A problemi urgenti risposte urgenti

Nel dicembre scorso gli occupati in Italia erano 22 milioni 723mila, in diminuzione dello 0,5% rispetto a novembre (-104 mila) e dell’1,2% su base annua (-278 mila). Rispetto a 12 mesi prima, la disoccupazione è cresciuta del 19,7% (+474 mila). Sono numeri che non stupiscono se si considera la produzione industriale, anch’essa in discesa. Le diminuzioni più marcate riguardano i beni intermedi (-9,4%) e i beni di consumo (-7,7%), ma anche per l’energia (-3,7%) e i beni strumentali (-2,5%). E questo quadro, allegro come un funerale d’autunno, si accompagna con un panorama desolante, in cui nella politica prevalgono l’insulto, le promesse che saranno disattese, gli interessi privati leciti o illeciti da parte degli eletti, il cattivo funzionamento della pubblica amministrazione e dei servizi, come l’amministrazione della giustizia che è rapida come un bradipo addormentato. Questa inefficienza alimenta l’impoverimento del Paese: 2,5 milioni di famiglie hanno venduto oro o altri oggetti preziosi negli ultimi due anni, 300mila si sono disfatte di mobili e opere d’arte, l’85% ha eliminato sprechi e tagliato consumi, il 73% va a caccia di offerte e alimenti poco costosi. Insomma, è un’Italia da rifondare. È possibile? Sì. Sempre i numeri indicano che possiamo farcela, che non va tutto male: una parte del sistema produttivo continua a resistere, come le imprese cooperative, cresciute del 14% tra il 2001 e il 2011 e ancora in grado di generare occupazione, con +8% di addetti tra il 2007 e il 2011. Oppure le imprese femminili, che oggi sono quasi 1 milione e mezzo, il 23,4% del totale delle aziende italiane: a settembre 2012 si erano ridotte appena di 593 unità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, a fronte di una diminuzione di oltre 29mila aziende guidate da uomini. Ma per non perdere anche queste isole che emergono dal mare del pessimismo sono necessari due fattori: un governo stabile e un programma che entro l’anno affronti i principali nodi che stringono in un mortifero cappio la società, a cominciare dai dieci che YouTrade ha riassunto in queste pagine. Senza perdere tempo.

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