L’Italia è l’unico Paese a non ripartire

Su sette Paesi industrializzati, l’Italia è l’unico a non ripartire. Da quanto emerge dalle analisi dell’Ocse, infatti, chiuderemo il 2013 con un Pil in contrazione dell’1,8%.

I problemi ci sono per tutti, ma l’Eurozona sembra aver trovato la porta per la crescita, mentre in Italia nel primo trimestre 2013 il segno meno era a 2,2% mentre nell’ultimo si è contratto a -0,3%. E non è tutto: instabilità politica e peggioramento del fabbisogno, che ad agosto ha superato i 9 miliardi, rendono la situazione ancora più critica.

 

I tecnici dell’Economia sono alla ricerca di soldi per trovare le coperture necessarie per l’abolizione dell’Imu sulla prima casa e far fronte alle altre emergenze. Per coprire i mancati introiti della rata di giugno dell’imposta sugli immobili il governo conta di recuperare circa 600 milioni con il “condono” sulle slot machine, ma i gestori hanno fatto ricorso in appello e prima della sentenza non sono intenzionati a versare nemmeno un euro. Balla anche l’extragettito Iva (925 milioni) che dovrebbe arrivare grazie alla nuova tranche di debiti che lo Stato vuole pagare entro l’anno ai suoi ai suoi fornitori. Doveva essere di 10 miliardi e si è ridotta a 7,2. Se i soldi attesi non arriveranno nelle casse pubbliche, a novembre scatterà la clausola di salvaguardia prevista nel decreto Imu: aumento degli acconti Ires e Irap, rincaro delle accise, quelle sulla benzina comprese.

 

Insomma, bisogna trovare soluzioni concrete. Per ora la commissione Ue è fiduciosa.

 

 

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