Aitec all’attacco dell’Antitrust: il cemento è trasparente

L’Antitrust accusa le imprese del cemento di aver costituito un cartello per controllare i prezzi. La conclusione dell’indagine dell’Autorità sulla concorrenza non vede, però, d’accordo Aitec, l’Associazione delle imprese del settore. E annuncia che ricorrerà al Tar e al Consiglio di Stato, nel caso il tribunale non dovesse accogliere il ricorso, «per ristabilire la verità». 

L’indagine dell’Antitrust è stata avviata nel novembre del 2015 e prevede una intesa tra le aziende restrittiva della concorrenza.

L’associazione, che aderisce a Confindustria, «ha operato un significativo e progressivo rafforzamento dei presidi interni di legalità: l’adozione di un codice di condotta e di linee guida sui rapporti con i partner commerciali; l’istituzione di un gruppo consultivo di esperti sulla legalità ed etica; l’adozione di un programma di compliance e la nomina di un compliance officer, per citare solo alcuni passaggi». Secondo le imprese del settore, l’Antitrust «ha seguito una tesi precostituita e non corroborata da evidenze fattuali, vedendo nell’Associazione il foro improprio di interlocuzioni illecite tra concorrenti. In particolare, in contrasto con il precedente procedimento comunitario, è stato messo sotto accusa un sistema di raccolta di dati aggregati da cui era impossibile risalire alle informazioni relative ai singoli operatori. Tale sistema era stato introdotto per far fronte ai ritardi nel rilascio delle statistiche ufficiali del Mise, nonché affidato in gestione ad una società terza accreditata per assicurare la confidenzialità dei dati aziendali oggetto di distribuzione». 

Cemento
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