La magia del taglia Imu

Dynamo è il nome di un mago inglese, considerato il migliore illusionista in attività. È un ragazzo che cammina sull’acqua, fa sparire e ricomparire quello che avete in tasca, legge nel pensiero. In televisione è eccezionale, sorprendente. Ma, ovvio, nulla di quanto si vede è vero. Si tratta di trucchi, da ammirare in quanto spettacolo, perché Dynamo non ha davvero ultrapoteri. Chi ce li ha sul serio, invece, è il governo: con due colpi di bacchetta magica ha fatto sparire una tassa da 4,8 miliardi: l’Imu. E, badate bene (qui sta la magia), senza tagliare spese della pubblica amministrazione. Insomma, lo Stato incassa 4,8 miliardi in meno, non diminuisce le proprie uscite, eppure i cittadini non pagheranno più l’odiato balzello: una magia. Dynamo, in confronto, è un dilettante.

Com’è possibile questo miracolo? Vediamo. Una delle voci che consentono il gioco di prestigio è la sanatoria per le multe alle slot machine. Non ci credete? Eppure è così: proponendo uno sconto ai gestori multati, il governo pensa di incassare 600 milioni. Premesso che da che mondo è mondo nessun condono ha fruttato la cifra messa in preventivo, sorge spontanea un’altra domanda: nel 2014 come sarà rifinanziata questa cifra? Mah, ci vorrà un’altra magia. Un miliardo, invece, il governo lo troverà (sostiene) grazie alla restituzione di 10 miliardi alle imprese, i famosi pagamenti bloccati. Di questi soldi, appunto, 1 miliardo dovrebbe ritornare nelle casse come extra-gettito. Insomma, ti verso 10, ma tu me ne ridai indietro 1. Anche per questa voce vale la stessa domanda precedente: il prossimo anno come si rifinanzierà il mancato incasso? Che domande: dovrà pensarci chi vincerà le elezioni che, probabilmente, si terranno in primavera. Se il Paese nel frattempo accumula deficit, pazienza. A proposito, i maghi hanno anche assicurato che l’abolizione dell’Imu non comporta nuove tasse. È questo il bello della prestidigitazione: il pubblico deve essere convinto di quello che (non) vede. Naturalmente, il fatto che i Comuni saranno autorizzati a incassare una nuova tassa «sui servizi», cioè a far pagare di più raccolta sui rifiuti e acqua non è considerata una nuova imposta. È una «rimodulazione», parola che ricorda la vaselina. Insomma, in questo caso è una magia dialettica. Fatto sta che la nuova tassa sui servizi, in un primo tempo battezzata Taser, termine che faceva pensare alla pistola-elettrica usata dalla polizia per stordire i malviventi, peserà sui portafogli degli italiani con tutta probabilità più o meno come l’Imu. Infine, ciliegina sulla torta, c’è il ripristino parziale dell’imponibilità ai fini Irpef dei redditi derivanti da unità immobiliari non locate. Tradotto: nuova stangata sulle seconde case.

Conclusione: tutti gabbati, eppure contenti. L’importante, d’altra parte, è che le promesse elettorali siano soddisfatte.

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