Immobili, il loft non piace più

Il loft non va più di moda: in meno di cinque anni i prezzi di questi immobili si sono ridotti fino all’11%, secondo l’indagine condotta da Immobiliare.it sul mercato di queste unità immobiliari in alcune delle più grandi città d’Italia. In compenso, l’offerta in vendita è cresciuta fino al 9% ma, al contempo, la domanda è calata fino al 6%. Il divario tra domanda e offerta produce così una discesa dei prezzi a doppia cifra in tutto il Paese, solo appena più contenuta a Milano. «I loft hanno rappresentato l’espressione maggiore del boom del mercato immobiliare degli scorsi anni», è il commento di Carlo Giordano, amministratore delegato di Gruppo Immobiliare.it. «Ma oggi gli italiani sono tornati a desiderare abitazioni più tradizionali. Non va sottovalutato anche un altro problema: essendo un immobile di natura commerciale, non ci si può prendere la residenza e, quindi, per il loft non è possibile ottenere un mutuo prima casa». Alcune volte, in realtà, capita di leggere annunci di loft «residenziali», ma in quel caso si usa il termine in maniera impropria. L’accatastamento dei loft puro è nella categoria C3, ossia quella di «laboratori con permanenza di persone». Proprio per questi motivi, quella del loft è una tipologia di immobile più adatta a professionisti che la utilizzano sia come studio privato sia come abitazione, a patto, però, che non necessitino di un mutuo prima casa per comprarlo. Secondo i risultati della ricerca, fra le città prese a campione i prezzi dei loft calano in maniera meno forte a Milano, dove la contrazione è pari al 6% rispetto al 2009. Va peggio a Roma e Bologna, con una discesa del 10% rispetto al 2009. La riduzione più marcata è quella di Torino, dove i prezzi richiesti per vendere un loft sono scesi dell’11%.

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