Integrarsi per competere

E’ inutile piangersi addosso. Dobbiamo guardare la realtà non solo con gli occhi della crisi, economica e politica. Dobbiamo guardare avanti, prevedere come si uscirà da questa crisi, sempre che la previsione di una ripresa nel 2014, sia corretta.  La crisi non deve farci dimenticare che il nostro paese ha un sistema imprenditoriale e produttivo competitivo, con una forte capacità di ideazione e realizzazione di prodotti e di gestione dei processi. E siamo competitivi sui mercati esteri, nonostante la crisi. Purtroppo però siamo ancorati ad una visione artigianale e produttiva di piccola dimensione, di microdimensionalità, soprattutto nel settore delle costruzioni, che non giova al recupero di competitività della nostra economia e soprattutto del settore delle costruzioni. Perché la ripresa avverrà grazie a fattori esterni, come ad esempio ad una ripresa della fiducia e della domanda, ma potrà essere aiutata da una migliore organizzazione dei fattori produttivi e dei sistemi di offerta. La filiera delle costruzioni è una filiera molto lunga, che consente notevoli ottimizzazioni, se si iniziasse a fare sistema e a integrarsi, ad interagire strettamente tra le imprese. La crisi, ma ancora di più la potenziale ripresa, deve spingere le nostre aziende ad una riorganizzazione complessiva dei rapporti all’interno della filiera. Siamo forti in realizzazione, ma siamo deboli in ricerca, innovazione e sviluppo, in particolar modo sui brevetti. Ciò dipende proprio dalla nostra scarsa capacità di investimento in questi settori, date le piccole dimensioni aziendali. Quello che fino a pochi anni fa è stato un refrain che convinceva tutti, “piccolo è bello”, non funziona più. La crisi, paradossalmente, può essere utile proprio per dare una scossa alle imprese, un segnale soprattutto alle nuove generazioni, indicando che esistono modi diversi di fare impresa. Bisogna accorciare la filiera, ottimizzare le relazioni sia in senso verticale che orizzontale, trovando gli spazi della cooperazione nella costituzione delle reti di imprese. Questo è l’elemento fondamentale: dove si costruiscono le reti, c’è la capacità di costruire conoscenza. E sulla conoscenza si appoggiano poi competitività e sviluppo. Le imprese devono puntare su modelli che ottimizzino la gestione imprenditoriali. Ciò che deve diventare patrimonio dell’impresa oggi è la conoscenza delle soluzioni, la capacità di intervenire con prodotti e sistemi adatti alle esigenze della domanda. Che si è ridotta ma è ben presente nei settori strategici. Ad esempio la riqualificazione urbana e degli edifici e l’efficientamento energetico. La questione centrale è che al centro dell’attività di impresa deve essere posta la prestazione. Perché oggi non si deve più costruire per vendere ma per gestire. E’ nella prestazione del prodotto che l’impresa può trovare spazi di azione. E’ fondamentale comprendere che è necessario un profondo mutamento culturale nell’approccio al mercato, in particolare per la riqualificazione energetica e ambientale. I distributori di materiale, ad esempio, soprattutto quelli che hanno aperto i propri magazzini anche ai privati, hanno un ruolo fondamentale nel proporre sistemi e soluzioni. Nello spiegare che si spende oggi per risparmiare domani. Si tratta di investimenti che si recuperano nel tempo. Occorre essere preparati per veicolare messaggi, indicazioni e possibilità strategiche. Un ruolo che deve essere supportato da un elevato livello formativo. In altre parole, la formazione e le conoscenze devono essere specializzate e approfondite. Limitarsi a sfruttare il momento, senza coglierne l’essenza, ad esempio la questione dell’efficientamento energetico, rischia di essere solo un’altra occasione persa. La questione va affrontata con un radicale cambiamento nel porsi come imprese e professionisti. Bisogna fare rete e acquisire la consapevolezza che c’è informazione e informazione. È utile, vincente e crea competitività quella che riesce a veicolare l’innovazione. E l’innovazione oggi passa attraverso l’integrazione, dei prodotti, dei processi, delle attività di promozione, ma soprattutto delle imprese. Le imprese oggi più che mai devono scegliersi all’interno della filiera e costruire partnersgip strategiche per promuovere sul mercato le proprie competenze e i propri servizi. Non solo i prodotti. Perché è su competenza e servizio che si costruirà il futuro dell’edilizia, e con essi la crescita e la ripresa economica del settore.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il commento
Inserisci il tuo nome qui