L’edilizia e il caos sui mercati finanziari: ecco i pericoli

Che cosa cambia, per l’edilizia, la bufera che scuote i mercati finanziari? A patto di mettere da parte le proprie convinzioni politiche, si può tentare di analizzare le conseguenze a breve termine del caos in cui sembra essere precipitata l’Italia. 

Primo: l’aumento dello spread, cioè la differenza di rendimento tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi (che sono presi come misura di riferimento, ma non hanno nulla a che fare con quelli del Belpaese) può influire su altri saggi di riferimento, come l’euribor. Si tratta del tasso che serve a misurare nella maggior parte dei casi il costo dei mutui. Accendere un mutuo quando si acquista una casa, oppure se il proprio prestito fondiario è a tasso variabile, costerà presto molto di più. 

Secondo: le imprese si troveranno a pagare interessi più alti. 

Terzo: aumenta di fatto il costo del denaro e del prezzo che lo Stato deve pagare per ottenere che gli investitori sottoscrivano il debito pubblico, tramite Bot e Btp.

Quarto: l’Italia rischia grosso. A luglio, infatti, è in arrivo il giudizio delle principali società di rating, che con la situazione attuale (mancanza di governo e timore di uscita dall’euro) non potranno che abbassare il giudizio del merito di credito sull’Italia. Se sarà abbassato, la Bce non potrà più acquistare titoli di Stato italiani (il quantitative easing) come ha fatto in questi ultimi anni e il prezzo da pagare sotto forma di interessi salirà ulteriormente. 

Quinto: aumenta il costo per le banche, che sarà ovviamente riflesso sui soggetti che chiederanno loro i soldi in prestito.

Sesto: c’è il pericolo che molte imprese che si sono indebitate a tassi bassi non riescano a fare fronte ai propri impegni e possano avviarsi verso la strada del concordato/fallimento. In questo caso si potrebbe innescare una nuova ondata di cessioni di attività che farebbe scattare una nuova recessione e, forse, deflazione. Una nuova crisi sarebbe sopportata a fatica sia dalle famiglie che dalle imprese, reduci da quasi dieci anni difficili dopo la recessione del 2008.

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