Mce 2018: tutti i numeri del mercato degli impianti per l’edilizia

Mce 2018 a Fiera Milano

La 41^ Mostra Convegno Expoconfort –  MCE ha rotto gli indugi e fino a venerdì 16 marzo animerà i padiglioni di Fiera Milano nel nome del risparmio e dell’efficientamento energetico in materia di idrotermosanitario e di impiantistica per l’edilizia.

Un’edizione nata sotto i migliori auspici, come ha sottolineato durante la cerimonia di apertura Massimo Pierini, managing director Reed Exhibition Italia: gli espositori sono oltre 2300 e più della metà, circa il 52%, sono stranieri. Cinquantacinque, Italia, compresa, i Paesi rappresentati.

Massimo Pierini, Mce 

 

In occasione della prima giornata di fiera è arrivato anche il 4° Rapporto Congiunturale e Previsionale sul Mercato Italiano dell’Installazione Impianti in Edilizia, realizzato da Cresme con la partnership di MCE, Cna Impianti, Anima e Angaisa. Il rapporto racconta che nel corso del 2017 gli investimenti effettuati dagli utilizzatori finali ammontano a circa 60 miliardi, inclusi i lavori sviluppati da imprese non specializzate e dal fai-da-te.

Si tratta di una crescita del 5% rispetto a quanto registrato nel 2016. La somma dei fatturati della filiera impiantistica per l’edilizia, vale a dire il fatturato cumulato di industrie, distributori e installatori coinvolti è stato di oltre 118 miliardi di euro. Si tratta di un ambito economico che coinvolge circa 200mila unità locali e 750mila addetti, distribuiti fra industrie e laboratori di fabbricazione, esercizi commerciali, installatori.

Mce 2018

Nel 2017 le industrie hanno visto crescere del +7%, la distribuzione del +4%, l’installazione del +5%.Rapportando tale importo al valore della produzione complessiva in edilizia (escluse quindi le opere a rete del genio civile) emerge che al 2017 il settore impiantistica riveste un ruolo di primissimo piano assorbendo il 46% delle risorse destinate all’edilizia, attraverso interventi di ammodernamento e manutenzione dell’esistente e di collocazione nei nuovi fabbricati; si è quindi andata determinando una dinamica di sensibile accrescimento del proprio peso all’interno delle costruzioni.

I dati strutturali sull’occupazione, mettono in evidenza come negli anni ’90 l’occupazione nel settore dell’installazione impianti era pari al 20% di quella totale delle costruzioni, nel 2015, ultimo dato disponibili, la percentuale è salita al 33%. Non è difficile prevedere che questa percentuale continuerà a salire grazie alle dinamiche che caratterizzano l’innovazione tecnologica, all’evoluzione dell’efficientamento energetico e alla crescita dell’internet delle cose.

Gli impianti vedono crescere il loro peso anche nelle nuove costruzioni grazie soprattutto al risparmio energetico e all’evolversi del comfort abitativo; e crescono anche grazie alla loro naturale obsolescenza tecnologica e, pertanto, mostrano un ciclo di vita più ridotto rispetto ad altri materiali e componenti (si pensi alle finiture e alle strutture). Naturalmente un grande contributo a questa crescita è venuto dalla riqualificazione edilizia che, nell’ultima fase economica, ha goduto di una migliore performance rispetto agli altri segmenti del mercato e che privilegia da un lato le finiture e, dall’altro, proprio gli impianti.

Naturalmente il settore ha beneficiato dell’importante ruolo che hanno avuto gli incentivi fiscali per il recupero edilizio e la riqualificazione energetica. Nel 2017 gli investimenti incentivati hanno toccato i 28 miliardi di euro.

Mce 2018

 

 

Un doppio scenario: 2018/2021

Per quanto riguarda le prospettive di scenario possiamo dire che vi sono due ambiti di interpretazione:

  • Il primo riguarda la crescente rilevanza degli impianti nell’edilizia – che prospetta scenari positivi sia a breve, che a medio e lungo termine e che vede il mantenimento degli incentivi fiscali per il recupero edilizio e la riqualificazione energetica;
  • Il secondo ci obbliga a disegnare una possibile curva più negativa nel caso della rimodulazione e, soprattutto, di non proroga degli incentivi fiscali per il recupero edilizio e la riqualificazione energetica delle abitazioni. Infatti gli incentivi fiscali, nelle modalità attuali, scadranno entro il 2018 e dovranno essere prorogati per il 2019.

Il primo scenario prospettico prevede, a condizioni attuali inalterate (mantenimento degli incentivi fiscali alle abitazioni), la seguente crescita dell’impiantistica negli edifici: +3,6% nel 2018 e +3,4% nel 2018.

In caso non si pervenisse a un’ulteriore proroga (con le attuali aliquote) per il 2019 e per gli anni seguenti delle detrazioni fiscali per interventi di ristrutturazione e di riqualificazione interni alle abitazioni, il quadro cambierebbe. Nell’ultima legge di Stabilità per il 2018, è ancora una volta prevista l’interruzione dei meccanismi agevolativi interni alle abitazioni alla fine dell’anno; contemporaneamente, sono potenziati gli interventi di miglioramento antisismico, attraverso la riduzione delle annualità di detrazione (5 anni) e la maggiorazione delle aliquote di detrazione (fino all’85%). Vengono potenziati (fino al 75% di detrazione) anche gli interventi di riqualificazione energetica ma solo per gli interventi su parti comuni condominiali o che interessino tutte le unità abitative dell’edificio che comportino un oggettivo risparmio energetico. Allo stesso tempo sono rimodulati (al 50%) alcuni interventi che non migliorano sensibilmente il fabbisogno energetico.

E’ evidente che la manovra comporta, nel 2019 e negli anni seguenti, una “disincentivazione” a ristrutturare e ammodernare la singola abitazione. Si ricorda che quello degli interventi nei singoli alloggi ha rappresentato la stragrande maggioranza degli interventi incentivati.

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