai trasferimenti immobiliari. Ma il testo del decreto, che rettifica il provvedimento precedente, come al solito è ambiguo e oscuro per alcuni aspetti. Ma, in definitiva, per una prima casa del valore di 150mila euro il costo da pagare all’erario scende da 4.800 euro a 3.100 euro: un risparmio non da poco.

     

    Trend 10 – Pagamenti in arrivo

    Proseguirà il lento, ma si spera definitivo, cammino dei pagamenti alle imprese da parte della pubblica amministrazione. A imprese e professionisti, finora, è arrivato il 36% delle risorse stanziate per il 2013 dal decreto 35 «Sblocca Debiti». Resta in ogni caso, il ritardo delle Regioni nello smaltimento degli arretrati sanitari. Ma in compenso i debiti commerciali della pubblica amministrazione già pagati ai creditori sono di 7,2 miliardi, poco più di un terzo dei 17,9 miliardi già resi disponibili agli enti debitori sui 20 miliardi previsti dal decreto legge. Il decreto Imu ha incrementato la dote con 7,2 miliardi (destinati a diventare 10) per i pagamenti 2013. E la nuova dote è di 47 miliardi per il 2013-2014, di cui 27 quest’anno e 20 nel 2014.

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