Il decreto per la razionalizzazione dei punti vendita carburante e gli aspetti ambientali

Domani, 12 luglio 2013 entra in vigore il DM del 19 aprile 2013 per la razionalizzazione della rete di distribuzione dei carburanti, che coprirà un arco temporale di tre anni (2012-2014). Ai sensi dell’art. 28 del D.L. 98/2011, i titolari dei distributori di carburante che cesseranno la propria attività potranno ricevere un contributo pari al 60% delle spese sostenute per il ripristino ambientale dei siti per un massimo di 70.000 Euro per impianto. Le attività comprese vanno dalla bonifica dei serbatoi e delle linee interrate, allo smaltimento e recupero dei rifiuti prodotti, dallo smaltimento dei rifiuti liquidi alla messa in sicurezza operativa. L’obiettivo è ridurre sensibilmente il numero di distributori in Italia, dove la rete conta 23.100 punti vendita attivi, superando di gran lunga la media di tutti gli altri Paesi europei. L’Italia, però, ha anche un altro primato europeo negativo – è seconda solo alla Grecia – per il peggiore livello di efficienza. Mentre la Francia eroga in media 3.500 metri cubi di carburante e il Regno Unito 4.056, l’Italia ne eroga 1.419.

“Il decreto razionalizzazione è un intervento che mira a correggere quest’anomalia italiana, contribuendo ad una razionalizzazione del numero di impianti di distribuzione carburante sul territorio italiano”, sottolinea Maurizio Piazzardi, responsabile del settore Oil and gas e Industry di MWH in Italia. “Negli anni, infatti, abbiamo assistito ad un proliferare di punti vendita spesso costruiti all’interno delle aree urbane ed a poche decine di metri l’uno dall’altro. Tale dislocazione e presenza capillare pone delle problematiche di possibile contiguità sia ai recettori naturali sia a quelli antropici. Soprattutto in fase di bonifica, questi elementi richiedono un livello di attenzione specifico ed a volte perfino superiore rispetto a siti di maggiori dimensioni e magari posizionati al di fuori dei centri urbani.”

“Il decreto va nella stessa direzione delle scelte strategiche già attuate da varie società del settore oil and gas”, continua Piazzardi, “che guardano alla concentrazione della propria rete di distribuzione in meno punti vendita di maggiori dimensioni, come ad una risposta efficiente ad esigenze organizzative. E’ evidente che le attività di bonifica contestuali alla dismissione di molti di questi punti vendita cresceranno e acquisiranno un ruolo di sempre maggiore rilievo nel panorama del risanamento ambientale in Italia. Accogliamo con favore l’intervento del Ministero che sostiene ed incentiva interventi condotti con professionalità e nell’interesse del territorio”.

Da anni MWH supporta alcune delle principali società petrolifere operanti in Italia occupandosi di tutti gli aspetti della gestione delle passività ambientali dei loro punti vendita per un totale di oltre 1000 impianti in tutta Italia. Nell’ambito di questi progetti, MWH è responsabile del program management, di attività di caratterizzazione ambientale, elaborazione analisi di rischio, progetti di bonifica dei terreni, modellazioni idrogeologica della falda, progettazione e realizzazione sistema di messa in sicurezza d’emergenza, sistemi di recupero idrocarburi, coordinamento sicurezza e relazione con gli enti e con gli stakeholder.

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